Prendo spunto da una newsletter di bikeitalia.it che mi è cara e lo è tanto anche al nostro amico Davide, che tanto si è speso sull’argomento a Crema e continua a spendersi!
Leggendo appunto quanto pervenutomi via mail proprio oggi (ops! ieri, sono le 24:30! e che potete leggere per intero linkando https://www.bikeitalia.it/2020/01/01/2020-inizia-il-decennio-della-bicicletta/ ) stralcio:
“….Nel corso del decennio che si è appena aperto dovremo togliere asfalto per rimettere la terra e togliere auto parcheggiate a bordo strada per rimettere gli alberi. Dovremo adattare la nostra mobilità a queste condizioni differenti, cioè quello che si sta facendo con successo in tutta Europa.
Negli anni ’20 le città cercheranno di ricalcare con sempre maggiore impegno il solco tracciato da città come Copenaghen e Amsterdam che da decenni sono all’opera per cambiare la propria forma e che hanno rappresentato il modello seguito da altre città come Londra, Parigi, New York e Berlino.
La bicicletta è lo strumento magico che i cittadini e le amministrazioni hanno a disposizione per rispondere alle sfide del nuovo millennio perché riesce a coniugare velocità di spostamento, adattabilità, efficienza energetica, infrastrutture leggere e costi di manutenzione contenuti in un solo mezzo di trasporto. Non è certo l’unico strumento a disposizione, ma è il simbolo di quel cambiamento necessario e che dovrà essere accompagnato da altre politiche dedicate…..”
e il pensiero mi è andato al ….combinato disposto Piazza Garibaldi (che si “mascherava col l’albero “fasullo” di Natale) lastricata e “tappata” per bene e a quanto non si è fatto malgrado insistenze e sorridenti reiterate promesse, per i percorsi ciclabili in città!
Oramai mi pare di essere diventato un ….disco rotto!
Ma io continuo, chissà che, dai e dai qualcuno dei nostri sorridenti, “promettenti” assessori provi a “prendere il toro per le corna” (ops! la bici per il manubrio) provando a ripensare la città percorribile in bicicletta!
Il paradosso è che di ciclabili che conducono a Crema ce ne sono assai, ma poi, varcate le mura ( o quel che ne resta) …… nisba!!!
Commenti
Un vero peccato che una politica dello spostamento a costo energetico biologico (il più redditizio esistente, nell’ordine di uno a mille verso qualsiasi motore) non vada avanti. E la “riforestazione urbana” come ormai viene definita, va di pari passo, strettamente connessa. Peccato perché Crema è una città facile: i centri storici non vannoo snaturati, ma Crema lo contiene in spazio modesto, il resto è facile da smembrare e riassemblare.
Girando a piedi e in bicicletta per Crema, ho l’impressione che l’uso della bici sia aumentato in città e anche nel circondario. Ed è vero, Francesco, che diversi tratti extra-urbani hanno visto un certo aumento dei percorsi ciclabili.
Purtroppo all’interno del nostro perimetro urbano questo non è avvenuto oppure le soluzioni pubbliche sono state veramente dappoco. Ciò nonostante, mi sembra che i cremaschi vadano in bicicletta di più e con sempre maggiore soddisfazione per l’uso di questo mezzo comodo, economico e salutare.
Nuocciono alla causa delle due ruote, qui da noi, solo gli oligofrenici che sfrecciano sul marciapiede rasentando gli usci di casa e di ufficio altrui e il ben noto neuropatico che attraversa la città con l’impianto acustico da Studio 54 sul portapacchi della bici.
Crema sembra fatta apposta per la bicicletta, nel centro storico come nei sobborghi, per non parlare delle frazioni, tutte aree in cui il dominio delle auto ancora si manifesta con prepotenza ma dove, da iscritto a Fiab Cremasco, auguro si possa affermare anche il popolo della pedalata.
Peccato che tre delle più belle piazze del centro siano ancora oggetto di parcheggi selvaggi e nomadismi automobilistici da far-west, soprattutto la sera e nel fine settimana, con rischi e disagi anche per i ciclisti.
Ma questo è uno dei misteri, dei sortilegi, degli incantesimi di Crema, che fa il pari con l’impunità accordata in queste zone, e non solo, alla protervia dei parcheggiatori cialtroni e quindi all’aumento ormai fuori controllo delle polveri sottili causate dal loro ipercinetismo viabilistico, oggi esasperato anche dalle segnalazioni dei tabelloni luminosi smart parking riportanti indicazioni numeriche tanto invitanti quanto inattendibili.
