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GIORGIO CINCIRIPINI

COVID-19: una lettura del rapporto tra numero di morti e casi totali

 

Riporto questa fotografia della evoluzione della pandemia a livello mondiale.datata 2.4.2021

 

Evidenzio le due colonne a destra in cui ci sono:

  • rapporto tra numero di deceduti / numero di casi (ovvero persone infettate, testate con tampone)
  • confronto con i dati di Israele che ha il rapporto minimo

Si vede come l’Italia sia in un gruppo di nazioni (UK, Italia, Iran, Peru, Sud Africa) che hanno dei valori molto alti. (Messico a parte …)

 

Cosa vuol dire?

Che il sistema sanitario non è in grado di curare ? che l’approccio terapeutico è sbaglato?

Ma qualcuno del Ministero della Salute fa questi, banalissimi, confronti ?!

Solo qualche giorno è dovuto intervenire un giudice (!) del TAR per bloccare una ‘direttiva’ del Ministero che imponenva Tachipirina ad aspettare se tutto passa da solo, altrimenti, pronti per un ricovero intensivo!

 

Giorgio

GIORGIO CINCIRIPINI

03 Apr 2021 in Senza categoria

30 commenti

Commenti

  • Fa senza dubbio riflettere, ma allo stesso tempo non riesco a pensare che il nostro sistema sanitario sia composto da incompetenti. Certo sarebbe comodo dare la colpa a qualcuno lasciando perdere immediatamente il garantismo del politicamente corretto. Tranquillizzerebbe anche il nostro senso di colpa, di corresponsabilità di tutti noi. Mi verrebbe da pensare invece ad una serie di concause finora inesplorate. Si spera. Perchè se i tecnici non hanno funzionato, errori, omissioni, pensare che anche i medici siano degli incapaci vorrebbe dire che davvero siamo alla frutta. Significherebbe che il merito, della politica è meglio non dire, non esiste neppure nella Sanità, ma sarebbe la solita generalizzazione dalla quale le persone intelligenti rifuggono. Con la testa almeno, con la pancia non so. Volete mettere per il popolo lo spettacolo della ghigliottina durante la rivoluzione? Avrei sghignazzato sadicamente anch’io. E non credo che si arriverebbe a questo coi nostri sanitari. Anche se avvisaglie ci sono state. La cronaca spicciola raccontava alcuni mesi fa dell’aria di sospetto, magari in un condominio, dove gli operatori sanitari residenti venivano guardati con sospetto come possibili untori. La cronaca da pettegolezzo raccontava di parrucchieri che rifiutavano clienti sanitari. Ma se qualche tempo fa i vaccini non c’erano ancora, la caccia alle streghe non è mai stata debellata. Buona Pasqua.

  • Giorgio quanto di questi dati è attribuibile alla Lombardia? Non parlo da uomo di sinistra, ma le copro-figure si stratificano, ancora adesso con la fluidità di poste (gratutito) contro ARIA, come con messaggino fa notare Franco, che ha appena prenotato. E si sommano gli indizi su spese che hanno preso altri svincoli nelle rotatorie. E intanto il disservizio, la rapina sulla medicina del territorio, sono eclatanti.
    Non parliamo più quindi di Sanità nazionale, perché i miei amici nostri coetanei laziali sono già tutti vaccinati..
    Ricordate la previsione di spesa per fronteggiare la seconda ondata su cui lanciavo l’allarme, priorità assoluta ai dodici elicotteri? Bene, questi soldi li stanno per spedere, e vedi caso il grosso della fetta ai mezzi per i trasporti (Crema due dita negli occhi).

    Approfitto per segnalare che la puntata di ieri di “presa diretta” dice la verità sul ruolo degli allevamenti nella generazione di virus patogeni per l’uomo. Il giorno in cui qualcuno si accorgerà di qualcosa prima di me sarò felice, perché che capisca io cosa succede serve a nente.

    Segnalo ache, ma la fonte mi sfugge, che finalmente salta fuori una linea riproduttiva ibrida fra due ceppi, meno aggressiva (il vero vaccino di madre natura).

