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PIETRO CARRA

Sogno del marxista sentimentale/3 – DIES IRAE

Mi sembra opportuno, nel continuare con questa terza e penultima puntata la “serie” dedicata al centenario della Rivoluzione russa, fare una premessa, per coloro che hanno memoria della prima e della seconda, o abbiano intenzione di andarle a cercare nel sito. Si vorrebbe non essere confusi col becero genere del – non so se lo ricordate – “Libro nero del comunismo”; al quale si potrebbe rispondere col “Libro nero del fascismo”, e poi col “Libro nero del capitalismo”, e poi con quello nerissimo della rivoluzione francese, quello tenebroso del feudalesimo, e via dicendo; e si potrebbe arrivare anche al “Libro nero dell’Impero Azteco”, perchè no; dopodichè trovandosi di fronte a una intera biblioteca color della pece, vasta come un cimitero, dopo aver richiamato alla mente il biblico pugna est vita hominum super terram, ci si metterebbe in poltrona in silenzio, ciò che è probabilmente il partito migliore, a guardare Domenica in, finendo per schiacciare un pisolino. E questo è ciò che fa la gente sana. È evidente che nè io nè te, se stai leggendo, siamo sani: prendiamone atto, e andiamo avanti.

Massimo rispetto dunque, per chi credeva e lottava per un ideale, di qualsivoglia colore, e magari per esso ci ha anche lasciato la pelle: soprattutto oggi che l’ideale dei giovani (non ci hanno colpa però) è entrare al Grande Fratello. Ma vedere la gente che ancora oggi si accapiglia sventolando vessilli del Duce e di Che Guevara, o il tg2 che va avanti venti minuti sulla maglietta con Anna Frank degli ultras della Lazio, stringe davvero il cuore. La forma satririca delle due precedenti puntate perciò non mi convince più, anche perchè i telegiornali fanno molto più ridere, batterli è impossibile.

Avevo raffigurato un intellettuale dei primi anni ’60, marxista tangente al partito ma indipendente, come si usava, intento in meditazioni prima liriche e poi su quella specie di vera e propria “scolastica” che si era generata in quell’area culturale; razionalista, fortemente sistematica, eppure macchinosissima e tendente all’astrazione; il quale intellettuale cedeva alla noia e addormentatosi nel parco cittadino, aveva una serie di “sogni profetici”. Ho giocato sul fatto che si trovava presso una (finta) rovina di un tempietto ellenistico; perciò era iconicamente assimilabile a una figura di “sentimentale” tardo-settecentesco, protoromantico, alla Goethe. Ma poi il sonno nel tempio gli manda davvero degli dèi pagani, come avveniva in certe pratiche divinatorie antiche. E così vede ciò che sarebbe diventata la Rivoluzione, che in Europa rimaneva sempre e solo accademia politica, presso la gioventù della California: una grande festa dionisiaca, con un retroterra psicanalitico. Qui ho usato (fin dove non arrivavano a ficcarsi quelle idee!) un fumetto dell’epoca, Zio Paperone e il piffero variabile, dove un vecchione (pare una specie di Marcuse) spiega che l’umanità era libera e felice prima che un antico Re-Padre-Padrone la conculcasse, e insegna la via di liberazione, musicale: il doppio flauto di Dioniso. Poi c’è un mix di materiale originale californiano con “Le baccanti” di Giorgio Ferroni, gran film, prezioso documento; si respira un’ aria di ribellismo giovanile anni ’60, messo “alla greca”, che è una delizia; a un certo punto un concerto del dio liberatore viene interrotto dall’arrivo della “polizia”, i gendarmi di quel fascistaccio di Penteo, paternalista e repressore. Impossibile non pensare all’analoga sorte del famoso concerto dei Doors, di qualche anno dopo, oltretutto. Si tenga conto del fatto che l’invasamento dionisiaco di Jim Morrison si è spinto fino all’ostensione del fallo, e alla simulazione di atti osceni omosessuali sul palco, ciò che gli ha creato problemi giudiziari. Ma la bisessualità è appunto uno dei tratti salienti del dio dell’ebbrezza.

