Fedeli al calendario e alla ….tabella di marcia, in Europa sono stati eletti il nuovo Presidente del Parlamento, la Presidente della Commissione e la Presidente della Banca Centrale UE.
E, a dispetto del …disamore dei due v/premiers verso l’EU, all’italiano Tajani è succeduto alla presidenza un altro italiano: DAVIDE SASSOLI, Europarlamentare eletto nelle liste del PD, che in seconda convocazione ha ottenuto, con 349 voti, il quorum necessario all’elezione.
Sassoli (Firenze 1956) giornalista, per molti anni al TG1, Europarlamentare dal 2009, dal “2014 a capo delle delegazione Europarlamentare del PD a Strasburgo, e poi V/Presidente con la Presidenza Schulz prima e con la Presidenza Tajani, dopo. La votazione avviene a scrutinio segreto (cartaceo) e deve ottenere il 50% +1 dei voti espressi.
La Presidente della Commissione UE è Ursula van der Leyen, prima donna a ricoprire questo importantissimo ruolo in UE, è stata per 14 anni a fianco di Angela Merkel prima Ministro della Famiglia, poi del Lavoro ed infine dal 2013, della Difesa. A Bruxelles ci è nata ed in qualche modo è “figlia d’arte” poiché il padre fu tra gli antesignani della Comunità Europea del carbone e dell’acciao, tra i redattori del Trattato di Roma. E’ del 1958 e, felicemente madre di sette (!) figli.
Chi prende il posto del “nostro” Mario Draghi alla presidenza della Banca Centrale Europea, lasciando la Direzione del Fondo Monetario Internazionale è CHRISTINE LAGARDE. E’ una delle donne più “potenti” del mondo, Forbes la inserisce nella sua top 100 anno dopo anno. Nata a Parigi nel 1956, avvocato, conosce assai bene Europa e Stati Uniti dove a 17 ha studiato in Maryland. Prima donna a essere nominata, nel 2011 Direttore del FMI, in sostituzione di Strauss Kahn, travolto da uno scandalo ….sessuale!
E’ ……” aperta” la caccia ai membri della Commissione europea, composta in totale da 28 membri: il Presidente della Commissione più un commissario per ogni Stato membro e, ad ogni commissario, basandosi sulle sue conoscenze e sul trascorso politico, viene assegnato un settore di responsabilità (giustizia, trasporti, industria, ambiente, mercato interno, istruzione, ecc ).
Il processo di nomina dei futuri commissari europei segue un iter prestabilito che vede il coinvolgimento prima del Consiglio europeo, cioè dei Capi di Stato e di governo di ogni Stato membro, e successivamente del Parlamento europeo.
Il “giudizio” del Parlamento è un giudizio severo e rigoroso: Ogni candidato viene infatti sottoposto all’esame del Parlamento europeo per stabilire se sia o meno adatto al ruolo che dovrà andare a ricoprire. Sono le così dette audizioni parlamentari che si snodano attraverso diverse fasi nelle quali il Parlamento valuterà per ciascun candidato: le competenze generali, l’impegno europeo, le garanzie di indipendenza personale, la conoscenza del potenziale portafoglio e le capacità di comunicazione.
Come dire?
Diamoci una regolata, non è un …..”cimitero degli elefanti”!
Commenti
Dopo la Sea-Watch altro boccone amaro per Salvini sull’orlo di una crisi di nervi.
Dopo un essere inutile targato Forza Italia (Tajani) era scontato che si passasse la mano a un altro essere inutile targato Pd (Sassoli). Per quel che conta questa gente, sarebbe andato bene anche Scaramacai. Credo che l’unico dato interessante in questi giorni, a parte lo spettacolo penoso della spartizione delle cadregbe, bipartisan, sia il fatto inedito nella storia Ue di una Germania “andata sotto”. E’ un buon segno, sembra che qualcosa si stia muovendo.
Mi sono riletto i post e i commenti che, anche su questo blog, annunciavano la rivoluzione sovranista, populista e anti-euro nell’Unione Europea.
No comment.
Rivoluzione e’ ina parola grossa. L’asse franco-tedesco che ha condizionato la precedente Ue, comunque, non c’e’ piu’. E’ una notizia. Qualsiasi votazione, andando avanti, non avra’ piu’ esiti scontati. Seconda notizia. Step by step, come hanno insegnato gli antichi cinesi, quelli saggi.
La mia convinzione personale: si è persa l’occasione, dopo l’umiliazione inflitta alla Grecia (che tanto male ha fatto non solo al popolo greco ma anche all’Europa), per esprimere una formale “solidarietà” col popolo greco offrendo a un esponente greco una carica di rilievo.
I gesti contano in politica e la maggioranza (ma neppure la minoranza che mi risulta, dopo avere attaccato – pro domo sua – la politica di austerity della Commissione) non ha dimostrato di essere all’altezza della situazione, dopo avfere fatto crollare spaventosamente il tasso di europeismo che pure era lto prima della crisi.
Quando mai c’e’ stato un tasso di europeismo tra i popoli d’Europa? Gli Stati, lo sappiamo, sono entrati nel condominio per puro calcolo personale, senza un progetto comune, senza una strategia comune, senza una politica estera comune. Nulla. Di comune c’era solo l’euro, fatto su misura per il marco tedesco. Poteva funzionare? Ma soprattutto, gli euroburocrati avranno capito la lezione? A giudicare dalla foga con cui si stanno spartendo la torta, direi di no.
Disastroso discorso introduttivo di Sassoli: le porte dell’Europa sono aperte alle Ong e lo saranno sempre di piu’.
In soldoni, l’Europa e’ il solo continente al mondo che ha delegato alle Ong la “gestione” dell’immigrazione che dappertutto e’ diretta e coordinata dagli Stati. Segno evidente della nostra estrema debolezza. Poveri noi. Eurasia aiutaci tu.
Queste prime nomine sono il mattino di una nuova giornata dell’Unione Europea che non sembra molto diversa dalle precedenti.
Ci sono differenze nei bilanciamenti politici ma il sistema di gestione non cambia. Ha ragione Francesco sul “diamoci una regolata” e sul “non è un cimitero degli elefanti” (un po’ forse lo è, però sono elefanti usciti indenni dalle velleitarie battute di caccia visegradiane, con ancora tutte le loro “zanne”).
Chi ce l’aveva con Draghi sarà contento. Adesso si beccherà la Lagarde.
Chi ce l’aveva con Tajani sarà contento, adesso si beccherà Sassoli.
Se usiamo il microscopio, possiamo scoprire alcune variazioni.
Se guardiamo a volo radente d’elicottero, sia che si creda in un’Europa ancora più unita di questa, sia che si consideri l’Europa il Satana pluto-giudaico-finanziario che ci vampirizza, lo scenario fondamentale è di sostanziale continuità e mantenimento dello status quo, beninteso a guida franco-tedesca, più o meno malcelata. La van der Leyen non viene dalla puszta.
Trump e Putin han dovuto annullare i previsti festeggiamenti. L’intervista a Rinaldi, poi, dice tutto (era livido persino nel ciuffo).
L’Italia, sommessamente, ringrazia per non essere stata messa, almeno per ora, in procedura d’infrazione e conserva il permesso di restare in classe, sempre negli ultimi banchi. Che poi, dalle Alpi in giù, continuino le sceneggiate paesane, fa parte della ricreazione concessa dai professori. E i nostri Monelloni & Discolacci lo sanno bene.
Intanto, la Grecia esce da dietro la lavagna e, dall’angolo degli asini, si risiede in classe, senza che, come dice Piero, certe scuse si trasformino in elementi concreti, restando un mero flatus vocis. Colpirne uno per educarne ventotto.
Show must go on.
Non so quale differenza ci sara’ tra Draghi e Lagarde (ricordo che il QE e’ stato fatto per agevolare la Germania), secondo me non ce ne accorgeremo neppure.
Non mi risulta che la Grecia sia uscita dall’angolo, anzi. Ricordo che mentre i rampolli bene veleggiavano nel Mediterraneo facendo accordi con gli scafisti, in Grecia, grazie all’acume degli eurocrati, sono morti di fame e stenti circa 700 bambini e un numero imprecisato di anziani.
Proposto dal Pd, comunque, Sassoli (gia’ pessimo come giornalista) e’ stato eletto con i voti di Forza Italia. Siamo al canto del cigno, mi dispiace per Rinaldi ma non vale neppure la pena di arrabbiarsi.
Ursula von der Leyen (Vdl) sarà il nuovo presidente della Commissione europea, la prima donna a ricoprire la carica. La politica – accolta con un applauso al termine del voto – è stata eletta con 383 voti, 9 in più rispetto alla maggioranza di cui aveva bisogno (374). I voti contrari sono stati 327.
Personalmente considero l’accadimento, nella sua qualità, in modo positivo anche rispetto ai suoi riflessi verso il nostro Paese sempre più ….” nave senza nocchier in gran tempesta”!
Due le notizie dei Tg di oggi: 1) l’elezione della vice-Merkel (Ursula von der Leyen) a presidente della Commissione Ue; 2) la vittoria agli MTV Award della serie Tv “Il Trono di Spade”. Due cose tra loro diverse? Mica tanto.
Mentre la von der Leyen ha vinto per il rotto della cuffia (grazie all’asse Macron-M5s-Renzi) e non piace neanche ai “suoi”, figuriamoci agli altri, “Il Trono di Spade” ha letteralmente stracciato gli avversari, facendo il pieno di consensi. La prima è una vittoria per modo di dire, la seconda è un trionfo.
Il motivo? Semplice: mentre la von der Leyen ha dimostrato nel suo discorso di avere capito poco o nulla di ciò che sta attualmente accadendo in Europa, gli sceneggiatori della serie televisiva mondiale più gettonata del momento hanno colto nel segno. Basta una scena per riassumere il concetto: nominato primo ministro, Tyrion, nel suo discorso pubblico afferma a gran voce che è ora e tempo di ricominciare a fare un po’ di debiti, accantonando così uno dei dogmi principali del neo-liberismo classico, se si vuole pacificare il popolo. Con questa affermazione il Tyrion-archetipo mette in rapporto la ferma volontà del sistema sociale americano di conservare la comunità nazionale attraverso la mediazione dei conflitti e la cecità del sistema europeo, o meglio tedesco, che stenta invece ad accogliere le istanze dei cittadini e procede sorda verso il precipizio.