  • I dati che ci segnala Giorgio C sono eclatanti!
    Non è il mio mestire, ma il sentore che oltre ai ricoveri ospedalieri con coneguenti ventilazioni forzate e intubazioni, la vera e propria cura a fronteggiare l’infezione, a partire subito dai primi interventi di medicina territoriale di base, latitasse quasi totalmente, se non per singoli e disarticolati interventi di …..”illuminati”!
    Il “disastro” del business big farma , “sapientemente” mixato con le incompetenze, quand’anche non malversazioni ed “associazioni a delinquere”, delle sanità regionali credo sia una concausa (se non la causa prima!) della strage provocata dalla pandemia.
    In questo settore (sanità regionali) credo che non si tratti più nemmeno di un “cambio di passo”, ma di invertire addirittura il “senso di marcia”!

    • Azzeccato (in Dipietrese). Ma in mano a chi siamo? Ieri due spropositi ai vertici regionali in merito: Albertini riprende Fontana sull’ipotesi, fallite colpevolmente le prenotazioni, di aprire le porte dei centri agli over 80, alla rinfusa. L’ha definita una trovata alla napoletana, facendo scalpore, e si poteva informare prima, visto che in Campania tutto procede, una volta tanto, ordinato e veloce. Ma precisa: Maroni ha distrutto la medicina territoriale lombarda, ed ecco che la miglior Sanità d’Italia, col bilancio in attivo (per i DRG dei Pazienti importati da altre Regioni, per i quali paga ancora Roma, fratelli sanitari del PIL), si trasforma in un disastro. E questa volta centra egregiamente e si riabilita!
      A est Zaia la dice grossa: le iniezioni ce le facevano da sempre le nonne, che bisogno abbiamo di medici vaccinatori?
      A fargli il fondo i sette ordini dei medici veneti, che pazientemente gli spiegano che l’introduzione di un ago non è la vaccinazione, serie di eventi in cui ci si prende carico della sicurezza del vaccinato.
      Morale: finché saremo governati da partiti che assoldano i propri membri (maiuscolo?? Dipende!), dicevo, li accolgono fra imprenditori-bottegai e nella migliore delle ipotesi studenti fuori corso, non ci meravigliamo se invece di azioni di governance ci propinano un etto di mortadella!

  • Per chi vuole spiegazione sui DRG di importazione che hanno “nobilitato” la Sanità lombarda, i viaggi della speranza permettono di sfondare il tetto di spesa regionale, andando in attivo, perché il disavanzo è ripagato dallo Stato. Su questa base impernditoriale gli emuli di Don Verzè hanno costruito un sistema di Interventifici che sottrae risorse al territorio, anche come competenze ma soprattutto risorse, rendendo fragile il primo anello della cura. La grande medicina sociale tedesca dell”800 (Franz, Pettenkofer e altri) ebbe ragione delle epidemie d’epoca (compresa la pandemia colerica) senza farmaci nè vaccini. Ecco trovato l’anello mancante! Se qualcuno ha letto il mio “Storie e memorie dell’Epopea medica” concludo la parte contemporanea con le peripezie di una pazente della campagna cremasca che ricerca il proprio medico, ormai inesisitente, sballonzolata qui e lì’ fra le storture e i tagli del sistema Maroni, che non ha fatto che copiare un modello inglese di dieci anni prima, abbandonato e sepolto!

