Italia Stupor Mundi. Non c’entra l’imperatore svevo, c’entrano loro due, i due stupefacenti al potere. Di Maio e Salvini non potranno non passare alla storia, dopo aver stupefatto tutto il mondo con qualcosa di mai visto prima. Il loro governo rosso-nero è la cosa più sorprendente mai avvenuta nell’intera storia delle istituzioni pubbliche. Mai s’era vista una simile accoppiata cromatica al potere. Il loro annullamento del principio di non contraddizione ha creato sgomento in tutti. Il loro governo, formato da due parti così contraddittorie, ha posto fine sia ai concetti di logica e di antinomia, sia alla storia delle dottrine politiche.
Come è stato possibile? Grazie al Partito Democratico. Il quale ha conclamato la tutela dei poveri e aumentato la loro povertà; ha predicato l’austerità economica e incrementato il debito pubblico; ha promosso la sostituzione etnica degli italiani con africani e levantini, in nome del samaritanesimo evangelico; ha sottovalutato il terrorismo islamico, autorizzando moschee e scuole coraniche guidate da imam jihadisti. Risultato: l’attuale governo rosso-nero. Che sta ricoverando tutti gli avversari nei rispettivi partiti “Anni Azzurri”. Ogni tanto i superstiti escono, per la passeggiatina di rito. I dentierati, le botulinate e i cateterati della politica si esibiscono nei loro ultimi revival in stile “Anni Sereni”, poi tornano dalle badanti. Intanto, lo strabiliante e tonitruante governo rosso-nero offre al mondo il meglio dell’amplesso più spettacolare tra peronismo e pinochetismo, tra zapatismo e salazarismo, tra guevarismo e franchismo.
Il colpo di teatro più sbalorditivo è stato il DEF, inteso come DEFicit, sia contabile che neuronale. La sua redazione ha fatto il pari, quanto ad acume intellettuale e livello cognitivo, con la stesura della lettera di Totò e Peppino alla malafemmina. Dovendo elaborare un programma di governo basato su un “contratto” che è la sommatoria di due programmi inconciliabili (il debito pubblico ne consente uno solo), ecco la sensazionale soluzione: si aumenta in misura abnorme il già enorme debito, per sovvenzionare i due programmi camuffati da programma unico, quello del Castro bandolero e quello del Batista caudillo. Dopo aver promesso tutto e il contrario di tutto, dopo aver assicurato che l’assalto al forno delle grucce si sarebbe svolto in piena impunità, ecco che ora si deve pagare il debito con gli elettori. Dopo la scomparsa dei fatti e l’eliminazione dei numeri, l’assalto è iniziato tra le filastrocche e gli slogan demagogici dei due virtuosi del consenso a spese altrui.
L’eterno italico torna, nelle sue declinazioni territoriali. Qual è il sogno dei fancazzisti in cerca di quattrini? Campare con soldi a sbafo. Qual è il sogno di chi lavora ma ama fregare il prossimo? Pagare imposte minime e beneficiare di un ennesimo colpo di spugna sulle imposte evase. Ecco quindi la mappa elettorale e i due punti di forza dei rispettivi programmi. Conciliare politicamente l’assistenzialismo retributivo e pensionistico ai fancazzisti, da un lato, con l’abbattimento delle tasse ai ricchi e i condoni agli evasori fiscali, dall’altro, sembrerebbe un’impresa demenziale. Ma risponde alla medesima logica: retribuire i propri votanti, con un voto di scambio per cui le regole di bilancio e gli interessi nazionali cedono il posto allo Stato-bancomat, al baratto d’interesse, alla speculazione individuale e di consorteria. Esempi? Il condono edilizio ischitano per certuni e la moltiplicazione per venti dei livelli massimi di scarico dei fanghi inquinanti per cert’altri, due corrispettivi clientelari malcelati nel decreto per Genova.
I due programmi, sommatoria di opposti appetiti, portano così a una spartizione raddoppiata di risorse pubbliche, come nei film col bottino dopo la rapina al treno, questo a me, questo a te, e così via. Ogni tanto, per dare un tocco di suspense al loro canovaccio mediatico, i due dioscuri del DEFicit s’inventano finti bisticci e “manine”, per poi riprendere l’amplesso spartitorio. Nessuno di loro può governare da solo, per cui entrambi sfruttano la situazione, a prescindere da ciò “che sono” politicamente e approfittando al massimo del potere “che hanno” stando al governo. Beninteso, in nome del “Popolo”. La spartizione è infatti definita “Manovra del Popolo” e messianicamente annunciata tripudiando da balconi a luminaria, tra gli osanna del “Popolo” (Lu-i-gi! Lu-i-gi!).