Prima di pronunciare il suo discorso, forse, la von der Leyen avrebbe dovuto ripassarsi “Il Trono di Spade”; anche dal cinema, qualche volta, si può imparare qualcosa.
Da quel che mi par di capire, questa von der Leyen garantirà una esemplare continuità col passato, continuando cioè ad anteporre gli interessi di pochi o pochissimi a quelli di tutti gli altri. E tutti gli altri potranno consolarsi guardando “il trono di spade”.
Vedremo. Di sicuro, per il momento, c’è solo il fatto che ogniqualvolta l’Europa si lascia trascinare dalla Germania va a sbattere, speriamo bene.
Sì, facciamoci trascinare dalla Russia.
Magari! Se, comunque, non fosse per la Germania non saremmo ancora così dipendenti dal padrone americano. Ma purtroppo quando perdi una guerra vai avanti a pagare il conto per decenni …. c’è poco da fare.
“Dateci i voti e dopo il 26 Maggio in Europa cambia tutto”
Matteo Salvini
“Dateci i voti e dopo il 26 Maggio in Europa cambia tutto”
Matteo Salvini
“Dateci i voti e dopo il 26 Maggio………………. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Immagino che lei, signor Mainetti, sia stato uno che ha dato il suo voto ed è rimasto deluso. Non so cosa si aspettasse, ma in effetti l’Europa che è uscita dalle ultime elezioni è “un’altra” Europa. La von der Leyen, com’è noto, è passata per soli nove voti, segnando così il lento e costante declino della diarchia regnante (popolari-socialisti) che si è trovata costretta a mettere in torta anche i liberali. Quella tra socialisti e liberali è una unione innaturale (sebbene i socialisti europei siano tali più di nome che di fatto) che non porterà lontano e la signora tedesca è lì solo grazie ai grillini italiani.
Ursula è chiaramente un pupazzo di Merkel e Macron, forse più del secondo che della prima che adesso si ritrova qualche problema in più a casa, proprio ora che è entrata nella fase kierkegaardiana di “timore e tremore”. Sono aumentate le contraddizioni insieme alla fragilità del sistema europeo, il che in tempi sempre più difficili porta a previsioni sempre più fosche. Sinceramente, mi sembrano distanti le immagini dei “due padroni” che se la ridevano bellamente alle spalle di tutti gli altri facendo il bello e il cattivo tempo.
Ce la raccontiamo alla prima votazione, comunque, le danze non sono ancora cominciate.
Premesso che non ho votato (e quindi non sono affatto deluso), mi auguro che lei abbia ragione perchè faccio il tifo per la deflagrazione definitiva de “leuropa” e non per improbabili quanto inutili cambiamenti. Sono, in sostanza, un sovranista convinto e, proprio per questo, non voto né Matteo Tsipras Salvini né il proteiforme (nonché eterodiretto) M5S.
Distinti saluti.
Caro signor Mainetti, lei sfonda una parte aperta. Le confesso che ho assistito anch’io con un misto di ilarità e irritazione allo show degli apostoli dell’europeismo che due mesi fa si sono sentiti investiti di una missione salvifica per la difesa dell’Europa, che altrimenti sarebbe stata smembrata dalle orde barbariche sovraniste.
Vergognosamente si sono attribuite ai sovranisti le responsabilità di una classe dirigente disastrosa dominata dall’asse franco – tedesco, scambiando le cause con gli effetti, privilegiando la narrazione mediatica alla realtà dei fatti, identificando la cura con il male. Ancora oggi, non pago, l’europeismo militante si atteggia a paladino della difesa dell’Europa dalle mire espansionistiche della Russia di Putin. I sovranisti rappresenterebbero infatti la quinta colonna di Putin e, con le loro aperture alla Russia, si renderebbero complici della sua strategia di destabilizzazione dell’Europa. C’è da chiedersi, chi la vede così, cosa pensi dell’attuale stato di sovranità limitata dell’Europa imposto dagli USA. Mah ………!?
Purtroppo Salvini non è un mago e fa quello che può, dovendo parare i colpi dall’esterno, contro una Germania che non vuole mollare la sua egemonia sull’Europa, e dall’interno, contro i partiti anti-italiani (in primis il PD) in rivolta contro il governo gialloverde, la cui caduta, con relativa possibile crisi finanziaria, potrebbe dar luogo all’insediamento di un governo tecnico, legittimato dalle oligarchie europee dominanti e sostenuto dai partiti oggi all’opposizione. Non ci spererei troppo.
Sul M5s, invece, non mi esprimo perché vedo che si stanno disintegrando da soli e perciò è inutile sparare sulla Croce Rossa. Noi cittadini, però, da qualche parte dovremmo andare, non tanto per fare il tifo per Tizio o Caio ma per esprimere una linea-Paese. Altrimenti, che sovranisti siamo? Se non sosteniamo noi le nostre istanze, come possiamo pensare che lo faccia qualcun altro? Non so, me lo chiedo, non ho nessuna verità in tasca. Cerco di capire come tutti.
“…..esprimere una linea-Paese….”
Hai detto niente, Rita!
Si, qui nel “buffo stivale”.
Ma va là…..
Linea paese? Ha forse a che fare con l’identità? Perché anche così siam messi male. L’italia ha molteplici connotazioni regionali e anche più locali, lasciando stare un nord e un sud profondamente divisi, anche politicamente. Su San Pietro si parla ligure, in Calabria e Basilicata ci sono autoctone comunità albanesi, le regioni del nord rivendicano autonomia. Quale linea paese dovremmo avere? Fatti l’Italia si dovevano fare gli italiani. Beh, non ci siamo ancora riusciti.
Le regioni e i territori ci sono in tutti gli Stati del mondo, così come le parlate e le abitudini diverse. Mentre la figura dell'”anti-italiano” c’è solo in Italia. E indovina un po’ chi l’ha creata?
I drammi del Belpaese sono sostanzialmente due: il Pensiero Sinistro e il Vaticano in casa. Non il cibo o la moda ci rendono unici al mondo, ma questi due fattori, ai quali da decenni cerchiamo di sopravvivere. Smantellarli, come stiamo vedendo in questi ultimi mesi, non è impresa facile; tuttavia, io sono ottimista.
Forse, Ivano, gli italiani li si stava “facendo”, e bene, per i primi sessant’anni di vita nazionale.
Quindi, per i successivi vent’anni si è continuato a “farli”, però piuttosto male, tanto che poi si è visto quanto fosse meglio, tutto sommato e considerato, non imboccare certe strade.
Infine, da oltre settant’anni gli italiani li stiamo “disfacendo”, con coscienza e volontà,
Che le responsabilità riguardino anche i soggetti indicati da Rita, è materia di accesa discussione. Vedremo come andranno l’anno prossimo le celebrazioni del 150°.
L’unica differenza è che oggi certi faccendieri della politica affermano di agire per ricominciare a “farli”, questi italiani ormai quasi “disfatti”. E qui, ciascuno di noi può crederci o no. Personalmente, ho molti dubbi.
In Europa, ci stiamo muovendo male. Comunque la si pensi, stiamo dimostrando un misto penoso di debolezza, velleità, ignoranza e presunzione. Troppi errori, troppe fesserie da dilettanti allo sbaraglio.
E prendere atto, dolorosamente, delle bischerate italiane, non vuol dire essere esterofili.
Perché essere patrioti non significa dire agli italiani solo quello che vorrebbero sentirsi dire, incensandoli con piaggerie illusorie. Anzi, proprio quello è antipatriottismo, il peggiore che ci sia, da guitti politici e da guappi elettorali.
Essere patrioti significa ben altro, senza certe filastrocche farlocche utili solo al tornaconto elettorale a breve termine.
E poi questa menata del “fare gli italiani” è la solita uscita alla d’Azeglio.
Che era pigrissimo, usava la vecchia ferita di Vicenza per giustificare il suo assenteismo governativo e parlamentare, aveva tentato diversi mestieri (soprattutto artistici) tutti finiti male per indolenza e però amava dire la sua sui fatti degli altri senza mai darsi da fare per portare avanti i propri.
Un ottimo siluramento, quello cavouriano.
Che invece di far salotto e battute ad effetto gli italiani aveva cominciato a “farli” sul serio.
Ecco, oggi da mandare in Europa ci manca proprio un Cavour.
Beh, anche da tenere in Italia.
Libera Italia in libera Europa.
Maaaaa veramente Rita ci sarebbero anche quelle che venivano etichettate come mafia&camorra&andrangheta, che però oramai costituiscono la vera “spina dorsale” operativa del “sistema Paese”, e sono riuscite a fare quell’unità d’Italia, dalle Alpi alla Sicilia, con la quale si era cimentata invano la Monarchia Sabauda.
Oddio, a rigori, la Costituzione Repubblicana non le prevederebbe nel suo ordinamento amministrativo, maaaaa…..serem mia ‘n svisera!!!!
Ah, perché la malavita esisterebbe solo in Italia ….. ?! Come la mettiamo allora con le mafie slave, russe, cinesi, nigeriane, coreane, sud e nordamericane? Le hanno fabbricate tutte a Corleone? Calando un velo pietoso sulle mafie finanziarie internazionali.
No, Franco, dà retta a me: noi (italiani) non ci amiamo abbastanza, anzi non ci possiamo vedere proprio. Mentre in Europa, tanto per rimanere sul nostro, sono tutti nazionalisti sfegatati (alla faccia del sovranismo), con tanto di bandierine sventolanti sull’uscio di casa, noi siamo esterofili per natura. Italia serva di mille padroni. Ma, come dicevo, qualcosa si sta muovendo ….