Crema, come Lodi, ha un buon numero di piste ciclabili collegate con i paesi vicini e ha un buon numero di parcheggi dove lasciare l’automobile. Ricordo le battaglie dei commercianti, che non volevano saperne delle isole pedonabili. Crema avrà presto altri supermercati; l’offerta culturale non è granchè, ma detersivi, scatolette di tonno, e carta igenica si potrà scegliere dove acquistarla fra tanti punti vendita, anche la domenica, così ci sarà da fare. Guai a dire che è una cittadina noiosa! Da Crema, tra l’altro si può in bici arrivare a Caravaggio, accendere un cero al Santuario, quasi tutta su ciclabile: Crema-Mosi-Cremosano-Quintano-Pieranica-Farinate-Capralba e una stradetta con poche auto fino a Caravaggio. Oppure direzione Trescore-Casaletto Vaprio-Capralba. Altro: Crema-San Michele-Moscazzano-Rovereto-Credera-Rubbiano-Cavenago d’Adda-Turano lodigiano-Borghetto-San Colombano al Lambro. E tanti altri percorsi. Manca l’aggancio fra Madignano e Castelnuovo. Anche fra Campagnola e Santo Stefano, ma le ciclabili ci sono. Più che in altre cittadine. A Crema mancano un fracco di cose, non certo le ciclabili e i parcheggi. Piuttosto, a proposito delle polveri sottili quanti hanno la stufa a pellet? Quanti portano i figli a scuola in auto , quando potrebbero benissimo farla a piedi? Quanti vanno in chiesa (nonostante siano sempre più scarsi) le domeniche, o il sabato tardo pomeriggio con l’automobile? Ci sono molti parcheggi a dieci minuti dal centro cittadino, che è piccolo, non è Berlino, ma la gente ha fretta e vuol parcheggiare davanti al negozio, se può. Il Comune ha voluto impreziosire, esagerando, con cartelli luminosi con i posti liberi dei parcheggi. Così la famiglia che arriva da Scannabue per farsi un giretto, o la signora che deve andare a cambiare la camicetta che le va stretta, credete che faccia caso al cartello luminoso?
Lasciamo stare le ciclabili fuori città che da Campagnola, lasciando stare il km di pista, immettersi sulla strada è pericolosissimo con le macchine che sfrecciano come a Les Mans, per Ripalta non c’è, io trovo che Crema centro o semiperiferia non sia fatta per ciclisti, ma per pedoni. Ci sono vie pericolosissime per un ciclista, con le auto parcheggiate a destra con portiere che si aprono incuranti delle biciclette che vi transitano, rase per non farsi investire, e che così ti scaraventano in mezzo alla strada. E vale anche per altre strade. Ricordiamo che la maggior parte di omicidi stradali si registrano in città. I ciottoli di fiume ti massacrano i copertoni oltre che i c………, che per forza devi guadagnare i marciapiedi di pietra che i pedoni ti guardano male, e in più rischi di investire Pietro sull’uscio di casa, e qui ci vorrebbe un ironico emoji, in piazza san Martino ancora non si distingue la ciclabile dal marciapiede, transitare su via Mazzini e via XX settembre è un pericolo per tutti, con bambini sguinzagliati, tanto siamo in ztl, cani che improvvisamente guadagnano liberta dai lacci, così che, mi pare che il fine settimana siano vie vietate alle biciclette, ma divieto trasgredito, si è costretti a condurre a piedi la bicicletta come il bastone per la vecchiaia anche nei giorni feriali, tutti che ti tagliano la strada senza girarsi indietro col disordine tipico di chi crede di essere l’unico transitante per poi sentire commentare “ste c…. di biciclette”! Del resto le nostre città non sono state concepite per le automobili, le biciclette non esistevano, erano città a misura di carro o cavallo, pericolosissimi anche loro, così che adeguarle a nuovi usi, costumi e meccanica sta diventando sempre più difficile, non si può modificare l’assetto urbanistico di una città se non con grandi opere, magari di demolizione, così che non c’è altra scelta che lasciare tutti i mezzi a casa, o parcheggiare le biciclette in appositi stalli, prima di incontrare l’orda di pedoni, magari festivi, che invadono Crema. Via 4 novembre è intransitabile in bicicletta, in via Diaz sei costretto a percorrere i marciapiedi dissestati e radici prepotenti che guadagnano respiro, spaccando sassi e cerchioni. Insomma,avremo anche una piazza Garibaldi messa a nuovo, con quelle brutte luci abbaglianti a disegnare le sedute in granito, ma sarebbe ora che la nostra Amministrazione iniziasse ad occuparsi anche della semiperiferia. Quindi dividere ulteriormente la città in zone, con ferrei controlli, automobili, biciclette e pedoni. Le tre opzioni sono inconciliabili.
Sono d’accordo, Ivano, la parte più interna del centro storico di Crema è più adatta alla camminata di chi va a piedi che alla pedalata di chi va in bicicletta. Ma tra l’attuale ingorgo automobilistico del tutto impunito e un uso responsabile della bici non avrei dubbi. Anche perché pure all’interno delle mura venete e nella fascia a ridosso del perimetro federiciano qualche spazio in cui la bicicletta possa essere valida tanto quanto la sgambata esiste di sicuro. E di schifezze (PM10 e altro) la bici nell’ambiente non ne emette. Certo, sui sassi e nell’area corrispondente al primitivo insediamento rialzato, la cosa migliore sarebbe restare a piedi (guarda che però, se hai una bici pesante e un sellino non invasivo, i sassi non disturbano troppo). Ma mi sembrerebbe, Ivano, un discorso molto teorico, visto che oggi i camion sfrecciano sotto il Duomo, i bifolchi parcheggiano anche sui monumenti e di sera e nel fine settimana la bolgia del particolato e della sosta selvaggia si scatena, senza che nessuno intervenga.
Comunque, la tua descrizione del centro cittadino nei momenti di periodica concitazione itinerante è perfetta: auto impazzite, bici, pedoni, cani, bambini, passeggini, questuanti e tutto il resto.
Devo dire Franco Prò che per due domeniche ho portato in piazza una coppia di amici bergamaschi e una di bresciani e l’hanno trovata bella.