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FRANCESCO TORRISI

Super Mario

Prelievo da face book, acquisito l’ok dall’autore, “padron Piero” (Carelli), il testo della lettera inviata al (in ginec e segn de la crus!) “super” Mario Draghi, “sposato” da quelli di CL (e da tutti quelli che stavano seduti in prima fila”, quale unico possibile “salvatore della patria”!

Il suo curriculum è ….. una garanzia!

 

“CARO DRAGHI, ECCO LE VERITÀ NON DETTE…

Tutti (o quasi), caro Draghi, si inchinano ai tuoi piedi.

Tutti (o quasi) ascoltano le tue parole con deferenza.

Dopo l’ormai leggendario tuo “whatever it takes” sei diventato un guru, un’icona: un’immagine che ti sei conquistato sul campo sfidando i Poteri forti (anche la potentissima Bundesbank), intervenendo con massicci acquisti di titoli di Stato a favore dei Partner europei (in primis l’Italia) più in difficoltà.

Chapeau!

 

La mia opinione personalissima? Non conta assolutamente nulla (chi sono io di fronte a te?), ma non posso, da semplice “cittadino” non esprimere il mio sconcerto a proposito del discorso che hai tenuto al Meeting di Rimini, non tanto per quanto hai detto, ma per ciò che non hai detto.

Ciò che hai detto, infatti, mi è parso saggio, ma del tutto scontato: investire sui giovani, puntare, dopo l’emergenza sul “debito buono” non dimenticando però di dire che i deficit e i debiti che stanno crescendo a livelli di guerra dovranno essere ripagati dalle nuove generazioni. Tutto OK, ma nulla di originale. Nuovo, forse, è l’appello a riformare istituzioni internazionali come il WTO e a dare il via a una nuova Bretton Wood, questa volta su iniziativa europea.

 

Troppo, tuttavia, il non detto.

Non hai detto che la globalizzazione selvaggia degli ultimi trent’anni ha provocato un colossale trasferimento di risorse dal lavoro al capitale, acuendo ancora di più le disuguaglianze sociali.

Non hai detto che il cosiddetto “libero mercato” altro non è che uno spazio di predatori e di prede, un teatro in cui a soccombere sono i deboli.

Non hai detto che alcuni Paesi industrializzati (non solo la Germania) scaricano i loro costi sui lavoratori dell’Europa dell’Est?

Non hai detto che la cittadella dei ricchi (oggi, grazie alla globalizzazione, allargata ai miliardari di alcuni ex Paesi emergenti) in cui abitiamo esiste e può sopravvivere solo grazie allo sfruttamento di miliardi di nuovi schiavi (fuori e dentro i confini nazionali).

Non hai detto che l’attuale pandemia è l’effetto, in ultima analisi, di un sistema economico malato che ha saccheggiato il pianeta, invece che custodirlo.

Nulla delle parole potenti che si leggono in quel manifesto rivoluzionario che è la “Laudato si’”.

 

Il non detto (sai tutto dei meccanismi del sistema) lo conosci bene, ma perché non dirlo?

Perché non una parola sul ruolo “rivoluzionario” che spetta ai giovani?

 

– ndr: Grazie “padron Piero”!

FRANCESCO TORRISI

21 Ago 2020 in Politica

19 commenti

Commenti

  • Discorso piacione quello di Draghi a Cl é stato il commento di molti opinionisti. Da parte dell’illustre nessuna proposta.