Pietro, assolutamente d’accordo. L’antipolitica di questi ultimi tre decenni, quando la politica quella vera dovrebbe avere un alto valore educativo, ne é la causa. Mai come in questi anni questo valore è stato disatteso completamente invocando addirittura l’istituto dei referendum confondendo il voto di tutti gli imbecilli con la democrazia. La democrazia neppure quando fu inventata garantiva diritto di parola a tutti. O meglio, quel privilegio spettava a pochi, magari solo ai ricchi, che però non avendo da lavorare avevano più tempo per il confronto, per quella dialettica da agorà che ora delegando alla velocità delle piazze virtuali si è smarrita. Non invoco con questo un governo di pochi, ma un governo di chi non pensa solo al proprio tornaconto elettorale, come dici anche tu, ma un governo con maggior cognizione di causa di cosa sia il bene comune. Per questo, se mai esistesse una destra come la esprimi tu non sarebbe inconciliabile con quella sinistra per come la intendo io. E ci toglieremmo dalle palle anche Rita, metaforicamente intendo, ancora ferma al pensiero sinistro e al Vaticano. Oddio, in verità, a parte il signor Bergoglio, rispetto al Vaticano, potrei essere d’accordo anch’io.
La cosa più divertente che ho sentito oggi è il mandato zero di Giggino. Che paura di dover ritornare a vender bibite al San Paolo. Invece Salvini credo che non abbia mai fatto neppure quello, se non imparare il russo.
….contrordine compagni!
Suona allo stesso modo, ma la frase di vera verità di “Giggino”, consisteva in una presa d’atto e si riferiva al voto degli italiani: “m’han dato zero”!!!!!!
Ti deluderò, Ivano, ma guarda che Rita (che non ha bisogno, come tutte le donne, della difesa degli uomini: di solito è il contrario) qualche commento fa non è andata lontana dalla diagnosi giusta sui mali storici del nostro stivale, che oggi sarà anche buffo ma, soprattutto, è piuttosto sdrucito e avrebbe bisogno di un’operosa risuolatura invece che di ciabattini comizianti.
Il fatto che tu dica trent’anni di disfacimento dell’Italia e io dica molti di più segna le nostre diverse posizioni politiche. Il che non ci impedisce, mi sembra, di tentare un dialogo su questo post di Francesco, che spesso tenta di riportarci alla politica attuale. Il rischio che mi sembra ci accomuni è quello del Drogo di Buzzati, per lo meno per me. Tu almeno sei fermo, se ho ben capito (correggimi se sbaglio) all’ante maggio 1994. Io invece all’ante marzo 1876. Ammettiamolo, rispetto al mandato zero e alle nomine europee sottozero, oggi oggetto di trionfalismi spudorati, siamo un po’ fané e demodé, per lo meno per quanto mi riguarda.
Tornando alle nomine UE, anche per evitare censure di fuori tema, cazzeggio o nullafacenza, hai letto il curriculum della von der Leyen? Hai presente il curriculum di qualcun altro?
Pietro, mi era sfuggito il tuo commento delle 19:28. Il commento di Rita? Quello delle 22 h. 18:55? Dammi conferma. Grazie.
Pietro, esisterebbe una discontinuità credibile?
Mi riferivo, Ivano, al commento di Rita di ieri alle 11:50. Anche se credo che i partiti storici della Sinistra del secondo dopoguerra un ruolo importante l’abbiano svolto. Per cui, oggi buttarla tutta sull’anatema del “pensiero sinistro” non mi trova d’accordo. Una cosa è la polemica corrente, un’altra la valutazione storica.
Quanto alla principale Istituzione occidentale degli ultimi due millenni, se pensiamo alle cose che le hanno combinato i nostri politici, diplomatici e militari di un secolo e mezzo fa, va detto che forse qualche risarcimento danni è giusto pagarglielo ancora. Se possibile, evitando di cancellare la memoria del XX settembre dalle vie del nostro Stato e dalle nostre celebrazioni nazionali. Ricordiamoci che senza Mussolini, come ha detto qualcuno, forse questa Istituzione storica avrebbe trasferito la propria sede in Irlanda, in Polonia (prima dell’occupazione sovietica) o in qualche paese sudamericano. Cerchiamo quindi di considerare anche tutto il bene culturale, artistico e spirituale che ce ne è venuto, come occidentali e come italiani. E, con realpolitik, ricordiamoci che dietro l’angolo abbiamo imam e muezzìn. Inoltre, è vergognoso passare sotto silenzio le stragi sempre più numerose ed efferate di cristiani nel mondo. Ho visto recentemente dati agghiaccianti e sono indignato dal silenzio di certe autorità.
Cari ragazzi, ringraziandovi per la vostra attenzione confesso di non avere capito verso quale stazione siete diretti, né se ci rivedremo da qualche parte alla fine del viaggio. Ma sarà quel che sarà. Confermo, comunque, il giudizio di “anti-italianità” a carico degli italiani, in particolar modo per quanto riguarda il Pensiero Sinistro dato che, fino a prova contraria, loro e non altri oggi fanno il tifo affinché tutto vada a rotoli, che poi così “arriviamo noi e facciamo il miracolo”. Come se noi non sapessimo che genere di miracoli sanno fare.
Concordo con te, Pietro, nell’affermare che “i partiti storici della Sinistra del secondo dopoguerra un ruolo importante l’hanno svolto”, con la differenza che io intendo tale ruolo dannoso poiché l’anti-italianismo viscerale che da sempre li contraddistingue (prima al soldo dell’Urss e poi a quello degli Usa) ha fatto sì che il loro monopolio della cultura e del lavoro distruggesse tutto il resto, così che adesso ci troviamo con un bel niente in mano.
La “political culture” dell’ultimo mezzo secolo ha avuto il merito di far fuori in un colpo solo la classe intellettuale e la classe dirigente di questo Paese. La grande vittoria del ’68 è stata quella di distruggere l’anima di un popolo lasciando in vita il corpo, di modo che un esercito di zombi si aggira oggi nella società. Il punto di partenza era che lo Stato non potesse limitarsi a prendere atto dei costumi, delle credenze, delle opinioni, dei pregiudizi di un Paese aspettando, pazientemente, che evolvesse nella direzione di una sempre maggiore consapevolezza, ma doveva sollecitare i cambiamenti, prepararli, facendo della società civile un’immensa aula scolastica (o aula di tribunale) in cui ‘educare i cittadini’. Le potenzialità totalitarie di questa missione pedagogica (cara, peraltro, a tutte le sinistre, da quella mazziniana a quella comunista, passando per il fascismo, a suo modo un regime di sinistra, in quanto mezzo nazionale e mezzo socialista) non sono state minimamente percepite dalla generazione dei nostri padri. Solo oggi si comincia a capire ………..
Per dirla in breve il Pensiero Sinistro ha concluso il programma illuministico, rivelando tutte le sue potenzialità totalitarie: per disfarsi, in nome della ragion egualitaria, dell’”uomo vecchio” non ha esitato a sacrificare l’uomo tout court. Gli ingegneri delle anime, atei e razionalisti, non hanno capito che la dialettica tra il vecchio e nuovo, tra il passato e l’avvenire, non poteva essere affidata alla sfera pubblica ma doveva fermentare “dal basso”, liberamente, trovando ricomposizioni sempre nuove e mutevoli. In fondo alla loro strada attendevano i Gulag e, intanto, conquistavano la scena i Trump, i Salvini e i Boris Johnson. E loro non hanno ancora capito perché!!!
Quanto all’Europa, attaccata dal virus della democrazia illiberale, credo che non sia mai stata così debole. Me ne dispiaccio, ma visto quello che hanno combinato, non poteva andare diversamente.
Dopo aver detto che da oltre settant’anni gli italiani non si fanno ma si disfano, penso di essere stato chiaro. Le responsabilità non mi sembrano però così facilmente e unilateralmente imputabili. Certo, alcuni dei soggetti da te indicati, Rita, possono avere più colpe di altri. Ma credo che tutti siamo più o meno responsabili di questo disfacimento. Soprattutto quelli che hanno la mia età e avrebbero potuto fare di più per arrestarlo o almeno rallentarlo. Non è un modo per dire “colpa di tutti, colpa di nessuno”. Si tratta di avere il coraggio di non fare sempre e solo critiche contro certi nemici di comodo, finalizzate unicamente alla successiva tornata elettorale. Si tratta di fare anche autocritica riguardo a quattro cose che ci vedono, come popolo e come nazione, quanto meno distratti se non anche, in determinati casi, complici: la devastazione ambientale, l’ingiustizia sociale, l’evasione fiscale e la criminalità mafiosa. Sento solo critiche, invettive, insulti, anatemi, offese, sempre colpa degli altri, mai nessuno che dica, bene, anch’io ho commesso degli errori, adesso però tiriamo una riga, questi sono i problemi veri, li affrontiamo insieme e in dieci anni diamo all’Italia un nuovo Risorgimento, in dieci anni rifacciamo l’Italia, non le percentuali dei seggi e delle prebende, a questo o quel partito politico, l’anno prossimo. Vogliamo insegnare all’Europa e non riusciamo nemmeno a tenere insieme l’Italia. Siamo passati dagli anti-patrioti ai finti-patrioti. Gli untori sono quelli che gridano sempre dagli all’untore.
A parte che il meccanismo della “nota di classe” (siamo tutti responsabili) non mi è mai piaciuti, è un fatto che “la cultura” in Italia fosse in mano a una parte politica ben precisa, idem dicasi per “il lavoro”, sicché qualcuno probabilmente ha sbagliato.
“La devastazione ambientale, l’ingiustizia sociale, l’evasione fiscale e la criminalità mafiosa” sono problemi mondiali, non italiani. Ma questo credo di averlo già detto. E siccome io la politica italiana e non, così, per sfizio, non perché sia importante, la seguo e sento tutti i santi giorni ciò che esce dalla bocca di Zingaretti, che è la versione light di Bersani, non smetto di stupirmi davanti a gente che dice le stesse cose che diceva trent’anni fa nonostante il mondo sia radicalmente cambiato. Ma dove vivono?