E così arriviamo all’ultimo inquietante sogno, che sfrutta un’opera del genio dell’animazione Aleksandr Petrov. Qui si illustra uno dei fenomeni moderni più curiosi e macroscopici, di cui pure non vedo qualcuno in giro che provi a darne una spiegazione; cioè la mostruosa inflazione della sfera erotica nella coscienza collettiva, e la conseguente parossistica attenzione al fenomeno dell’omosessualità e del transessualismo. Si vede la gioventù “liberata”, immersa nella fusione estatica e voluttuosa con la Natura. Ma è come se questa, nella persona della grande Cibele, le facesse uno “scherzo”; riportandola sì a una totalità originaria, paradisiaca, ma condannandola a una dimensione iper-sessuata, angosciante e deprivata di un logos superiore.

Il vento dalla California soffia su tutto il mondo occidentale. Tutta una letteratura e un corpus di raffinate dottrine alchimistiche, filosofiche, esoteriche che giacevano sotterranee1 nella cultura europea e prima ancora in Oriente vedono realizzarsi in ciò che pare una grottesca parodia, rispetto a quod erat in votis. L’ultima scena (il concerto di Madonna) mostra come lo show-businness poi si appropri di queste “rivoluzioni”. E già qui l’atmosfera da gioiosa solare si è fatta cupa, infernale. Presto ombre apocalittiche si addenseranno. E così arriviamo al nuovo sogno, che non è più tale, ma ormai dobbiamo chiamarlo incubo, pervaso da un oscuro senso di colpa e bisogno di redenzione. Il nostro dormiente vede alla fine della “grande tribolazione” il suo Sol dell’Avvenire, ma di un singolarissimo genere, che non avrebbe mai sospettato. Cercheremo di spiegare la faccenda, e assisteremo anche al grande risveglio, nella prossima e ultima puntata.

Ne fa una rapida ma esaustiva rassegna Mircea Eliade in Mefistofele e l’androgine.

ndr: essendo passato quasi un anno dalla “2°uscita”, per chi lo desiderasse, di seguito i link al ns archivio per rivedere sia la 2° che la 1°

http://www.cremascolta.it/archivio/index.php?option=com_zoo&task=item&item_id=1887&Itemid=101

http://www.cremascolta.it/archivio/index.php?option=com_zoo&task=item&item_id=1829&Itemid=101

PIETRO CARRA

03 Dic 2017 in Storia

6 commenti

Commenti

  • Pietro, mi pare che “l’ordine del tempo” [cfr Rovelli] segni nel profondo il tuo approccio alla tematica iniziale.
    E mi guardo bene dall’esprimere giudizio di merito (nn ne sarei nemmeno all’altezza!) ma mi limito a registrare la ….varianza.
    Sono davvero curioso di esplorare la “prossima e ultima puntata”!!!

  • Complimenti, bel lavoro. Incrociamo le dita e speriamo che i novelli Adamo ed Eva non vadano a distruggere anche il nuovo mondo. Per un attimo, vedendo le piramidi sullo sfondo, ho pensato a un finale in stile “Pianeta delle Scimmie”, quando Taylor scopre i ruderi della Statua della Libertà parzialmente sepolta dalla sabbia, capisce cos’è successo e maledice l’umanità con la storica battuta: “Voi uomini l’avete distrutta! Maledetti, maledetti per l’eternità, tutti!”. Ma poi s’intuisce il “sol dell’avvenire”.

    Penso anch’io che il prossimo “passaggio” toccherà all’androgino spirituale. Nella Midrash viene detto che Adamo ed Eva, intesi come il prototipo dell’essere arcaico, furono creati come fratelli siamesi uniti all’altezza delle spalle. Solo in un secondo tempo dio li divise con un colpo d’ascia, per punirli del loro peccato. Probabilmente se Adamo non si fosse addormentato ed Eva non avesse trasgredito, gli uomini non si sarebbero mai separati dal mondo divino. Può darsi che non avremmo iniziato a immaginare noi stessi (è così importante?), questo è vero, ma sai quante grane in meno avremmo avuto.

