Una riprova che siamo un continente di separati in casa sta nel fatto che a Bruxelles non si è neppure riusciti a trovare un accordo sulla data delle prossime Elezioni europee, che si terranno nei 27 Stati membri tra il 23 e il 26 maggio 2019. In Italia le urne saranno aperte domenica 26 maggio. Lungi dal voler fare delle previsioni (che non c’azzeccano quasi mai), questo post si ripropone di essere una finestra aperta sulle “grandi manovre” pre-elettorali dei partiti nazionali e delle coalizioni estere. Come ci si prepara nelle sagrestie politiche? Quali le strategie? In che modo si tenta di contrastare l’avversario? Attraverso quali stratagemmi si fidelizza il proprio elettorato? Che alleanze bollono in pentola?
Scarsi o nulli sono i “programmi politici”, per cui tutto si gioca sul rapporto più o meno subalterno che il vincitore avrà con le lobby finanziarie che attualmente decidono le sorti del mondo. Vogliamo il politico servo-tanto, o preferiamo il politico servo-poco? Pensiamo che il futuro dei popoli stia nell’economia transnazionale (vince il più forte), o in quella nazionale (controllata dall’interno)? La scelta, grosso modo, gira da queste parti. Non mancano, naturalmente, considerazioni sulla politica internazionale, fattore tutt’altro che secondario, per cui le nostre simpatie o antipatie non potranno prescindere dai posizionamenti geo-politici in atto né da quelli in incubazione, i quali, essendo ormai tutti gli Stati contenuti nella stessa rete, avvengono regolarmente alla luce del sole.
In Italia, ad esempio, è impossibile parlare di politica senza parlare di magistratura: viviamo in un ridente Paese dove la legge si ignora per gli amici e si applica ai nemici; più pesante mediaticamente sarà pertanto la condanna, maggiori saranno le probabilità di un aumento di consensi da parte di chi l’ha spinta. Così, almeno, è sempre stato. Perché, a dire la verità, cresce in modo insperato il numero dei cittadini che stanno aprendo gli occhi. Per quanto i magistrati con le loro azioni si sforzino di apparire imparziali, sappiamo benissimo tutti che hanno vinto un concorso in magistratura perché “dovevano” vincerlo. Si sa come vanno i concorsi in Italia. Vale lo stesso discorso per gli “esperti” e i “professori” che di volta in volta vengono chiamati a pontificare su questo o quell’argomento: anche loro hanno vinto un concorso simile, un concorso universitario di cui tutti conosciamo benissimo il funzionamento.
Ma nonostante sia risaputo che la magistratura è una casta inchiodata ai suoi (tantissimi) privilegi, non si può accusare le toghe di fare indagini mirate ed emettere sentenze politiche, è reato, lo ha stabilito la Corte di Cassazione con un verdetto di qualche anno fa. A parte questo: giova ai politici premere affinché ciò avvenga? Non lanciano un boomerang? Ma soprattutto, anche questa volta ci toccherà assistere a un disputa politica basata sul giustizialismo? Se tu mi fai saltare la giunta regionale umbra, allora io ti indago il sottosegretario alle Infrastrutture che pressa troppo il ministro, nel frattempo l’altro dimostra che la sindaca della capitale tarocca i bilanci delle partecipate, oltre ad avere la città completamente fuori controllo. E via di questo passo. Andremo avanti così fino al 26 maggio? Premesso che la politica è ovunque deceduta sotto la scure di Wall Street, più ancora dell’economia peserà sulle sorti dell’Italia la giustizia? Nei prossimi trenta giorni, chi riuscirà a non farsi mandare almeno un avviso di garanzia? Si accettano scommesse.
Commenti
Di solito le scosse politiche arrivano per fame estrema, oppure per vuoto di obiettivi. Qui c’è invece troppo benessere, tranne alcune sacche europee troppo circoscritte per scatenare il gran casino, ma paradossalmente obiettivi luminosi come luci di Natale! E mi ricollego al torrisiano (minuscolo come aggettivo, uso così) “C’è più bisogno d’Europa”. Che famo un’altra Libia? Non vado male normalmente come previzionista, ma ora annaspo.