Terrificante la mozione di sfiducia basata su un articolo dell’Espresso!!! Nella Prima Repubblica i loro antenati, ne converrai, erano diecimilavolte più scaltri. Oggi, invece, il Pensiero Sinistro è il maggiore azionista di tutta la fuffa mediatica che c’è in giro (gli altri, devo dire, sono più sgamati). Solo una statua di cera può non sentire il profumo di “barbe finte” emanato dal “Rubligate” in salsa lombarda. Sappiamo che le rivelazioni sui maneggi veri o presunti di Savoini erano già state proposte nel febbraio scorso dall’Espresso senza sortire interessi di sorta. Ma allora, probabilmente, non serviva nessuno scoop poiché c’era in ballo dell’altra fuffa, il “Sirigate”, che si pensava potesse bastare a sconfiggere il nemico. Non essendo andata come previsto, è entrato in campo Buzzfeed (invito tutti a vedere che “roba” è, meno male che c’è internet), un sito americano che già a suo tempo si era molto agitato col Russiagate, altra fuffa che dopo anni di indagini forsennate e costosissime non ha portato a niente. Cos’ha detto Buzzfeed? Le stesse identiche cose dette dall’Espresso in febbraio e passate inosservate. E ti credo: tre italiani al bar tentavano di vendere la Torre di Pisa a tre russi all’insaputa dei pisani. Non suggerisce niente ai “fedeli” del Pensiero Sinistro che adesso che “Russopoli” si sta rivelando per quello che è, cioè niente, è tornato in auge “Siropoli”? Oltre che maldestri sono anche poco fantasiosi. Ma si prendano come consulente bellico uno scrittore di romanzi di spionaggio, santiddio! Almeno ci divertiamo anche noi.
Anticipando chi è tentato di tirar fuori l’asso di briscola (taroccato anche quello) dei mai esistiti 49milioni che la vecchia “Lega Nord” di Bossi si sarebbe intascata ai danni dello Stato, invito all’ascolto del resoconto giornalistico di Luca Telese, il quale notoriamente non è leghista:
https://www.nicolaporro.it/lega-tutto-sui-49-milioni-che-non-sono-stati-rubati/
Ora io mi chiedo, e ti chiedo Pietro, ma perché prestare sempre il fianco al ridicolo? Perché, perché? Non sarebbe meglio pubblicizzare un programma politico come si deve, che magari gli italiani potrebbero leggere anche volentieri?
Mi permetto solo di rispondere che lo scempio del paesaggio, del territorio e dell’ambiente italiani è innanzitutto un problema italiano, soprattutto quando sono gli italiani a compierlo in danno del proprio paese e quando è il loro Stato che dovrebbe tutelare gli interessi della collettività e il bene pubblico, anche quello ecologico, e invece non lo fa.
Che l’ingiustizia sociale riguardante la popolazione italiana, basata su meccanismi economici, sociali, istituzionali e giuridici italiani, è innanzitutto un problema italiano, che una sana Destra tradizionale eviterebbe di accentuare ed esasperare, cercando invece di contenere le disuguaglianze e le sperequazioni entro limiti giustificabili con discorsi credibili sul giusto merito e favorendo quindi processi di mobilità sociale e dinamiche di ricambio dei ceti e dei censi a livello nazionale, oggi bloccati a favore della rendita e a discapito del lavoro (è così che si esaspera la gente e si rischiano le rivolte).
Che l’evasione e l’elusione della normativa tributaria italiana, attuate in grave pregiudizio economico dello Stato italiano, è innanzitutto un problema italiano, soprattutto quando i delinquenti evasori sono italiani che danneggiano l’intera popolazione, mentre altre categorie sociali devono sopportare carichi fiscali enormi e ingiusti a causa del comportamento penalmente criminale ed eticamente vergognoso di tali evasori, che rubano impuniti allo Stato italiano più di cento miliardi di euro all’anno, una cifra spaventosa che risanerebbe in pochi anni il nostro intero debito pubblico.
Che mafia, camorra, ‘ndrangheta e altre forme di criminalità organizzata, più le varie mafie estere sempre più invasive, in quanto praticate sul territorio del nostro Stato nazionale, sono evidentemente un problema italiano, soprattutto quando questa feccia è italiana e colpisce i cittadini italiani, le loro famiglie, le loro attività e le loro istituzioni, godendo di una impunità inconciliabile con il principio di legalità italiano, la sovranità italiana e l’ordine pubblico italiano.
Che cosa aspettiamo a metter mano ai problemi veri, invece di continuare a cazzeggiare con fanfaluche buone solo a raggranellare quattro voti e quattro seggi in più?
Dopo più di un anno di filastrocche e selfie e tweet, sarebbe ora di cominciare a governare i problemi reali dell’Italia, non a inventarsi vittimismi ipocondriaci europei e deliri di onnipotenza da balera.
Non saprei, sinceramente, se ci sarà una “discontinuità credibile” a livello europeo dopo queste nomine UE (se ho ben compreso, Ivano, il tuo riferimento delle 10:16, altrimenti per favore correggimi).
La mia impressione è che per la prima volta la von der Leyen abbia dovuto negoziare e trattare per la carica, come è giusto fare. Maggiore debolezza? Non lo so, forse non direi. Capisco poco di politica, anche europea. So solo che, vista così, questa sembra uscita da un quadro di Vermeer, in mezzo a molti altri, anche nostri, che sembrano usciti da un quadro di Bosch.
Che Germania e Francia stiano puntando alla “continuità” è chiaro. E il mancato trionfo, tanto strombazzato quanto finito in fiasco, dei cosiddetti sovranisti potrebbe consentirglielo. Manca l’Italia, manca un’Italia forte e coesa, con meno debiti e più statisti internazionali. Peccato.
Riprendendo il commento di prima, tra i fattori di disfacimento nazionale aggiungerei la criminalità mafiosa, come giustamente diceva ieri Francesco alle 12:56, e la piaga gravissima dell’evasione fiscale. L’immigrazione clandestina si aggiunge buona ultima a queste problematiche, tutte nostre, che sono madri del Mostro vorace che oggi azzanna l’Italia: il Debito pubblico. E, avendo citato Cavour, qui citerei Quintino Sella.
Questa è l’Italia che vorrebbe fare la voce grossa in Europa. Esterofilia? Non credo. Si comincia a essere patrioti evitando al proprio interno la bischerofilia. Ed evitando di avere economicamente le mani più bucate di Padre Pio. Per poi ovviamente richiedere, magari a partire dalle nomine UE, il “grande posto nel mondo” (qualcuno ricorda la scritta sulla curva di Ticengo?) che ci compete.
Si, Pietro la ricordo assai bene: “L’ITALIA AVRA’ IL SUO GRANDE POSTO NEL MONDO”!
Ieri il Presidente Conte è andato in Senato, a fare il punto sulla trista vicenda russa di mazzette sulle forniture di petrolio (a finanziare campagne eelttorali?) che ha coinvolto la lega, Salvini e Savoini. E non ci siamo fatti mancare nemmeno un ….”miniaventino” dei 5*!
Il “capitano” si è manifestato invece in un ambiente che gli è più familiare: facebook (!), a parlare di TAV, pedemontana e migranti, a dire che mentre lui sbloccava i cantieri, in Senato si parlava di “aria fritta”.
Citerò Lavinia Rivara (La Repubblica): “….Non siamo molto lontani dall’aula sorda e grigia di mussoliniana memoria….”.
Mi pare tratteggi assai bene l’atmosfera!!!!
Tutto questo è falso. Non c’è stata nessuna mazzetta né alcun coinvolgimento della politica ma solo tre signori che tentavano di fare i furbi per proprio tornaconto. State costruendo un castello su un articolo di giornale, e che giornale.
Con citazioni da “Repubblica”, per giunta.
Ma come ci siamo ridotti …… e poi avreste anche il coraggio di dire che la colpa non è di nessuno? Fatemi scendere, aiuto!!!
Secondo me non ci sarà nessuna discontinuità. Ma forse non ci siamo capiti. Io ti chiedevo, nel caso avessero avuto la meglio i sovranisti, quella sarebbe stata una svolta credibile, costruttiva, ma soprattutto rassicurante o tranquillizzante? Era questa l’alternativa, altre non esistevano. Quanto al commento di Rita che tu precisi, non mi sembra altro che l’ovvio commento non ragionato del tipico pensiero destro, rappresentato in questo momento dal nostro governo che mi pare che anche tu non promuova a pieni voti. Quanto al Vaticano che ci ha degnato della permanenza in Italia non dimentichiamo le tante ombre antiche e contemporanee che ne hanno offuscato la Storia. Non è la paura immotivata dell’Islam che ci impone di giusticare tutto e tutti. Secondo me.
Scusa, in effetti non avevo capito. Se le elezioni europee avessero avuto l’esito che speravano i cosiddetti sovranisti e populisti, immagino che il rischio di spaccare la UE o almeno di ridimensionarla ci sarebbe stato per davvero. E siccome la UE, con tutti i suoi difetti e le sue magagne, le sue ingiustizie e le sue nequizie, non può che dare parecchio fastidio a USA, Russia e Cina, allora avremmo avuto parecchia gente ai piedi della nostra croce a giocarsi ai dadi la nostra tunica. Inutile dire in bocca a chi saremmo finiti noi italiani, visto il consenso leghista in aumento costante. Che certi affari non abbiano portato conclusioni negoziali ed erogazioni economiche non significa che non siano stati ipotizzati, impostati e condotti (male, visto che i russi alla fine di quattrini non ne hanno cacciati e hanno mollato quei tre donald duck da cartoon). Forse qualcuno si è sentito un Mattei. Ma ce n’è di differenza. Non è un Mattei al plurale.
