Accolgo con grande favore la notizia data alle 17,30 dai media, dopo la fine dello spoglio in Pennsylvania.
“…..Al di là dei risultati elettorali, il trumpismo è come il genio della lampada: è uscito, nessuno può farlo rientrare. Era già nella società americana. L’intuito di Donald è stato parlare a questa massa di bianchi poveri, frasi brevi, parole semplici, come si fa con i bambini, dirgli: è ok essere razzisti, è ok essere violenti. È ok essere ignoranti. E loro gli hanno creduto, perché credono a qualsiasi cosa, perfino a un personaggio psicologicamente disfunzionale come Trump, una psiche danneggiata fin dall’infanzia, per il quale essere visto come un perdente è intollerabile. Per questo non concederà mai la sconfitta, continuerà con la storia della vittoria rubata, e potrebbe ricandidarsi nel 2024….”
John Niven, scozzese, è uno scrittore e sceneggiatore satirico.
Commenti
“Era già nella società americana” dici, e hai colto nel segno. Perché per questi bambinoni prevalentemente biondi e sempre armati, non è stato insignito il politico, o l’economista farneticante,ma il personaggio televisivo. Ciò che era già avvenuto con Ronald Reagan, fra l’altro, e con risultati altrettanto disastrosi, mascherati nei due casi da successi dalle ascese di indici economici miopi, autodistrutivi già nel mediotermine.
Coraggio, dopo Conte non è detto che ci tocchi un Salnvini, potrebbe essere la volta di una Maria De Filippi, di un Fabio Fazio… No, non credo, e non è colpa degli Statunitensi né meriro nostro se queste scene possono essere girate oltreoceano e non qui: noi godiamo di una base culturale permeante, prescindente dalle classi sociali ed economiche, loro si son trovati ad assommare diseguaglianza sociale e una cultura bambina.
Beh e della “discesa in campo” del “cavaliere”, chemmidici?
Sono state dette da vari commentatori cose di fretta: Trump vicino alla vittoria (Corriere della Sera online); il Senato mancato nei numeri dai democratici (forse sì, forse no); i sondaggisti hanno cannato (nelle percentuali a favore di Biden, anche se Georgia, Pennsylvania, Michigan, Wisconsin, Arizona sono passate ai democratici come avevano previsto i sondaggi); quindi non è vero che hanno cannato i sondaggi. Non è vero che è stato un testa a testa, se già diversi giorni fa, bastava seguire lo spoglio dei voti per posta, ogni ora Biden recuperava ovunque, e si sapeva che mancavano milioni di voti per posta da Atlanta, Philadelphia e altre grosse città. Come scrivo da tempo la vera guerra sottotraccia è tra metropoli, grandi città contro piccoli centri e mondo rurale, anche negli USA. E lo dimostra la mappa dei voti. L’assalto dei piccoli centri, alla “Bastiglia americana” della democrazia è per ora fallito. Riproveranno. Se fosse per i piccoli centri e le campagne, la politica, i diritti civili tornerebbero al Medioevo. È grazie, soprattutto alle grandi città se la democrazia sta ancora in piedi.
L’importante è che i cronisti dei giornaloni che sono tutti metropolitani, salvo rarissime eccezioni, la smettano con le sottili saccenterie che alimentano il fastidio di chi vive nei piccoli centri. “Wilmington, Delaware – scrive Anna Lombardi “Repubblica” è “cittadina di appena 70mila abitanti”. Quindi la città di Soresina, 9mila abitanti cos’è? È il dire che cosa ci faceva Biden in un luogo insignificante come Wilmington, con cosi pochi abitanti, con tante città importanti adatte per un politico che vuol far carriera; nonostante Wilmington abbia numeri di abitanti superiore a tanti capoluoghi di provincia italiani.
L’ultimo fortino repubblicano è il Senato, che attualmente, fonte che ricavo dal New York Times, sarebbe 48 a 48 scranni, quindi, per il momento, in pareggio. Alcuni esponenti del partito di Trump stanno già rilasciando dichiarazioni chiamando gli elettori ad arginare l’onda “socialista radicale” che potrebbe conquistare anche il Senato. In Georgia ci sono due seggi da contendersi il 5 gennaio prossimo, e i candidati sono già pronti per la bagarre. Un seggio lo darà l’elezione locale in Nord Carolina, così pure l’Alaska. In questi ultimi sono favoriti i repubblicani. Quindi, prevedendo la vittoria repubblicana in Alaska e Nord Carolina, il partito di Trump avanzerebbe a 50 contro 48, ma è possibile che i democratici possano spuntarla (non è affatto certo) in Georgia. E così’ si tornerebbe al pareggio, 50 a 50. E in questo caso è decisivo il voto che viene assegnato al vice o alla vice del presidente vittorioso, cioè la Harris, quindi, con la vittoria, se ci sarà in Georgia, i democratici potrebbero prendersi anche il Senato.