L’Italia è diventata una bizzarra Foresta di Sherwood, dove si è realizzato un evento straordinario: l’incredibile alleanza tra Robin Hood e lo Sceriffo di Nottingham. Insieme continuano a ripetere di voler togliere ai ricchi per dare ai poveri e di voler togliere ai non italiani per dare agli italiani. Ma in cinque mesi non hanno dato nulla a chicchessia e hanno solo sgraffignato agli italiani, ricchi e poveri, diversi miliardi di spread. Lo Sceriffo da solo riempie la scena per la sua parte, mentre Robin Hood può contare su Little John Casalino e su Frate Tuck Savona. Eccoli insieme, Arcieri Difensori degli Oppressi e Armigeri dello Sceriffo, a rassicurarci che vanno proprio d’accordo, a sorridersi e rincuorarsi reciprocamente, tutti allegri compagnoni. Insieme governano il “Popolo” della Contea, che ascolta rapito le loro meravigliose canzoni, musiche, narrazioni. Naturalmente, a questo punto manca un personaggio, manca un tocco di eleganza. Manca Lady Marion. Ma no, lo sapete bene che c’è anche lei. Contesa, come da copione, tra i due pretendenti. Con un debole, però, per il suo Robin.
Commenti
Splendida penna, pari alle capacità grafiche della foto i copertina. Strano, i followers non si scaldano! Stesi stecchiti al suolo dal fragor degli eventi?
Te ne narro una io: vado a riaprire la casa al mare per lavori urgenti, ma nel conciliabolo con mio fratello sul programma, siamo interrotti dalla imperitura TV, che commenta la decapitanda Fornero. Mio fratello, un medico Fornero scippato, fa due calcoli, ed esclama: bastardi, ma a conti fatti non cambia niente! Nel senso che gli sconti per anni di anticipazione dopo un po’ portano al pareggio fra il prima e il dopo. E tutto il mondo sta a gridare allo sperpero? E noi allocchi sbraitiamo contro Di Maio o inneggiamo/no alle palle che ha mostrato in una strenua difesa di principi… o che ha propinato in giro ai gonzi, in ciò comprendendo, pare, i blasonati politici di livello europeo? E il resto è vita, chiosavano Dina Luce e Maurizio Costanzo.
Cosa dire Adriano? L’analisi spietata sui due fronti, o tre, o quattro, vedi sinistra divisa e inconcludente, meriterebbe commenti di opposizione, non di complimenti. Quelli sono meritatissimi. E al piccolo coro manca difatti una voce, e altre mezze. Siamo tutti in attesa di un contraddittorio, non di balle da nuova ideologia, attuale mainstream che sta soppiantando quello classico, ma di argomenti. Possibilmente lucidi e non rancorosi. Ma siamo in Italia, abbiamo creduto al milione di posti di lavoro, perché non dovremmo credere ad uno stipendio senza più quello, il lavoro, o ad una vecchiaia anticipata, magari ancora in buona salute, in meritata vacanza in Riviera? Crediamoci a questo nuovo corso da paese di Bengodi. Anche se un tempo si diceva che chi vive sperando… Ma questo è un vecchio proverbio che non fa più testo. Viva quindi l’aria nuova che tira tra ringhiere di suggestive memorie e nuovi incantamenti.
Un altro affresco di sana ironia ai due… stupefacenti al potere, ma intanto “dopo avere promesso tutto e il contrario di tutto”, i “due virtuosi del consenso” continuano ad accrescere il loro consenso (vedi anche la crescita impetuosa di Salvini alle elezioni in Trentino e Alto Adige).
E’ molto probabile, poi, che del Def da parte della Commissione europea, che alimenterà ancora di più il successo dei due… stupor mundi: un’occasione straordinaria per condurre una campagna elettorale per lunghi sei mesi contro i burocrati di Bruxelles e dare l’assalto al Palazzo dell’Unione europea.
A meno che a fermarli saranno i mercati.
Pardon, i mercati non li fermeranno: saranno un’ulteriore occasione per l’assalto ai Poteri forti.
Il vento soffia su di loro e anche questo è uno… stupor mundi.
Basta che funzioni.
Mi permetto ogni tanto di scherzarci su perché penso sia sbagliato drammatizzare troppo l’attuale situazione politica. Come, ad esempio, sembrerebbe fare l’attuale maggioranza, con anatemi contro l’Unione Europea e sfide omeriche ai presunti complotti finanziari. O come sembrerebbe fare l’opposizione, con vaticini su baratri economici e rovine istituzionali. Non credo alle esibite, tonitruanti drammatizzazioni di entrambe le parti, intese solo a dare appeal e glamour alle contrapposte rappresentazioni, per fare cassa pre-elettorale.
Più che di bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno attualmente, bisognerebbe parlare di quanto il bicchiere sia più pieno o più vuoto rispetto a prima. In realtà il bicchiere contiene oggi cose diverse ma resta mezzo vuoto, anzi vuoto per tre quarti, come in precedenza. Inoltre, non conta solo il livello di quel che c’è nel bicchiere ma soprattutto che cosa c’è dentro. E circa il fatto che questa situazione “funzioni”, dipende. Anche prima, in qualche modo, il trabiccolo economico italiano funzionicchiava e anche adesso potrà, bene o male, funzionicchiare. Ma è sempre un tricchete tracchete, un tiracampà. Comunque, non roba da tragedia eschilea ma da varietà, da operetta.