  • Un pezzo raffinato, il tuo, Pietro.
    Mi limito a sottolineare anch’io, con parole semplici, l’eccesso di attenzione che i massa media (non solo film e fiction) danno al fenomeno dell’omosessualità, un tema che spesso viene considerato dai registi come ormai un ingrediente insostituibile per “vendere” un prodotto.
    E così, pur di fare business, si fa della omosessualità non una “condizione” esistenziale (rispettabilissima), ma una sorta di… modello.
    Così, step by step, “si forma” l’opinione pubblica.

    • Sagge parole. L’opinione pubblica oggi si plasma attraverso gli “influencer”. Visto che ormai i media tradizionali hanno perso la loro originaria credibilità e gli “intellettuali” che un tempo facevano tendenza oggi sono utili solo agli sketch degli imitatori, il Sistema ha messo in campo tanti piccoli atomi, o automi, dipende dai punti di vista, capaci di condizionare e modificare il pensiero dei loro simili. Si tratta di minoranze differenti che vanno dalla generazione Erasmus alle star del mondo dello spettacolo, dal circo mediatico della pseudopolitica ai radical chic socialmente impegnati, dai parassiti pubblici ai trans e LGBT, senza dimenticare gli immigrati islamici e i no global, che messi tutti insieme formano la “maggioranza che conviene”: quella del “No al fascismo”, “No al razzismo”, “No ai confini”, No alla “xenofobia”, ma Si e ancora Si al globalismo, all’eurocrazia, alla tecnocrazia, al consumo indiscriminato, al genderismo e allo scientismo senza freni.

      Queste minoranze con le istanze più varie, magari assurde e demenziali, ma non è questo il punto, di colpo si sono coagulate contro i loro stessi cittadini senza rendersi nemmeno conto che stanno condividendo con lo schiavo-migrante che difendono a spada tratta lo sradicamento, l’assoluta mobilità sul piano dell’identità e la disponibilità al mutamento del lavoro in assenza di condizioni stabili e non negoziabili. Non hanno capito che qualcuno da qualche parte li sta usando e che finiranno per diventare, ma in parte lo sono già, la lunga mano della Tirannia del “chiudi il becco, tanto parlare non serve”.

      Un tempo per fare propaganda si ricorreva al volantinaggio e al megafono, alla televisione e ai libri. Oggi pensano gli influencer che operano in larga parte sui social a “dare forma al caos” incanalando opinioni e comportamenti. Tutti filmano le proprie depravazioni nell’alcova? Allora posso farlo anch’io, e pazienza se poi dovrò togliermi la vita per la vergogna, pur di apparire correrò questo rischio. Bisogna riconoscere la genialità di Zuckerberg, sempre ammesso che Fb sia opera sua. Evidentemente il Deep State, il governo invisibile, via via che la società diventava più complessa ha ritenuto opportuno adeguare i suoi mezzi di persuasione. Mi sembra che ci stia riuscendo.

  • Una domanda, Pietro (la faccio a te perché so che tu voli molto alto).
    Quale giudizio dai del giovane filosofo rampante Diego Fusaro? Un marxista sentimentale anche lui? Un romantico? Un marxista tanto stregato dalle categorie “idealistiche” da fare “violenza idealistica” alla realtà? Un cultore della cultura del complottismo?

    Un’altra: che cosa dici di “Liberi e uguali”? Si tratta di un movimento (benedetto da Grasso) che non riesce a liberarsi dalla “sindrome di Marx”, oppure che si propone di interpretare il mondo dei “dimenticati”, di quelli che non votano più perché hanno perso ogni speranza?

  • Grazie a tutti dei commenti positivi, scusa se rispondo solo ora ma guardo poco il cpmputer… Non so chi è Diego fusaro! M’informerò senz’altro al riguardo!

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