Per Francesco: 😂😂😂
Constato con piacere che Francesco cita Repubblica e Rita addirittura l’Espresso. Nel secondo caso naturalmente per sparare a zero contro il pensiero sinistro capace di inventarsi i più perversi intrallazzi. Non importa se la Magistratura si è mossa dopo le inchieste del settimanale, e che comunque la Lega sta pagando un mutuo settantennale per restituire, senza batter ciglio, i 49milioni, che, mai avuti, sono comunque un bel debito e che il desiderio che tutto finisca come una bolla di sapone lo dovrà dire la Magistratura, ancora libera e indipindente si spera. Io piuttosto di pagare un debito non mio mi incateneri davanti a qualche tribunale. Poi leggo anche che il mondo in questi trentanni è cambiato e la sinistra non se n’è accorta. Invece quelli bravi sì, mettendo mano e immediatamente alla soluzioni che quei disgraziati delle sinistre non hanno saputo fare. Il mondo del lavoro è cambiato e nessuno si è mai interessato ai ragazzi di Amazon o ai portatori di pizza, occupandosi solo del ceto medio, comodamente sdraiate sui lettini di Capalbio. Magari prendendo ad esempio modi e costumi di quei dittatorelli, che hanno cercato di cambiare l’Europa senza riuscirvi. Invece da noi continuano ad essere un modello. È nota la simpatia del nostro vecepremier per personaggetti o oni che ispirati a si sa quali modelli di democrazia credono di avere la chiave per risolvere quei “piccoli problemi” minuziosamente elencati nei commenti precedenti. Facendo finta o illudendo che siano risolvibili con un tocco di bacchetta magica. Il ceto medio si è impoverito? Male, allora noi tagliamo le tasse, non importa dello sato sociale che bene o male qualche soldino lo ha investito. piuttosto che combttere evasione ed elusione che i voti li tolgono. Le regioni del Nord vogliono più autonomia, bene gliela diamo, “fatta l’Italia…….”, che magari non piace a Pietro, ma mai cosi attuali, si Tav, no Tav, va bene, un accordo lo troviamo, una volta io e una volta tu, dinamica democratica in un governo, si potrebbe dire, sbandierano conti che meno chiari di così si muore, ma prima vediamo i sondaggi e poi decidiamo i vantaggi elettorali. Poi come dice Francesco, conclusa la democrazia rappresentativa, andiamo tutti su Facebook, perché quel genio del mio spindoctor mi dice di fare così, cosi si arriva a tutti, non coi soliti giornaloni o le dirette o indirette parlamentari. E le critiche a questi comportamenti mediatici potrebbero non finire mai, ma credo che indipendentemente dalle modalità comunicative, senza dubbio efficaci, io credo che la domanda cruciale sia se a cambiamenti o disastri epocali, quelli di prima, corrispondano almeno in fieri le risposte. E questo lo potrà dire solo il tempo che darà risposte che per alcuni saranno cazzi, per altri una chissà se soddisfacente risposta. Perché per ora una interpretazione ideologica la stiamo dando tutti in base al nostro orientamento politico. Ma mai come ora credo sia necessario capire se il metodo adottato, almeno in Italia, sola contro tutti, possa dare i frutti sperati. Io credo che forse nell’immediato sì, a lungo termine no. Con affanno, sperando che questi tempi isterici possano trovare modalità di intervento ragionate, auguro buona gionata a tutti.
Relativamente alla ultime righe forse é opportuno che spieghi che, senza personalizzate troppo, avrei dovuto iscrivere in un discorso più ampio sulla percezione della realtà. Mi riferisco al tema, ad esempio, della politica, dove quasi sempre senza dati certi tutti noi azzardiamo giudizi e spariamo sentenze che appunto hanno solo il supporto della percezione, che mai o non sempre trova riscontro nella realtà. Devo però anche riconoscere che il commento del signor Cadè è stato un pretesto irrinunciabile a supporto della mia tesi.
Ed ecco il tema principe: la percezione!!!
Dalla percezione d’insicurezza alla percezione del diverso, fino alla percezione della politica di parte (una “parte”, è ovvio). E’ l’apoteosi del Pensiero Sinistro.
Bene, bene, anzi benissimo.
Andate avanti così, che ce la facciamo ad azzerare l’antico che ritorna (vorrebbe ritornare).
Mentre il Pensiero Sinistra si dedica alle notizie scandalistiche, il sovranismo riflette:
https://sinistrainrete.info/teoria/15200-andrea-zhok-quale-socialismo.html
Forse ha ragione il mio amico B.C. che riguardo ai suoi decenni di militanza nella sinistra italiana ha concluso: più della politica, in fondo, a me sono sempre interessati il pensiero lucido e l’intelligenza perciò quando questi elementi stavano a sinistra stavo anch’io a sinistra, e adesso che stanno a destra sto a destra. Numeri alla mano, si direbbe proprio che è così per tanti. Buon segno, siamo ancora un’umanità capace di pensare.
Il congiuntivo m’è scappato. Sorry.
Franco, ti prego cortesemente di rimuovere il commento del signor Macalli (26 Luglio 2019 alle 05:18) che termina con le solite frasi offensive nei miei confronti. Il signor Macalli non avrà nessuna difficoltà a rimetterlo epurato da insulti personali.
Signor Cadè, non avrei nessun problema se Francesco, su Sua implicazione mi censurasse. Anche se mi sembrava col commento successivo di aver trovato una generalizzazione tale da mitigare il mio giudizio sul Suo conto. In tutti i casi l’ho salvato ed epurato potrei rilanciarlo. Che sia fatta la sua volontà.
Implorazione, non implicazione. Piccolo incidente da correttore automatico da cellulare. Sono ancora senza pc.
Io non imploro nessuno. Le chiedo solo di essere meno maleducato. Se no, Lei sa dove abito, venga e mi insulti apertamente, non nascondendosi sempre dietro un monitor.
Signor Cadè, non mi era sembrato di essere maleducato, anche se la differenza tra ironia e maleducazione è indubbiamente sottile. In verità non so come possano aver interpretato gli altri lettori, ma quel Suo commento secondo me dava adito ad un’unica lettura. Comunque ripeto: sia fatta la Sua volontà.
Livio, come direi …..”concordato tra le parti”, ho tolto il finale ritenuto insultante, peraltro del tutto estraneo a tutto il resto del commento.
…. beato Confucio, e che big abrazo sia!
Io non so se dare del “paranoico” a qualcuno e non a un’idea, o a una teoria, così come scrivere “ci toglieremmo dalle palle anche Rita” possa essere considerato da soggetti sani di mente “ironico”, “metaforico” o “spassoso”. So invece per certo che i lettori di questo blog conoscono e distinguono perfettamente la “maleducazione”, espressione tipica di chi non potendo misurarsi sull’argomento con mezzi propri ricorre allo stratagemma dell’insulto per colpire il “nemico”. Una causa persa, come sappiamo, poiché l’Altro agli occhi del “pubblico silente” si rafforza. Salvini docet.
Il problema non riguarda solo Te, Rita, o me, che siamo i bersagli favoriti, ma anche persone che io conosco, che preferiscono non intervenire per non essere aggrediti.
Chiedo scusa, ho contribuito a un altro fuori tema. Questi discorsi politici si divincolano tra le mani come un gatto che si torce per saltare altrove.
Le nomine UE, dunque.
Mi sembra che uno dei punti interrogativi della nostra politica estera nazionale sia di cominciare a definirne una. Noi italiani abbiamo tradizioni diplomatiche plurisecolari notevoli ma oggi l’intero sistema di gestione diplomatico sembra paralizzato. I politici dei nostri tempi cambiano umore, felpa e simpatie ogni mattino e le stupidaggini che dicono o twittano sono solo peti nel vento. Ma la struttura organizzativa della diplomazia di uno Stato rimane, a prescindere dalle incapacità di un ministro o di un sottosegretario di passaggio, puntualmente incompetenti e ostaggi delle direzioni generali e delle funzioni effettivamente munite di potere. In questo momento, sarebbe fondamentale che la nostra diplomazia svolgesse un’azione capace e concludente proprio nell’ambito della trattativa europea sulle nomine della nuova (si fa per dire) UE.
Per ora, a parte Sassoli (che piaccia o non piaccia il suo colore politico: questo non è un discorso di pianerottolo o ringhiera, è un discorso di forza o debolezza nazionale), i risultati sono miserrimi.
Il “mestiere della diplomazia”, come del resto il “mestiere delle armi” e persino lo stesso “mestiere della politica” non possono essere lasciati all’improvvisazione, alla volubilità, all’incompetenza degli ultimi arrivati.
In queste settimane si stanno decidendo nella UE i ruoli che contano. Chiunque abbia avuto a che fare col potere sa bene che, oltre al “che cosa”, conta sempre il “chi”.
Noi stiamo chiusi nella nostra tana, palleggiandoci tra noi lodi e plausi nello spazio angusto e stillando rancore verso l’esterno della tana, contro coloro che fuori lottano e predano. Peccato, perché mai come adesso l’Europa avrebbe bisogno di un’Italia forte e coesa, così come l’Italia avrebbe bisogno di un’Europa equilibrata e giusta.
Scusa Pietro, ma siccome non mi viene in mente niente che possa rientrare nella categoria “tradizioni diplomatiche plurisecolari” [dell’Italia], potresti fare qualche esempio concreto? L’ultima azione eclatante dei “non ultimi arrivati” (Giorgio Napolitano, Massimo D’Alema, Romano Prodi) è stata quella di farsi trascinare dal blocco franco-atlantico nella distruzione della Libia di Gheddafi al grido: “non lasciamo calpestare il Risorgimento arabo”. Sublime esempio di diplomazia internazionale, con ricadute catastrofiche sulla gestione energetica (Eni) e di sicurezza sociale (tratta degli schiavi).
Dire chi è il più debole tra David Sassoli e Ursula von der Leyen non è facile. Credo che entrambi rappresentino bene l’Europa di oggi in cui l”’homo europaeus”, sintesi di libertà e rigore, di immaginazione e intelligenza, di cui la Grecia ha fornito il modello perfetto e Leonardo la celebre raffigurazione, è miseramente ridotto ad effige di una moneta: l’euro.