  • Gia’ il cognome, diciamocelo, fa un bell’effetto!
    Oddio anche se si fosse chiamato ….. “agnelli” (!), però “draghi” , nomen omen, davvero non scherza!
    La sua paginetta su Wiki, dall’Istituto Massimiliano Massimo di Roma retto dai gesuiti, compagno di classe Luca Cordero di Montezemolo, in avanti, è tutto meno che “la qualunque”. Roba da fare tremare le vene ai polsi!
    Nel 2015 ha dichiarato che le proprie idee politiche rientrano nel socialismo liberale (!), nel 2018, secondo la rivista Forbes, è considerato il 18° uomo più potente del mondo ……mica ceci è !
    Con tutto il rispetto però, “padron” Piero gli indirizza una lettera (una specie di. ” zsò da la pianta”!) che con garbata determinazione gli indica quello che lui (ma anche io, e “noi”, credo!) ci si sarebbe aspettato da un personaggio ….par suo!
    Abbiamo un tremendo bisogno di “persone all’altezza” che non lascino soli coloro che si stanno prendendo sulle spalle la enorme responsabilità di “governare” questo maestoso e (visto da lontano) stupendo veliero, con la scafo che fa acqua dappertutto, buona parte delle vele sfilacciate, ufficiali di bordo che spesso non collaborano col capitano ed equipaggio sempre sul piede dell’ ….ammutinamento!

  • Di sicuro, Franco, il super-Mario è un uomo del “sistema”, anche se probabilmente migliore di tanti altri: non è proprio una decisione da nulla quella di andare “oltre” le competenze dell Bce (o quanto meno oltre la prassi seguita fino ad allora) al tempo del suo whatever it takes. Un socialista liberale? Ho qualche dubbio: un einaudiano, sì. Non so se il personaggio abbia delle ambizioni ulteriori e abbia adattato ad hoc il suo discorso di Rimini, cercando di accontentare tutti o, comunque, di non urtare nessuno (c’è, sì, un richiamo forte alla necessità che i politici conoscano i fatti, un richiamo tuttavia non diretto a nessuno in particolare). Quali potrebbero essere le ambizioni? Forse la presidenza della Repubblica italiana sarebbe poco. Credo che punti più in alto. Molto più in alto.

    • Senza dubbio, io credo le “Presidenze”! Del Consiglio, ove riuscisse uno degli “sgambetti’ plurimi e aggravati che stanno tirando a Conte, oppure, più pomposanente della Repubblica, a scadenza di mandato. Più credibilmente, se l'”itaglia” non casca in mano all’accozzaglia melon/salvin/berlusconiana l’EU al top!

  • E se semplicemente avessimo paura dell’evenienza di qualcuno che sa stare sul filo di lana senza fare errori declamatori ma dicendo un accidenti di niente? E che gente che capisce un accidente di niente vorrebbe manovrare!
    La politica ha un segno, è questo che dobbiamo ricordare, soprattutto ora che l’Umanità è a un passo dal baratro. Questo segno vuol dire “esser bravi per andar dove?” non “essere bravi a mostrarvi il risultato addomesticato”.
    E ci mancherebbe che gente preparata non sapesse far correre i cavalli!
    Sei bravo Super Mario, ma a dir di no come te la cavi?
    Non faccio il tifo per gli aurighi, ma tengo piuttosto le antenne tese sulle scuderie. Questa gente deve stare lontana dai bottoni da cui dipendono le nostre vite, e a questo punto, quelle dei nostri figli!
    Questa gente si vuole impadronire anche di Crema!

  • Il diavolo e l’acqua santa. E sulle due parti si può discutere.
    Sarà il tempo a dirci se siamo a Machiavelli o al Sunset Boulevard, al Principe o a Gloria Swanson.
    Intanto, spettacolo interessante.
    Naturalmente, complottisti scatenati.
    Visto il filmato, peccato non ci sia più Arbasino.

  • Di sicuro non possiamo chiedere al super-Mario di fare altro: è un personaggio che conosce bene, in tutti i suoi dettagli (trucchi?) il mondo finanziario e monetario: non è un caso che abbia auspicato una nuova Bretton Wood. Non potrebbe essere proprio questo il ruolo che potrebbe ricoprire? Una maggiore stabilità finanziaria non sarebbe già qualcosa di positivo?

  • Ma quanti sono quelli di CL in Italia così che tutti gli anni la nostra classe politica, economica, imprenditoriale debba andare in pellegrinaggio a Rimini?

