Forse l’età mi rammollisce? Potrei mai essere divenuto una specie di consumatore seriale di riviste rosa?
Nulla di simile, resto un orso, eppure… rubando questo dialogo ho sentito qualcosa riemergere, e visto che è un tema a tutti comune, lo voglio condividere con voi.
Innanzitutto la mia nuova situazione di attempato signore, unitamente alla mia aria sempre svagata, mi consente di ascoltare molto più di quanto la gente sospetti. Quando scendo dalle nuvole, beninteso. Ma, facoltà prima inedita, posso ora selezionare un tema specifico nel brusio generale.
Contraffarò, l’ambientazione e le persone, per la famosa privacy, che in questo caso condivido come valore, ma il succo rimane.
Mettiamo di essere alla fermata del bus, affollata, ma ho detto mettiamo!
Giovanotto quasi imberbe, abiti sobri, occhiali con montatura nera classica, lei gradevole con discrezione.
Lui: «Ciao! Ma tu non sei… del turno delle 14? Ma che ti viene in mente di uscire con i capelli bagnati, ti puoi ammalare!»
La ragazza: «Ma sì, certo che faccio quel turno, e non sono uscita con i capelli bagnati, me li son bagnati passando sotto un balcone dove qualche deficiente lavava o annaffiava!»
La situazione è diversa ma accontentatevi.
E sin qui, mi dico, ecco il tentativo di abbordaggio di un imbranato, nulla di nuovo sotto il sole, e magari io mi illudo solo di essere stato all’epoca meglio di così!
Ma ora si cambia registro: «Senti, devo dirti una cosa. Li sai mantenere i segreti? Nel tuo turno lavora Roberta, hai presente?»
«Ma certo, la conosco, siamo un po’ amiche!»
E lui, sempre dondolandosi sui piedi, incerto: «È su questo che contavo: mi serve un piacere.»
Lei è perplessa, ma sollevata per non dover scaricare il solito cretino, e anche male in arnese questo, tanto da non farci neanche un pensierino.
Accetta il delicato ruolo di confidente: «Dimmi, farò il possibile.»
«Mi fai sapere il numero di calzature di Roberta?» Lui ancor più preda della vergogna.
«A occhio direi un 37» risponde lei, ora divertita, ma già complice.
«Ma no! Robertina!? Robertina ha i piedini piccolini, così piccini che non arriverà al 36!
Ma me lo fai questo piacere?»
«Contaci, indagherò con discrezione, ci ritroviamo a fine turno e ti informo.»
E visto che tutto ciò non si svolgeva alla fermata del bus e l’ambita fiamma non era Roberta del turno ore 14, ho avuto modo di dare una sbirciata all’oggetto d’amor segreto, e di un imprecisato dono calzaturiero…
Ma era molto meglio l’interlocutrice di prima, mi dico! Un esserino insignificante…
Già, per me, non per lui: per lui è una stella, è Robertina, con i piedini piccolini, teneri.
E ho sentito allora tanta nostalgia un moto di empatia con questi ragazzi, che vivono e amano come noi abbiamo fatto.
Ed è forse l’unica cosa, ci crediate o no, che resta immutata. Il miracolo si ripete!
Fra fiumi di plastica e fumi di scappamenti e ciminiere, aria surriscaldata e asfalto sbrecciato, fra le speranze allo sgocciolo, si ripete!!!!
Commenti
Oviamente la coincidenza con la ricorrenza non è casuale, e forse nemmeno il dialogo rubato.
“fare le scarpe a qualcuno” in questo caso assume altro significato. Purchè regalare, al posto di fare, sia concesso come licenza poetica. Ma si sa, quando si è innamorati il linguaggio, non solo quello, può concedersi tutte la libertà che vuole.
Suppongo si tratti di calde e morbide pantofole, dono già sentito fra innamorati. Il piede poi ha un ruolo molto importante in amore, e anche nell’erotismo, fino a forme di feticismo. Ma qui si parla d’amore, un’alchimia esistente e persistente
Beh,anche noi d’età,viviamo e amiamo…
Forse in modo più alcalino.
Alcaliino come basico? Non si dubita certo delle nostre facoltà amatorie, ma quell’alchimia, che abbiamo provato, unisce meraviglia e senso della proiezione futura, tanto che solo ora che possiamo guardare con distacco al fenomeno ci capiamo qualcosa. Perché mi abbandono a cose così da rotocalco, apparentemente futili? Per l’alto senso sociologico, come del resto ho scritto sul primo mattone-coppia; così rinnovo l’attenzione su questo potente stratagemma della natura per far rompere gli indugi, che ancora si manifesta, non in tutti allo stesso modo, con enorme energia.
Quando la scienza ci spiega qualcosa… anche il più imperioso dei sentimenti. Da “Le scienze”: “Vivere in gruppi sociali, a volte molto complessi, è un comportamento comune tra i primati, ma che si sarebbe evoluto solo dopo la transizione dalla vita solitaria alla vita di coppia. A rivelarlo è una nuova ricerca su 362 specie”. Moolto chiarto, prima ancora delle pulsioni socciali quelle a far coppia! E se passione e scienza fanno rima…