Fate un gioco semplice, pensate cosa stavate facendo all’epoca, in questo stesso giorno con approssimazione. Forse guidando una macchina con cambio manuale ed emissioni supertossiche, magari per andare in banca, alla cassa, dove si poteva salutare un uomo in carne ed ossa, detto cassiere, appunto, che contava i soldi richiesti sprimacciandoli fra le dita, o magari, se era una cassiera non male e che si chinava sulla cartamoneta, provavate a sbirciare nella scollatura (vale per i maschietti, e l’età fa diventare birichini).
Insomma di tutto, tranne che pescare fra racconti di fantascienza, ai tempi in cui la navigazione era qualcosa che avveniva su liquidi flutti.
Ma cosa successe effettivamente quel giorno?
Il 29.10.69 due ricercatori dell’Università statunitense UCLA, professore e allievo, si scambiarono solo due piccole lettere in rete, alla terza, una O, il sistema collassò.
Tempo di bilanci, e son tanti quelli che stanno pensando, segno di saggezza storica quel limite tecnico, oppure oh! Divino potere quell’avaria!
Ma sapete come la penso, sapere che della rete sono un sostenitore, e come tutti i giovani entusiasti, o i Teilhardiani di tutte le età, attendo il 3000, e nel frattempo ne assaporo tutte le anteprime. E una di queste è Cremascolta!
E la chiudo qui: cosa avete da dire amici?
A proposito, non temete, non ho altre ricorrenze da proporre, per ora.
Commenti
In effetti da lì è cambiato l’uomo. Nessun avvenimento, dalla discesa sulla Luna ai fatti di piazza Fontana a Woodstock (pietre di paragone sentite in tv oggi), e ci potremmo aggiungere molto altro naturalmente, niente ha realizzato la più grande rivoluzione antropologica come il digitale. Dei geni gli inventori, altro che i premi Nobel, che magari hanno avuto. Non so.
Premi non mi risulta, a che periodo, tutto insieme! E noi così disattenti. Certo, eravamo più sensibili a quanto più ci toccava da vicino, ricordo che sulle prime voci sui CD pensai se li avrei mai visti, e adesso nemmeno servono più. Stiamo attenti a raccogliiere i segnali! Non ci facciamo fregare di nuovo!
La vera rivoluzione a cui abbiamo assistito nell’ultimo mezzo secolo e che ha cambiato radicalmente il nostro modo di esistere, di comunicare, di viaggiare, di lavorare… è venuta da lì.
Nel bene e nel male.
Certo è che per disegnare mi avvalevo di un mezzo tecnologico che si chiamava Tecnigrafo, con delle penne a inchiostro di china, su dei fogli lucidi dai quali era possibile fare eliocopie. E per scrivere, macchina da scrivere con carta carbone che copiava direttamente sulle veline. Al telefono, con la rotella per comporre i numeri, ci si parlava e basta!
Siamo stati poi “succubi” del galoppare delle tecnologie applicate alla comunicazione, tecnologie che variavano con un velocità tale da non darci nemmeno il tempo di renderci conto di ciò che ci stava accadendo, e di quanto la nostra qualità di vita ne fosse condizionata!
Il gap generazionale, quanto a … “condizioni al contorno”, tra me e un “millenial” (che ci è nato!) è incolmabile. Neanche pensarci, me ne rendo perfettamente conto!
Però, alla faccia delle tecnologie, se ci metto “cuore” e “mente”, ce la faccio.
Questo è l’uomo!
Questo è l’uomo ingegnere, versatile, sempre in apprendimento. Merito dell’ingegneria stessa, che in un anno, ho sentito dire, squalifica come superate le proprie nozioni. Tuttavia penso che il traguardo che improvvisamente ripone tutti alla pari sarà la deogettualizzazione dell’informatica, la comunicazione diretta, e non manca molto, anche se il vero boom sarà con i p.c. quantistici, non per le doti di potenza, molto per quelle di segretezza assoluta dei contenuti, ma soprattutto per le capacità di dialogo con gli umani senza trapanazioni craniche, e, se adesso è già possibile aprire e chiudere un circuito, cioè dire di si o di no al supporto informatico con un caschetto magnetico, allora saranno veri pensieri a passare, unidirezionali, o trasversali, fra noi, tutti collegati! So che l’idea non piace, ma sarà esattamente come adesso con postazioni individuali e server centrale: ognuno libero di isolarsi. Ma non lo faremo, diciamo che vorremo compagnia, ma sarà molto di più, sarà la vera poli-individualità di un unico individuo. Tranquilli, sono stimati una cinquantina d’anni, la cosa riguarderà Anna, Mattia, Giorgio, ma chi sa che qualche assaggio non tocchi anche a noi con qualche capello bianco!