Guardiamo oltre, al “dopo”, a ciò “che verrà”, è meglio. E nel frattempo perché non leggere “Notre-Dame brucia” di Giulio Meotti, uno tra gli osservatori più attenti alla mutazione europea. Tante volte constatare di essere morti aiuta a risorgere.
Scusa il ritardo nella risposta, Rita, ma per quasi due giorni non ho guardato il blog. Hai ragione, avrei dovuto fare i nomi. Purtroppo siete velocissimi rispetto ai miei peraltro felici ritmi post-professionali. E ormai il mio ritardo rende la risposta sulla storia delle istituzioni diplomatiche italiane, che già sarebbe stata fuori tema, anche superata. E forse è meglio per tutti, visto che la cosa non interesserà a nessuno. Consiglio quindi di non leggere da qui in avanti questo commento, fatto solo per rispondere doverosamente alla domanda di Rita.
La diplomazia l’abbiamo inventata noi italiani. Tre volte. Altro che cinesi o altri. Prima volta. I legati imperiali erano diplomatici eccezionali. I papi hanno avuto sin dall’inizio una diplomazia pontificia esemplare. L’utilizzo dei nunzi e degli “apocrisari” ha poi insegnato al mondo, dall’epoca bizantina, come si gestiscono le relazioni internazionali. Seconda volta. Nel Rinascimento le signorie italiane e le loro corti hanno fondato la diplomazia che sarà adottata dagli Stati nazionali. Formidabile la diplomazia della Serenissima. Ma anche Machiavelli e Guicciardini, oltre ad altre cose, furono ottimi diplomatici. Terza volta. 1870. Roma è nostra. La nuova nazione italiana è attaccata da tutti. Attiviamo una diplomazia abilissima nelle negoziazioni da posizioni di debolezza internazionale. Posizioni che ribaltiamo con un corpo diplomatico formatosi alla scuola cavouriana, la migliore in tutto. Insegniamo all’Europa e al mondo come una piccola, recente nazione sotto attacco possa diventare una grande realtà internazionale, forte e autorevole: ecco Emilio Visconti Venosta, Costantino Nigra (che ha fatto ben altro che mettere la Oldoini sotto il lenzuolo imperiale), Edoardo de Launay, Carlo di Robilant, senza dimenticare che i due più grandi statisti italiani degli ultimi due secoli, Cavour e l’Antonelli, erano stati ottimi ministri plenipotenziari delle loro (opposte) diplomazie. Non male la successiva diplomazia giolittiana. Mediocre quella fascista. De Gasperi fu un ottimo diplomatico, oltre che parecchio altro. Quindi, dal centrosinistra, inizia cinquant’anni fa il declino. Da trent’anni, poi, il nostro degrado diplomatico è impietosamente sotto gli occhi di tutti. La gente che citi tu, Rita, allora non avrebbe avuto neanche un incarico di usciere d’ambasciata. A Crema, avamposto di Terraferma veneta, l’ottima scuola diplomatica di San Marco diede frutti egregi anche dopo Campoformio, per più di un secolo: Enrico Martini, Ottaviano Vimercati e Antonio Marazzi sono nei libri di storia della diplomazia europea, e non solo. Bene, fine di questo inutile e noioso commento. Con le mie scuse di vecchio italiano.
Ah, bé, d’accordo. Tu ne fai un quadro storico più completo mentre io mi riferivo all’Italia post-bellica, cioé all’Italia “politica” nel senso che oggi si dà a questo termine. Grazie per la risposta e per il … ripassino; sai che sono sempre felice quando si parla di Storia.
Mi verrebbe da andare a ripescare i primissimi “diplomatici”, o “mediatori”, tra il mondo terreno e il mondo ultraterreno, che a tutte le latitudini della Terra vengono citati come “esseri alati” (naturalmente c’è un motivo), ma mi astengo . Te la racconto quando c’incontriamo.
Ad averne, oggi, Rita.
Non è che se ne scova ancora qualcuno?
Pensa che Europa.
….per via delle “tradizioni diplomatiche”: “…. dalle carte che ha messo a disposizione Giuseppe Conte in Parlamento, perchè lui, Conte, ci è andato a riferire ( incontro bilaterale del 16 luglio 2018. Con il governo insediatosi da circa un mese, Salvini vuole organizzare un vertice presso il ministero dell’Interno della Federazione Russa per discutere con i rappresentanti del Consiglio per la sicurezza nazionale, Yuri Averyanov e Alexandr Venediktov, e il ministro dell’Interno Vladimir Kolokoltsev) emerge chiaramente che «l’onorevole Claudio D’Amico e il dott. Gianluca Savoini partecipano agli incontri e sono indicati nello “Staff del Ministro Salvini”, altro che ….”aria fritta”!».
Il punto è questo: non si tratta affatto di “solo tre signori che tentavano di fare i furbi per proprio tornaconto” (cito da te, Rita) ma “facenti parte dello staff del Ministro”.
Ma come lo sceglie il Ministro il suo Staff?!? Tra tappetai e perecottari?
Che poi la trattativa ….”economica” sia andata in porto oppure no, assai poco me ne cale!
E ti …ricito Rita: “Ma come ci siamo ridotti …… e poi avreste anche il coraggio di dire che la colpa non è di nessuno? Fatemi scendere, aiuto!!!
Aria frittissima: un ministro della repubblica va in viaggio ufficiale in Russia e non si porta dietro il presidente dell’Associazione Lombardia-Russia? O non lo invita a cena a Roma con la delegazione russa? Sarebbe come la Giunta cremasca in visita a Melun senza il consorzio del tortello. Secondo te un ministro di qualsiasi Stato del mondo organizza i suoi viaggi all’estero o un’apposito staff lo fa per lui.
Comunque, ad oggi, i fatti non danno ragione ai colpevolisti (che conosciamo bene), visto che neanche i giudici sanno che pesci pigliare e in ogni caso NESSUN POLITICO è coinvolto nella faccenda. Finirà come per i famigerati 30mila euro di “Siropoli”: Nicastri ha detto, si, forse era un’idea di Arata, ma il senatore Siri non ne era a conoscenza. E noi (italiani) ci spendiamo un fracco di quattrini per questa roba qua.
Ti sei chiesto come mai nessuno si è filato la “grande inchiesta” dell’Espresso pubblicata in febbraio per farne “un caso di sicurezza nazionale” (immagino le risate di Putin) in luglio? E cosa ti sei risposto?
Dopo aver negato di averli esso stesso invitati.
Penso che “esso stesso” non abbia invitato neanche la morosa, se c’era.
Forse non hai idea della macchina da guerra che sta dietro ogni figura istituzionale.
Rita, ma che strano, e mi riferisco anche al signor Cadè, anche a me viene riferita la stessa cosa di voi due. Chiudo e queste meschinità a cui mi sono abbassato le lascio a voi due. E poi quante balle, il signor Cadè avrebbe potuto benissimo difendersi dalla mia accusa di paranoia e in questo modo convincere i lettori del contrario. Avrebbe rimediato ad una figura per me tapina. Altra offesa? Francesco, da subito ti autorizzo a censurarmi
Cita gli insulti personali ricevuti, please. Uno per uno.
Fai un elenco dettagliato, in collaborazione con i tuoi amici, poi ne parliamo.
Mi risulta comunque che tu stia stato cazziato (anche pochi giorni fa) da altri, i quali non sono stati tanto lì a cincischiare: semplicemente, non si sono più fatti vedere. Ad ogni modo a me non frega niente delle violenze verbali, fai come credi, la vita è tua e la faccia pure.
No, sui miei amici non posso contare, non si sono ancora spostati a destra come vuole la tua intelligenza migratoria. Sono rimasti a sinistra e sarebbero troppo di parte. Non sono lucidi e obiettivi come te. Ritornando invece al tema scatenante invece vorrei esprimere tutta la considerazione per l’eleganza di Pietro, che argomentando più di me è riuscito e ridimensionare il commento di chi sappiamo. Come se ci fosse stato bisogno. E dal mio punto di vista riassumibile nella mia sintesi. Sia chiaro, non sto cercando alleanze, queste emozioni o reazioni o suggestioni sono suscitate da quello che si scrive, non da quello che si è. Ci si basa su quanto scritto. E quanto scritto è commentabile ed ognuno si assume le sue responsabilità. E le letture tra le righe ci stanno benissimo, rivelando ben oltre di quello che si palesa col veicolo del linguaggio scritto. Detto educatamente o con maleducazione il contenuto non cambia. Come dice Rita si può piacere e non piacere, basta controbattere. Se poi qualcuno si ritira é questione di palle. A parte qualche piccola censura il diritto di parola é dato a tutti.
A parte il fatto che i commenti di Pietro sono chiarissimi e non hanno bisogno di interpreti, non s’e’ capita invece l’allusione al “presunto ridimensionamento” (e’ come il presunto finanziamento?) di cosa o di chi. Boh! …. Non sarebbe stato piu’ semplice scrivere “a proposito di questo, io penso quello … “? Arciboh!
Il problema qui, e’ che spesso abbondano gli insulti ma scarseggiano le idee.
Com’era prevedibile, il mio richiamo al rispetto ha scatenato i Suoi istinti. Lei ha trovato il modo di insultarmi ancora. Si calmi, si renda conto che i Suoi sfoghi non servono a nulla.
Franco, ti prego ancora di rimuovere i commenti del signor Macalli del
26 Luglio 2019 alle 12:49
26 Luglio 2019 alle 13:39
per il loro linguaggio offensivo.
Riformulo la mia considerazione: come mai ha creduto che in quel commento di Pietro ci fossero chissà quali allusioni? Dopo la risposta di Pietro non ha dato un nome alla sua percezione?
Lei sembra continui a non capire qual è il problema. Le ho già detto, se ha questa incontenibile necessità di insultarmi, lo faccia di persona. Non faccia il leone da tastiera.
