Il mondo d’oggi pone scarsa attenzione al valore simbolico di certi fatti naturali. Nel pensiero degli antichi era invece comune ricavare dalla natura metafore e allegorie. Per esempio, si associava un animale a una particolare qualità del carattere, per cui ancor oggi si suol dire di qualcuno che è un leone o una volpe o un pidocchio. Però non s’è mai sentito che qualcuno venisse definito ‘un salmone’.
Eppure, muovendo da intenti simbolici, questi grossi pesci potrebbero ben prestarsi a rappresentare alcune peculiari, e per altro rare, tendenze umane. Quello che più pare degno di attenzione nel comportamento di questi pesci è il loro tornare all’origine. Infatti, il salmone nasce nei fiumi, in acqua dolce, ma con la maturità si trasferisce nelle più vaste e profonde acque dei mari. È causa di stupore e di misteriosi interrogativi l’impulso potente e irresistibile che lo conduce poi a intraprendere un viaggio, esponendosi alla fame, a fatiche e insidie mortali, per tornare dove è nato e lì trasmettere la vita a una nuova generazione.
Il salmone obbedisce a un muto richiamo che, in modo prodigioso, lo orienta e lo guida, facendolo risalire verso la sua primitiva dimora anche per migliaia di chilometri. È un viaggio che spesso costringe i salmoni a superare con balzi eroici i dislivelli del percorso. Procedendo controcorrente, il salmone vede le cose in senso contrario rispetto a chi segue la corrente, vede la destra come sinistra, il davanti come dietro e viceversa.
Nel corso di questo faticoso avanzare, molti salmoni finiscono preda di orsi, aquile e lupi. E si sa che quando un pescatore li adesca, lottano con indomita energia per la loro libertà. Ma i pericoli mortali che li minacciano non li scoraggiano, e sono pronti al sacrificio di sé pur di arrivare a destinazione. Infine, di quelli che riescono a compiere l’impresa, a deporre e fecondare le uova, i più muoiono stremati dalla fatica. Ad altri pesci un simile viaggio può apparire assurdo o folle. Ma forse è solo al di là della loro capacità di comprendere. In ogni caso, in questa singolarità di comportamenti naturali ogni simbolista anche inesperto e poco perspicace può trovar abbondante materia di metafora.
Questo per dire che Cremascolta ospiterà a breve una nuova tipologia di post che si chiameranno appunto “I salmoni”. Rispetto ai post abituali non sarà necessario commentare. Le discussioni non farebbero che ostacolare il viaggio dei salmoni, costringendoli a soste inopinate o persino a inversioni di marcia e questo sarebbe incompatibile col loro istinto naturale.
Chiunque si senta un po’ ‘salmone’ può comunque partecipare alla ‘risalita’ inviando i suoi contributi. I contenuti proposti dovranno ‘salmoneggiare’, cioè nuotare controcorrente, intendendo con ciò in primo luogo una indipendenza dai luoghi comuni dello spirito, dai condizionamenti culturali che portano il pensiero moderno a imputridire in acque stagnanti e miasmi.
Questo certo può voler dire attirare su di sé qualche pensiero maligno, la qual cosa di certo non deve impensierire un vero ‘salmone’. Andare controcorrente può voler dire argomenti inusuali – arte, poesia, filosofia, antropologia, spiritualità o altro – e pensieri liberi di nuotare in acque poco esplorate. Riflessioni fuori dall’orizzonte dei problemi e degli interessi che l’informazione ufficiale ci propina con soffocante monotonia, facendoci credere che lì, in quei pochi temi, filtrati, manipolati, falsificati, mistificati, si debbano esaurire gli sforzi di una coscienza sempre più distratta e superficiale, di un sentire sempre più coatto e servile.
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