Per questo non c’è da arrabbiarsi ma da divertirsi. Per questo non c’è da piangere ma da ridere. Non stiamo assistendo all’Orestea ma al Paese dei Campanelli, a Cin Ci La. Perché gli italiani han visto cose molto peggiori di questo teatrino. Una buona ragione per non stracciarsi le vesti e non innalzare troppe geremiadi. Veniamo da un Novecento in cui abbiamo avuto due guerre mondiali e milioni di morti, mutilati, impazziti. In cui abbiamo avuto una dittatura ventennale e le leggi razziali, in mezzo a due guerre civili, una ufficiosa nel primo dopoguerra e una ufficiale, nel secondo. In cui siamo stati invasi due volte, in modo tremendo, da due eserciti stranieri (in Friuli e in Veneto tre volte). In cui abbiamo vissuto la stagione delle bombe, delle stragi, del terrorismo. Ci dovremmo spaventare di fare bancarotta, uscire dall’Unione Europea e diventare un’ulteriore Crimea e la nuova Cuba dell’ultimo Zar delle Russie? Per noi, robetta.
Godiamoci dunque questo teatrino di guitti e guappi, ben rappresentato ieri da Cala’ndrino (chiedete a Pavia il perché del soprannome) con la sua scarpa sui fogli. E tiremm innanz.
Converrai, Pietro, che il “teatrino” è ormai diventato un “teatrone”. E nel mondo globalizzato, non poteva andare diversamente. In America, Trump ha dichiarato guerra alla Fed che rafforzando il dollaro ha favorito il rialzo dei tassi mentre i disperati democratici (a due settimane dalle elezioni di midterm) hanno dovuto ricorrere persino alle “fake bomb”. In Germania, la Deutsche Bank naviga in cattivissime acque e ha appena tagliato 7mila posti di lavoro. La Francia è impersonata magnificamente da Macron: una nazione isterica e priva d’identità che non sa più da che parte andare. Eccetera, eccetera. Il mondo comincia a rompersi le scatole di McDonald’s, hamburger e patatine fritte? il modello “grande”, messo in crisi dallo scatafascio economico del 2008, è una malattia terminale giunta ormai alla fine? Lentamente, pian piano, è lì che stiamo andando: la fine, ovvero un nuovo inizio.
Se in Italia comunque si sorride (e meno male, dopo la lunga carrellata di morti viventi), altrove c’è da piangere. Interessante, al proposito, questa riflessione di Fumagalli :
http://effimera.org/grande-business-del-debito-italiano-andrea-fumagalli/
Ci sono cose che condivido. Di fatto, però, mi sembra che le conclusioni confermino la gravità del debito. Si può non essere ancora in stato di insolvenza ma trovarsi con interessi sempre maggiori. Una sorta di anticamera.
Sulla progressività, poi, sai che tra di noi non sono mai stato io quello del flat.
Fino a quando nessuno toccherà l’evasione fiscale e la criminalità organizzata, fino a quando non ripartiremo dalla tutela ambientale e dall’educazione delle nuove generazioni, faremo solo procacciamento elettorale e feuilleton mediatico.
Grazie della segnalazione, comunque, molto interessante.
Continuo a pensare che il problema siamo noi.
Ed è un peccato, perché proprio adesso, tra tante debolezze altrui, sarebbe il momento di venirne fuori alla grande. Ma non così.
Vediamo che cosa resterà in piedi dopo tutta questa confusione.
Ripeto che ne abbiamo visto di molto, molto peggio.
Una cosa mi ha colpito (e vedo che la stampa non ha dedicato lo spazio che lo meritava): il gesto di un europarlamentare della Lega, strappati i fogli di un commissario della Ue e tolta una scarpa, l’ha usata per calpestare quei fogli dicendo “Tis is shit”.
Merda la decisione unanime dell’intera Commissione, inclusi i commissari dei Paesi “amici” di Salvini!
Un gesto tremendo che ricorda molto bene i… metodi fascisti!
Siamo all’imbarbarimento della politica: tutto IN NOME DEL POPOLO!
Piero, proprio di quello parlavo in chiusura del mio commento di ieri. Del caratterista della tomaia (dico caratterista col massimo rispetto per il sommo Capannelle).
Fosse sulla MIchelin, di Cala’ndrino (o Bulldog, o Brad Pitt della Lega, o SfasciaSlot) si potrebbe dire che “merita il viaggio”.
Non dirmi, Piero, che non conosci il personaggio.
Un’altra boccata di buonumore.
Credimi, merita.
Si, è vecchia la storia: l’imbarbarimento della politica subentra ogniqualvolta a governare non è il partito del cuore bensì “quell’altro”. Dopo aver dato a me della “catastrofista” per anni, Piero, adesso il catastrofista sei tu. L’Italia non uscirà mai dalla logica miope dei guelfi/ghibellini, curva nord/curva sud, questo ci frena in ogni campo, altro che Pil e manovra economica. Magari fosse solo questo il problema! Non siamo mai stati un popolo, una nazione, siamo privi d’identità, ognuno per sé, vince il primo che s’ingrazia il padrone. Pulcinella.
Pulcinella era servo di un padrone solo, Rita. Che costava per uno.
Adesso noi siamo come Arlecchino, che come ci ricorda la commedia dell’arte è servo di due padroni. Che quindi ci costano il doppio.