(Notizie chiare su questa faccenda sono disponibili sul sito del giornale online Atlanta News).
Trovo fondamentale il fatto che lo scenario di guerra civile al quale ci stavamo preparando ad assistere, dopo le testimonianze di acquisto di armi e munizioni superiore a qualsiasi precedente, non si sta verificando. Già, solo un collettivo sospiro di sollievo, una boccata d’aria fresca mondiale, un macigno che si solleva dal petto di bianchi, neri, gialli… Diamogli una mano a questi ragazzoni, perché hanno bisogno di noi.
Adriano, fratello mio, hai detto quello che io, diciamo ….per scaramanzia, non avevo il coraggio di dire!
Si, perchè se è vero che il Donald le ha perse queste elezioni, gestite peraltro da una legge elettorale che definire “contorta” mi pare solo eufemismo, ma è anche vero che il risultato è stato tale da far dichiarare al (spero definitivamente) perdente: “Ho avuto 71 milioni di voti legali, mai così tanti per un presidente in carica”, ed al suo guru/politologo Steve Bannon (Andrea Scanzi, il Fatto Quotidiano di oggi) “….nel corso di una puntata del suo podcast The War : “Trump deve decapitare Fauci e Wray e impalare le teste ai cancelli della Casa Bianca”.
Questo il contesto in cui è maturato il risultato delle elezioni nella patria della democrazia d’oltre oceano!
Non basta (Gad Lerner, sempre dal FQ di oggi) “….La campagna di delegittimazione del voto americano è scattata con perfetto tempismo in base a un calcolo assolutamente razionale. Trump si accinge a fronteggiare una mole tale di indagini giudiziarie e fiscali che gravano su di lui, una volta spossessato dell’immunità che la carica istituzionale gli ha garantito, da obbligarlo a predisporre una forza d’urto sufficiente a proteggerlo in futuro. La sopravvivenza del trumpismo come movimento antipolitico organizzato è l’unico salvacondotto su cui potrà contare, per non uscire stritolato dall’avventura presidenziale.”
E ( Antonio Padellaro, ancora FQ odierno) “…“Non esiste nessuna contea degli Stati Uniti nelle quali ci siano stati più voti che votanti. L’informazione fornita da Matteo Salvini venerdì scorso, in chiusura di questa trasmissione, era una notizia falsa. Punto e basta”. Questa puntuale rettifica di Simone Spetia, conduttore di 24 Mattino su Radio 24, rappresenta una difesa efficace del diritto vitale dei cittadini alla corretta informazione, ora più che mai minacciata dalla bomba atomica delle fake news.”
Mi auguro vivamente che la legge elettorale (che fine ha fatto? Quale percorso sta seguendo in Parlamento? Ci ricordiamo vero del Referendum, del risultato ottenuto a stragrande maggioranza, e dell’importanza “chiave” che la nuova legge riveste per ritornare a dare significato al nostro voto!?!) con la quale andremo ad eleggere il Governo di questo Paese, ci consenta di muoverci in un contesto meno …..”paranoico”, meno governato dalle “fake” urlate e amplificate a dismisura, che ha caratterizzato questa tornata elettorale made in USA!
Lo studioso Niall Ferguson dice che i democratici hanno perso alcuni scranni della Camera perché molti elettori sono attratti dalle ali radicali del partito democratico che hanno perso le primarie. Non credo. Si trattava di scegliere tra la decenza e l’indecenza, e se ci sono progressisti negli USA che non si sono recati alle urna, e non hanno votato per posta hanno commesso un grave errore. Volere la Luna è sempre sbagliato quando si va alle elezioni. Dire poi che è stato un risultato deludente oltre 4milioni in più di voto popolare e la conquista di vari Stati che avevano votato Trump alle precedenti elezioni, è una fesseria. La valanga non c’e stata. Ma ci poteva essere? Con un paese spaccato a metà non da oggi? Con il populismo autoritario che avvelena l’aria? Con gli errori, le incomprensioni, la saccenteria del liberalismo americano della costa, per troppi anni distaccato e lontano dall’America profonda dei piccoli centri, le campagne?
Biden ha detto in questi giorni cose sagge e misurate. Parole ammirevoli. Dire che rappresenta l’élite, lui che può spiattellare la sua vita ben comune rispetto a quella di Trump è un’altra sciocchezza. Che Trump cominci a pagare i debiti enormi che ha accumulato, e affronti i processi che ha in ballo. Sono queste le faccende che
preoccupano Trump, e lo sa bene. Per questo non poteva perdere le elezioni. Per questo le notti saranno insonni.
