menu

FRANCESCO TORRISI

Cade il Governo Draghi – Resta solo per sbrigare gli affari correnti fino ad elezioni a settembre.

Il Governo di unità nazionale guidato dal Presidente Mario Draghi, si è formato nel Febbraio 2021 per dare soluzione alla necessità di formare un Governo che le forze politiche non riuscivano a delineare attraverso le consuete procedure di accordo ed alleanza.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con lo scopo precipuo di dare soluzione alla necessita di “governare” la campagna di vaccinazioni per il Covid, la compilazione del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza necessario per ricevere gli oltre 200 miliardi di euro di fondi stanziati dall’Unione Europea , e l’emergenza rappresentata dalla invasione dell’Ucraina ad opera della Russia di Putin, propose appunto alle forze politiche rappresentate in Parlamento la formazione di questo “Governo speciale”, con la partecipazione di tutti i Partiti ad esclusione di Fratelli d’Italia, guidato da un personaggio di grande rilievo nazionale ed Europeo: il prof. Mario Draghi.

Di pochi giorni fa le dimissioni del Presidente del Consiglio Mario Draghi date e confermate dopo che Senato e Camera hanno visto le diverse prese di posizione dei Partiti e le diverse prese di posizione di Draghi.

La maggioranza dei mezzi di comunicazione ha attribuito al “Documento in nove punti” che Giuseppe Conte (leader dei 5*) , a inizio Luglio ha consegnato a Draghi, e che, non preso nella dovuta considerazione, ha provocato l’astensione dei Cinquestelle in Senato sul “Decreto aiuti”, sul quale Draghi aveva posto la “Fiducia”.

Al documento in nove punti, da parte della maggioranza dei media, si è ritenuto far risalire la responsabilità della caduta del Governo, anche se di fatto gli accadimenti parlamentari hanno messo in luce ben altri fuochi che covavano sotto la cenere.

Ho letto con attenzione il contenuto del Documento e personalmente sono restato esterrefatto che abbia potuto diventare un “casus belli” di quella portata!

Lo riporto di seguito tal quale (è abbastanza …..corposo, ma se uno è interessato a capire, credo sia necessario andare ….sul fatto!):

 

Roma, 6 luglio 2022

Signor Presidente del Consiglio dei Ministri,

Le scrivo questa lettera per rappresentarLe la condizione di profondo disagio

politico che la Comunità del Movimento 5 Stelle sta vivendo ormai da tempo,

ancor più acuita dagli accadimenti più recenti.

Le ragioni dell’esistenza stessa del Movimento 5 Stelle sono gli interessi dei

cittadini e il bene del Paese.

Abbiamo sempre posto al centro della nostra azione politica la difesa dei

principi democratici e delle prerogative del Parlamento contro ogni possibile forma

di impoverimento e mortificazione della sua funzione. Il nostro faro è la transizione

ecologica, quale efficace strategia ambientale, che abbraccia l’economia circolare,

per garantire la salvezza del pianeta e la preservazione delle biodiversità. Lavoriamo

costantemente per cercare di ridurre le distanze tra i privilegiati e gli ultimi, alla luce

delle molteplici diseguaglianze che, peraltro, sono in continuo aumento:

generazionali, territoriali, di genere.

Il Movimento 5 Stelle, al momento della nascita del Suo Governo, ha sin dalle

prime ore mantenuto una linea di assoluta responsabilità nazionale, di generosità

politica, di consonanza con le indicazioni del Presidente della Repubblica Sergio

Mattarella.

Abbiamo deciso di non volgere le spalle al Paese, in un momento in cui era

necessario procedere spediti nella campagna vaccinale e nel completamento del

PNRR, dando priorità alla tutela della salute dei cittadini e al rilancio dell’intero

sistema economico.

Abbiamo lavorato sempre per un confronto sereno sui problemi, offrendo

senza riserva il nostro contributo per pervenire a soluzioni utili, senza mai creare

difficoltà, evitando polemiche inutili.

Non è stato questo l’atteggiamento di tutte le forze politiche di maggioranza.