  • In effetti sarebbe interessante un’analisi approfondita, completa e precisa dei dati sulla mortalità, dei dati della letalità e di alcuni altri dati (ad esempio, dei ricoveri in terapia intensiva, semintensiva e via dicendo) riferiti alla nostra situazione nazionale dal febbraio 2020 fino a oggi. E sono d’accordo con Adriano sul fatto che una certa granularità del dato, per regione e provincia, potrebbe essere molto opportuna. Se no è la media del pollo di Trilussa.
    Sinora le ragioni ipotizzate per spiegare il numero dei decessi, necessariamente parziali e provvisorie visto che la pandemia è ancora pienamente in corso, sono state varie e tutto sommato abbastanza ragionevoli.
    Il fatto che l’Italia sia stata investita pesantemente tra le prime nazioni colpite dal virus. La conseguente mancanza di conoscenza delle dinamiche virali specifiche e i relativi errori, comprensibili in questi casi (ovviamente, fino a un certo punto). L’elevata età media della popolazione. L’aumento progressivo di anziani con una o più patologie tali da rendere l’attacco virale maggiormente pregiudizievole (vivere di più non vuol dire vivere di più da sani). Alcune impostazioni di sanità pubblica che, soprattutto in certe are del paese, hanno indebolito la medicina territoriale. Il fatto stesso che la convergenza presso le strutture ospedaliere e le strutture di pronto soccorso possa aver favorito la diffusione del virus, visto che all’inizio i percorsi e le separazioni non erano in essere (almeno non in modo completo). E poi, diciamocelo francamente, il fatto che la maggioranza degli italiani abbia tenuto un comportamento esemplare ma che la solita fetta di furbi abbia combinato parecchi guai (e qui gli esempi li conosciamo tutti). E poi ancora, diciamocelo ancor più francamente, il fatto che la soluzione di intermittenti chiusure e riaperture, sotto la pressione di forze economiche, di categorie e di corporazioni varie, abbia consentito al virus uno stop-and-go puntualmente attestato dall’andamento delle curve statistiche pandemiche. Per non citare poi le trasmissioni virali sui mezzi pubblici, nelle scuole e altro ancora, con le relative polemiche, strumentalizzazioni e piazzate politiche.
    Insomma, un’analisi approfondita, completa e precisa sarà da fare a consuntivo. Ma è chiaro sin d’ora che non esistono misteriosi fattori univoci scatenanti oppure particolari rivelazioni mediche o sociologiche eclatanti in attesa di essere divulgate. E sarebbe meglio non buttarla sempre nell’anatema di evidente matrice politica (se non apertamente partitica) o nella solita recriminazione di pancia contro il potere e il sistema. Oppure, peggio ancora, fare da sponda a dirette o indirette impostazioni antiscientifiche se non addirittura anti-vacciniste.
    L’Italia è stata colpita in modo durissimo (anche se non è l’unica, attenzione, a essere stata colpita gravemente). Le cause sono già intravedibili, sono diverse e varie, vanno ben ponderate e comprese nelle loro dinamiche e nei loro effetti. Lo si farà. Intanto, diamoci dentro coi vaccini e teniamo bene d’occhio quelli che remano contro le vaccinazioni, sul web o con le bombe incendiarie.
    Probabilmente, quando tireremo le somme con dati, analisi e riscontri, a tempo debito, l’unica cosa di cui ci stupiremo sarà di esserci stupiti, strada facendo, di quel che è successo.

  • Riporto LOMBARDIA 748.000 31.056 0,042 557
    quindi inidice 557 vs 407 (Italia): sicuramente i dati Lombardi hanno determinato un tasso così alto di mortalità.
    Condivido quanto riporta Pietro: occorre un’indagine epidemiologica che è cosa ben diversa da prendere dei dati e leggerli con excel! So, dal Dr Ricci – eminente epidemiologo di ASST Mantova-Verona-, che è attiva da un anno una commissione per analizzare tutti casi che hanno portato a morte per una maggiore validazione della relazione causale. Spremo qualcosa tra mesi? tanti …