In tutti i casi un Ministro ha la responsabilità di chi si porta dietro e se firma un elenco di nomi a sua insaputa forse qualcosa non va. In tutti i casi, ancora, io ponevo la questione di tutte le menzogne con cui “esso” si accompagna. La sua politica, che vale anche per i suoi compagni di governo, è un giorno dire e un giorno smentire. Come cavolo vuoi che ci considerino in Europa? Anche se a te non frega niente, mentre alla metà degli italiani sì….hai visto che tono moderato? Diversamente dal tuo che quasi sempre è aggressivo e violento.
Nei toni intendo, che poi è quello che pensano i miei amici di sinistra, non ancora intelligentemente convertiti alla destra. Rispetto a questo uno dei miei amici potrebbe risponderti: ma come si permette quella lì? Vuol forse dire che a sinistra siam tutti stupidi? Sarebbe un’offesa, non credi?
Firma un elenco di nomi? Ma in che film? A cosa servono gli staff di partito con la loro granitica gerarchia amministrativa? Al posto del suo dirigente, anch’io avrei invitato il presidente dell’Associazione Lombardia-Russia per andare a Mosca, imprenditori e avvocati che operano nel settore. Chi avrei dovuto mettere nel gruppo, il calzolaio e il salumiere? Con tutto il rispetto per due onorevolissime professioni. E se questi dovessero rivelarsi dei truffatori, che vadano in galera. So che in Italia è un eufemismo, si fa per dire.
Non capisco comunque che bisogno c’è di continuare a menar il can per l’aia. Non fai prima a dire “Salvini mi fa schifo”, imitando così la punta di diamante del tuo partito di riferimento, Nicola Zingaretti? E’ meno faticoso del dover cercare ogni giorno l’Eldorado dei Maya. Non è il Pensiero Sinistro quello del “lasciamo lavorare la magistratura”? E allora, lasciatela lavorare, quando troverà qualcosa d’interessante ve lo farà sapere.
Signor Cadè insisto, non la sto insultando. Capita anche a me, a volte, di avere una visione distorta della realtà. Che problema c’è ad essere qualche volta paranoici, non crede? Capita anche a me, qualche volta me lo riconosco e poi sono contento.
Siamo fiduciosi. E il Pd non è il mio partito di riferimento. Invece vedo che tu glissi su tutte le balle che questo governo ci propina tutti i giorni. Rispondi solo a quello che ti comoda. E che poi tu non riconosca le contraddizioni di questa maggioranza finalizzata solo al potere é ancora più grave. Non stanno lavorando per l’Italia, ma solo per se stessi. Potrà anche stare sulle balle il pensiero sinistro, ma giustificare questo destro solo per contrastare l’altro non è un punto di merito. Tu poi, che ti spacci per un’espertissima di politica, e di tutto il resto.
Hai detto tu di avere votato Pd, mica io. E anche in assenza di ammissioni, dite esattamente le stesse cose. Più chiaro di così si muore.
Di tutto mi si può incolpare, fuochè “glisso sugli argomenti” trattati. Se non so qualcosa, non commento. Vai a rileggerti tutti gli interventi in coda a questo post e dimmi dove non ho risposto, provvedo subito.
Rita, dammi la ….dritta: hai citato “….amico B.C. che riguardo ai suoi decenni di militanza nella sinistra italiana ha concluso: più della politica, in fondo, a me sono sempre interessati il pensiero lucido e l’intelligenza perciò quando questi elementi stavano a sinistra stavo anch’io a sinistra, e adesso che stanno a destra sto a destra…”.
Non è che voglia uniformarmi alle scelte metodologiche del tuo amico B.C, eccimancherebbe, ma dove trovo “pensiero lucido e intelligenza” in questa “destra”? Escluso ovviamente il “capitano” e annessi, neh …..
Mah, ogni tanto io posto qualcosina da leggere, per chi ne avesse voglia. La saggistica ultimamente e’ abbastanza prolifica e non mancano nuove e attente case editrici. Certo chi non cerca, non trova.
Si può cambiare orientamento politico? Non è che prima ci si conosceva poco? O forse non cambiamo noi, cambia il contesto economico culturale e allora di fronte all’egoistica, ma umana sopravvivenza, ci si inganna di un moto di intelligenza quando il più delle volte è solo paura del futuro scegliendo quello che la propaganda ti mette su un facile piatto d’argento. La politica è futuro, non opportunistica presente. E io nella nuova intelligenza che avanza di futuro non ne vedo. Vedo rammendi, pezze al culo, estemporaneita’ delle azioni. Non che a sinistra vedo molte prospettive, anche per loro é compito improbo quando, e mi ripeto continuamente, non siamo più nelle mani della politica, ma della tecnologia, della finanza, dell’economia, che determinando il futuro del mondo non ricorda che se poteva poco un tempo ancor di più oggi ne é vittima consapevole o inconsapevole. O magari lo sa bene. Sa che il pericolo dell’uomo forte é sempre in agguato e la fragilità umana, la paura ne diventano complici. La Politica non esiste proprio più. Come dei bambini abbiamo sempre più bisogno di mamme e di papà. Niente di nuovo lo so, ma altrettanto mi sembra superfluo ricordare l’esempio di tempi passati.
Rileggo immediatamente e vedo congiuntivi sbagliati da correttore. Scusate.
Il saggio dubita spesso e cambia idea.
Lo stupido è ostinato, non ha dubbi.
Conosce tutto fuorché la sua ignoranza.
Tutto il resto sono str****** [l’aggiunta è mia]
Se non possiamo definire la stupidità, almeno possiamo riconoscerla come origine della maggior parte delle disgrazie e debolezze umane. Le sue manifestazioni sono legione, i suoi sintomi sono infiniti.
Sarà che ho avuto un ottimo rapporto con mio padre, ma io non vedo nessun “uomo forte” emergere all’orizzonte della Storia. E sono anche stufa, dico la verità, di sentire tirar fuori ad ogni piè sospinto l’elenco delle colpe dei social, dai quali personalmente mi tengo attentamente e scrupolosamente alla larga, ma che non possono essere usati come un capro espiatorio.
Il mondo, la società, la cultura e tutto il resto sono andati a scatafascio? Risposta: SI. La catastrofe è avvenuta in tre giorni? Risposta: NO. Chi ha fatto a pezzi il mondo degli uomini era dotato della tecnologia comunicativa degli ultimi vent’anni? Risposta: NO. Ce l’ha fatta dunque con “strumenti suoi”? Risposta: SI.
E poi, scusate: gli stessi mezzi sono oggi a disposizione di tutti, perché uno fa cilecca e l’altro trionfa? Evidentemente, come dice Franco, uno è vicino al “core” dei problemi e l’altro ne è lontano anni luce. E’ talmente semplice, che girarci intorno è davvero un ozioso passatempo da lasciare ai giornaletti. Sennò, che fanno?
Era una replica a Franco delle 10:28
Si può ragionare sulla propria ignoranza fino a capire che l’intelligenza altrui è più stupida della nostra ignoranza.
Baci Perugina?
Baci di Dama.
Mmhhhh!!! … buoni.
Ivano, dicevi di “pericolo dell’uomo forte”.
Pericolo?
Ma se, da che mondo è mondo si è li ad aspettarlo il cosidetto “uomo forte”!
Il pericolo a mio modo di vedere è la grande ignoranza, l’enorme superficialità, la mancanza di ogni attenzione, approfondimento e rielaborazione, resi devastanti dalla diffusione “a tappeto” dei cosidetti “social” mediati dagli smartphone.
Ed i furbacchioni, mascherandosi da “uomini forti”, devono solo allungare le mani e raccogliere!
E magari ti organizzano dall’oggi al domani una “campagna epocale” contro i negozi che vendono derivati della canapa, per “spezzare le reni” ai …..trafficanti di droga, “….“Luoghi di diseducazione di massa…… negozi dove ci sono droghe e che sono un incentivo all’uso e allo spaccio di sostanze”, saranno chiusi “sigillati”!
Se ne sente ancora parlare, a mica tanti giorni di distanza, di questa “campagna epocale”?
Assolutamente no! Ma il clamore, al momento è stato enorme.
In questa piazza, magari esageriamo a ….rimenarcela sui temi, sui contributi , sugli approfondimenti, che sgorgano da chi ha qualche cosa di personalmente approfondito da comunicare e lo mette ….”in comune”.
Ma ….viva la faccia!
E’ solo attraverso il dia-logo che possiamo avvicinarci al “core” dei problemi e ad allontanarci dalle ….. “tavole imbandite” furbescamente, perfidamente dagli “uomini forti” per i tanti, troppi “uomini deboli”!
Sono d’accordo con te, Pietro: il problema di oggi, non dell’Europa ma del mondo, non risiede nel “pericolo” di improbabili uomini forti ma nella piaga degli uomini, e delle donne, deboli. Non solo in ambito politico ma anche industriale, culturale, artistico, sociale.
La von der Leyen s’incastona perfettamente in questo scalcinato diadema e già brilla per assenza. E d’altra parte “il drago” l’abbiamo già avuto, era la Merkel, questa era solo il suo tirapiedi.
Non è la forza ma la debolezza della politica il nostro attuale problema nazionale. Non è il rischio degli uomini forti ma la certezza degli uomini deboli a renderci politicamente fiacchi e insulsi. Forza politica è poter condurre e realizzare strategie istituzionali, sociali ed economiche a medio-lungo termine, almeno una decina d’anni, che affrontino e risolvano i veri problemi del popolo italiano e che creino uno sviluppo solido e duraturo della nazione italiana. Debolezza politica è saltabeccare in continuazione sul palcoscenico mediatico senza costrutto e col solo intento, a breve, brevissimo termine, un anno o due al massimo, di lanciare trovate, pensate, sparate, rodomontate presto smentite o contestate o dimenticate, così da raggranellare qualche voto e seggio in più alle imminenti elezioni. Forza politica, oggi, è costruire l’Italia del 2030. Debolezza politica è esibirsi come saltimbanchi e sciantose, avendo per orizzonte il tweet o il commento facebook del giorno, per accattivarsi il consenso istantaneo e volatile degli spettatori del momento, allontanando l’attenzione dai problemi veri e recitando filastrocche sui problemi fasulli.
