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CREMASCOLTA

Intervista ad Angelo Noce (Mostra Controcielo)

Intervista ad Angelo Noce, registrata sabato 2 dicembre 2017 all’inaugurazione della sua mostra “Controcielo“.

Buona visione.

Intervista di Rita Rame

CREMASCOLTA

08 Dic 2017 in Video

5 commenti

Commenti

  • ….buona la prima, direi!
    E’ un nuovo mezzo di comunicare che abbiamo inaugurato con l’amico Angelo, in occasione del vernissage della sua bella “personale ” CONTROCIELO .
    Grazie a Mattia per gli inputt (ed anche gli output, veramente) informatici ed a Rita , “donna di mare” che ha ….sollecitato Angelo.

  • Le opere, è vero, sono mute: a farle “parlare” è l’osservatore, tanto più nella tue realizzazioni artistiche di carattere “informale/astratto”.
    Si tratta di opere che costituiscono un potente stimolo al visitatore che, in qualche misura, con la sua soggettività, le “ricrea”, dà loro un volto, un significato, o più significati, come ad esempio, ai motivi ricorrenti della verticalità e della orizzontalità, significati che vanno oltre la “tua” esperienza personale.
    Come dà loro pure un significato filosofico: io vi ho visto la Weltanschauung di Eraclito e, nella seconda visita, l’intuizione di fondo di Anassimandro, vale a dire l’apeiron, ma altri possono leggere (o creare?) altre concezioni del mondo.

  • Sebbene non sia un filosofo, mi permetto di esprimere grande condivisione con quanto scrive Piero Carelli: trovo, infatti, acuta e puntuale la sua osservazione sulla possibile corrispondenza del lavoro artistico di Angelo Noce e la filosofia di Anassimandro. Il concetto di àpeiron, che per il filosofo greco era il magma infinito di tutte le cose e della materia -poi precipitata in una separazione per coppie di contrari- trova in Noce una forte corrispondenza (la sua Weltanschaung). Quest’idea della materia e del suo destino si evince dalla poetica che il pittore persegue da anni e, più precisamente, nell’intento di ripetere e “assecondare” la sua propensione (della materia) a scindersi per divenire forma e colore percepibili, dunque poesia. La divisione del mondo in contrari, poi, è particolarmente vibrante nell’ultima mostra di Noce – Controcielo- dove, come scrivo nella presentazione in catalogo, nel contrasto tra luce e tenebra, emerge lo spazio per una via individuale all’opera, in una dinamica interazione che ci pone al centro del dipinto, attraverso la qualità dell’ attenzione e della Presenza che siamo in grado di esercitare. Un discorso da continuare. Grazie Piero Carelli.

  • Io sono solo un profano. E’ lei che è un fine critico d’arte: ho avuto modo di leggere non solo altre sue presentazioni, ma anche il poderoso saggio apparso sull’ultimo numero di Insula Fulcheria.

    Da profano di arte, ho letto le opere di Angelo Noce con le mie categorie, con la mia formazione filosofica: non a caso abbia visto non solo l’àpeiron di Anassimandro, ma anche il polemos di Eraclito (non solo il conflitto, ma anche la convivenza degli opposti in quanto non c’è l’uno senza l’altro).
    E non è un caso che io abbia attribuito ad Angelo Noce il merito di avere colto la cifra profonda del nostro tempo: da un lato il trionfo del relativismo (che può essere ben rappresentato dall’àpeiron, una sorta di… notte in cui tutte le vacche sono nere alla Hegel), dall’altro l’urlo di tutti contro tutti, il conflitto permanente, il manicheismo imperante.

  • Nelle opere di Angelo Noce (la mostra chiude oggi) “vedo” (ricreo?) non solo un grande affresco del clima manicheo del nostro tempo, ma anche tanto degrado delle periferie e tanto senso del tragico (anche questo un segno del nostro tempo in cui sono più le “ombre” che le “luci” ad apparire).

    Lei, Gaetano Barbarisi, ci ha invitato a leggere la mostra come una sorta di test di Rorshach: io ci ho provato e per me il test è stato salutare.
    Grazie, Angelo, per il tuo… gioco sapiente!

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