A dire la verità le scosse politiche in Europa sono possibili solo se la «cabina di regia» statunitense approva, sennò ciccia. Se c’è un territorio che a ragione dovrebbe dire «padroni a casa nostra», quello è l’Europa. Dall’ultima guerra in poi non abbiamo fatto altro che prendere ordini dai «liberatori». Noi italiani siamo addirittura in possesso della quarta riserva aurea del mondo (dopo Germania, Usa e FMI), ma mica possiamo disporne, no, ci mancherebbe altro. Per paura che utilizziamo qualche lingotto per sfamare la gente oltre la metà viene «custodita» da Federal Reserve, qualcosina anche da Bank of England, perché noi non siamo in grado. Sgobbare e produrre ricchezza si, spendere no.
Terreno di scontro per le prossime elezioni è sicuramente la Libia: mentre i grillini e il Pd tifano per Haftar e Ong sperando di mettere in crisi la Lega con qualche bel barcone carico di finti profughi, Salvini e Meloni sostengono al-Sarraj che oltre ad essere riconosciuto a livello internazionale garantirebbe continuità di lavoro all’Eni nazionale.
Un altro ring sarà Roma, ovvero i suoi debiti mostruosi. E’ così ormai da decenni: prima le amministrazioni capitoline pagano cani e porci, parenti amici conoscenti, si liquidano onorari da capogiro e distribuiscono tangenti a pioggia, poi quando i nodi vengono al pettine il solito Pantalone deve mettere la mano al portafoglio. Alla faccia della spending review. Già il M5s aveva preteso di inserire nel Milleproroghe la norma Salva Napoli (ben amministrata dall’armatore della Flotta Partenopea, il nullista De Magistris), ora pure il Salva Roma? E quando sarà la volta del Salva Crema, chi pagherà?
L’Europa, Rita, siamo noi: il Consiglio dei capi di governo e di Stato rappresenta l’insieme delle singole “nazioni”. Una politica “comune” può convivere benissimo con la politica delle nazioni: succede in tutte le Federazioni di Stati (non solo gli Usa).
Che conta è distinguere bene le “competenze”, come del reso accade in Italia tra le competenze dello Stato e le competenze delle Regioni.
D’accordo, Piero, l’Europa siamo noi. Da anni ormai ripeti questo mantra e sembra che non funzioni. Sinceramente, ti sembra che tale principio sia mai stato realizzato? Cos’ha fatto l’Europa che tu avresti voluto che facesse? Fammi un esempio pratico. Una cosa bella.
Detto ciò, questo post non vuole parlare di Europa (c’è qualcosa che ancora non sia stato detto?) bensì di Elezioni Europee, visto che mancano 30gg. all’alba. Con particolare attenzione, mi sembra il minimo visto che viviamo in Italia, verso le “grandi manovre” italiane, che sono visibilissime e offrono ogni giorno nuovi spunti di riflessione e valutazione, divertimento e disappunto. Non c’è show più avvincente.
Oggi la controfigura del commissario Montalbano (Zingaretti) ha presentato un mozione di sfiducia contro il governo, ben sapendo che sarà respinta, accompagnandola con queste parole: “”La delicata situazione internazionale, la persistenza della crisi economica e finanziaria, lo stato di sfiducia delle imprese e il crescente malessere sociale richiederebbero un Governo solido, politicamente coeso, libero da condizionamenti privati e immune anche solo dal sospetto dell’asservimento a interessi criminali: l’alternativa si chiama Pd”. Glielo avranno detto a questo signore che il Pd ha governato fino a ieri e non si è distinto per capacità e rettitudine? In quale manuale di tecnica politica avrà letto che dare dello scemo all’avversario politico fa vincere le elezioni? Ma soprattutto: quale sarebbe la sua ricetta perfetta, quella che ancora il Pd non ha sperimentato? Non basta dire che l’altro è incapace, devi dire anche come risolveresti il problema al posto suo. Avanti, siamo tutt’orecchi ……
Non si parla di questo, ma l’occasioe è buona per ribadire che gli Statunitensi mi stanno di traverso nel gozzo peggio di un osso di pollo e il loro capo, il bottegaio biondone, mi è arrivato come un macigno fino alla bocca dello stomaco.