Abbiamo subito attacchi pregiudiziali, mancanze di rispetto, fino a subire invettive

intese a distruggere la nostra stessa esistenza. C’è stata spesso indifferenza rispetto

alle nostre legittime richieste.

Non si può nascondere che il processo politico e la collocazione nel governo,

hanno pesato sul nostro elettorato. Lo hanno sfibrato e anche eroso.

Ma mai, e sottolineo mai, le ragioni di convenienza di parte e le valutazioni

elettorali hanno offuscato in noi la priorità assoluta del bene dell’Italia.

* * *

E’ con questo spirito, signor Presidente, che Le scrivo per pretendere adesso,

a nome della intera Comunità 5 Stelle, un segnale di forte discontinuità, perché

fuori dai palazzi in cui le istituzioni di governo si riuniscono, nelle case, nelle strade,

nelle fabbriche e negli uffici, sta montando – giorno dopo giorno – un malessere

sociale a cui dobbiamo dare una urgente risposta.

Già a fine marzo scorso, quando la incontrai a Palazzo Chigi per esprimerLe la

contrarietà della nostra Comunità ad abbracciare la corsa al riarmo, motivai questa

scelta anche con l’urgenza di concentrare gli interventi e le risorse a sostegno di

famiglie e imprese, alle prese con mille difficoltà dovute al caro-bollette,

all’incremento del costo del carburante, all’esplosione inflazionistica, alla scarsità di

materie prime.

Da allora sono passati oltre tre mesi e la condizione di famiglie e imprese si è

aggravata. L’inflazione ha raggiunto i livelli elevati degli anni Ottanta e il problema

che affligge molti cittadini non è più come arrivare a fine mese, ma come arrivare

almeno a metà mese.

Ci sono cittadini e imprese che quotidianamente sono chiamati a operare

scelte drammatiche: se pagare le tasse o pagare le bollette, se pagare l’affitto o

pagare i fornitori.

E’ per questa ragione che, in un contesto così difficile per i nostri concittadini,

non ci sentiamo più di rinunciare a esprimere e a far valere le nostre posizioni, in

nome di una generica “responsabilità”, che di fatto rischia di coincidere con un

atteggiamento remissivo e ciecamente confidente rispetto a processi decisionali di

cui, purtroppo, veniamo messi al corrente solo all’ultimo.

* * *

Le abbiamo più volte rappresentato, invano, come non sia accettabile che il

Consiglio dei Ministri sia relegato al ruolo di mero consesso certificatore di

decisioni già prese, con provvedimenti normativi anche molto complessi che

vengono portati direttamente in Consiglio o, quando va bene, con un anticipo

minimo, comunque inidoneo a consentirne un’analisi adeguata.

Sono ormai mesi che non si fanno più incontri neppure con i capi-delegazione

delle varie forze politiche di maggioranza per mettere a fuoco, in via preventiva, i

vari nodi politici.

Non è solo questione di metodo. E’ una questione che incide fortemente sul

merito.

L’assenza di un confronto tra le forze politiche impedisce quella sana e leale

dialettica politica, che consente di prevenire i conflitti e le contraddizioni e assicura

percorsi parlamentari più sicuri agli atti normativi del governo.

* * *

Signor Presidente, il Movimento 5 Stelle, che ho l’onore di rappresentare, ha il

dovere di esprimere con chiarezza, di fronte ai cittadini, le proprie posizioni e di

difenderle ottenendo, attraverso il confronto politico, valutazioni non pregiudiziali

delle soluzioni da noi proposte.

Il senso di responsabilità verso il Paese e verso le future generazioni ci impone

di rivendicare con sempre maggiore forza le nostre idee e le nostre convinzioni

contro la guerra, per la pace e il disarmo espresse, da ultimo, con infinito coraggio e

troppa solitudine da Papa Francesco.

Non possiamo rinunciare alle nostre idee e convinzioni sul disagio sociale, che

impone un sostegno agli ultimi e la lotta alla povertà, in un momento in cui

aumentano le distanze tra il privilegio e il disagio, tra il lusso e l’indigenza.

