Paolo Perilli, il debito sovrano. La fase estrema del capitalismo.
Partiamo direttamente stralciando: “Il capitalismo finanziario, con la tecnica immateriale delle transazioni e dei flussi che lo sostiene e lo diffonde, è il nuovo Prometeo che ruba il fuoco agli dei? O non invece il suo fratello ritardato, Epimeteo, quello che ricevette da Zeus l’ambiguo dono di Pandora, che aprendo il vaso sparge su tutta la terra disgrazie e crisi?”
E già, la sapevano lunga gli antichi! Ho stralciato questa frase in quanto riassuntiva della visione dell’Autore, che dal mitologico-storico diviene subito molto pratica, asciutta come la copertina.
Ma diamo spazio alla sinossi, altrettanto stringente:
“L’epoca che viviamo si distingue per una continua e inesauribile corsa al debito che cresce, inesorabile, ovunque: negli stati, nelle aziende e nelle famiglie, in occidente come nei paesi emergenti. La causa e, al contempo, il principale strumento di espansione del debito è il capitalismo finanziario che nasconde, dietro un indebitamento sempre maggiore, i problemi reali che esso stesso causa. Questo sistema utilizza la globalizzazione finanziaria come veicolo per espandersi e continuare ad alimentare un pericoloso circolo vizioso. Un castello costruito senza fondamenta e destinato a crollare. A questo punto pare inevitabile una nuova crisi globale perché gli stessi fattori che spingono al debito – l’iperconsumismo, le diseguaglianze di ricchezza, la necessità di crescita dei paesi in sviluppo e il bisogno di restare a galla dei paesi sviluppati – non trovano freni. Oltretutto queste sono le stesse ragioni che spingono il mondo verso la catastrofe ecologica: il debito trasforma la natura in merce preparando il terreno per un inedito scontro tra capitalismo ed ecologia.”
Lo so, ne sono usciti tanti, ma questo, per attinenza al tema del corso, stringatezza, serietà di Editore (La nave di Teseo) e Curatori della collana Krisis (Massimo Cacciari e Natalino Irti), trovo giusto proporvelo.
Commenti
Provo un primo commento visto che mi son segnalate difficoltà di inserimento. In effetti, come per tutte le opere specialistiche, il dscorso poi si allarga e diviene tecnico, ma anche senza conoscere il pensiero di chi l’Autore cita, il filo logico si riesce a seguire.
Davvero una proposta stimolante Adriano.
Non mancherò!