Era il 14 Gennaio di questo tribolatissimo 2020, ignoravamo che un perfido virus stava per impossessarsi delle nostre vite, mettendoci in uno stato di Stand-by che mai, in vita nostra, ci era stato dato sperimentare e gestire; sulle News del bel sito di REI – Reindustria e Innovazione campeggiava in
14 gennaio 2020
Rilancio università e area Pierina: si cercano investitori anche all’estero
All’interno del piano di rilancio del polo universitario di Crema che, a settembre, vedrà il trasferimento definitivo della facoltà di Informatica a Milano, il Comune ha coinvolto Reindustria nella redazione di un progetto che integri anche l’area circostante della Pierina per poter partecipare ad un bando di rigenerazione urbana “Mipim 2020” in programma a Cannes a marzo. Se il progetto fosse selezionato potrebbero intervenire investitori esteri.Che l’amministrazione, attraverso Acsu, stesse lavorando ad un piano di rilancio dell’università, che da settembre, vedrà gli studenti di informata trasferirsi definitivamente a Milano, si sapeva. Quella che invece rappresenta una novità è che il comune stia prendendo in considerazione anche l’area circostante all’immobile dove ha sede l’università ovvero la zona della Pierina in disuso e in stato di degrado dal 2001.
L’amministrazione ha coinvolto REI – Reindustria Innovazione nella redazione di un progetto di sviluppo e riqualificazione dell’intero comparto (che integri univesità e area Pierina) per poter partecipare a un bando di Regione Lombardia e Unioncamere per la selezione di progetti di investimenti o di rigenerazione urbana da presentare a Mipim 2020, la principale fiera immobiliare in Europa in programma a cannes nel mese di marzo.
“In pratica – spiega Ilaria Massari direttrice di Rei – se il progetto candidato fosse selezionato da Regione e presentato a Cannes, dove ci sono immobiliaristi disposti ad investire su progetti europei di ampio respiro, si troverebbero le risorse per riqualificare l’intera Pierina a seguito del rilancio dell università”
Quest’area di proprietà del comune è infatti destinata, all’interno del pgt ad offrire servzi di pubblica utilità. Per questo si pensa soprattutto a delle residenze universitarie o a un campus che offra alloggi a studenti e docenti. Per poter fare ciò, la conditio sine qua non è che si attivi il centro di ricerca di matematica applicata del prof Righini, il cosiddetto progetto Ercam. A ciò si aggiunga il corso its in cosmesi 4.0 già partito ed il trasferimento del corso di laurea in scienze infermieristiche attualmente in via Pombioli.
Con un progetto di rigenerazione urbana che unisca il rilancio universitario con l’area circostante, Crema si candida a diventare un polo di alta formazione e ricerca a livello europeo. Non è escluso che investitori stranieri possano essere interessati.
Questo il testo della News del 14 Gennaio.
Il progetto di investimento rigenerazione urbana era da presentare a Mipim 2020 nel mese di Marzo, è sopravvenuto Covid-19 con il cataclisma che si è portato dietro e nel mese di Marzo eravamo nel pieno della pandemia!.
Sul bel sito di Reindustria non ci sono aggiornamenti.
Cosa significa? Che il Progetto non è stato presentato? Che i termini sono stati rinviati?
CremAscolta ha seguito da vicino, con post dedicati le vicende dell’Università tanto cara all’amico prof Righini!
La domanda mi assilla e la giro alla Direttice di Reindustria, Ilaria Massari per un cortese aggiornamento, confidando nella sua ben nota efficienza.
Commenti
Una bellissima cosa, l’Università: ancora, ancora tanta gioventù, anche a Crema. Tutte le piccole città hanno dato “scrapate” politiche – le danno da anni, da quando c’è stato uno sfoltimento da parte delle grandi università per aprire succursali in altri centri non lontani dalle case madri. Il fatto è che, ora le grandi università hanno aperto spazi nelle aree dismesse ai confini delle metropoli. E uno studente cinese, anche uno sveglio di Persico Cremonese preferirebbe frequentare un corso universitario a Crema o a Milano? Che fa la sera a Crema, fa avanti e indietro da Via Mazzini? L’unica furbata è creare un corso universitario a Crema che non c’è altrove, di qualità, e costringere quindi gli studenti interessati al corso a farlo a Crema. Che gli piaccia o no la cittadina. Ma non in treno, raccomando: che non arrivi il primo giorno in treno. Non facciamo da subito brutte figure. Che poi arrivano alla stazione ferroviaria di Crema e pensano di essere arrivati in aperta campagna. E poi vedono un grande piazzale vuoto che sembra una piazza giusta per i quadri di De Chirico.