    • Ogni anno c’è la passerella dei politici, più o meno seri, che all’incontro promosso di Comunione e Liberazione a Rimini vanno a raccontare il loro compitino preparato sotto l’ombrellone o nella loro seconda casa in montagna o in campagna. Mai niente di dirompente; del resto è il Meeting dell’Amicizia, promosso da un movimento integralista, che con i soldi ha avuto qualche problema, che ha espresso un personaggio come Roberto Formigoni ben immortalato anche ai Sabbioni da un bravo pittore di strada e muri di calcestruzzo. Per come la penso, e siccome credo nel dialogo nelle sedi opportune, non quella di un gruppo che ha messo seggiole nella sanità lombarda, che ha rapporti di vicinato con l’Opus Dei, un politico serio per davvero, specchiato dovrebbe rinunciare a metterci piede. Esiste ancora il valore della coerenza, oppure è solo una parola vuota, una cicca da masticare?
      Corrado Stajano non lo si è visto per lunghi anni in televisione, o se ci ha messo piede, di recente, è stato solo in rarissime occasioni. Eppure alla Rai ha lavorato, ma dopo il filmato “La strategia della tensione”, scritto con Marco Fini, gli impedirono qualunque altro lavoro in Rai. E lui, per coerenza, perchè sa bene che i talk-show di oggi sono perlopiù un gioco a chi fa la voce grossa, preferisce non andarci. E’ raro che un giornalista rifiuta il pubblico televisivo, la notorietà. La coerenza la si paga. E i politici preferiscono farsi vedere, leggere il loro inutile compitino di frasi fatte, come ha fatto di recente Draghi, come fanno tutti a Rimini, e poi dopo un pò di flash, di editorialisti che si scervellano d’interpretare il nulla detto, ma debbono riempire le colonne, tutti a casa che è l’ora della pastasciutta, preparata da altri, magari la cameriera.

  • Grazie per il ….recall per Corrado Stajano e Marco Fini .
    Ho recuperato e guardato con commossa attenzione, grazie a Rai Play il prezioso lavoro al quale fai riferimento nel truo commento.
    Il titolo completo del lungo, stupendo filmato che ho visto è “La forza della democrazia ” (puntata del 14/1/1977) “la strategia della tensione”.
    Memorabili le parole della zia di Pietro Valpreda: ” ….se siamo guidati o giudicati da quella gente (ndr: i magistrati gli inquirenti) siamo tutti a fondo…..”!
    Credetemi è da vedere e rivedere!

    • La tua curiosità è quella di un ragazzo, caro Francesco. Dici bene, il programma di Stajano e Marco Fini passato su Rete due della Rai e che scatenò molte polemiche si chiamava proprio “La forza della democrazia”. Fu pubblicato anche un libro con lo stesso titolo nel 1977 edizione Einaudi (più tardi, quando l’Einaudi, comperata dalla Mondadori passò nelle mani di Berlusconi, Stajano cambiò editore, dall’Einaudi a Garzanti).
      Nel libro è citato un editoriale del “Giornale Nuovo” direttore Montanelli, e a firma Livio Caputo che chiede di applicare il Codice penale contro il programma di Stajano e Fini per istigazione a disobbedire alle leggi, e diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose. Lo stesso Montanelli scrisse che il programma “mi mortifica come cittadino italiano costretto a subire le infami mistificazioni e le truffe canagliesche di una televisione di Stato che ormai si è ridotta a officina di falsi e a spaccio di droga ideologica” (pag.VI della Nota introduttiva a “La forza della democrazia” op.cit.). Il nocciolo è che Montanelli non ha mai creduto che ci fosse stata allora una “strategia della tensione” in Italia negli anni 1969-1976. Ma ha avuto torto marcio. Sono diversi i libri di storia, anche recenti, anche di storici non militanti che non hanno dubbi che la strategia della tensione in Italia in quegli anni ci fu, eccome.

  • Good notice: se non altro il “pellegrinaggio” dei …..soliti noti, Ministri, presidenti di Regione, segretari di partito, a Rimini (people, segnatamente quest’anno, proprio nisba!) un risultato tangibile l’ha raggiunto: Salvini costretto – finalmente – a indossare la mascherina dagli intransigenti volontari ciellini.
    Potenza di CL!!!!

