Nello Musumeci attacca, spara provvedimenti da fuori di testa, poi attende paziente l’ovazione del suo popolo per aver mostrato i pregiati didimi siculi al Governo. Già, perché qualcosa succederà di sicuro, tanto da permettergli di ritirare con onore il guanto di sfida lanciato.
Tuttavia anche in un uditorio non allineato è riuscito a suscitare delle simpatie, fin qui, dove di sbarchi sulle sponde del Serio non ne abbiamo visti ancora. Eppure sulla sostanzialità delle motivazioni, forma a parte, c’è chi anche all’ombra del campanile del Duomo assente.
Ora mi chiedo, da tecnico, ma quando uno sprona il cavallo da guerra, non dovrebbe come minimo essere ineccepibile nell’armamento?
Guardate la pasticciata raccolta dati sull’andamento dei contagi e relativa epidemia Covid in Sicilia. Trascuratezza? Incapacità epidemiologica? No, perché di accurato c’è solo Il tratto finale con l’ultimo incremento, una bella curva armonica in salita, ma lunga appena un trattino. Il resto sembra l’operato della sega di un falegname ubriaco!
Cosa sono quei gradoni geometrici? Il risultato di dati che arrivano a singhiozzo, cosa che ho trovato ammissibile nella grafica del Burundi (peraltro già più accurata) ma nella Sicilia che afferma il Governatore avere risorse, storia, cultura ben superiore al resto d’Italia?
Considerazioni:
1 La gente, che non riesce ad approfondire, perde la fiducia nella scienza! E ci credo, visto che al grande bailame di pareri si aggiunge la politica a selezionare quel che gli fa comodo al momento e secondo lo schieramento. Come se le previsioni del tempo dipendessero da… correnti molto poco meteo!
Penso sempre che tutti potrebbero guardarsi come me i grafici ogni mattina, e farsi una loro opinione sul dato, non sui pareri.
2 Per carità, si può sbagliare sia da destra che da sinistra, ma se ci si aggiunge spudoratezza, arroganza… Siamo di fronte a una connotazione caratteriale personale, regionale, o di orientamento politico?
Scusate, stavo scivolando nella partitica, e in terra Cremascolta non si può, ma mi è scappata proprio.
Commenti
Musumeci rettifica la mia informativa: quelle vistose discrepanze dipendono dal successo di cure taumaturgiche e resurrezioni da lui personalmente praticate!
Intanto meno ecaltantemente, da dottmed: “Alle 8.30 circa il primo volontario ha ricevuto la dose del vaccino. Il vaccino che sarà sperimentato allo Spallanzani è interamente italiano”. Ma lo sapevate già.
Adriano, quel grafico sembra il …. neon di un locale notturno!
Roba da folli.
Che il combinato disposto covid/sbarchi crei problemi pesanti alla mia “Siciliabbedda” lo capiscono anche i ….fichi d’india, che il Governo, con una UE sostanzialmente latitante, annaspi a cercare di tamponare è altrettanto evidente.
L’ordinanza di Musumeci così come è stata ….”buttata la”, la vedo come provocazione elettorale che strizza l’occhio al separatismo mai del tutto sopito nella “trinacria”.
Certo non è un bel segno di credibilità politico/amministrativa dal “buffo stivale” alla pur traccheggiante UE, al contrario, porta acqua ai Paesi del nord (più o meno “frugali”) che già mal sopportano la nostra scarsa …..solidità, appunto politico/amministrativa!
L’ennesimo atto rivelatore della scarsa collaborazione/coordinamento (quandanche non conflitto) tra Governo centrale e ….”governatorato” regionale.
…..addapassaà a nuttata!!!!
La gente non riesce ad approfondire perchè mancano magari gli specchietti chiari e semplici. Tot tamponi tot positivi. Coi numeri di fianco, settimanali. E non tutti sanno che se in Lombardia i positivi sono 90 e in Liguria 30, vuol dire che in Liguria i positivi in percentuale sono di più che in Lombardia, perchè, dico a memoria, in Lombardia siamo oltre dieci milioni, mentre in Liguria gli abitanti sono poco più di tre milioni. I tiggi vanno di fretta, e non spiegano chiaramente la situazione in evoluzione.
In quanto a separatismo i movimenti neoborbonici e le dichiarazione del Governatore De Luca la dicono lunga anche in Campania. Forse la cosa è stata concepita male dall’inizio. Ma è in frangenti come questo che si capisce che ci vuole più stato, non più liberalismo.
Non so se ci voglia più Stato, Adriano. Può darsi. Dipende. Personalmente penserei che ci voglia più Stato nella sanità e nella scuola. Lì sì, eccome. Molto, molto più Stato. In certi carrozzoni economici senza speranza, non saprei. Specie se di devastante impatto ecologico o di irrimediabile destino fallimentare (o entrambi).
