Seguo con sgomento, come cittadino di questa Repubblica, le vicende della Sanità nella Regione Calabria: a inizio mese si era dimesso, un minuto prima di essere “cacciato”, l’ex Generale dei Carabinieri Saverio Cotticelli, dal suo ruolo di “Commissario ad acta” alla Sanità di una Regione appena scivolata in zona rossa e alle prese con la mancanza di medici e posti letto di terapia intensiva.
La surreale figuraccia di cui si era reso protagonista il Commissario che ne ha provocato le dimissione /cacciata”: nel corso dell’intervista aveva ammesso candidamente di non essere a conoscenza delle disposizioni del Governo che lo indicavano come “responsabile del programma operativo per la gestione dell’emergenza Covid”(sic!).
A incaricare il generale Cotticelli era stato il primo governo Conte, si quello “giallo verde” e proprio Matteo Salvini (che adesso punta il dito contro l’attuale governo al motto: “Commissario scandaloso come chi l’ha nominato”) era all’epoca V/premier e l’allora Ministro per gli Affari Regionali era la leghista Erika Stefani!
Era il 7 dicembre 2018, la sanità calabrese versava in condizioni drammatiche, non molto diverse da quelle odierne, dopo ben 11 anni di commissariamento, si avete capito bene: undici anni!
Ma la trista vicenda ha un prosieguo ancora più sconcertante: sono “caduti” i due Commissari nominati dal Governo dopo la rimozione del generale Saverio Cotticelli (il primo, Giuseppe Zuccatelli, per un video in cui giudicava “inutili” le mascherine; il secondo, Eugenio Gaudio, per un ripensamento attribuito a ragioni familiari: la moglie proprio non ci stava a trasferirsi in Calabria!).
Si tratterebbe quindi di individuare con urgenza un terzo (sperabilmente definitivo!) nome e , se è vero che il Premier Giuseppe Conte si è assunto ….onorevolmente la responsabilità degli “errori” commessi finora dal suo Governo, è anche vero che, di conseguenza, spetta a lui individuare al più presto soluzione.
Ora, ho iniziato questa mia, con un “seguo con sgomento”, ma è con “apprensione” che apprendo che, per dirla con il procuratore Nicola Gratteri (che pure sta indagando sulla situazione della sanità in Calabria e sulla gestione della emergenza nella regione ) “ ….qui il problema è le ruberie e l’acquisto dei materiali; c’è bisogno di un manager, non di un medico ……gestire un ospedale in Africa non è la stessa cosa che in Calabria.”(!!!) .
Circola il nome dell’ex Colonnello della Guardia di Finanza, Federico D’Andrea, e la mia memoria non può fare a meno di andare a quanto accaduto un po’ più a sud, nel 1982 al Generale Carlo Alberto dalla Chiesa, inviato a Palermo come Prefetto della città all’indomani dell’omicidio del sindacalista e uomo politico comunista Pio La Torre.
Morì trucidato in un agguato mafioso, per le strade di Palermo con la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente di scorta Domenico Russo !!!
E’ di oggi la notizia che i carabinieri, in Calabria hanno eseguito misure cautelari nei confronti di 19 indagati.
Il Presidente del Consiglio regionale della Calabria, Domenico Tallini, politico 68enne di Forza Italia, è ai domiciliari con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico mafioso: secondo le indagini, avrebbe aiutato la cosca Grande Aracri a costituire una società per la distribuzione di prodotti medicinali ed sarebbe stato “ricambiato” con il sostegno alle elezioni regionali del 2014.
Un “colpo d’ala” (come piace dire a “padron Piero”): e se il nuovo “Commissario ad acta” fosse un “Commissario virtuale”?
Gestito “da remoto” direttamente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri?
Il limite tra “commedia” e “tragedia” si è fatto oramai troppo labile!
Nota al titolo: si lo so, sarebbe stato un accusativo (ops!) ma non avrebbe …. “suonato” allo stesso modo di “commissario ad acta”!
Commenti
Per muoversi in terreno ostile, in quanto persona onesta calato in realtà “turbinose”, ci vuole qualche punto fermo, dei contatti sicuri, come per un agente segreto in misssione. Ho idea quindi che sarebbe necessario immettere intere reti di persone. Anche le azioni di forza in culture “viziate” funzionano come vitalizzanti potature, quindi mandar l’esercito o azioni consimili non risolvono. L’unico punto di appoggio per la leva che, almeno per un po’, può scardinare il sistema, è l’esasperazione della gente, se vien mssa in condizioni di fare due più due.