Non possiamo rinunciare alle nostre idee e convinzioni per l’affermazione di

una cultura integralmente ecologica e per una crescita che sia compatibile e

funzionale alla difesa e alla valorizzazione degli equilibri degli eco-sistemi.

Parimenti, non possiamo rinunciare all’idea di un sistema democratico

aperto”, che contrasti l’involuzione verso derive elitarie e permetta a tutti i

cittadini – attraverso l’intervento promozionale dello Stato impegnato a rimuovere

ogni sorta di ostacolo – di poter concorrere, a pieno titolo, alla vita politica,

economica, sociale e culturale del nostro Paese.

Per noi sono assolutamente urgenti la promozione e il sostegno ai produttori

veri di ricchezza, alle imprese sane e legate ai territori, mentre appare necessario

contenere le rendite finanziarie, le speculazioni e le proliferazioni di un’economia di

carta che si sta mangiando quella reale.

Queste idee hanno subito un travisamento malevolo da parte di molti. Sino ad

arrivare a definire le nostre posizioni riguardanti il contesto internazionale, come

anti-atlantiche e anti-europee.

Vogliamo più che mai, e molto più di altri, essere e contare in Europa e

mantenere la nostra storica alleanza dentro la Nato.

Il punto è come si sta in queste sedi: con dignità e autonomia, consapevoli di

essere una delle prime democrazie al mondo, oppure si svolge il ruolo di terminali

passivi di decisioni assunte da altri?

La nostra partecipazione a questi consessi si inscrive nella logica esclusiva di

uno “stare allineati”, oppure c’è la determinazione a rendere l’Italia protagonista,

insieme agli alleati, di una linea geo-politica che impedisca una insanabile frattura,

con un mondo diviso in due blocchi: da un lato, i Paesi occidentali, dall’altro lato, il

resto del mondo?

* * *

Signor Presidente, la nostra Comunità, di fronte all’aggravarsi della condizione

economica di famiglie e imprese, di fronte all’aumento delle fasce vulnerabili della

popolazione, di fronte all’impoverimento ormai evidente anche del ceto medio, si

aspetta da Lei posizioni chiare e risolutive, in particolare sui seguenti temi.

1) Con riguardo al Reddito di cittadinanza, non possiamo più accettare di

stare in una maggioranza che, in molte sue componenti, rivolge attacchi pretestuosi

e strumentali a questo minimale sistema di protezione sociale, scagliandosi

vergognosamente contro le fasce più vulnerabili della popolazione. Abbiamo noi

per primi suggerito e approvato, ancora di recente, significative modifiche per

contrastare eventuali abusi e per incentivare i c.d. “occupabili” ad accettare le

offerte di lavoro. Ma occorre un Suo chiarimento definitivo, che ponga fine alle

continue polemiche, del tutto irricevibili. Soprattutto non siamo disponibili a

considerare ulteriori restrizioni ancora più penalizzanti, preordinate a restringere la

portata applicativa di questa riforma. Siamo invece disponibili a valutare soluzioni

utili a migliorare il sistema delle politiche attive, che però riguarda solo una

percentuale modesta dei percettori di reddito, gli “occupabili”. Da questo punto di

vista, la riforma del Reddito di cittadinanza è stata salutare, perché ha messo in

evidenza le carenze e il bisogno di una radicale trasformazione delle politiche attive.

Occorre procedere alla creazione di una piattaforma nazionale di domanda e offerta

di lavoro, che raccolga tutti i dati dei beneficiari di prestazioni (non solo percettori

del Rdc, ma anche di Naspi, Discol, Ds agricola etc…) e veicoli queste

informazioni alle imprese, anche mediante notifiche riguardanti il profilo, il settore,

il luogo, in modo da incontrare la relativa domanda da parte delle aziende. Questa

piattaforma deve servire anche ad anticipare alle aziende le varie agevolazioni, in

termini di esonero contributivo, di cui godrebbero assumendo i percettori di

reddito.