Marino, “The Donald”, le elezioni le ha perse e le ha perse pur essendo riuscito a farsi votare da un numero molto elevato di americani (settantuno milioni!) grazie ad una martellante macchina elettorale che non si faceva scrupolo di mettere in campo plateali menzogne che , proprio perchè ripetute ed amplificate dai media, venivano assunte come verità.
Le fake, l’hanno fatta da padrone in questa lunga campagna elettorale, anche qui in Italia e sono stato letteralmente esterrefatto nel venire a conoscenza delle incredibili prese di posizione, dell’ex Nunzio apostolico negli Stati Uniti (addirittura!), antibergogliano militante, arcivescovo Carlo Maria Viganò, in due lettere scritte all’allora Presidente USA Trump, nel giugno 2020 ( in ….. preparazione alle elezioni) e nel Novembre (a elezioni avvenute).
I testi delle lettere si trovano facilmente in rete https://www.linkiesta.it/2020/06/vigano-trump-lettera/ e https://www.pordenoneoggi.it/nordest/esclusivo-mons-carlo-maria-vigano-elezioni-usa-per-la-verita-covid-e-biden-due-ologrammi/ e il leggerle mi ha fatto fortemente dubitare della mia reale appartenenza a questi giorni, su questa terra, vivendo questo ….pezzo di storia!
L’ineffabile prelato, ripeto, già Nunzio apostolico negli USA, scrive nella prima lettera che il virus e le manifestazioni Black Lives Matter sono un complotto del deep state contro la Casa Bianca e nella seconda che il Covid e Biden sono due ologrammi, due creazioni artificiali: la surreale situazione in Usa nella quale l’evidenza di una colossale “Truffa elettorale” viene impunemente censurata dai media, dando per acquisita la vittoria di Biden, niente meno!|!!
Marino, ti conosco essere attento frequentatore, anche attraverso stampa specializzata, degli accadimenti in atto, mi piacerebbe sentire la tua in proposito.
Francesco, oltre il dramma del Covid, non cessa di fiatarci addosso il dramma della stupidità che c’è sempre stata. Non è novità. La cultura del telemarketing, del complottismo del “nemico” è radicata ormai e i suoi danni dureranno a lungo.
All’informazione giornalistica personaggi come Berlusconi, Trump, Salvini servono perché coprono la fame dell’informazione che vuole personaggi che riempiono pagine politiche, di costume, d’inchiesta per usi ed eventuali abusi della legalità. Il giornalismo, purtroppo ha bisogno di notizie saporite, di politici furbi e corrotti. Trump è personaggio succoso come lo era Berlusconi.
Joe Biden piace poco al giornalismo che vive di gossip; faticano a costruirci la crema gustosa che piace ai lettori. Se avrà delle ombre sarà giusto indagare a fondo, ma il personaggio per la cultura televisiva è troppo scialbo, non crea entusiasmo. Piacciono i pagliacci. Piace chi non accetta la sconfitta. Chi lo fa è un debole, quindi va disprezzato.
Un’altro punto di vista sull’elezione di Biden lo offre l’intervista che l’ottimo settimanale francese “Marianne” (11.11.20) ha fatto allo studioso franco-americano di politica Renaud Beachard. In sostanza Beachard dice che l’elezione di Biden non porterà nulla di buono per le speranze della sinistra radicale americana, anche europea. Dice che il risultato è stato in termini di numeri buono, nonostante Biden è un “personaggio politico imbarazzante e debole”.
Viene dipinto come “un vecchio zio libidinoso” che allunga le mani alle signore e feticista con i capelli. Un politico anche lui corrotto, uomo d’apparato, vecchio “gaffeur” inveterato. Uso alle gaffes. Accusato di plagio per aver copiato un discorso del leader laburista inglese Kinnock. Insomma, la sua è stata ka vittoria “di un cadavere”. Con lui la classe dirigente tornerà ad impossessarsi del potere. Secondo Beachard, Il Partito Democratico è diventato un organismo cattura denari da vari finanziatori, grossi e importanti e straricchi.
I democratici avanzano la pretesa di essere “moralmente superiori” alla feccia repubblicana, considerata ignorante e razzista.
Prima puntata
Secondo Beachard, anche Bernie Sanders si è imborghesito, fissato a farsi lisciare il pelo nei campus universitari. Anche lui ha avuto l’ossessione, l’isteria anti-Trump, dedicando troppo tempo nei suoi comizi sul “Russiagate” e “l’impeachment”, la messa in stato d’accusa per Trump. In saggio del 1986 di Murray Bookchin, “Il paradosso Sanders” rivela che quando Sanders era sindaco della città di Burlington, Vermont, fece tabula rasa dell’economia locale, privilegiando e avvantaggiando un’economia centralista a favore delle grandi aziende, come IBM e General Electric.