E anche questo non è semplice, credetemi per aver vissuto con degnissime persone impregnate da mentalità ancestrali alle mie origini: bisogna mettere all’evidenza che l’origine del male è lì, che resterebbe lì, anche smantellando tutte le mafie di questo mondo. Arrendersi? Assolutamente no, superare questa fase è possibile con l’imposizione, e si deve, e poi il lungo cammino, ed è un confronto di dee che per Cremascolta sarebbe un bel banco di prova. Alla prossima occasione di riflessione.
Stralcio da un articolo di Antonella Caporale sul “Fatto” di oggi: “Dal 2007 nulla è cambiato. L’anti-Stato precede lo Stato”
“Pane e politica”. Titolo perfetto per la Calabria. Per trovare il pane devi cercare prima il politico. Era il 2007 e Riccardo Iacona (PRESA DIRETTA) produsse un reportage esemplare sul sistema.
“….Immortale e immorale. Oggi come ieri.
La cosa più angosciante è la fissità del panorama calabrese. Quel Mimmo Tallini, il plenipotenziario arrestato, 13 anni fa era ugualmente plenipotenziario a Catanzaro e dintorni. Ha attraversato tutte le sigle e i simboli, dal Movimento Sociale italiano in poi. Centrodestra, centro, centrosinistra, nella consecutio temporum delle amicizie sopravvenute, delle intese ritrovate.(!)
Il partito-persona. La Calabria è piena di partiti-persona.
Il corpo elettorale è un insieme di solitudini. Ciascuno alla ricerca del minimo indispensabile per sopravvivere.
La segnalazione per la Tac, l’aiutino per l’esame all’università.
Cose miserabili o urgenze che lì divengono emergenze. Tallini è consapevole che il sottosviluppo è motore indispensabile per la sua carriera. Più persone svantaggiate, più affamate, più voti.
Tallini appare sotto il piede della ’ndrangheta.
Perché in Calabria il sistema criminale pervade ogni angolo della società e monopolizza ogni ruolo, privato o pubblico che sia. Un cittadino trova l’anti Stato molto prima dello Stato. Ed è costretto a farci i conti……Se la Calabria concede a Tallini –servitore di interessi che oggi sembrano loschissimi –, il primato delle preferenze, lo Stato presenta ai cittadini disperati un carosello di commissari inetti….”
Vi garantisco che l’articolo della Caporale prosegue in modo altrettanto raccapricciante rispetto alla ormai endemica assenza di Stato e conseguente rafforzamento/consolidamento dell’”anti Stato”!
Per la Calabria credo basti seguire alla lettera le parole,i consigli, le proposte che fa da tempo il magistrato Nicola Gratteri. Ma anche questo governo non ha il coraggio, il buon senso di farlo.
Ma Gratteri di coraggio ne ha da vendere! Vien lunga Marino, ma ripeto quanto ho detto, e la vicendo Morra, d’attualità, con tutti i falsi risentimenti, non sembra contraddire quanto sopra affermavo. Serve un cosciente superamento di certi tratti di sprito nazionale di cui andiamo tanto orgogliosi. E non lascir solo chi combatte per noi.
In merito ho la pessima sensazione che per ….”chilli paesi”, non si tratti nemmeno più della “stalla da chiudere” (avete presente l’adagio “chiudere la stalla quando i buoi sono già scappati”?) !
Li ( e purtroppo la mia sensazione/timore mi suggerirebbe un tragico : e non solo li!), di “stalla” ne hanno fatta un’altra, e quella la aprono e chiudono a loro piacimento, e la sanno far funzionare ( a loro vantaggio) assai bene per di più, e la gente all’altra, di ” stalla”, non ci pensa proprio più!!!
Il nuovo commissario alla Sanità in Calabria. Il prescelto è il prefetto Guido Longo.