2) L’esistenza di una platea di 4,5 milioni di lavoratori che hanno buste paga

da fame, che ledono la loro stessa dignità, rende assolutamente urgente

l’introduzione del c.d. salario minimo. E’ una misura molto diffusa anche in altri

Paesi europei. Il nostro progetto di legge valorizza anche i contratti collettivi di

riferimento e vale a espungere dal sistema i c.d. contratti pirata. Signor Presidente

non riteniamo possibile che questo Esecutivo rimanga indifferente e non dia chiare

indicazioni sulla priorità di questa riforma, che coinvolge anche giovani e donne,

che continuano a ricevere buste paga indecorose.

3) E’ ormai prossima la scadenza del termine di sospensione del c.d.

Decreto dignità”. Il tasso complessivo di disoccupazione, secondo gli ultimi

rilievi, sembra migliorare. Ma se analizziamo con maggiore attenzione i dati,

ricaviamo che è cresciuta la fascia del precariato, con buona parte dei contratti che

non superano la durata di trenta giorni, e circa il 9,2 % dei contratti a tempo

determinato che hanno la durata di un solo giorno. Non riteniamo più possibile

rinviare, ancora una volta, l’applicazione di queste norme destinate a contrastare il

precariato. Siamo disponibili a studiare insieme incentivi per favorire le assunzioni a

tempo indeterminato, ma rimane fondamentale che le tipologie contrattuali a

tempo determinato siano collegate a specifiche causali, onde evitare che continui a

dilagare un precariato selvaggio, che mortifica la possibilità per questi lavoratori di

elaborare un qualsivoglia progetto di vita.

4) Signor Presidente, la crisi in atto richiede un intervento straordinario, ampio

e organico, a favore di famiglie e imprese. Un bonus da 200 euro non vale a

risolvere i gravi problemi che i nostri concittadini stanno affrontando.

Ieri il prezzo unico nazionale energetico (PUN) è balzato a 400euro/MWh e il

gas a 200/MWh. Il trend segnala una crescita esponenziale incontrollabile.

L’Europa è in ritardo ma l’Italia non può permettersi di inseguire i ritardi

dell’Europa.

E’ assolutamente urgente la riforma dei meccanismi di definizione del PUN,

prendendo in considerazione il costo medio reale del parco di generazione

disponibile (cancellando il c.d. marginal price).

Le abbiamo chiesto più volte uno scostamento di bilancio. Un altro percorso

per generare idonee risorse finanziarie è intervenire, con maggiore coraggio e

determinazione, nel colpire le numerose speculazioni che in vari settori di

attività (settore farmaceutico, assicurativo, oltreché del trading del petrolio e del gas)

si sono manifestate in questa fase emergenziale in modo da operare un meccanismo

redistributivo a favore delle fasce meno garantite della popolazione.

Con una inflazione così elevata e con una emergenza economica così

accentuata è necessario intervenire presto e intervenire bene. Altrimenti, si rischia

di arrivare tardi e di sprecare inutilmente risorse ben più consistenti.

Riteniamo assolutamente necessario e urgente intervenire per operare un

taglio del cuneo fiscale, utile a rendere le buste paga dei lavoratori più pesanti e a

consentire un recupero quantomeno parziale della perdita di potere d’acquisto

salariale, che non ha pari in Europa. E’ la strategia che riteniamo più appropriata

per contrastare la prevedibile compressione dei consumi e, con essa, una spirale

viziosa che rischia di deprimere l’intero sistema produttivo e commerciale.

Misure di sostegno significativo servono anche per imprese e lavoratori

autonomi, che non potranno certo sostenere questa impennata del caro-bollette e

questa spinta inflazionistica.

Siamo fortemente preoccupati, tanto più che in sede europea non si è ancora

riusciti a ottenere una risposta comune ed efficace nel segno della solidarietà. E’

uno scenario che conosciamo bene. Si prefigurò anche nel 2020, quando erano in

tanti a chiederci di attivare il Mes, affidando le sorti del Paese a un accordo

intergovernativo corroborato da un meccanismo di vigilanza finanziaria. Se

avessimo operato in quella direzione, la storia dell’Unione europea non avrebbe

registrato quel significativo passo in avanti che è stato il Next Generation EU,

costruito sul debito pubblico comune, e il nostro Paese non potrebbe beneficiare

delle ingenti risorse destinate a realizzare il PNRR.

