In questi giorni giustamente si sta parlando, molto, di riscaldamento globale, di consumi energetici e di scenari sempre abbastanza foschi.
Nessuna parla del 5G.
Ho trovato dei lavori di tale Peter Corcoran, irlandese, professione di Ingegneria Elettronica di una Università Irlandese, che è editor della rivista della associazione più importante al mondo di Ingegneri elettronici: IEEE, con oltre 400.000 iscritti! Chi conosce i mondi associativi, capisce molto bene questi dettagli: per diventare ‘editor’ (e quindi accettare o meno i lavori di colleghi) occorre avere una altissima reputazione!
Bene lui è da sempre molto scettico sull’Internet delle Cose da vari punti di vista, sia sociologico, che della privacy e … dell’energia!
Secondo Corcoran, il consumo di energia da parte della tecnologia delle comunicazioni elettroniche di consumo (CE-ICT) cresce di circa il 7 percento all’anno. Questa crescita include solo TV e dispositivi di intrattenimento, computer, smartphone e tablet. Non considera che tutti questi dispositivi siano connessi al cloud.
Il costo dell’energia per alimentare i data center e le reti cresce proporzionalmente all’aumento dell’utilizzo della rete e del cloud. Il carico di dati sulle reti è cresciuto del 22 percento all’anno, secondo Cisco, e i data center cloud stanno crescendo di circa il 15 percento, secondo Telecompetitor.
Si prevede che i dispositivi IoT saranno dispositivi a basso consumo, ma il numero di dispositivi IoT che Cisco prevede sarà di 50 miliardi entro il 2020 è un ordine di grandezza superiore al numero di smartphone e tablet attualmente in uso. Se si considera l’energia consumata da questi dispositivi e dalle reti e dai data center a cui sono collegati, il consumo di energia da parte dell’IoT aumenterà in modo significativo il tasso di crescita del consumo di energia.
Quindi che si farà? Si cominceranno a ricostruire nuove centrali nucleari? ed il riscaldamento globale, visto che il fondo di radiofrequenze aumenterà enormemente per poter far ‘parlare’ i 50 miliardi di ‘aggeggi’ iperconnessi?
Conclusione.
Visto che è lontanissimo dall’essere certo che il 5G NON faccia male … le tante richieste di moratoria e di standby che arrivano dalle ‘poche’ voci del mondo della ricerca, della scienza, della medicina indipendenti debbono essere affiancate da quelle degli … ingegneri!
Commenti
Devo dire che la rivista “le scinze” butta acqua sul fuoco sulla pericolosità, il che non vuol dire niente visto che non si portano motivazioni tecniche. Resta il fatto che a tua crociata resta ardua! Il criterio dell’energia consumata è valido. Ma dimmi, è vero che per tv etc non potremo più usare le stesse frequenze?
” Lo switch off alla nuova banda 5G avverra’ in Italia nel 2022. Entro quella data tutti dovranno possedere solo apparecchi con tecnologia T2-HEVC se vorranno vedere quello che oggi si vede col digitale terrestre. ”
quindi oltre a comprare un nuovo TV oppure … si venderanno dei convertitori per trasformare il segnale … e chi come me in cucina ha un TV con il convertitore da analogico a digitale … due scatolotti ??? cui prodest?
Già, Giorgio, cui prodest?
La risposta la conosciamo.
Grazie, Giorgio, per aver ripreso l’argomento. In effetti da diverse parti si sta cercando di gettare acqua sul fuoco. Ma quando si entra un po’ più nel merito della questione, ho l’impressione che si viri o si strambi più verso l’accresciuta utilità ICT , andandoci poi molto di bolina, piuttosto che tenere orientata la deriva sul tema della effettiva o quanto meno temuta dannosità. Insomma, a un profano come me sembra che si posponga l’analisi reale delle probabili o possibili controindicazioni per fare il solito surfing sulla cresta delle magnifiche sorti e progressive. Ma, appunto, da profano mi rimetto alla scienza, agli scienziati e alla buona fortuna di chi, come me, sarà presto allergico, e felicemente, anche al Brondi (nonni, andiamo …).
Pietro, a proposito di Brondi, speriamo che il lupo faccia il suo mestiere e quell’antipaticissima bambina se la sbrani. 😊😊😊 E insieme a Lei quei pessimi, o scaltri, pubblicitari.