  • Inizialmente bastava il buon senso a capire, ora siamo nella fase dell’analisi matematica, e Silvestro (che sapete come matematico chi è ma continuo a chiamare così) mi manda un articolo che in breve dimostra che conta più una interruzione totale di rapporti, anche se pulsante, che una riduzione degli stessi per un più lungo tempo, per questo specifico virus, perché ognuno ha la sua fisionomia di attaccante.
    Per ottenere ciò ci vuole autorità decisionale, e siamo al difetto attuale del sistema paese, in cui anche andare a comperare le sigarette (non fumo ma mi viene così) è oggetto di dibattito. Comunque per la spagnola furono massacrati Italia e Portogallo, perché cerniere di scambi fra paesi mediterranei e transatlantici, all’epoca. La trasmissione è una missiva, si basa sugli scambi. La Lombardia è “delicata”, necessiterebbe di ordinamenti speciali, altro che Regioni a statuto speciale! Forse in questo ci starebbe una particolare cura da cui trarrebbero vantaggio anche le altre Regioni ci starebbe, mica per il reddito più alto di quell’oca ciarliera.
    Ma del resto, non si vede anche dalla cartina che si trova al centro della croce fra est ovest nord sud? Se ci aggiungi malgestione sanitaria, e non se ne può dubitare più, e pessima osservanza delle regole, quelle poche che ci propinano…
    Da qualche parte vi ho scritto che stiamo facendo solo le prove generali per quella veramente tosta, e non lo dico più io, ma gente di consolidata fama. Speriamo di aver imparato qualcosa.
    Cosa? Il decalogo l’ho ripetuto in tutte le salse.
    E bravo Giorgio.

  • Ragazzi la fonte è medica, ma spero in un margine di errore: “L’ultima mutazione del Sars-CoV-2 è stata registrata in Giappone, nella città di Tokyo. La variante “Eek” preoccupa anche l’Europa: secondo quanto riportato dall’emittente pubblica giapponese NHK, il 70% dei pazienti contagiati dal coronavirus, e testati a marzo in un ospedale della capitale, il Tokyo Medical and Dental University Medical Hospital, era stato colpito dalla variante E484K, soprannominata appunto “Eek”. Numeri alla mano, la minaccia è stata trovata in 10 delle 14 persone risultate positive. L’agenzia Reuters ha sottolineato che, negli ultimi due mesi, 12 dei 36 pazienti Covid hanno portato la mutazione. Nessuno di loro aveva recentemente effettuato viaggi all’estero o avuto contatti con persone infettate dalla E484K.
    Questo significa, almeno in teoria, che la variante Eek è al momento relegata all’interno dei confini giapponesi. Pare che la Eek riesca sia a sfuggire agli anticorpi generati da una precedente infezione Covid, sia ai vaccini fin qui sviluppati.

  • Andrà tutto bene? Per niente fiducioso all’inizio lo sono sempre meno adesso. Forse consola l’andamento in Inghilterra, l’unico, ma in Italia? Io conosco più gente che si ammala ora, giovane, che all’inizio.

  • Ripeto, sempre più sfiducia nella scienza e nella politica. Sempre di più ci vuole autocontrollo, che se mancasse sfocerebbe in rivolte di grande portata. Banalità, ma questa è la guerra che ci è toccata, con la differenza che ora non è immaginabile nessuna “Resistenza” possibile.

    • Infatti una delle poche cose chiare, nella ricerca del peso delle varie concause che hanno portato alla mortalità e alla letalità italiana per Covid rispetto ad altri paesi, è che ha giocato un ruolo importante l’andamento a fisarmonica di aperture, chiusure e riaperture, su categorie di popolazione che ad intermittenza hanno veicolato il virus, dai viaggi consentiti, poi vietati, poi consentiti di nuovo, dalle scuole aperte, chiuse e riaperte, dai giovinottazzi della movida a riempire le piazze un po’ sì e un po’ no e poi ancora un po’ sì (vedi piazza Roma a Crema), dalle frottole sulla diminuzione dei posti utilizzabili nei trasporti, sempre con folle stile giapponese, dai crocchi dentro e fuori certi esercizi commerciali aperti, chiusi e riaperti, con il caffè e la brioche avanti e indietro, un passo dentro e un passo fuori, e via dicendo. Sempre con i tribuni del popolo a concionare per tre voti in più.
      Come mai? Varie le cause. Non ultima quella per cui una grande nazione è diventata un accrocchio di feudi locali regionali retti da ras presuntuosi e fuori controllo, soprattutto in certe regioni. Un’Italia di campanili, cortili e broli che, in nome del federalismo, non ha più meccanismi operativi univoci di pianificazione, gestione e controllo, con processi organizzativi collassati e flussi informativi sparnazzati. Un paese in cui, quando un personaggio come Draghi va al governo, si grida al complotto e si corre tutti a barricarsi nel proprio orticello di prebende federaliste partitiche. Un paese nel quale, quando un generale di corpo d’armata cerca di far vaccinare davvero la popolazione e non per finta, subito partono gli attacchi contro la forza militare, la divisa e la violenza patita dagli innocenti sanitari che, poverini, infettano le persone invece di curarle, bombe incendiarie comprese. Ormai, con buona pace di Stoppani, di bel paese si può parlare solo comprando il formaggio.