5) Questo Governo è nato sotto l’insegna della transizione ecologica e della

tutela dell’ambiente (ora anche in Costituzione): la crisi energetica deve indurci

ancor più a puntare con forza su massicci investimenti nelle fonti rinnovabili, a cui

servono non tanto incentivi quanto certezza delle regole, semplificazione dei

processi autorizzatori, e soprattutto il completamento delle regole del mercato

elettrico, che in molti settori vede il predominio delle fonti fossili semplicemente

perché mancano le regole per “gestire” le rinnovabili. Non siamo disponibili a

favorire investimenti nelle infrastrutture a gas o ad “allargare le maglie” delle

concessioni di sfruttamento dei nostri giacimenti fossili, operazioni queste che

peraltro richiedono tempi medio-lunghi, costi elevati e ritorni incerti. Non si tratta

quindi, semplicemente, di non tradire le generazioni future, ma di risparmiare

enormi quantità di denaro, dal momento che prima si effettua la transizione,

maggiori saranno i vantaggi economici, e soprattutto prima si concretizzerà la

realizzazione di un circuito virtuoso di economia circolare, equa e sostenibile.

6) Con riguardo al “Superbonus 110%”, gli interventi governativi che si sono

via via susseguiti e le Sue stesse dichiarazioni rilasciate in ambito europeo, hanno

prodotto un clima di forte sfiducia nei cittadini e negli stessi operatori del settore,

con il risultato che la circolazione dei crediti fiscali di fatto risulta bloccata, decine

di migliaia di imprese sono sull’orlo del fallimento e molti cittadini si ritrovano con

i lavori in casa sospesi.

Siamo al paradosso. Una misura che era stata universalmente apprezzata da

tutte le forze parlamentari e riconosciuta come virtuosa dalla Presidente della

Commissione europea adesso sta producendo un danno collettivo, che rischia di

costare migliaia di posti di lavoro.

Per noi è assolutamente imprescindibile che si introduca, con la massima

urgenza, una soluzione davvero funzionale, in grado di sbloccare le cessioni e di

consentire il completamento dei lavori.

7) Abbiamo assistito allo smantellamento di misure fondamentali per

accelerare il processo di digitalizzazione della pubblica amministrazione e per

contrastare l’economia sommersa, come il c.d. cashback. Un provvedimento che

poteva senz’altro essere migliorato e affinato, ma che si è invece deciso di eliminare

con un tratto di penna, senza neppure consultarci.

Signor Presidente, per noi il modo migliore per contrastare l’evasione fiscale (è

stata stimata nel 2021 un’economia sommersa pari a 181 miliardi di euro) è servirsi

di queste “spinte gentili” e soprattutto creare meccanismi di “prevenzione” basati

sull’utilizzo di strumenti di pagamento tracciabili, che creano il contrasto di interessi

e conducono alla semplificazione delle dichiarazioni dei redditi. E’ soprattutto

grazie al cashback che durante la pandemia siamo passati da pochi milioni di utenti

di Spid e AppIo a oltre 25 milioni di utenti per ciascuna di queste applicazioni.

E’ per queste ragioni che riteniamo necessario anticipare l’applicazione del

c.d. “cashback fiscale”, il cui principio è già stato opportunamente recepito, su

iniziativa del Movimento 5 Stelle, all’interno del testo della delega fiscale

attualmente all’esame del Parlamento.

Il cashback fiscale è uno strumento che rende possibile l’accredito immediato

sul conto corrente delle detrazioni che normalmente si recuperano solo con la

dichiarazione dei redditi, individuando specificamente i settori merceologici e le

fasce sociali a cui applicare la misura.

L’idea del rimborso immediato delle spese detraibili si basa sulla convinzione

che, per semplificare il sistema delle imposte dirette, occorre affidare la

redistribuzione, non più al sistema dichiarativo e delle spese fiscali, sistema ormai

fuori controllo, ma ai sussidi diretti secondo lo stesso principio declinato con

l’assegno unico e universale per i figli a carico.