Qui si dovrebbero stabilire le responsabilità: se del consumatore assatanato di tecnologia o di chi per fare profitto ne inventa una più del diavolo. Direi di parlare di complicità, se non di stupidità. Basta vedere cosa succede con i cellulari. Poi marketing e strateghi della comunicazione fanno il resto. Il brutto è che anche duri e puri non ci si sottrae a questi bisogni indotti. I consumatori sono sempre in un vicolo cieco dal quale non riescono ad uscirne. Quindi, anche le poche resistenze individuali non servono assolutamente a niente, le rivoluzioni culturali tipo decrescita felice, il ritorno alla semplicità dei costumi e dei consumi, in un romanticismo di ritorno come quello mostrato in bucolici contesti agricoli, collinari o montani da quelle trasmissioni domenicali, tipo Linea verde o Mela verde, dove però questi protagonisti, pionieri di coltivazioni alternative, fossero viti, olivi o ortaggi hanno sempre le spalle coperte da un bel capitale, perchè senza quello ti accorgi chela terra è bassa e non ci campi. Non basta di certo il campetto di un tempo in un contesto economico che ha burocratizzato tutto e devi rispondere, sempre col commercialista a fianco, del pur minimo guadagno. Così che l’amenità di certi contesti scompare improvvisamente di fronte ad un pragmatismo che senza quello non te la cavi più, altro che marmellate fatte in casa, chilometro zero, tutto biologico, ricerca di antiche sementi da archeologia agricola o l’uva de Leonardo. La vita non è poesia e anche i sognatori più incalliti prima o dopo si risvegliano.
Certamente, Ivano, l’illusione luddista e naturista ha colpito duro la nostra generazione e gli esiti sono stati quasi sempre tra il tragico e lo spassoso. Inoltre, l’appropriazione di questa illusione da parte dei format mediatici mulinobianchici ha aggiunto, a tanto fallimento, tantissimo business.
La faccenda è triste, hélas, e abbiamo letto tutti i libri.
Mi permetto solo di dire, però, che tra l’illusione puerile e lo svacco totale esistono diverse opzioni, gradazioni e soluzioni. Non è obbligatorio essere digitali compulsivi e farsi selfie persino sul water a denti stretti.
E sul fatto che a Malta il parlamento abbia sospeso l’introduzione del 5G fino al termine di convincenti accertamenti sanitari (mentre in Italia l’approccio è quello da me indicato nel commento di ieri), direi che qualche riflessione la si potrebbe fare, nel merito di questa tecnologia e dei relativi aspetti medici.
Grazie per i vs commenti. Voglio recuperare un passo di un libro di P P Pasolini che disserta tra: sviluppo tecnologico e progresso umano … è illuminante! Purtroppo quell’uomo “se ne è andato” troppo presto. Giorgio
Libro: Scritti Corsari 1973-5
Ma, mi chiedo, fino a che punto è lecito mettere sotto i piedi il buon senso?
Io ho il garage “riscaldato” da un freezer a pozzetto nel quale conservo quanto mi serve come “dispensa” di lungo periodo.
Il garage è un piccolo sistema che risente di questa immissione di calore continua.
Avete presente quanto calore venga introdotto nel “sistema atmosfera terrestre” , dalle centinaia e centinaia di milioni di motori a combustione interna (e mi limito al solo calore prodotto, trascurando in questo ragionamento il resto di gas emessi!) anzitutto, ma anche da ogni altro motore comunque, in terra, cielo, mare, per non parlare dei sistemi di riscaldamernto/condizionamento dell’aria et similia?
Ho messo delle griglie di aereazione nel mio “sistema garage” e un po’ di calore lo smaltisco.
Pensate che si possano mettere …. “griglie di aereazione” nel “sistema atmosfera”, per smaltire il calore in eccesso?
E, nella storia del Pianeta, quanto abbiamo cominciato a fare, dalla macchina a vapore in poi, quanto a immissione di calore (e …tutto il resto) in atmosfera terrestre, credo proprio nn trovi riscontro alcuno in precedenza! Il tutto, con una crescita continua, esponenziale!
Può essere che, alla luce del “negazionismo” il ….. mio “buon senso” non serve a nulla?