    • Yahou Giorgio! In effetti questa mattina me ne ero accorrto dai dati del cremonese: una caduta a picco. Ma in Ospedale ho trovato ugualmente una situazione disperata, ma perché “si sfolli” devono guarire prima quelli di ieri!
      Fraco i pone per WhatsApp la questione della bassissia mortalità giapponese. Premeso che albergano una variante tutta loro, che anche la genetica è tutta loro, e conta, tu dalle “curve” hai niente da aggiungere?

    • E la fonte cui hai attinto?

  • E la fonte cui hai attinto?

    • Cremaonline.

  • L’apprezzamento per il nuovo sistema di prenotazione è palese anche sul nostro territorio. Ponevo il quesito sulla dichiarazione di allergie e passati eventi avversi da farmaci e una persona che già ha avuto la data di esecuzione mi dice che è tutto previsto già al momento dell’inserimento. Ma era così difficile affidarsi a un sistema esistente invece che a invenzioni di carta velina? Certo, l’informatica può fare i capricci, ma perché, le nostre tessere sanitarie con la memoria, retaggio del “Celeste” hanno mai funzionato? Almeno pare ci sia coerenza di scuola, e per noi di inoculazione, ma non di vaccino.
    Mio cugino, milanese, già giornalista Sole 24 h, milanesone DOC, migra con la residenza in Liguria, essendo soggetto fragile che non si sente tutelato.

  • l parere di Corradini, amatologo prof della Statale, ul rischio trombotico: ” le trombosi che avvengono in corso di Covid sono molto più frequenti e molto più gravi. In realtà chi ha una predisposizione a fare trombi (trombofilia) se per caso si ammala potrebbe avere problemi molto seri. E quindi è ancora più importante evitare che prenda il Covid quella parte di popolazione eventualmente predisposta”. Il confrnto fra miagolio e ruggito prende piede.