Serve sempre un’altra campana. Che la suoni giusta, o sbagliata. Aiuta a riflettere.
Dopo il termine degli scrutini, che consegna a Joe Biden 306 Grandi Elettori sui 270 necessari, Trump non molla il colpo e attacca.
Lo fa tramite il suo strumento preferito, Twitter, e con una frase che non lascia margine ad interpretazioni.
“He only won in the eyes of THE FAKE NEWS MEDIA. I concede nothing!
“Ha vinto solo agli occhi dei Fake News Media – ha scritto Trump – Non concedo NIENTE!“. Il messaggio, segnalato dal social network come “discusso” come quasi tutti i suoi ultimi tweet, continua: “Abbiamo ancora molta strada da fare. Questa è stata un’ELEZIONE TRUCCATA“.
The Donald. malgrado il passaggio dallo stato “arancione” a quello “grigio”, dichiara: We have a long way to go”! La strada che porta ad avere un Presidente negli USA è ancora lunga , e lui vuole percorrerla tutta, a costo di screditare agli occhi del mondo la democrazia americana!
Segnalo un editoriale del direttore de “The New Yorker” David Remnick, che compare sul supplemento al n.1384 di “Internazionale”, del 13.11.20. Cito le ultime righe: Alla fine della campagna elettorale, durante un comizio in Pennsylvania, Trump ha osservato un autotreno parcheggiato poco lontano. “Pensate che potrei mettermi al volante e andare via?, ha chiesto con un ghigno.”Mi piacerebbe tanto svignarmela. Andarmene via da qui.Ho avuto una vita incredibile. La mia vita è stata spettacolare”. Tutto, nella sua mente, ruotava attorno a lui. Fino alla fine”.
Andrew Cuomo, Governatore di New York, attacca Donald Trump dopo che the Donald ha minacciato di non distribuire i vaccini contro il coronavirus agli abitanti dello stato della Grande Mela. « …… Non lascerò che i newyorkesi siano vittime di bullismo» ( Ansa )”Se l’amministrazione Trump non cambia questo piano e non fornisce un processo di vaccinazione equo, faremo valere i nostri diritti legali e avvieremo azioni legali per proteggere i newyorkesi”….”Non ci può essere diritto più fondamentale in questo momento dell’accesso al vaccino. Qualsiasi piano che grava intenzionalmente sulle comunità di colore per ostacolare l’accesso al vaccino priva quelle comunità di un’equa protezione ai sensi della legge, e tale protezione è sancita dalla Costituzione di questi Stati Uniti. Non permetterò ai newyorkesi di subire bullismo o subire abusi. Non permetterò che l’ingiustizia continui”……
http://www.ansamed.info/sito/videogallery/mondo/2020/11/16/usa-2020-il-governatore-di-new-york-cuomo-contro-trump_cf9a32fb-30f2-4d33-9758-2b13f66cecab.html
Non sorprende che Donald Trump non accetti la sconfitta elettorale, e se ne va per il resto dei suoi giorni in Florida a giocare a golf, rincorso dai debiti, carte bollate, avvocati, procuratori. Ma l’America, oltre al dramna della pandemia che sta pestando duramente negli USA, si sta preparando alla prossima prova elettorale in Georgia, agli inizi di gennaio prossimo. Ci sono due posti di senatori in ballo. Se i repubblicani ne vinceranno almeno uno, avranno il controllo del Senato, e Biden dovrà prendere accordi con quei pochi non del tutto trumpiani fra le file repubblicane, per legiferare. Magari scontentando parte dei democratici più a sinistra. Il giornale di San Francisco segnala che stanno già organizzando treni e bus (rischiando di contagiarsi) dalla California alla Georgia. Al primo turno i candidati repubblicani hanno ottenuto più voti, per poco, ma comunque di più. Potrebbe essere un uscita di scena onorevole per Trump, ma lui se ne frega delle uscite onorevoli, e il dramma che a non pochi americani piace così, un Presidente, bugiardo, strafottente, superbo, uno “zio pazzo”; pure, secondo molte donne, molestatore e peggio di questo. Ci si domanda se sono più gli errori fatti dalla debolezza del sistema democratico, le scelte del Partito Democratico Americano, o questa rivoluzione culturale e politica che ha portato la tv, poi internet, a dominare ed influenzare e creare le opinioni.
The Donald: avete presente Obama?
“Eco, tet diers” ! (e per i lettori fuori Crema: “Ecco tutto diverso”!)