Hai ragione, Pietro. Continuiamo però a parlare di soldi, di spese, guadagni e ricavi, quando qui il problema è squisitamente politico. E forse non siamo neppure tanto “arlecchini”, visto che di padroni ne abbiamo almeno tre o quattro. Forse, se lavorassimo tutti per la “nazione Italia” a prescindere dal colore di chi vince le elezioni, che comunque passa e va, staremmo molto meglio. Ma capisco che è un sogno irrealizzabile.
“E al piccolo coro manca difatti una voce, e altre mezze. “. Ritorno sul mio commento del 23 ottobre, col sospetto di aver dato adito a fraintendimenti. Magari no, ma vorrei chiarire. Le mezze firme in oggetto volevano solo significare la diverse posizioni, tra indulgenti e favorevoli a fasi alterne, non fare una graduatoria di merito.
Pietro, caratterista della suola, non della tomaia. Troppa nobiltà sarebbe.
Concordo, Ivano. E senza offesa per la suola. A qualsiasi cosa lo si paragoni, c’è da chieder scusa al termine di paragone.
Il “core” e quello citato da Pietro 25 ottobre 2018 alle 17:21, con cui concordo in toto :
“Fino a quando nessuno toccherà l’evasione fiscale e la criminalità organizzata, fino a quando non ripartiremo dalla tutela ambientale e dall’educazione delle nuove generazioni, faremo solo procacciamento elettorale e feuilleton mediatico.”
Ritengo cmq doveroso citare il concreto lavoro messo in atto dal Ministro Costa sul tema ecologico (lo farò oggetto di post!).
Grazie, Franco. Concordo in pieno col tuo post di ieri. E con le dieci, cento volte in cui su questo blog sei intervenuto contro gli scempi ambientali, vicini e lontani.
E sono d’accordo sul fatto che, in questo governo, il ministro Costa sia tra i meno quaquaraquà (ce n’erano parecchi anche nei governi precedenti).
Peccato la porcheria di Ischia. Una porcheria rivelatrice, che temo ne anticiperà altre peggiori.
E peccato che cambino i governi, cambi tutto, eppure in materia di tutela ambientale non cambi nulla. Sembra che l’unica cosa in comune tra le tante multiformi e variopinte espressioni del nostro potere politico, sia proprio quella di ignorare, nei fatti e in concreto, la difesa di una delle poche cose che contano davvero.
Interessante la novità bavarese. Vedremo come va.
Quel gesto, Rita, è di una gravità inaudita, pure nella stessa logica leghista: merda gli stessi commissari amici di Salvini!
I commissari potranno sbagliare, ma questa volta hanno votato all’unanimità contro la… manovra del popolo che, secondo lo stesso Kurz (amico di Salvini) è una manovra contro il popolo.
Come sai, Rita, a lungo ho dato credito a questo governo giovane, pieno di energia (e poi io credo alla alternanza politica che è il cuore della democrazia), ma la fase dell’attesa si è chiusa.
E sento che addirittura un giornalista autorevole di destra che fa il tifo per Salvini affermare che l’obiettivo dei giallo-verdi è quello di “sfasciare l’Europa”.
Già, sfasciare l’Europa per arrivare a una serie di governi… sovranisti ognuno dei quali farà i propri interessi contro gli altri (già ora i sovranisti l’hanno dimostrato sul tema dei migranti: tutti contro l’Italia!).
Trovo, invece, che sia di una gravità inaudita quello che i commissari europei (tutti politicanti falliti al loro paese, questo va detto) ha fatto in questi anni e sta facendo all’Italia. So bene che i giornalini di giamburrasca hanno cavalcato la tigre di Kurz che sta dalla parte del padrone, ovvero dei mercati. Ma Kurz è il presidente pro tempore della commissione, neppure volendo avrebbe potuto andare controcorrente. Deve star zitto e firmare. S’è mai visto un presidente che si oppone alla commissione che presiede?
Non so di quale “attesa” tu stia parlando. Mi sembra che i giallo-verdi siano fin troppo attivi. Intanto, la finanziaria è stata votata, piaccia o non piaccia. La “quota 100” c’è, il cosiddetto reddito di cittadinanza pure, la semplificazione amministrativo-burocratica è in atto, il traffico scellerato di schiavi è stato fermato, gli sgomberi di palazzi occupati (sfascisti permettendo) procedono. Stamattina, finalmente, è stato congedato anche il decreto sicurezza. Era ora. Manca solo che si mettano a volare. Chissà, magari succede.
Occorre però, Piero, spezzare una lancia a favore della Lega. Costui era già stato cazziato in passato dall’establishment leghista, dopo l’abbandono degli show alla Borghezio: la Lega si presenta infatti, dopo la rieducazione salviniana, come forza seria e responsabile di governo, legge e ordine. Infatti, sia Salvini che Giorgetti hanno stigmatizzato questa guitteria, rilasciando le dichiarazioni che sappiamo, cercando di minimizzare. Tra l’altro, era Bonanno a dover andare all’europarlamento. Solo che Bonanno è mancato e quindi si è dovuto mandarci un cotal primo non eletto. Insomma, in casa leghista, proprio una serie di coincidenze sfortunate. In effetti, sono gli alleati pentastellati a esser pieni di personaggi come Sibilia e Casalino, mente in casa Lega si gioca ormai la parte degli esperti amministratori, senza psicolabili a fare gli scaramacai. Purtroppo per i leghisti, questa esternazione oligofrenica è arrivata nel momento di maggior visibilità internazionale e di maggior risonanza mediatica. In Italia se ne parla molto, all’estero moltissimo. Per ovvi motivi. La presunta laurea in Nicaragua, le martellate alle slot-machine, gli abboccamenti elettorali con Pino Neri, uno dei referenti delle ‘ndrine della ‘ndrangheta locale (l’inchiesta dei ROS “graziò” poi Ciocca) e altri pezzi d’avanspettacolo sono facilmente reperibili in rete. Moscovici comunque sbaglia: citando il fascismo riferendosi a costui, ha offeso il fascismo.
