menu

WALTER VENCHIARUTTI

Preraffaelliti, amore e desiderio

A pochi anni dalla mostra “Preraffaelliti –L’utopia della bellezza” tenutasi a Torino nel 2014, una nuova rassegna artistica dedicata a questa corrente pittorica, arricchita con altre opere e supportata da pertinenti parametri critici ed espositivi,  è stata aperta in questi giorni a Milano in Palazzo Reale. “Preraffaelliti amore e desiderio” è il titolo dell’attuale esposizione. Notevole il numero degli 80 capolavori esposti, laborioso frutto di una quindicina di artisti; singolare l’allestimento che li accompagna.

Il 1848 è l’anno in cui tutta l’Europa viene interessata da moti rivoluzionari. Anche in Inghilterra il mondo artistico si risveglia dal polveroso letargo neoclassico. Artefici di questo terremoto culturale sono una ristretta cerchia di studenti d’arte. Rivendicano una insofferenza cronica nei confronti dell’accademismo ufficiale e si fanno innovativi promotori degli stilemi correnti. Credono nel modernismo medioevale e sono ammaliati dalla pittura prerinascimentale. Studiano il primitivismo giottesco e il misticismo che caratterizza i lavori di Fra’ Angelico. Guardano all’Italia, auspicano un progressismo basato sul ritorno alle origini; esaltano la natura che rappresentano attraverso un vivace colorismo; celebrano il lavoro artigianale contro le storture della società industriale. Sono contemporaneamente pervasi da un forte amor di patria e da istanze sociali; considerano inscindibili l’arte, la poesia e la musica.

Le tematiche raffigurate nei loro quadri appaiono diverse. Spaziano dall’iperrealismo naturalista, rappresentato con l’impiego di luce radente e vivaci cromie e, senza con questo fare del piatto storicismo, si dedicano a composizioni tratte dalla letteratura di Dante, Boccaccio , Chaucer, Shakespeare. I cambiamenti epocali, le sensazioni sentimentali che nelle tele agitano i personaggi (amanti infedeli, famiglie in lotta, femmes fatales) distano anni luce dal puritanesimo vittoriano. Castità e perversione, lascivia e modestia si toccano, alimentate da uno sguardo sfuggente, da una posa provocante. In questi officianti si esprime una religione laica che ricorre all’aiuto di un simbolismo significativo, decifrabile dalla tipologia di un fiore, nella specificità di un frutto, con il ricorso alla presenza di un oggetto d’uso comune (una collana, un vestito, un soprammobile). La molteplice galleria delle donne ritratte corrisponde alla contraddittorietà degli affetti e delle passioni che motivarono l’impegno degli autori.

Possono incantare: la bellezza carnale ed eroica che si alterna alla purezza virginale nei ritratti femminili proposti da Dante Gabriel Rossetti; il risveglio, la giocosità e la dignità morale prevalgono in William Holman Hunt; la tenerezza, l’abbandono distinguono John Everett Millais; la grazia e la risolutezza sono la caratteristica di John William Waterhouse. In questo labirinto di immagini è facile perdersi e ritrovarsi. In entrambi i casi l’amore alla bellezza che esala dai corpi e si annida nell’animo dei personaggi rappresentati è il messaggio lasciatoci. Sono stimoli che sarebbe un vero peccato non saper cogliere.

WALTER VENCHIARUTTI

24 Giu 2019 in Cultura

6 commenti

Commenti

  • Scusa Walter se mi ripeto, ma queste informazioni completano la visione del dipinto di Ofelia di Millais. Incollo quello che raccontai dopo aver visitato la mostra di Torino del 2014, che tu ricordi. Queste informazioni rendono ancora più affascinante il quadro. Parlo della modella.
    “Si chiamava Elizabeth Eleanor Siddal, e scoperta da Deverell in un negozio dove faceva la sartina divenne poi musa ispiratrice di Rossetti, che la immortalò in innumerevoli ritratti. Nel 2014 attribuii erroneamente il dipinto a Rossetti, invece posò per Millais proprio nel celebre dipinto di Ofelia, costringendola ad una delle prime performance della storia dell’arte.
    Il pittore la costrinse a posare immersa in una vasca piena d’acqua per ore e giorni, riscaldandola, insufficientemente, col calore di lampade e candele. Naturalmente si ammalò di polmonite, con ripercussioni sulla sua salute che minarono la sua breve vita. Morì suicida di laudano, poco tempo dopo aver dato alla luce una bimba morta. Nel frattempo si era avvicinata alla pittura e alla poesia, e i suoi testi, all’inizio ridondanti, poco per volta, divennero sempre più poveri di parole e più brevi, perché il tempo che passa, i dolori le esperienze, restituiscono, o dovrebbero restituire al linguaggio la sottrazione necessaria all’essenzialità della poesia. E della comunicazione. Se basta un aggettivo non ne servono due.
    Con uno dei suoi libretti venne sepolta, e quando Rossetti la fece riesumare per una postuma pubblicazione, i testimoni raccontarono che i rossi capelli erano diventati più lunghi.
    Quanto di vero o di romantico, o preraffaellita, non è dato sapere. In tutti i casi donna affascinante.

  • Ci sono una dozzina di quadri esposti su youtube…
    …Quello che incontro di più è quello di Lucrezia Borgia,
    ma è già del 18’esimo secolo…
    Raffaello è fra i più difficili.

  • Graziano, sei sicuro di quello che dici?

  • Esperienza

  • Io, non insensibile ma inesperto in arti figurative, sono affascinato dalle descrizioni di Walter che mi fanno venire la voglia di approfondire.

  • L’amore della bellezza, Walter: che bel messaggio per il mondo di oggi!
    La bellezza, anche se non salverà il mondo, ci allontana dalle tensioni quotidiane ci rasserena l’animo: magari questo ci potrà aiutare anche a vedere con occhi più distaccati il… polemos che caratterizza il nostro tempo.

Scrivi qui il commento

Commentare è libero (non serve registrarsi)

Iscriviti alla newsletter e rimani aggiornato sui nostri contenuti