Siamo su sponde opposte, amico, in tema di pandemia, ma questo non mi impedisce di ascoltare le tue ragioni. E pure di apprezzarti: il tuo ultimo saggio è un capolavoro di poesia in prosa e di raffinatezze filosofiche.
Un no vax, tu? Di sicuro non hai nulla a che vedere con le piazze urlanti, ma il tuo j’accuse, pur nella sua eleganza, non è meno micidiale.
Sei un intellettuale di rango tu, voli alto, molto alto, ma sai qual è la mia sensazione? Che dalla tua altezza vertiginosa vedi tutto distorto.
Avremmo noi vaccinati trasformato “il teutonico ‘Gott mit uns’ in “la Scienza è con noi’?
Ma suvvia! La scienza è un sapere in fieri, sempre falsificabile, è la scoperta, giorno dopo giorno, dell’immenso nostro non sapere.
Saremmo tutti malvagi, coscientemente o no, da voler “trattare i non vaccinati “come l’Inquisizione trattava gli eretici, come i rivoluzionari i lealisti vandeani, i nazisti gli ebrei…”?
Saremmo tanto ipnotizzati da giustificare perfino “il principio che uccidere i non vaccinati non è un crimine, ma una necessaria sanificazione sociale, una razionale eugenetica”?
No, amico: sono deliri, questi, non degni della tua levatura intellettuale.
Saremmo tutti colpevoli perché, nonostante la “barbarie della politica” di questi due anni, le “quotidiane falsificazioni giornalistiche” e… l’eutirannia in corso, non abbiamo aperto gli occhi sulla “favola della pandemia”?
Ma… saresti solo tu e pochi altri ad avere aperto gli occhi, ad avere smascherato l’inganno planetario?
So bene, amico, che la ricerca della verità è un’impresa ardua perché un po’ tutti, più o meno, tendiamo a selezionare le informazioni che “confermano” le nostre convinzioni, ma questo non vale anche per te? Forse che tu sei del tutto libero dal ‘confirmation bias’ e dal pregiudizio dello struzzo?
Fai bene ad affermare che alla fine saremo chiamati dalla storia a rispondere delle nostre scelte e dei nostri comportamenti.
Già, che cosa dirai tu? Che non hai visto tanti tuoi amici morire di Covid per avere rifiutato le cure?
Che cosa diranno poi molti vaccinati che, in nome del Pil o della ricerca del consenso elettorale, hanno preso od omesso decisioni, “tollerando” così la morte di migliaia di persone (anche di persone in tenera età)?
Commenti
Chissà se il misterioso amico ti risponderà. Anche se ormai distante una soffiata potrebbe arrivargli e riprendere a deliziarci.
Che se poi quel famigerato blog di intellettuali fascisti accettasse i miei commenti a quel signore risponderei che il fine giustifica i mezzi e in questo caso senza se e senza ma.
Signor Macalli, in famiglia mi chiedono come mai Lei ambisca a scrivere su quel famigerato blog di non vax, oltre che fascisti. La mia risposta: la speranza é l’ultima a morire. Controrisposta: come si vede che non hai ancora visto qualcuno morire di Covid. Ignorarli, ignorarli, ignorarli.
Caro Piero, premetto: il mio tempo materiale e, soprattutto la mia disponiblità mentale non mi consente , oltre che di occuparmi della getione del mio/nostro blog, anche di tenermi aggiornato sugli “n” blog similari che hanno oramai saturato il web, quindi accolgo il tuo bel pezzo nel modo “indirizzato impersonale”, così come, del resto tu stesso, l’hai steso.
Così inquadrato lo condivido in toto, e non potrebbe essere altrimenti, stante la lucidità che ti è usuale nell’affrontare qualsivoglia tema, la profondità dell’analisi storico/filosofica consentitati dai mezzi culturali dei quali sei dotato, ed il grande equilibrio nel calibrare i “pro e contro” di ogni argomentazione.
Sta poi al bagaglio etico/morale di cui ognuno di noi che ti leggiamo è/non è dotato, trarre le conseguenze che ne possono/devono derivare.
Quanto al “Giudizio della Storia” al quale saremmo ” chiamati a rispondere delle nostre scelte e dei nostri comportamenti”, devo dire che non è questa l’ottica, la visione alla quale accordo il mio agire, quanto piuttosto al portato di conseguenza “hic et nunc” che il mio agire comporta ai vari livelli con i quali mi è dato di interconnettermi con la realtà al contorno della mia vita.
In questa ottica sono comunque costretto a subire la situazione di grave mal essere che tanta sofferenza stoltamente diffusa attorno a me, provoca, stante peraltro la mia quasi totale impotenza a porvi rimedio.