Quando ero in quel paese (non lo nomino perché sospetto che tutte le intrusioni che ho avuto nel mio p.c. siano dovute a quelle citazioni) dicevo, quando ero nel paese del mio amico Dawood, che ha scritto anche su Cremascolta, ricordate?, ho avuto le prove schiaccianti dell’ennesima falsità politica di quella gente. Chiaramente ho chiesto al mio amico, che è anche in – governo, “ma se noi volessimo disfarci di questa sudditanza, che ci succederebbe? Il debito di gratitudine l’abbiamo già ampiamente pagato, e di loro non ci restano che le storture acquisite nello stile di vita”. ovviamente non poteva che rispondermi “E che vuoi che vi succeda?”.
E allora lo chiedo a voi due politologi: non si potrebbe almeno aumentare le distanze, fare scelte autonome di legami con Cina, in corso, e Russia? Il nostro continente è questo, non quello di Colombo!
Il voto: ognuno scelga quello che può dare più compattezza, elememto prioritario rispetto alle sbandierate di programmi da locandina cinematografica.
Ma si, è chiaro che il futuro si giocherà in Eurasia. C’è solo da fissare la data d’inizio. Dopo ogni catastrofe morale, spirituale, materiale, il mondo degli uomini è sempre ri-partito dall’Eurasia, presente da tempo immemorabile sul palcoscenico mondiale come «arca di Noé» grazie soprattutto ai suoi innumerevoli «rifugi climatici naturali», il più grande dei quali, conosciuto con il nome di Rifugio Pontico, copre un’area di circa un milione di chilometri quadrati. L’Eurasia è strapiena di ambienti incontaminati, e andando avanti ci sarà un gran bisogno di varietà faunistiche, come di terra non inquinata. I nostri discendenti si troveranno dalla “parte giusta” della Storia, consoliamoci.
Continuo con il mio diarietto pre-elettorale, che probabilmente interessa a pochi ma servirà a me, tra un mese, per formulare una serie di considerazioni. Ieri sera, viste le circostanze (30gg. all’alba), ho guardato dieci minuti di talk-show su La7, cosa che in tempi normali non faccio perché non voglio avere incubi notturni. Davanti alla penosa figura di Di Maio circondato dalle sue ancelle (sembrava un pascià orientale), mi sono chiesta: chi è lo stratega politico, Davide Casaleggio, custode dell’ eredità del padre? Il povero Roberto si starà rivoltando nella tomba, lui non avrebbe mai usato questi metodi vecchi come il cucco. I pentastellati pensano di accattivarsi l’elettorato femminile mettendo in fila 5 donzelle trattate come vallette di un quiz? Non sanno che le donne sono creature esigenti e, se sono pronte a scusare o compatire l’operato di un uomo, da una donna pretendono quello che chiedono a se stesse: il massimo? Peggio ancora le poverine sono state vendute come donne in carriera, affermate professioniste soddisfatte del proprio appagante lavoro. Ma allora, perché sono pronte a mollarlo per fare le parlamentari? Eh, già: i soldi. Significa, però, che quello che c’è scritto sul volantino promozionale del prodotto non corrisponde al vero.
Ma come, Luigino, qualche settimana fa dichiaravi “chi dice che la donna deve restare chiusa in casa è uno sfigato”, e poi fai fare tappezzeria a cinque donne per un’ora intera in una trasmissione televisiva di prima serata? Il prossimo martedì chi porterai? Il nero, il gay e il disabile? Ma vi rendete conto, cari amici pentastellati, di quanto siano discriminanti queste tecniche vecchio stampo? Perché noi, invece si.
Le steppe euroasiatiche? Decolalizzazione volontaria o deportazione?
Tu stai pure qui, ti scriveremo una cartolina.
Poca brigata, vita beata.
Meno male. Questo mi tranquillizza molto.
Rita, grazie per l’occasione offertaci.
Si ci stiamo avvicinando a grandi passi ad un momento (teoricamente) nodale per chi, come noi vive in un Paese costituzionalmente democratico che ha aderito (anzi, pardon, è stato uno dei soci fondator) a quell’entità sovranazionale che si chiama Europa (che ha avuto comunque il grande merito, di aver preservato 3 generazioni dalla guerra!): le Elezioni Europee.