Rita, stai parlando dello stabile occupato da Casa Pound a Roma, (da 15 anni ) dove la guardia di finanza non è riuscita ad entrare? O è la solita fake dei giornaloni? O sarà meglio aspettare le indagini della Magistratura?
Sto parlando delle decine e decine di stabili occupati nelle maggiori città italiane in un primo tempo solo dagli sfascisti e a seguire da bande di clandestini stupratori e spacciatori, più, ovviamente, uno a Roma occupato da Casa Pound. Non c’è bisogno di nessuna indagine della magistratura: poiché in Italia la proprietà privata ancora esiste, il reato di occupazione è conclamato, fuori tutti.
Appunto, fuori tutti, senza indulgenza, senza arrivare a dire che la proprietà privata è un furto, perché sarebbe anacronistico e non in linea coi tempi che dicono che l’Italia è mia e guai a chi me la tocca.
Non vi è dubbio, Pietro, che gli uomini della Lega hanno alle spalle, per lo più, un’esperienza amministrativa che i pentastellati (nella maggioranza) non hanno: non è un caso che, anche se con diplomazia, visto il “contratto” condiviso, Salvini abbia preso in più occasioni le distanze dalle esternazioni politicamente infantili di Di Maio.
Con questo, non metto in discussione la… stoffa politica di Di Maio (anche se io concepisco la politica come altro: sono molto diffidente, da sempre, da chi si presenta come il… Popolo fatto carne!).
Mi sembra, Piero, che vada dato atto a questo movimento, prima di lotta e ora di governo, di essere stato il primo in Italia a uscire dai territori della vecchia politica, tentando una rimodulazione nei nuovi territori emersi dallo sfascio novecentesco. So che ci si rende odiosi con le citazioni. Ma ho appena finito, Piero, di leggere l’ultimo libro di Baricco (The Game), sulla rivoluzione avvenuta negli ultimi quarant’anni, che mi ha fatto capire parecchio. Niente sarà più come prima, anche in politica. E i grillini sono stati i primi a tentare. Magari con esiti deludenti. Oggi, però, non solo è cambiato il mazzo di carte. È cambiato l’intero tavolo da gioco. Anche noi, a Destra, dobbiamo smettere di giocare a questo videogame digitale che è diventata la politica continuando a smanettare come facevamo al calciobalilla, nella vecchia politica del disastro novecentesco. Dopo questa fase di tentativi andati a vuoto, di errori e toppate, occorrerà saper giocare con carte nuove, su questo nuovo tavolo, al nuovo gioco politico. Molti pezzi si stanno già disponendo, diverse cose stanno già succedendo. Ci sarà un momento in cui arriverà qualcosa che non separi ma metta insieme, dando senso compiuto. Allora, basterà premere Play.
…lungi da me la voglia di “piangere sul latte versato”, ormai non si può più tornare indietro!
Io so però, perchè l’ho vissuto, che c’è stato un periodo storico nel quale c’erano i Partiti, ai quali ci si iscriveva e poi si andava in sezione, si elaborava politica, si eleggeva un segretario, si partecipava al congresso provinciale e poi al regionale e poi al nazionale ed il Partito a quello doveva far riferimento. Ed il Governo del Paese, della Regione, della Provincia, del Comune nasceva da quelle elaborazioni politiche, che erano il frutto del lavoro degli iscritti al Partito.
Enorme la responsabilità sociale, democratica di chi, alla guida dei Partiti ha accettato che si facesse tabula rasa del patrimonio culturale, sociale, democratico in favore del combinato disposto potere economico/potere mediatico divenuto così “strapotere”!
Oggi paghiamo l’impreparazione, l’improvvisazione, l’ingenuità, quanda’anche non la furbizia, la perfidia, il doppiogiochismo dei “nuovi politici” proiettatisi dall’oggi al domani nell’agone, praticamente senza vera legittimazione da parte dei cittadini.
Non “sul latte versato”, ma ….piango!