Originario di Catania, Longo ha 67 anni e vanta una lunga carriera prima come poliziotto e e poi come prefetto. Per oltre 40 anni ha lavorato nell’amministrazione dell’Interno, ricoprendo importanti incarichi come questore e come prefetto. Il suo ultimo incarico è stato quello di prefetto di Vibo Valentia, che ha mantenuto fino al 30 maggio del 2018, giorno in cui è andato in pensione. In precedenza era stato questore di Reggio Calabria, Caserta e Palermo. Ha ottenuto risultati brillanti da questore di Caserta, quando assestò colpi particolarmente significativi al clan dei “casalesi”. Fu Longo, proprio da questore di Caserta, a coordinare le indagini che portarono all’arresto dei latitanti dei Casalesi Antonio Iovine, Michele Zagaria e, soprattutto, del capo assoluto del clan, Francesco Schiavone, detto “Sandokan“. Quindi la promozione a Prefetto e la sua nomina a Vibo Valentia, dove è rimasto per due anni. Ha lavorato a lungo nella squadra mobile di Palermo, sezione narcotici e omicidi. Ed è poi passato alla direzione investigativa antimafia, dove, come ricorda Repubblica, ha indagato sulla morte di Giovanni Falcone.
Guido Longo sa cosa lo aspetta. “Non ho mai avuto incarichi facili nella vita”. Ma il nuovo commissario alla sanità calabrese è pronto ad affrontare la sfida con la stessa grinta di quando dava la caccia ai latitanti.
Finalmente la persona giusta al posto ……(assolutamente non) giusto?!?
Seguiamolo con tutta la nostra solidale attenzione, il compito è gravissimo!!!
La Corte dei Conti dice che la sanità pubblica della regione ogni anno perde 105 milioni di euro, e il buco si aggiunge ai debiti accumulati. Solo quelli con i fornitori privati valgono 1,1 miliardi di euro (dati 2019). Tra questi, ci sono quelli di società come la Tocai Spv. Le Spv (Special purposevehicles) sono società-veicolo, fanno cartolarizzazioni.
Funziona così. Molte aziende private convenzionate con il sistema sanitario nazionale, come le cliniche e le Rsa, dovrebbero essere pagate per le prestazioni effettuate in convenzione dalla propria Asl di riferimento, ma invece di aspettare il pagamento (solitamente in ritardo) vendono il loro credito a queste società-veicolo, in cambio di liquidità immediata. Le Spv si accollano il rischio di recuperare il credito a fronte di un prezzo d’acquisto vantaggioso. Poi trasformano questi crediti in titoli finanziari, impacchettandoli in bond da vendere agli investitori. [ Stefano Vergine- FQ]
Ma in che mondo viviamo?!?
Lunga vita al Commissario Longo!!!
Vedi Franco, il problema è che tutto ciò avviene alla luce del sole, con nomi tecnici che fanno pensare a chi ascolta di non essere all’altezza dei concetti espressi. Ma se poi si parla di vere e proprie tangenti ti chiedi: “ma questo nessuno lo arresta con tutta la gente che sente?” Ora, visto che ho lasciato il sud in giovane età, tanto giovane da non essere “adescabile”, mi riferisco a quanto ho visto in giro per il nord. Figuriamoci scendendo lungo i paralleli… Partiamo da qui, passi l’incompetenza, ma trasparenza, almeno di un vetro smerigliato!
E ricordiamo che il primo cosnsiglio d’amministrazione del nostro Ospedale solo una o due generazioni fa si riuniva a casa del presidente, e le spese di staff erano sì e no un paio di segretarie.
Ora, se è vero che come si dice le spese di amministrazione sono le stesse per una ferramenta o per una fabbrica, ma noi, perché ci dobbiamo arrendere? Perché, visto che in un’azienda sanitaria deve esistere l’ufficio personale, affari genrali, rapporti col diavolo che non se li porta, se chiami in ospedale se ti va bene trovi uno che ti passa un’altro, se è una clinica convenzionata magari a tre numeri di tre uffici risponde sempre la stessa persona su tre linee?
Ma visto che a uno dei miei passati Direttori generali onesti a Mantova, quando era direttore lì, dettero fuoco alla macchina… c’è chi acconsente e magari si consola se si trova le tasche gonfie dicendosi che non poteva fare diversamente. Capisci Franco? Ma ovviamente m rivolgo a tutti. E la Sanità è un bel bancomat perché i soldi servono, la gente, la povera gente protesta, e allora ne arrìvano ancora…
Ma noi, perché ci dobbiamo arrendere?
Voi vi volete arrendere?
Scusate lo sfogo
Roba da …..buttarsi sul prefetto Guido Longo, che di palle sembra assai ben dotato dal curriculum.
Dai facciamogli una ola!!!