  • Marino, credo proprio che quanto ha scritto Montanelli non possa che essere considerato in piena sintonia con il personaggio, tanto grande giornalista, quanto irrimediabilmente di destra, tanto di destra da usare il “paraocchi” rispetto alla indegna strategia della tensione orchestrata con cinismo proprio da chi temeva e voleva contrastare, col “gioco sporco” la “forza della democrazia”!

    • E infatti, quando Marco Travaglio insisteva a citare l’ultimo Montanelli antiberlusconiano, con la sua “Voce” che fu inascoltata, e che pochi acquistavano, gli scrissi che per giustezza e giustizia bisognava citare anche l’altro Montanelli scudo della peggior destra italiana (lettori e personaggi politici, militari,ecc.); il Montanelli del “Passaggio in Svizzera”, l’anno nascosto di Indro Montanelli della studiosa locarnese Renata Broggini, che racconta le astuzie, le ombre del personaggio che da fascista si fece poi passare per antifascista. So che Beppe Severgnini, forse il giornalista italiano con la scrittura più limpida e brillante, difende Montanelli; del resto scriveva bene e con qualità il vecchio Indro, come nessun altro; anche se dopo quanto ha scritto Vittorio Feltri nella sua autobiografia “Il Borghese”, citando un commento di Montanelli su Severgnini (che dubito molto sia vero), non saprei dire come la pensa oggi Severgnini di Montanelli. Ma non chiedetemi come c’è scritto. Se volete saperne di più è giusto leggere il libro di Feltri. E dubitare di quanto Feltri scrive. Come diceva Bocca: a sentir nominare Vittorio Feltri vengono brividi alla schiena….
      Vittorio Feltri è un bravissimo professionista del giornalismo, e per un pelo ho rischiato di lavorare con lui al tempo de “L’Indipendente”. La prova fu annullata. Per fortuna. Non tutte le delusioni vengono per nuocere.

  • Caro Piero, ancora una volta hai saputo guardare con sagacia e comprensibile diffidenza ciò che sta dentro le cose e darne la necessaria lettura critica.
    Non è tanto importante come parla Draghi o Conte o Meloni o chicchesia, è chiaro che sono tutti parte di un sistema in cui nessuno ha interesse a dire ciò che non va. Ci vengono elargiti parziali suggerimenti per nulla cambiare perché va bene così. A che serve trovare soluzioni a uno stato di cose che nessuno vuole cambiare? Ma il punto è: cosa possiamo fare noi comuni mortali? Aspettiamo che venga fuori colui che ci guida, capace di dire si o no quando ci vuole? Credo che dovremo aspettare a lungo. In altri tempi si faceva la rivoluzione e forse è arrivato il momento, ma non la sappiamo fare e ancora peggio non la vogliamo fare perché la consistenza delle macchine e delle case che abbiamo, le vacanze, apericene e movide che facciamo è tale da pensare che non abbiamo così fame da ribaltare il sistema. Del resto, un popolo che tra politici, pubblico impiego, pensionati, categorie sociali, fondazioni ecc. ecc. rasenta il 70%, non può aver voglia di incazzarsi, ma se incomincia a pensare che tutto questo finirà, i tempi sono maturi per ribaltare tutto. Le rivoluzioni non sono mai partite dal basso, tuttalpiù il popolo è sempre stato il megafono di idee più “alte” e purtroppo il necessario agnello sacrificale, ma ora abbiamo lo strumento giusto, non più le armi e le barricate, ma l’urna elettorale.
    I HAVE A DREAM – 98% di affluenza alle urne – 98% di schede nulle, un bello scarabocchio e l’indomani? Chi ha vinto? Chi ha perso? Chi ha, tutto sommato, tenuto? Quali alleanze senza voti da contare? Panico? No! Gli italiani andranno comunque a lavorare, a scuola, all’apericena, in vacanza; solamente avranno detto che ci sono cose importanti da fare e che così non va. Che non è il momento di disturbarli per mandare a casa qualche deputato (poi chi li selezionerà? chi sarà disponibile a prepensionarsi? quale capo di partito avrà il fegato di licenziare?) Siamo o no i migliori? Il popolo che se la sa cavare meglio degli altri? Dimostriamolo, non solo nell’emergenza! Facciamo capire, con l’unico mezzo disponibile, di avere fame, ma di onestà, giustizia sociale, etica, moralità, altruismo, di qualcosa per cui valga la pena vivere.

