(per fortuna) nei media in questi giorni si è parlato di PISA … non della bella città italiana ma del Programme for International Student Assessment dell’ OCSE.
E della pessima figura che ha fatto la scuola italiana se confrontata con le nazioni a noi vicine, e confrontabili.
Vi rimando ad un articolo sul sito – creato da Tito Boeri – la voce.info.
Stralcio:
… Ma forse la notizia peggiore si ricava dai punteggi conseguiti nelle tre sotto-aree in cui si articola la rilevazione: quello più basso (470), e che più contribuisce a determinare l’allontanamento dalla media, si registra per la capacità di “individuare informazioni”: un’abilità cruciale in un ambiente sempre più digitalizzato, dove diventa essenziale sapersi destreggiare tra nuovi tipi di testo (si pensi ai risultati dei motori di ricerca) ed essere in grado di giudicare rapidamente la pertinenza, l’accuratezza e la credibilità delle fonti.
Io direi: nulla di nuovo! E’ un argomento non nuovo che ho portato alla attenzione di questo blog più volte:
L’articolo su lavoce.info evidenzia grosse differenze tra studenti dei licei vs istituti professionali, come quelli tra i generi e tra Nord e Sud.
In merito al CHE FARE? i due giornalisti scrivono …
… sulla qualità degli insegnanti: i paesi che nel tempo ottengono risultati sempre più soddisfacenti – Estonia e Singapore, per citare due esempi molto diversi tra loro, o la Germania nel primo decennio del 2000 – sono anche quelli la cui scuola è riuscita ad attrarre, formare e trattenere, attraverso adeguati incentivi, docenti preparati e motivati. E sono anche quelli che riescono a portare gli insegnanti migliori nelle scuole che ne hanno più bisogno.
Non si parla di togliere dalle mani dei giovani gli smartphone che sono utilizzati solo come strumenti ludici e non sviluppano affatto né le digital skill né la semplice capacità di lettura e di individuazione delle informazioni ! …
Commenti
Iniziare a narrare appena approdati alla scuola, e approntare giochi che si basino sulla narrazione online. Il compenso per una buona narrazione veniva fin dalle epoche più remote dalla reazionne positiva degli ascoltatori. E allora storie plaudite con i mi piace, e in famiglia del “far girar la storia”. Inizia, mettiamo, il papà: “C’era una volta un coniglio”, poi la storia gira e ognuno aggiunge un agettivo, un’azione, una subordinata. Il deficit è di complessità. Ma una civiltà in cui tutto sia stato decodificato in elementi semplici come sarà?
Noi diciamo di ignoranti, e io rabbrividisco, ma come funzionerebbe esattamente? Che elemento, a parte la bellezza del fraseggio, avrebbe perso?