Non è una guerra. Non piovono bombe. Nessuna nuova Hiroshima.
Ma il nemico c’è. È invisibile, ma c’è. Ed è capace di provocare più danni, economici e non, di una guerra.
Vi è chi parla di un “quarto shock” per l’umanità dopo quelli prodotti da Copernico, Darwin e Freud.
Questa volta, tuttavia, non si tratta di un mero shock culturale: il Covid uccide (già oltre un milione di persone), mette in ginocchio l’economia, scatena una pandemia sociale, priva del sacrosanto diritto allo studio le nuove generazioni, rompe relazioni umane…
È un virus che sta cambiando il mondo ed è destinato, forse, a dare il via a una nuova “civiltà”.
Un’impresa titanica, la nostra.
Una sfida epocale che potremo vincere solo “insieme” sia livello internazionale (l’Europa, anche se ancora timidamente, si sta muovendo in tale direzione) che nazionale:
cittadini e istituzioni insieme,
governo e regioni, insieme,
maggioranza e opposizione, insieme.
All together now
Insieme abbiamo combattuto il nemico nazi-fascista, deponendo le rivalità tra partiti.
E insieme abbiamo avviato la ricostruzione del Paese (la stessa Costituzione non è stata un frutto felice di quella straordinaria stagione politica?).
Perché non recuperare quello spirito unitario?
Perché non costituire un governo di Resistenza nazionale, in grado di affrontare una crisi “unica” col più ampio consenso possibile dei cittadini?
All together now
Un’utopia nel clima rovente attuale?
Già, ma non è l’ora che le forze politiche avvertano la gravità della fase critica che stiamo vivendo e abbiano il coraggio di andare oltre i rispettivi interessi d bottega, tanto più in presenza delle prime avvisaglie di tensioni sociali e di fronte all’immane impresa di progettare e gestire il “Recovery Plan”?
All together now
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