    • Di popolo ce n’è più di uno, e quando diciamo “popolo” crediamo di riconoscere, di far bollire, di tener dentro qualcosa che invece scappa dal pentolone del nostro discorsario, perchè sfugge. Si dice popolo, tanto per far prima. C’è diverso popolo, anche in conflitto che si fa imbeccare da microfoni “alti” e da leader furbastri, che di alto hanno solo la voce. C’è il popolo col portafoglio e quello senza, per esempio. Ci sono i fintipoveri e i finti ricchi con carichi di debiti. Siamo i migliori? Diciamo che siamo a volte sorprendenti, nel bene, spesso pure nel peggio, come la Storia insegna. Talmente sorprendenti che siamo riusciti (io no, ma molti sì) a far vincere uno come Berlusconi, che con quattro impiegati “alti” della Fininvest in dieta d’aglio per una settimana e corso accellerato per strette di mano vigorose è passato da qualche difficoltà edilizia a un governo nazionale. Piano con le illusioni. Quindi.

    • “Popolo”? In Italia, come tu Marino sai molto bene, abbiamo sessanta milioni di popoli, composti tutti da singoli individui, dall’asilo al ricovero, dalle Alpi ai monti Iblei. Anzi, di più, perché siamo anche gente incostante, che cambia “popolo” spesso, per cui altro che sessanta milioni. Dopo che l’han capito persino i comunisti (persino loro, incredibile), a non averlo capito è rimasto solo Mazzini.
      Però mi sembra che il concetto per cui “quando non vince nessuno le antenne si rizzano” non sia affatto sbagliato.
      Se fosse davvero possibile dare un segnale, anche elettorale, di questo genere, la cosa forse non potrebbe essere gestita, medicata e manipolata dall’establishment dei partiti come nei casi di esiti più discutibili e meno eclatanti. Certo, la botta dovrebbe essere davvero drastica.
      Per cui, se succedesse, le cose potrebbero in effetti andare in un certo modo. Quale? Difficile a dirsi, però probabilmente nel senso di una frattura politica e sociale notevole. Magari positiva.
      Il punto è: quante possibilità, reali, concrete, effettive, che possa succedere ci sono davvero?

  • Piero ha fatto un esplicito richiamo a “una nuova Bretton Woods” con “super-Mario” quale …..auriga!
    Il parallelo, indubbiamente regge: nel luglio del ’44 si era in fase di uscita da una guerra mondiale, oggi siamo in fase di uscita da un accadimento mondiale dalle conseguenze assai simili ad una guerra!
    Di diverso, assai diverso, il fatto che nel ’44 c’erano dei “vincitori” che si potevano permettere di decidere, magari …..per le vie brevi, oggi abbiamo un bel sacco di “perdenti”, y nada mas!
    Restringendoci ai problemi ….de nojartri: Cigoli mi pare individui una via che passa attraverso all'”andare al mare”o a …. “una fetta di salame”, generalizzate (uso il paradosso, che si rifà però a fatti realmente accaduti in sede elettorale, neh!) da mettere nell’urna del referendum.
    So, per via redazionale, che sta ….scaldando i motori un post finalizzato al tema. Avremo tutto lo spazio necessario per dedicarcici ( ma si dice “dedicarcici”?!? sembra più uno …. starnuto, ops!)

    • Non intendevo “andare al mare” quello era assenteismo, questa massima affluenza, partecipazione, far sentire che ci siamo e possiamo anche far male. Certo non è questa la soluzione, ma “quando ci vuole”!!! E quando non vince nessuno le antenne si rizzano.

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