  • Purtroppo non riusciamo ad andarcene fuori e la fisarmonica dei dati segue impietosamente la fisarmonica delle continue aperture, chiusure e riaperture, ogni volta dopo il breve periodo di giorni necessario a far sentire, in termini di contagiati, intubati e deceduti, gli effetti del continuo aprire, chiudere e riaprire.
    Il tasso di letalità, cioè la percentuale di morti rispetto al totale di coloro che sono risultati positivi al tampone, la dice lunga sui diversi livelli di rischio in Italia per fasce di età: dai 60 ai 69 muoiono poco meno di tre persone ogni cento risultate positive; dai 70 ai 79 ne muoiono più del triplo, quasi dieci su cento; dagli 80 agli 89 addirittura venti su cento, cioè due su dieci; oltre i 90 anni tre su dieci.
    Occorrono analisi e studi più consistenti per poter fornire una mappa attendibile e “ponderata” delle varie concause e delle dinamiche eziologiche che portano a questi risultati. Intanto, eccoci ai 627 morti dell’altro ieri e ai 487 morti come ultimo dato giornaliero.
    Una nazione come la nostra dovrebbe pensare solo a fare le vaccinazioni giorno e notte, garantendo sostegni immediati e mirati. Invece ci ritroviamo con le solite dichiarazioni irresponsabili di chi parla di chiusure ideologiche, sollecitando riaperture affrettate, incondizionate e senza che i dati scientifici ci dicano che il peggio è alle spalle. Ormai parlare di morti per alcuni è come parlare di numeri. Di sicuro, numeri meno importanti dei numeri che si spera di aumentare in sede elettorale. Ed è chiaro che il sistema del periodico apri e chiudi diventa il modo migliore per non uscire dalla pandemia e dalla continua recrudescenza del virus, che non appena perde forza viene puntualmente rinvigorito e nutrito. E il cibo del virus siamo noi.
    Dire che nel territorio cremasco (che ovviamente esiste) le cose vanno bene vuol dire non guardare l’ottantina di nuovi contagi dell’altro ieri e la quarantina di ieri, con un indice appena al di sotto di quello della “zona rossa” (siamo a 0,0019 rispetto a 0,0025), quindi da zona arancione, dopo quasi quattordici mesi di guerra epidemica senza esito. E con l’Ospedale di Crema che conta circa 140 ricoverati per Covid, dei quali una novantina con sintomi acuti, una quarantina in semintensiva e una decina in intensiva. Per non parlare dei circa centonovanta affetti da Covid seguiti domiciliarmente dalla nostra Asst tramite il centro multiservizi. Chi ha parenti o amici tra i medici o gli infermieri del nostro Ospedale sa che cosa significhi.
    Certo, fino ai sessant’anni si fa presto a farla facile. Sembra evidente che siamo di fronte a un conflitto di interessi intergenerazionale articolato sulle diverse fasce di età. La letalità, da zero a 40 anni, è in pratica vicino allo zero per cento. Dai 40 ai 49 è dello 0,2 per cento. Dai 50 ai 59 è dello 0,6 per cento. Confrontate questi dati con quelli delle fasce di età superiori e tutto sarà chiaro. Parlare del tre per cento complessivo, da zero a 100 anni, non la dice giusta o almeno la dice proprio male. Ma forse va bene così. Sai quanto si risparmierà, in sanità pubblica, in assistenza e, soprattutto, in spesa pensionistica. Per non parlare dei fastidi in meno e dello sfoltimento demografico mirato. La guerra faceva fuori quelli sbagliati. La pandemia fa fuori quelli giusti. E questo in un mondo dove è il denaro il nuovo dio sovrano. Ovviamente esagero. Però una riflessione andrebbe fatta.

  • C’è una domanda che mi rode da tempo sulle priorità anagrafiche del vaccino, e credo di non aver mai letto un commento, giornale, social, informazione tutta a mio conforto. La mia opinione è che si sarebbe dovuto vaccinare prima i giovani, poi i vecchi. E’ vero che i vecchi, più fragili e con morbilità, quando entrano in ospedale, e se la cavano, ci stanno per settimane e intasano le terapie intensive, ma, data la scarsa mobilità e vita sociale di un anziano, chi sono quelli che veicolando il contagio li spediscono in ospedale? Non sono forse i i giovani? E’ una domanda seria.

    • Senza andar lontano “padron Piero”, come lo chiama Franco il nostro ideologo, l’ha pubblicamente proposto: i vecchi chiusi i casa e i giovani nel mondo, vacinati. Ma vuoi vedere che chi decide lo fa in base ai voti raccattabili e quelli dei vecchi sono di più?