Non tutti con la dote del vaticinio naturalmente, ma alcuni più accorti di altri nel mettere in campo le previsioni possibili in tutte le articolazioni che pancia o cervello sapevano declinare. Aspettative, desideri, poca o tanta cultura storica e politica, senso di rivalsa, troppi sentimenti in campo quel quattro marzo che sembra ormai lontanissimo pur essendo passato attraverso quello che tutti possiamo registrare, poco o tanto a seconda delle passioni, mai disinteressate, che agitano le scelte contemporanee. Che non sono più solo locali, in una globalizzazione che alcuni vorrebbero ci risparmiasse, altri consapevoli che non c’è strada di ritorno. Il battito d’ali qui che provoca il terremoto a chilometri di distanza trova ora la sua dimostrazione scientifica, da previsione letterariamente suggestiva a dato di fatto. Le ultime elezioni più o meno recenti in tutta Europa, mettiamoci anche il Brasile, mettiamoci anche la sparatoria di ieri a Pittsburgh, in una catena che ormai imprigiona tutti in questa evoluzione o il suo contrario, con un sovvertimento antropologico, schiacciati tra l’America di Trump e la Russia di Putin, con l’acqua alla gola che gli Storici faranno fatica a raccontare, di chi crede che la Storia la sta scrivendo o chi subendo. Basta un voto e divento protagonista, e in questo caso rivendicando solo diritti e mai un dovere. Neppure un senso di responsabilità viene richiesto, solo una pseudo partecipazione. Senza nessuna consapevolezza che la Storia prima la si vive e poi qualcuno la scrive. E la Storia vissuta non è mai indolore, per nessuno, perché prima o poi tutti paghiamo le nostre scelte, avventate o misurate che siano, operate secondo le proprie capacità. Ricordando comunque che non si pagano solo i nostri di errori perché in tanti momenti storici abbiamo dovuto pagare soprattutto le colpe degli altri. E il prezzo è stato altissimo, siano state rivoluzioni o restaurazioni. Non c’è niente da fare, se i padri non educano i propri figli, vedi i nostri Padri costituenti, forse con la fortuna del doversi lasciare alle spalle una Storia terribile, che hanno senza dubbio rappresentato quell’oclocrazia della rinascita dalle macerie, ora io fatico ad immaginare una nuova Costituzione, ad esempio, riscritta ambiziosamente da questo Governo che pare voglia fare tabula rasa di tutto quello che è stato, pur con errori ed omissioni passate, e anche questi, a distanza di tempo, con l’ambizione di un nuovo assetto istituzionale, vedi i poteri del campo dello Stato (padre costituente Grillo ), pur nell’immutabilità dei tempi che mai è esistita e mai esisterà come la Storia ci insegna. Del vaticinio dicevo, e ci ritorno, senza cassandre, voli d’uccelli, lettura di interiora, ma solo la certezza che forse qualche previsione sia sempre possibile, senza arrivare a dire che adesso piango. Perché, alleanza o contratto che sia, quello che sta accadendo in tanti l’hanno raccontato prima. Era assolutamente chiaro che l’unica alleanza possibile sarebbe stata questa. E non mi conforta di certo che il Ministro all’ambiente sia stia occupando di plastica. Cosa mai dovrebbe fare un Ministro con quella delega? Occuparsi del ponte di Genova? A quello ci sta pensando egregiamente Toninelli. E scusate le lunghe frasi, la libera sintassi e lo stile senza belletto, ma stamattina non avuto il tempo di ricami letterari.
In assenza di proposte concrete, ormai facciamo tutti letteratura. Nessuno ha mai detto di voler riscrivere la Costituzione, Ivano, sei il primo a cui lo sento dire. Direi che ci sono da risolvere problemi di ben altra portata prima di mettere su carta una serie di articoli che in tutto il mondo, sempre e comunque, vengono disattesi. Stanno lì. Punto.
Nostro malgrado noi, oggi, ci troviamo ad attraversare uno dei momenti di transizione della Storia. A qualcuno, del resto, doveva capitare. Il mondo novecentesco che “andava a sinistra” è morto e adesso ne sta nascendo uno che “va a destra”, e così dicendo non parlo dell’Italia poiché in epoca di globalizzazione questo non si può fare. Non c’è dubbio che l’errore principale delle ex-sinistre sia stato quello di diventare le serve più fedeli del padrone, che oggi non ha più una faccia bella o brutta e le belle braghe bianche ma è una sagoma informe che si cela dietro la curva dell’indice nasdaq, o altri grafici più fantasiosi. E’ il peggio del peggio che poteva accadere, questo è chiaro, perché un non-soggetto del genere non lo si può appendere a testa in giù in piazzale Loreto, sopravvive persino alla morte.