Però, quello che il Covid-19 ha evidenziato in modo eclatante, è stato il confusorio scoordinamento tra Stato e Regioni. Questo è il fatto che è balzato all’occhio in modo clamoroso. E la responsabilità non è di questo esecutivo o di quelli che l’hanno preceduto di poco. Il problema sta soprattutto nel pasticciaccio brutto creatosi decenni fa con l’attuazione costituzionale delle autonomie regionali, svoltasi non come allora ipotizzato dai “padri costituzionali” di tanti figli e nipoti politici degeneri ma come moltiplicazione di prebende politiche e greppie partitiche. Durante la pandemia, queste sovrapposizioni di poteri (fin troppo esercitati) e di doveri (ben poco adempiuti) hanno rischiato di portare agli italiani un pregiudizio enorme.
Quindi, caro Adriano, non saprei dire sul “liberalismo”, uno spettro che ogni tanto compare sugli spalti della nostra Elsinore politica per i tanti Amleti di partito desiderosi di prendere in mano il teschio dell’Italia.
Direi invece che, se ci vuole più Stato, ci vuole meno “regionalismo”. Sono le regioni, ormai, sempre di più il vero problema strutturale della nostra architettura istituzionale.
Non si devono abolire le province. Si devono abolire le regioni.
Su quelle a statuto speciale e su quella siciliana in particolare, ci sarebbero molte cose da dire, a volte gradevoli, a volte meno. La Storia ha percorsi strani e non sempre di facile lettura.
Invece, sugli “indipendentismi” siciliani, sui neo-borbonismi e su altre simili suppellettili politiche di ben nota origine e altrettanto ben noto afrore, no comment.
“Penserei che ci vorrebbe”. E non posso dare colpe al correttore.
Sul rischio poi di maggior contagio Covid-19 a causa dei clandestini, non vedo come si possa negare.
C’è, eccome. E sta palesemente aumentando. Poi, quando verrà il nostro momento, come ci è stato detto di recente, dovremo pure “rispondere di ciascuno di loro”. Va bene. Come diceva Troisi, “mò me lo segno”.
Il punto, ovviamente, su questo rischio evidente, è un altro. Non sul “se” ma sul “quanto”.
Fatti e numeri possono quantificare e determinare il fattore di rischio in vari modi di tipo numerico e logico.
Però, non è che in statistica si guardi solo alla “causa” percentualmente maggiore e si ignorino tutte le altre.
Tutto fa. Tutto concorre. Senza arrivare alla goccia che fa traboccare il vaso (sarebbe un utilizzo strumentale e scorretto), va comunque ben considerato ogni fenomeno. Ripeto, fatti e numeri.
E, soprattutto, non illudersi che fuori statistica si possano mettere anche quelli che sono fuori dalla rete di recinzione perché se la sono data a gambe. Insomma, meno chiasso e più dati oggettivi. E non certo coi grafici da dancing days (molto buona, Francesco).
Su Musumeci, bah, che dire, suona i tipici strumenti dell’orchestra a cui appartiene. Fa il suo mestiere. Come tutti i suoi colleghi “governatori”: un termine ridicolo, che vorrebbe suonare yankee e che invece da noi, visti certi personaggi, evoca colonie tropicali, maracas e caucciù.
Mi interpreti dove io ho pasticciato alla ricerca di un autochiarimento Pietro!
E’ lo “spirito” del blog, no? Presidente!
Ti prego di scusarmi, Adriano, ma non ho capito.
Non mi sembra che tu abbia pasticciato, nemmeno per un autochiarimento, nel senso che sei sempre, nella sostanza, tutt’altro che pasticciato e anche nel senso che sei sempre molto chiaro e diretto verso tutti, il che implica di solito molta “autochiarezza”.
Per di più, sul tuo “più Stato”, ad esempio rispetto alle regioni, sei per me davvero molto condivisibile e, rispetto al “liberalismo” (qualunque cosa ormai sia), altrettanto condivisibile su due elementi essenziali per ogni comunità civile, la scuola e la sanità.
Quindi, mi pare che ci sia una buona sintonia su diverse cose importanti.
“più Stato, ad esempio rispetto alle regioni” dici Pietro, ed è ciò su cui intendevo calcar la mano. Ma ho scritto sull’onda dell’emotività, perché i buffoni a me… sì il momento politico lo induce questo stile… ma un accidente, un paio di sberle se fai capricci come i bambini!
Il fattore rischio: vero, ma è un po’ diverso dalla peste, conta il concetto di carica virale, non stocasticamente di contatto singolo. Non dimentichiamo, sempre rammento, che anche la peste del Manzoni si risolse aprendo le porte del lazzaretto e lasciando che i casi dubbi si disperdessero per le campagne.