Mai come oggi l’Italia ha temuto l’uomo forte trovandosi invece governata da uomini di una debolezza desolante, pari solo alla loro ricattabilità da parte di categorie, gruppi e consorterie di potere e al loro incessante, estenuante meretricio mediatico.
Una grande nazione si basa su diversi “instrumenta regni”, tra cui “il politico”, “il militare”, “il diplomatico” e “il religioso”.
Oggi noi abbiamo Salvini, Di Maio, la Trenta, Moavero, Bergoglio. Aggiungiamo Conte e Tria, magari Toninelli. E ci preoccupiamo dell’uomo forte?
Recentemente in Europa sono stati confermati, smentendo tante fantasticaggini, certi equilibri di forza. Ed è arrivata alla guida una donna forte. Perché la forza non è quella esibita dai tartarini ma quella ineffabile dei mazzarini. Ci conviene darci una mossa e cominciare a decidere che cosa vogliamo fare da grandi.
A questo punto mettiamoci Rita al comando.
Quindi ci si preoccupa tanto di un Salvini che non è altro che una caricatura. Meglio così.
Scusa ma di chi parli? Chi si preoccupa? La maggior parte degli elettori italiani è così “preoccupata” da votarlo, e a quanto pare la platea cresce. Parli per te, immagino. E poi non è chiaro l’abbinamento: o sei un uomo forte, o sei una caricatura? Quindi, tu saresti una caricatura? Oppure, un uomo forte?
Ho posto una domanda, anche se non esplicita: secondo voi Salvini che indubbiamente si erge a uomo forte, lo è davvero o è solo una macchietta? Anche Mussolini all’inizio lo era, per poi rivelarsi quello che è stato. E la storia che gli italiani lo votino senza timore non vuol dire un bel niente. Abbiamo dei precedenti cara mia della stupidità italiana e il tuo pseudo ragionamento non ha né capo né coda. In tutti i casi i suoi modelli di riferimento non lasciano presagire niente di buono. Che poi riesca ad eguagliarli speriamo di no. Forse siamo più furbi di russi, magiari e turchi.
Ma è un anno che fai questa domanda! Forse, hai un problema.
Il tuo partito ha un problema: parla quotidianamente di quant’è brutto, sporco e cattivo l’avversario perché non sa cos’altro dire. Brutta roba non avere argomenti, progetti, speranze, si finisce per crogiolarsi nel proprio dolore. Contenti voi, comunque …..
Per me, Ivano, Salvini non è un “uomo forte”, nel senso che diverse forze di opposizione intendono e temono. Posso sbagliarmi, non ho una visuale politica sufficiente, esprimo solo un’opinione da provinciale fuori dal giro mediatico dei ben informati. La mia è un’impressione, una sensazione, più che una convinzione.
Salvini è un politico di grande successo in un momento storico in cui il successo si acquisisce e si utilizza in un certo modo. Un modo che oggi piace a molti. La società italiana si specchia a volte nei personaggi del momento. Oggi agli italiani piace identificarsi in un determinato modo di fare, di dire, di comportarsi. Ma va anche detto che gli italiani gli specchi amano ogni tanto cambiarli, senza tanti complimenti, perché sono attratti da uno specchio nuovo. Il trasformismo è qualcosa che ci piace da sempre.
Salvini perderà il proprio potere non quando i suoi oppositori dimostreranno razionalmente che è un imbonitore inconcludente. Ma quando troveranno un imbonitore più bravo di lui a raccontare storie emotivamente convincenti. Credo sia proprio quello che stanno cercando. Il loro problema è che non l’hanno ancora trovato. Ovviamente, a Sinistra è un gran cercare. A Destra, nonostante Salvini sia piuttosto impresentabile negli ambienti che contano, in Italia e fuori, lo si sopporta per calcolo, sperando che quegli altri non trovino il loro uomo. Vedremo.
Siamo la patria della commedia dell’arte e del melodramma. Non ci sono “uomini forti”. Solo “primedonne” e “virtuosi”.
Per essere un “male informato”, Pietro, sei arrivato alle stesse considerazioni che anch’io sto facendo ormai da mesi, in pratica da un anno abbondante. Salvini è “un ponte” necessario per traghettare questo Paese di matti in una dimensione diversa. Non si capisce in che modo sarà diversa, ma sicuramente diversa.
Altra cosa certa: a succedere a Salvini non sarà nessuno della “galassia sinistra” data la pochezza intellettuale, morale e sociale che la contraddistingue. Dico la verità, quando sento quotidianamente quello che esce dalle bocche tirate dei suoi esponenti (eh, si, sono masochista al punto di volerli ascoltare), mi vergogno di essere italiana.
Hai ragione Pietro. Analisi meno paranoica della mia.
….mi pare chetu ci stia mettendo tutti d’accordo, Pietro!
E ciò è bene.
Molto meno bene, almeno per me, accettare che “….. Oggi agli italiani piace identificarsi in un determinato modo di fare, di dire, di comportarsi….” e che questo modo di fare, di dire, di comportarsi si personifichi in quel personaggio (e interprete, ed è questo il peggio!) li, che, francamente, ma proprio ” a pelle”, anche se non parla (ma se parla è peggio) non sopporto!
Come volevasi dimostrare, comunque, la von der Leyen è “un pacco” rifilatoci dalla Merkel come gesto d’addio. Dopo aver detto una serie di banalità sull’immigrazione clandestina durante il discorso d’investitura (compreso che la marina tedesca negli ultimi anni ha salvato la vita a 22mila persone, nel senso che le hanno scaricate tutte in Italia), ora tace davanti alla richiesta dell’Italia di ricollocamento dei cento che sono in attesa sulla nave della nostra Guardia Costiera. E brava la sciura tedesca che se ne sta al calduccio a Bruxelles, è così che si tiene unita l’Europa.
E “…pacco o non pacco, arriveremo a Bruxelles, malgrado voi ….”! (grazie Antonello!)
E del Commissario di spettanza italica in Commissione EU? Perchè per chiudere la partito delle nomine, sono i Commissari che ancora mancano.
Ecchicimandiamo? Mica farci fare la fine del buon Buttiglione (orco, almeno al cognome, facciamoci attenzione no?!?).
O ….. meglio che la “festa” sia solo …. “de nojartri”!
Ai tempi la colpa era tutta di “Roma ladrona” adesso, ci siamo internazionalizzati, la colpa è dell’Europa dove …. ti fanno l’esame prima di entrarci e poi, devi conoscere anche le lingue, eppoi il Banfi ce lo siamo già giocati all’Unesco (ma quello era in quota 5* però no?).
Chisso è ‘o “belsito” ddò sssssole!!!!
I ras della politica italiana stanno finendo di mercanteggiare le cariche nelle loro tribù sparse sulle ambe partitiche. Tra poco dovranno ricordarsi che, dai loro acrocori e savane alla periferia del mondo, devono inviare un loro «commissario» laddove le cose e i fatti non accadono in base a penne colorate e perline luccicanti, tamburi sciamanici e danze propiziatorie, bensì sulla scorta della ricchezza delle nazioni, una cosa un po’ diversa dalle favole, dai riti e dai miti cari al negus di turno.
Non è una gran scoperta, ovviamente, dato che già gli australopitechi si spartivano il bottino in base a robuste legnate (le evidenze paleontologiche sono inoppugnabili) e non invece in base a chi faceva più capriole, fischi, lazzi e schiamazzi, cose nelle quali invece questi ras sono maestri.
Oggi la clava è una sola: se sei ricco o povero, se sei in debito o in credito, e quanto lo sei, perché se sei in debito forte, balle, furbate e piagnistei non servono.
Bene, si diceva, stanno per finire i mercanteggiamenti tra i ras per nominare questo o quello nella carica di degiasmacc, fitautari, grasmac, cagnasmac o balambaras. Un villaggio a te, un accampamento a me, un gregge a te, un pascolo a me, ormai ci siamo, tutto è stato spartito.
Adesso chi mandiamo nel mondo lontano e ignoto, laggiù dove vivono le strane genti che seguono le bizzarre regole del denaro, del debito e del credito, invece di vivere felicemente come noi di canti e danze, sogni e racconti, emozioni e magie, spiriti e sortilegi, insomma, come si diceva, di capriole, fischi, lazzi e schiamazzi?
Dopo che i ras ci hanno portato dalla protesta al protesto, sarà meglio mandare qualcuno che non racconti soltanto filastrocche tribali da pennuti allucinati.
Se diciamo alla von der Leyen che pagheremo i debiti facendone “coraggiosamente” ancora di più, mi sa che persino la baronessa ci risponde col passato remoto di masticare secondo Totti.
….e verso la fine di questa torrida (si, torrida in metafora e fuori!) estate è nato il governo Conte bis, che stamane, alle 10 al Quirinale ha giurato nelle mani del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Oggi, dopo il giuramento al Quirinale, il Governo si trasferisce a Palazzo Chigi: Conte riceverà gli onori, parteciperà alla cerimonia della campanella e poi presiederà il primo Consiglio dei ministri con la comunicazione a Bruxelles : Paolo Gentiloni sarà il commissario italiano in Europa.
Gentiloni è politico di ….lungo corso, già Ministro, Presidente del Consiglio, dal marzo è Presidente del partito Democratico, il personaggio ha tutte le carte in regola per non …..fare la fine del povero Rocco Buttiglione (…. nell’ottobre 2004 La commissione giustizia, libertà pubbliche e sicurezza del Parlamento europeo aveva prima respinto la risoluzione che accoglieva la candidatura di Rocco Buttiglione quale commissario europeo a giustizia, libertà e sicurezza e poi, in un successivo voto, aveva respinto anche la risoluzione che proponeva di confermarlo vicepresidente, ma di cambiarne il portafoglio ….).
Con questa nomina, in “stallo” per quanto riguardava appunto il Commissario Italiano, praticamente si avvia alla sua conclusione il lungo e complesso iter del rinnovo del ….. Governo della UE: speriamo che ….siano rose!
In tal caso ….fioriranno.