Da ragazzini, io e mia sorella, ci facevamo beffe della sig.ra T, insegnate di economia domestica (sic!) (una collega di mia mamma che nelle occasioni importanti si rivolgeva a lei, la mamma, per avere le dritte giuste) che le chiedeva: ” senti Iris, ma cosa è quest’ Europa?”
Oggi, mi sono profuso in scuse postume:….. pora anima, sa la ghia rasù!!!!
Ma cosa è questa Europa?
Davvero improbo sforzarsi di dare una risposta, soprattutto per chi, come noi Italiani, si sta confrontando con una Costituzione Nazionale ampiamente inattuata/cotraddetta, ma soprattutto messa in dubbio nel primo dei sui Principi Fondamentali: “Repubblica Democratica fondata sul Lavoro”, che dovrebbe:”riconoscere a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuovere le condizioni che rendano effettivo questo diritto”!
In un contesto di questa fatta, chiedere ai cittadini del “buffo stivale”, alle prese con un Governo/ossimoro, oramai oggettivamente senza prospettive di continuità, di esprimere il loro voto, con qualche cognizione di causa, su chi sarà opportuno li rappresenti tra i 76 europarlamentari che ci spettano, magari in concomitanza con altro voto più o meno locale, mi pare privo di ogni logica credibilità.
Piuttosto, anche queste elezioni europee, così come lo sono già state, con spropositata eco mediatica, financo quelle della …..bocciofila sotto casa, serviranno a essere utilizzate più o meno furbescamente per interpretare il “volere dell’italico popolo sovrano” teso a cambiare o no e in che modo il….. “gialloverde governo del cambiamento”!
Tutto ciò, con le “europee” c’azzecca pochino assai, ma “questo passa il convento”……. è la democrazia, bellezza!
Mi piacerebbe che giorno dopo giorno ognuno potesse appuntarsi qui di seguito le sue personali considerazioni sulla campagna elettorale in corso. Una campagna al cardiopalma, a quanto sembra. Cosicché, il 27 maggio, si possano radunare le idee e capire chi ha fatto cosa dal punto di vista strategico, cos’ha azzeccato e dove ha sbagliato. Ciò a prescindere da chi sarà il vincitore. La politica è strategia, in fondo, come ben ci ha insegnato il Macchia.
Le Costituzioni non sono immortali, credo che questo sia l’ultimo dei nostri problemi.
Le Costituzioni non sono immortali? Questa è la più bella che potevo sentire. Le Costituzioni sono l’ultimo dei problemi? Pazzesco. Prova a metterla nelle mani degli ultrà della Lazio che ieri hanno srotolato a Milano il lugubre striscione e poi lo vediamo se è l’ultimo dei problemi.
Ma chi se ne frega degli ultra’ e degli sfascisti dei centri sociali, che hanno avuto un’infanzia difficile e sono dei disturbati mentali.
Mi sembra evidente che nessuna Costituzione sia immortale, ci mancherebbe, sarebbe come se l’uomo del Terzo Millennio si riconoscesse nel Codice di Ammurabi. Al massimo, nella migliore delle ipotesi, una carta del genere puo’ rimanere in vigore qualche secolo.
Rita, vallo a dire al tuo amico Salvini che li sta reclutando tutti. Qualche secolo? Speriamo.
Così giovani e già così divisi, viene da dire. Ma, forse, di questi tempi è inevitabile poiché si stanno fronteggiando due visioni del futuro completamente diverse. Anche i più ingenui hanno capito che la povera Greta Thunberg viene utilizzata come ariete nella campagna per le Europee allo scopo di spianare la strada agli ambientalisti (non hanno mai disturbato il grande capitale) intralciandola invece ai sovranisti. Questo, almeno, è l’intento. Poteva mancare un avversario in campo? Eccola qua: Izabeella Nilsson Javardi, pure lei svedese, quindicenne, acerrima nemica del globalismo. Izabeella non parla per slogan (“salviamo la terra”, “gestiamo la crisi climatica” e compagnia bella) ma sciorina nei suoi “comizi” elenchi di esempi concreti puntando il dito sul vero responsabile di tutto ciò: l’approccio “commercial-globalista” del grande capitale, mai menzionato da Greta, che difatti viene invitata all’Onu, al Consiglio Europeo, in Vaticano e da alcuni capi di Stato, Mattarella in testa.