Per questa via, potremo iniziare a trasformare gradualmente il sistema attuale

delle tax expenditures in un sistema di rimborso diretto e tracciabile in tempo reale,

con evidenti benefici anche per le complessive attività di gestione di competenza

dell’Erario.

8) E’ assolutamente urgente un intervento sulla riscossione che dia maggiore

serenità ai contribuenti vista la recrudescenza della crisi economica.

Dal mese di gennaio al mese di maggio 2021 sono stati notificati 2,6 milioni di

avvisi di intimazione in cui si chiede ai contribuenti di adempiere entro 5 giorni

dalla notifica, pena l’avvio delle azioni esecutive.

E’ del tutto evidente che siamo di fronte ad una grave, diffusa e generalizzata

carenza di liquidità, che riguarda sia le imprese che le famiglie.

Occorre elaborare una efficace misura di definizione agevolata dei debiti

iscritti a ruolo presso l’Agente per la Riscossione.

Non si chiede un condono, ma sicuramente una agevolazione che conceda ai

contribuenti termini più lunghi per pagare le sole imposte o i soli contributi, al

netto di interessi e sanzioni, anche in considerazione del fatto che tra le cause di

non punibilità previste dalla nostra disciplina tributaria vi è la “forza maggiore”, che

nessuno di noi si sente di escludere riferendosi al periodo complesso che stiamo

vivendo.

In ogni caso, va consentito il pagamento in forma rateale, con un piano di

ammortamento congruo di almeno 120 rate mensili, a tutti i contribuenti destinatari

degli atti della riscossione, inclusi coloro che risultino decaduti da precedenti

rateazioni, anche a valere sul medesimo debito inscritto a ruolo.

9) Più in generale, si preannuncia un periodo caldo per i decreti legislativi, a

partire dalla materia processualpenalistica. Sono decreti che segneranno il volto del

nostro ordinamento giudiziario e del nostro “sistema-giustizia”. Sono testi e

proposte che vanno esaminati anzitempo e non possono arrivare in Consiglio dei

ministri senza un adeguato confronto. In particolare, sarebbe importante, anche per

maggiore rispetto nei confronti del Parlamento, introdurre una clausola, per ogni

legge di delegazione, che preveda che ogniqualvolta il Governo non si conformi

al parere espresso dalle Commissioni parlamentari, il Governo stesso ritorni in

Parlamento per motivare specificamente la sua scelta e solo dopo questo passaggio

sarà possibile l’approvazione definitiva del decreto legislativo. Una clausola simile è

stata già introdotta con riguardo alla delega sul codice dei contratti pubblici. In una

stagione che si preannuncia densa di decreti delegati sarebbe un modo per

interloquire più appropriatamente e approfonditamente con il Parlamento senza

alterare la ripartizione di ruoli e funzioni quali costituzionalmente previsti.

* * *

Le questioni sopra richiamate ci spingono a preannunciarLe che per noi, forza

politica che ha dato vita a questo Governo e si è sempre dimostrata responsabile, i

prossimi passaggi politici saranno cruciali.

Le questioni sopra segnalate, di metodo e di merito, sono talmente rilevanti –

ne converrà con noi – per la vita dei cittadini e per la tenuta e il rilancio dell’intero

sistema economico e sociale, che abbiamo preferito fissarle in queste pagine,

sollecitando un confronto con Lei da condurre nella massima chiarezza.

Il senso di responsabilità che abbiamo verso il Paese e verso i cittadini ci

impone un confronto chiarificatore, che recuperi una piena dialettica che è venuta a

scemare e valga a ottenere indicazioni precise sull’indirizzo politico che vuole

imprimere al Suo Governo.

Con i nostri migliori saluti,

Giuseppe Conte

Presidente del Movimento 5 Stelle

FRANCESCO TORRISI

24 Lug 2022 in democrazia

0 commenti

Commenti

    Non ci sono ancora commenti, comincia tu la discussione

Scrivi qui il commento

Commentare è libero (non serve registrarsi)

Iscriviti alla newsletter e rimani aggiornato sui nostri contenuti