Chi non vorrebbe il lustro di un cartello stradale anche a Fidenza che indica “il polo universitario” e dire che tiene casa vicina all’Università? Che magari può pure affittare a qualcuno di Zelo Buon Persico, o di Salsomaggiore e non cambiargli il materasso, come fanno quasi sempre chi affitta agli studenti, non importa se le molle cigolano di brutto, o mancano proprio? Tanto sono studenti; poi, gli stessi proprietari di casa che affittano agli studenti, ogni domenica vanno a confessarsi in chiesa e tornano al banco con le mani giunte e la faccia tribolata. Ci sono in giro certi cattolici….
Le piccole città sanno bene di soffrire pesantemente di frustazione, d’inconsistenza, e se c’è la possibiltà di acchiappare qualcosa che faccia sognare la cittadina di essere altro, da quello che è, spogliata dall’unica istutuzione blasonata che aveva, certo che si sbattono le cittadine, e fanno bene. Perchè no? Per dimenticare i fallimenti e soldi buttati e la vergogna degli elettori che neanche si guardano allo specchio e chiedono scusa per i milioni di euro gettati nella spazzatura, lo scheletro scolastico cattolico dei Sabbioni che intendeva sommarsi (con chi poi) e rubare studenti alle scuole statali. Crema è riuscita a fare questo, inventarsi un’altro tentativo di scuola superiore, quando fatica a tenersi le scuole che ha; perchè più che all’Università, l’idea era quella d’influenzare e fare catechismo ai giovanissimi. Come è nella mentalità misera delle cittadine preda del provincialismo più becero. Tanto vale provarci. Auguri!
Marino Cremascolta era riuscita a riunire in una saletta, quella sì grigia e a luce fioca, tutte le parti in causa, agendo da catalizzatore in una collaborazione attiva stretta Carelli Tango Torrisi (ordine alfabetico che non guasta).
Evento non clandestino ma nemmeno tanto publicizzato che si poneva l’obioettivo di momento zero per una più intensa azione popolare di sostegno alle istanze dell’Università. Il progetto non è abortito a causa della sopraggiunta estate scorsa, non virale, ma semplicemente si è deciso che la regia non spettava a un blog in rappresentanza della poplazione, ma semplicemente che ci saremmo tenuti pronti per… direi in gergo militarerco per un’azione di rincalzo. L’ottimo Franco, mentre io mi rassegnavo al dato di fatto che la riunione di oggi della Commissione in Sala del Consiglio era saltata, è andato avanti nel fare il punto della situazione, informandoci così della nuova ottica. Quel che voglio riaffermare è che noi ci siamo, quale coordinamento ed espressione del pensiero cittadino, se serve nuovamente come catlizzatore. Certo, ora il gioco è più ampio di una semplice ripresa di lezioni. La cosa è di interesse anche dell’UNI Crema, chiamiamola terza età, che della struttura usufruisce, motivo in più per non staccare il gas.
A chi è intressato al tema “Area di nord-est ex Olivetti” segnalo il link https://crema.areeproduttive.com/index.php al sito che, almeno nelle ottime intenzioni, segue in “tempo reale” come evolve la situazione in atto e in …..divenire.
Il Recovery Plan è una sorta di Piano Marshall, questa volta non piovuto dall’esterno. Un Piano della “ricostruzione”: una ricostruzione all’insegna dell’innovazione.
Non potrebbe essere questa l’occasione per rilanciare il progetto e attingere alle risorse europee? Non siamo in presenza di un progetto ambizioso, che potrebbe avere una ricaduta economica su un vasto mercato, magari proprio europeo?