  • Volendo provare a rispondere, Ivano, si potrebbe ipotizzare che, vaccinando gli anziani prima dei giovani, si sia ritenuto di vaccinare prima i “contagiati” che i “contagianti” in modo consapevole (con una non trascurabile apertura di credito alle facoltà cognitive dei nostri governanti, considerati come senzienti), per motivi favorevoli agli anziani. Ad esempio, istintivamente ed eticamente, per soccorso ai più deboli ed esposti in quanto tali, per pulsione caritatevole e compassionevole (della serie “poveri nonnini”). Oppure per un qualche calcolo di natura statistico-cronologica (agendo prima sugli anziani, in modo diretto, si fa in tempo a salvarne di più, piuttosto che agendo in via indiretta, cioè vaccinando i giovani scriteriati propalatori virali prima delle loro vittime). Oppure ancora per altre ragioni in cui nelle intenzioni è comunque prevalso il “favor senectutis”, a prescindere poi dall’effettiva efficacia di tale scelta. O magari, che so, per la solita congiura complottista di qualche lobby geopolitica dei vecchi savi di nonsocosa, iscritti al Bilderberg, amici di Soros e a payroll di Bill Gates (magari ci penserà qualche sito web che parafrasa abitualmente la vecchia canzone di Mina, solo che invece delle bolle si cantano le mille balle blu).
    Ma esiste anche un’ipotesi, indimostrata e solo bisbigliata, però suggestiva e malandrina, e andrebbe ammesso piuttosto originale e potenzialmente attrattiva per la nostra gioventù, per la quale la scelta di non vaccinare i giovani sarebbe stata intenzionalmente finalizzata a togliere di mezzo il maggior numero di anziani possibile. E questa tesi, basata anche sul risentimento delle nuove generazioni oppresse dalla dittatura senile favorita dalla crescente life expectancy, sarebbe confermata e avvalorata dall’evidenza dei reiterati e dolosi comportamenti giovanili di intemperanza e disobbedienza verso le regole sanitarie e di pertinace pratica dell’assembramento, dell’affollamento, del pravo e sadico contagio familiare, della movida sudata e salivosa come imperativo kantiano e della curiosa e sconcertante celebrazione della frequenza scolastica in presenza (ovviamente, gatta ci cova, forse il gusto di tale frequenza si spiega con la nostalgia del bigiare, ecco sì, i giovani sentono la mancanza del poter bigiare, da che mondo è mondo ogni studente fa festa quando si saltano le lezioni).
    Su questa ipotesi di una scelta economico-eugenetica sottaciuta e strisciante, attuata per sfoltire dai settanta in su, ma anche un poco dai sessanta in su, però lì meno, perché fino a sessantasette, età della pensione per i non privilegiati, i non statali d’antan e i non quotacentisti, ancora qualcosa si “produce”, su questa ipotesi sinora rimasta poco esplorata, dicevo, forse varrebbe la pena di ragionare e discutere un po’ di più.

    • Quando Cremascolta fece il concorso novellistico per giovani due lavori su 39 trattavano della “caccia al vecchio”. Vero, stiamo sulle… orchidee, ma chi fa i provvedimenti tiene conto della capacità di propagazione di noi vecchi catorci (parla per te? direte, va bene!, anche per rispetto ai giovani che promettono un proprompente ingressso nel blog). Dicevo, ma noi il complottismo no! Lo so che scherzi, ma i dilemma amaro esiste: una vota era l’eredità “ma quando muore?” ora è la gestione del pianeta, in tutti i sui addentellati.
      Ma tenetevelo! Ma siete capaci?

  • “la fisarmonica delle continue aperture, chiusure e riaperture”: i dati di Silvestro diostrano la miopia. “Ormai parlare di morti per alcuni è come parlare di numeri. Di sicuro, numeri meno importanti dei numeri che si spera di aumentare in sede elettorale” Centro, come dire samo in Italia e non in Cina, tutto è mediazione, mercato, se m dai ti darò. I poteri assoluti in questa situazione non sono visti come la salvezza, no, saltan fuori personaggi con le corna sia in US che in Italia, e addirittura sembrano essere credibili per alcuni!
    E le ideologie politiche non c’entrano: la guerra è guerra.