Se un giorno le due donzelle si candidassero e io mi trovassi a dover fare una scelta di campo, sceglierei Izabeella. E’ chiaro che finché ci sarà una spinta globale alla massima competizione produttiva il processo di demolizione del pianeta (più precisamente, della nostra capacità di viverci sopra) continuerà imperterrito. Se questo problema non verrà affrontato in tempi brevi, moriremo chiacchierando di clima. Greta può anche non saperlo, è una ragazzina, ma il bestiario politico e mediatico che le sta dietro non ha scusanti.
Ed ecco il primo volpino italiano che sale sul carro di Greta, lo aspettavamo al varco: è Pippo Civati, che dichiara di volersi “mettere al servizio dei ragazzi che vogliono salvare il pianeta e che salveranno l’anima di tutti quelli che li ascoltano. “. Il tocco mistico ci sta bene, se non ci fosse da piangere ci sarebbe da ridere. Nasce “Possibile”, gregaria della lista Europa Verde.
La Jeanne d’Arc del clima, del resto, a Bruxelles aveva già dato indicazioni precise: “Alle Europee votate anche per chi, come me, non può”. Tradotto: votate Verdi/Alleanza libera europea, che al momento ha 51 seggi sui 751 in Parlamento , e comprende praticamente di tutto: dai rimasugli dei “vecchi” Verdi ad alcuni partiti regionalisti molto posizionati territorialmente, dall’Unione dei contadini della Lituania al Partito dei pirati tedesco. Gli eurocrati approvano un possibile dirottamento delle preoccupazioni dei cittadini europei da sicurezza/terrorismo/immigrazione/economia a cambiamento climatico/protezione ambientale. Anni fa, molti anni fa, ricordo di averli votati i Verdi. Poi ho capito ch’erano un pacco. Siamo ancora qui, infatti, a parlare delle stesse cose.
Aggiorno il mio diario pre-elettorale con una notizia di cui poco si parla: da quando la Lega è al governo (10 mesi) ci sono stati 227 raid punitivi contro sedi territoriali del partito, intimidazioni ai danni degli eletti sia con insulti che invio di proiettili, vandalismi ai danni dei simboli. Se le quotidiane minacce di morte a Salvini arrivano anche dalle mafie, la matrice dei raid è sempre quella: gli “antifascisti”. Al 90% degli italiani come noi non coinvolti in queste azioni che si qualificano da sole viene da chiedersi: ma le purghe un tempo non le distribuivano quegli altri?. Vuol dire che adesso s’è girata la frittata? Chi vuole tappare la bocca a chi?
Lo aggiorno anch’io. Anzi, aggiornalo tu che sai tutto. Oltre ai 49 milioni spariti e restituibili in 80 anni ce sono altri tre dispersi in mille rivoli. L’ultimo numero dell’Espresso cerca di ricostruirne il percorso senza arrivare ad una conclusione, vista la riluttanza della Lega a fornire spiegazioni. Ora, o il settimanale si inventa tutto, altrimenti la Lega di Salvini farebbe bene a denunciarli. Ma soprattutto il giornale si pone una domanda fondamentale: perché tutti questi tramacci?
Non mi stupisce che l’Espresso cerchi di “ricostruirne il percorso senza arrivare ad una conclusione”, mentre il commento “vista la riluttanza della Lega a fornire spiegazioni” fa ridere e basta. Come tanti (ebbene si, sono banalmente normale) credo che Salvini abbia fatto bene a non costituirsi parte civile contro Bossi: puoi anche non essere d’accordo con tuo padre (in questo caso simbolico) ma non lo pugnali alle spalle, se sei un uomo.
https://www.youtube.com/watch?v=uyeqYmP9CYI
Non dire stupidate.
Stai parlando con you tube, immagino, visto che colui che spiega la faccenda, nella fattispecie, e’ Telese.
Quanto a me, ringrazio sentitamente per l’interessamento ma, alla mia eta’, credo di sapere cosa pensare e/o dire. E se anche mi facessero trangugiare un flacone di olio di ricino per digerire l’Espresso-pensiero, dissentirei lo stesso. La liberazione, nel mio piccolo, la festeggio tutti i giorni.