La cosa più agghiacciante, secondo me, ma ovviamente non solo secondo me, è che le ex-sinistre sono rimaste appiccicate al culo del Signor Mercato senza riuscire a staccarsene. Non capiscono che loro scompariranno mentre “lui” non solo sopravviverà ma si troverà servi più zelanti e affidabili, o forse li ha già trovati. Il genere umano pullula di pezzenti intellettuali pronti a obbedire in cambio di una manciata di monete. Carpe diem. Vinte pertanto dalla sindrome di sudditanza, dall’America al Brasile e fino all’Europa, ovunque nel mondo, le ex-sinistre non propongono programmi alternativi (che non hanno, né esistono, altrimenti li avrebbero tirati fuori negli anni in cui hanno governato) ma si scatenano come cani rabbiosi contro l’avversario in vantaggio. Se fossero meno ignoranti, ricorderebbero la preziosa lezione di Goethe, magistralmente espressa nel “Prologo in cielo”, là dove quel genio sottolineava la simpatia reciproca tra i due opposti divini: dio e il diavolo. L’inferno e l’acqua santa. Quando il Cielo si chiudeva e gli arcangeli scomparivano Mefistofele riconosceva che, di tanto in tanto, gli faceva piacere incontrare il Grande Vecchio. Non ce l’aveva con lui, in fondo, ma semplicemente si opponeva alla sua principale creazione: la Vita, che considerava ingiusta e ingrata. Ora, mi rendo conto che il paragone può sembrare blasfemo, però è calzante. Neppure le nuove destre ce l’hanno con le ex-sinistre, alle quali riconoscono persino alcuni meriti. Combattono, invece, a spada tratta il Signor Mercato da cui quelle sembrano essere possedute. Non sarebbe più saggio lavorare insieme contro il Nemico comune, visto che siamo tutti precari a bordo di un sasso che orbita in un piccolo spazio finito? Non si può stare uomini da una parte e Mercati dall’altra? Abbiamo inventato noi i Mercati, e come li abbiamo creati possiamo distruggerli. Solo dio genera altri dèi, l’uomo genera solo mostri. Talvolta è meglio non fare niente piuttosto di combinare disastri.
Indietro non si torna. Difficile per ora prevedere l’entità del danno effettivo all’economia italiana. Troppe le variabili in gioco. Però, paradossalmente, a questo danno economico si sta abbinando qualcosa che potrebbe diventare un vantaggio: lo sgombero dal campo di gioco, dal terreno di confronto, di residuati politici fatiscenti e di prassi, persone, cose, narrazioni ingombranti e obsolete. Certo, quando si butta via molta roba di buona lena, ci possono andar di mezzo anche i cimeli di famiglia e le care memorie.
Le rivoluzioni, si sa, anche quelle da comic strip come l’attuale, di solido si mangiano i loro figli. Per cui, dopo lo sgombero, lo spazio dovrebbe aumentare ulteriormente.
Scomparsi i partiti novecenteschi, tumulati i sacerdoti della politica, i sapienti d’apparato e i corsivisti d’area, inumate le vecchie suppellettili polverose come sezioni, tessere e congressi, soprattutto ben interrate le ideologie, ecco che tra non molto non conterà più il “messaggio”, il “credo”, il “programma”. Conterà l’approccio veloce, facile, superficiale, diffuso a tutti i nodi di una rete di navigatori politicamente mobili, fluidi, umorali. Conterà il mezzo, il tool, l’effetto, l’impatto. La politica sarà easy, friendly, smart, come un leggero passaggio sul touch screen. Il mondo ormai è così e tutti viviamo da decenni una rivoluzione digitale che ha ormai resettato le nostre esistenze dai contenuti ai modi, dai fatti agli stili. E adesso anche la politica, persino in Italia, si adegua.
Uno spazio enorme aspetta i nuovi soggetti di una nuova politica. Il potere non muore mai, cambia sempre.
Pietro indietro non si torna? Può darsi. Ma può darsi anche no. O potrebbe essere che si riconfermi lo status quo. Prendi ad esempio le prossime europee. Tanto invocate dai sovranisti potrebbero rivelarsi non vincenti, e l’onda della tradizione potrebbe forse infrangersi di nuovo sulle coste italiane. Per quanto contino i sondaggi, ad esempio, l’ultima rilevazione dell’Istituto Cattaneo, confermerebbe che forse il popolo è meno sprovveduto di quanto si immagini. Anche quel popolo italiano che, beneficiario del superamento della Fornero, capirà che forse andare in pensione prima qualche penalizzazione la subirebbe, fosse un decurtamento dell’accredito mensile o l’attesa del tfr o tfs fino al compimento del sessantasettesimo anno di età. Pare, anche se la nostra Rita avrà informazioni diverse. Come potrebbe subentrare il disincanto di chi vedrà negare il reddito di cittadinanza o vedrà quale sarà l’effettiva distribuzione geografica. O di chi si aspetta il ponte a tempi brevi o i traditi dal Sì Tap delle ultime ore. Perché tecnologia a parte, il ditino che schiaccia potrebbe essere comandato dal buonsenso contrario all’isolamento culturale edeconomico, forse quello che della Storia che un po’ di memoria la conserva. Ritornando al sondaggio invece copio e incollo così faccio prima:
“ Sondaggi elettorali Cattaneo: gli anti-sovranisti hanno la maggioranza
Guglielmo Sano
20 ore fa
Sondaggi elettorali Cattaneo: gli anti-sovranisti hanno la maggioranza
Secondo i dati raccolti dall’Istituto Cattaneo tra il 10 settembre e il 25 ottobre, il risultato delle prossime europee è tutt’altro che scontato. Infatti, stando ai dati pubblicati in queste ore, al di là dei proclami dei sovranisti, Popolari, Socialisti e Liberali – insieme – potrebbero conquistare il 58% dei seggi del Parlamento Europeo; quindi, traducendo, avrebbero la maggioranza assoluta (da rilevare, però, come sia un’alleanza al momento fattibile più sulla carta che nella realtà). D’altra parte, anche per i partiti europeisti è ancora presto per esultare. Sempre secondo le rilevazioni dell’Istituto, è possibile che le formazioni tradizionali arrivino a perdere fino al 12% degli attuali seggi.