    • Mi riferivo a PIetro

  • Naturalmente, Adriano, è solo una provocazione, quella dell’idea di una deliberata e pianificata azione di sfoltimento dei vecchi per ragioni economiche (costi di assistenza sanitaria, costi pensionistici, altri costi indiretti sul sistema sociale); per motivi di di natura successoria (beni mobili e immobili da ereditare, prime e seconde case, terreni, titoli, oggettistica di pregio, innumerevoli altri beni in proprietà, possesso o detenzione dei vecchi, che non li mollano); di spazio politico e istituzionale (poltrone, poltroncine e sgabelli di partito, corrente e conventicola a ogni livello, attualmente ancora in gran parte occupati da glutei ben stagionati); di affermazione culturale e relazionale (enti, associazioni, federazioni, club di servizio, varie strutture culturali oggi occupate ai vertici da vecchi inamovibili); di affermazione professionale e lavorativa in genere (oggi il mondo del lavoro è in mano ai vecchi, i loro tempi di permanenza e comando sono sempre più estesi, mentre i giovani difficilmente trovano spazio, sviluppo e crescita lavorativa in età ancora senza calvizie e senza adipe viscerale, glicemia e colesterolo galoppanti e turbe neuropatiche da stress irreversibili).
    Solo una provocazione, ci mancherebbe.
    Il motivo, infatti, è che i giovani di oggi sono bravi ragazzi. Ci fossimo noi al loro posto, se potessimo ringiovanirci di mezzo secolo restando quelli di allora, Adriano, saremmo anche noi così bravi ragazzi?
    Resta il fatto che oggi la pandemia corre sulle orme dei giovani, non dei vecchi.
    E la domanda di Ivano, per me, ci sta tutta.
    Quanto poi a distinguere, in questa diffusione del virus da parte dei giovani, la colpa dal dolo, anche in senso strettamente giuridico e più specificamente penalistico, lascio ad altri più sapienti di me il giudizio.
    Di certo, tutti quei giovinotti, in maggioranza marocchini o forse italiani figli di marocchini (comunque con tante bandiere marocchine e non italiane), che qui in Italia hanno di recente dato vita alle piazzate che sappiamo, puntualmente senza mascherina, puntualmente in assembramento e puntualmente strafottenti, sono un esempio eclatante. A proposito, non è che al rapper marocchino osannato da loro adesso gli daranno il famoso premio?

  • Se vi interessa, ho letto una corrispondenza di Masha Gessen, cronista americana esperta di Russia, a proposito del Covid-19. Una storia personale, sua, non sorprendente, ma che ha avuto un impatto psicologico, e lei e si fa delle domande, è ovvio. L’articolo s’intitola “The Mistery of Breakthrough COVID-19 Infections”.
    In sintesi, per farla breve. Lei è già stata vaccinata, la seconda dose fatta due settimane prima di una breve vacanza di due giornibin montagna. La orima3vacanza dopo tanto tempo. Lei, il suo giovane figlio non ancora vaccinato, e la compagna di Masha, Julia, che ha fatto la prima dose qualche giorno prima di partire per la montagna. Al ritorno, il figlio e Julia sono molto stanchi e vanno subito a dormire. La mattina dopo non stanno granché bene, e così Masha decide di andare, insieme a loro, a farsi un tampone rapido, per sicurezza. La sua compagna già vaccinata è di nuovo positiva; suo figlio pure, lei no.

  • http://www.aifa.gov.it/documents/20142/1315190/Rapporto_sorveglianza_vaccini_COVID-19_3.pdf

    qui il documento dell’AIFA che conferma i numeri che io avevo ‘scoperto’ e sui quali ho chiesto conferme da “tutti” … ovvero AIFA indica in oltre 100 morti riportati (nell’apposito sistema europeo di farmaco vigilanza disponibile a tutti i cittadini europei) legati alla somministrazione dei vaccini. Come avevo visto il problema non è Atrazeneca. Leggete.

    PS io sto ‘battagliando’ con EMA per i 906 casi di morte segnalati – a livello europeo (non c’è nel database l’informazione sulla nazione) che dal loro sistema risultano per un periodo di un mese tra marzo ed aprile (NB che il loro sistema si è bloccato dopo aver scaricato un excel con ca. 114.000 record: NNB di quante segnalazione AVVERSE sono state riportate in questo database! … non solo morti per fortuna … )

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