Ma non è certo quel che voglio, solo non siamo bambini, adesso basta dire non va bene e vvoglio, voglio… Ci ha puntato Johnson sul metodo e adesso si trova a chiedere soccorso a Macron, che gli risponde; “l’operazione costa tanto se ti va”.
E la gente, infantili eterni, ancora plaudono!
Ben diverso con i dati in mano, ben costruiti, mica quelli della Trinacria, far pressione perché studi seri sulle soluzioni abbiano il loro esito conseguenziale, per i migranti come per l’epidemia, dando fiducia a chi le cose le sa, e non a chi le pasticcia per catturare consensi.
P.S. Pietro: non penso certo a un’industria di Stato quando penso a più stato, anzi, di vedere il tricolore sfrecciare sul timone di coda degli aerei non me ne frega proprio niente, ma per i servizi di base è diverso, e l’operazione regioni è stato il punto di partenza del bailame. Le assurdità in Sanità fanno testo.
PS 2 Franco: “Sicilia bedda” permane nel mio cuore, ma quando il guidatore dell’ape – taxi è arrivato sotto il palazzo della Regione portando mia moglie e me in giro per un fantastico giro di Palermo ad altezza uomo, ci ha fornito una sola spiegazione: e adesso la mafia è qui che sta di casa (lo diceva lui quel simpatico Lello, mica fantastico io).
Ti ringrazio molto del chiarimento, Adriano. Adesso ho capito. Sulla carica virale, d’accordo. Su Musumeci, ribadisco il concetto. Infine, mi fa piacere che pure tu intendessi “più Stato” anche rispetto alle Regioni.
Uno degli effetti indiretti del Covid-19, sto leggendo, è stato comunque quello di una rivalutazione della scienza, di quella medica in particolare, da parte della gente, dopo anni di bufale anti-scientifiche. Con invece una erosione di consenso (un’ulteriore, ennesima erosione) riguardo ai politici, spesso proprio per questo balletto tra Stato e Regioni, con continui rimpalli di responsabilità, strizzatine d’occhio elettorali e toccatine di gomito clientelari.
Che bello quando l’Italia era “una e indivisibile”.
Dal “fondo” di oggi di Marco travaglio sul “Fatto quotidiano” . Marco, scrive troppo bene!
“….Ricordate don Ferrante, una delle figure più tragicomiche de I promessi sposi? La peste faceva strage, ma il governo spagnolo e la scienza al seguito la negavano o la minimizzavano. La gente la vedeva, se la buscava, ne moriva. Però don Ferrante, scienziato di regime, diceva che non era peste, ma una “fatale congiunzione di Saturno con Giove”. Scrive Manzoni: “Su questi bei fondamenti, don Ferrante non prese nessuna precauzione contro la peste; gli s’attaccò; andò a letto, a morire, come un eroe di Metastasio, prendendosela con le stelle”. Lungi da noi augurare – come fanno i soliti webeti – la stessa fine a Flavio Briatore, a cui anzi formuliamo i più fervidi auspici di pronta guarigione,come ai 60 e passa sventurati dipendenti del Billionaire……”
Ci aggiungo io: come non bastasse, fedeli al negazionismo fino in fondo, la ….omologa Santanchè, “….. questo governo ha deciso che non possiamo più ballare…”, a ….. reti unificate nega che il Flavio sia stato ricoverato per il virus, ma per una prostatite. Infatti nella sua clinica il prof. Zangrillo, quello che “….il virus, praticamente, dal punto di vista clinico non esiste più…..” lo ha ricoverato tra i solventi generici del San Raffaele.
La prostatite, anche se prende i polmoni, non è contagiosa no?!?
Che poi a quel mandrillo di Briatore chissà cosa infastidisce di più, se la prostatite o la Covid, come ci ha insegnato Adriano. Bene ha fatto il sindaco di Arzachena a ricordare al capitalista terapeutico, per citare Fusaro che fortunatamente è sparito dalla televisione, nel senso che non lo invita più nessuno, che le misure restrittive sono state pensate anche per proteggere gli anziani come lui. Ci sarà rimasto di m.
Rispetto alla definizione di Fusaro sto tra l’altro preparando un post che però devo ridimensionare per numero di parole, tra rime buccali,- ma chi le scrive le nostre leggi- che non esistono negli ambienti che influenzano, e noi cittadini comuni che finito il lock down non trovano così restrittivo l’uso delle mascherine.
“Un bacio non vuol’ dire più niente”, cantava Sylvie Vartan, ma che peccato non essere stati adolescenti in era covid, quando la mascherina abbassata e il contatto fluido delle bocche probabilmente acquistano nuovamente un significato di complice intimità trasgressiva…
Circa don Ferrante e Briatore, speriamo che l’occasioe di contagio sia stata almeno qualcosa in più di una stretta di mano!
Ma pensa con l’età cosa viene in mente…
Errate corrige: “non troviamo”.