Più che altro per tristezza morale ho sorvolato in tutti questi giorni sulla deriva giustizialista della politica. Stiamo vedendo lo stesso film dagli Anni ’90, e francamente non se ne può più. In generale i giuristi, a livello internazional-occidentale, tendono sempre di più a sostituirsi ai rappresentanti del popolo, persino come creatori di leggi, che non andrebbero applicate né alla lettera né secondo lo spirito di chi le ha emanate, bensì reinterpretate alla luce della misoginia morale dei giudicanti. Ora, che cosa dovrebbe rendere un giudice – funzionario non eletto – autorevole interprete della società? Nulla, perché la volontà popolare si esprime in democrazia tramite la partecipazione e il consenso politico. La deriva tecnocratica, quindi, comprende l’autoreferenzialità dell’ordine giudiziario, che travalica il suo ruolo e si pone come élite dominante sul popolo, anziché servirlo.
Tra tristezza e raccapriccio ho assistito invece alla nuova esibizione di metodi fascisti degli antifascisti. Non che queste dinamiche mi siano nuove, intendiamoci, ma vedere i “libri al rogo” nel Terzo Millennio non lascia indifferenti. Grazie a Chiamparino e Appendino la casa editrice Altaforte, che non conosceva quasi nessuno, è balzata agli onori della cronaca. Anch’io, naturalmente, come chissà quante altre migliaia di persone in Italia, sono andata a vedermi il catalogo dei nuovi eretici da bruciare in piazza, o appendere a testa in giù, dipende dai gusti, e non ho potuto fare a meno di domandarmi come mai non fossero stati condannati all’ergastolo i docenti universitari che mi facevano portare agli esami Renzo De Felice. E’ proibito fare la storia del fascismo, un fenomeno ampiamente storicizzato? Oppure eravamo più “liberi di testa” ieri rispetto ad oggi? Propendo per la seconda che ho detto.
Grazie all’isteria degli antifascisti, comunque, in tanti andranno adesso a leggersi ciò che non si sarebbero mai sognati di leggere. Se non altro per constatare di persona se il diavolo è proprio come lo dipingono. Nella fattispecie il signore cornuto è un piccolo editore che ha dichiarato “sono fascista” (ehmbè?, chi se ne frega, cavoli suoi) ed è stato cacciato a calci in culo dal Salone del Libro di Torino, un supermercato della carta stampata da cui i “veri lettori” si tengono alla larga da almeno dieci anni. Adesso sappiamo perché.
I veri lettori? Hai fatto un sondaggio? Ma poi hai visto le foto di Polacchi armato di bastone in parata o manifestazione ? Vero lettore, editore, uomo di cultura? Per piacere.
Propinagli un flacone di olio di ricino, e’ la vostra specialita’, siete voi gli eredi. Prima di bruciarlo sul rogo, s’intende.
Se avesse pagato un’agenzia di pubblicita’ non gli avrebbero fatto un lavoro migliore degli inquisitori con il fuoco della morale sotto il culetto. C’e’ da ridere per non piangere.
Rita, è superfluo che tu continui a sbandierare la tua appartenenza, abbiamo capito tutti come la pensi. Chissà se il tuo ultimo estimatore, cristiano cattolico la pensa come te.
Soprattutto hanno capito tutti come la pensi tu, che in piu’ di un’occasione mi hai intimato “stai zitta!. Tipico. Mi verrebbe da dirti: se vuoi parliamo di editoria, ma temo che tu ne sappia come di economia e climatologia, per cui fine della trasmissione.
Hai ragione basta chiacchiere, purché tu mi porti le prove della fuga dei lettori, quelli bravi però, non quelli di Polacchi, dal salone di Torino.
Io a te non devo dimostrare proprio un bel niente, non sto facendo un compito in classe per essere promossa agli esami. Chi ha una minimissima dimestichezza con il mondo dell’editoria sa esattamente di cosa parlo e conosce l’egemonia dei due distributori italiani che schiacciano gli editori, a maggior ragione i piccoli. Salvo poi farli diventare grandi per stupidita’. Immancabilmente il potere finisce per dare alla testa, ma questo e’ un discorso lungo e un blog non e’ la sede giusta. I cremaschi potranno pero’ fare un loro piccolo sondaggio personale a fine giugno, quando ci sara’ “Inchiostro”. Parlate con gli editori, ce ne saranno tanti, informatevi e ne scoprirete delle belle.