Un calo considerevole dovuto, in particolare, all’emorragia di consensi attribuita al Partito Popolare Europeo (Ppe) e all’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici (S&D). Nello specifico, dopo l’uscita dei deputati britannici, i partiti tradizionali possono contare su 386 scranni; si è ben oltre la maggioranza fissata a quota 353. Dopo la prossima tornata, invece, potrebbero non occuparne più di 319. Dunque, appare ancora più importante il successo a cui sembrano andare incontro i liberali, grazie anche all’esordio di En Marche! (Macron) che potrebbe aderire al gruppo Alde.
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Sondaggi elettorali Cattaneo: Italia paese più euroscettico
Ora, alla prevista diminuzione dei seggi per popolari e socialisti – compensata dalla crescita dei liberali – farà da contraltare un avanzamento dei gruppi sovranisti e populisti. “8 seggi in più per i partiti oggi appartenenti ad Enf; 1 seggio aggiuntivo per quelli appartenenti a Efdd, che comunque si avvia quasi a vedere raddoppiati i suoi rappresentanti nell’europarlamento” specificano dall’Istituto Cattaneo. Detto ciò, saranno i paesi del Sud Europa e, soprattutto, l’Italia a regalare le maggiori soddisfazioni ai partiti euroscettici. Ben 53 seggi dovrebbero andare, secondo i calcoli dell’istituto, a Lega e Movimento 5 Stelle; 28 per il Carroccio e 23 per i pentastellati.
Nota informativa:
Intenzioni di voto espresse dai cittadini dei 27 Stati-membri nei sondaggi raccolti dal sito Pollofpolls.eu nel periodo 10 settembre-25 ottobre.”
Del resto facendo anche la conta di Visegrad e altre minoranze sparse nel vecchio continente, e supponendo una plebiscitaria affluenza elettorale, dico da andarci tutti, non sarebbe scontato il risultato tanto propagandato. Mi spiace per Rita!
Oramai la fantasia non conosce più confini. Stiamo allevando generazioni di romanzieri. Non c’è nessuna “penalizzazione” con la quota 100 ma, semplicemente, se vai in pensione a 62 anni con 38 di contributi avrai 5 anni di contribuzione in meno rispetto a chi va in pensione a 67 anni e ha 5 anni di contributi in più. Il discorso non fa una grinza. E’ chiaro che ognuno si farà i suoi conti e metterà in campo le sue valutazioni. Con la Fornero tutto questo non sarebbe stato possibile. Anch’io ho scelto (e pagato !!!) il pre-pensionamento. Domani lo rifarei.
I sondaggi sono come le previsioni delle agenzie di rating, che sulle ultime quindici proiezioni ne hanno cannate tredici. Capisco quelli che li fanno (sono pagati per questo!), un po’ meno quelli che li leggono e magari ci perdono anche del tempo a ragionarci sopra. Non basta aspettare? Se non moriamo prima, maggio 2019 arriverà tra sette mesi circa.
Grazie, Ivano, non conoscevo questi sondaggi e i dati dell’Istituto Cattaneo. Immagino che tutti a volte dubitiamo dei sondaggi ma che in molti, ogni tanto, un’occhiata ce la buttiamo. Le prossime elezioni europee sono a oggi un’incognita piena, totale, insondabile. Troppe cose stanno succedendo, troppe variabili stanno intervenendo. Buttare lì previsioni sarebbe come fare l’oroscopo o i tarocchi, come legger fegati, voli d’uccello, ossicini divinatori.
Indietro non si torna, per me, rispetto al nuovo modo di fare politica che indicavo nel mio precedente commento. Ovvio invece che le percentuali dei due partiti oggi al governo possano tornare indietro, su livelli anteriori a sette mesi fa. Ma le nuove modalità orizzontali, superficiali, emozionali, veloci, d’effetto e d’impatto immediato hanno ormai sepolto le vecchie modalità verticali, radicate, riflessive, graduali, d’accumulo e d’appartenenza politica. La mutevolezza, volubilità, umoralità della base elettorale ha insegnato quanto strumenti come la propaganda d’urto, la trovata scenica, il cambio continuo d’orizzonte abbiano forte appeal e grip sulle platee dei nuovi utenti elettorali, interconnessi e insofferenti, a forte interazione emotiva e spiccata compulsività mediatica. Modellizzare e rimodulare gli stimoli elettorali in questo scenario di tweet e social pervasivi è ormai un passaggio obbligato per ogni contendente sul terreno. Ovviamente, con maggioranze così volubili e mutevoli, così liquide e instabili, i rischi di deragliamenti normativi e sbancamenti istituzionali sono notevoli. Sappiamo comunque che dove alcuni vedono rischi, altri vedono opportunità.
Una riflessione sul fenomeno “populismo” potrebbe essere un primo, buon esercizio per chi si accinge ad affinare le armi prima del cimento politico. I due partiti oggi al potere, che dureranno il tempo e lo spazio concessi loro da questo contesto così turbolento e mutevole, ci stanno lasciando in proposito interessanti stimoli e indicazioni, una sorta di piccolo manuale con le istruzioni per l’uso dei nuovi votanti, dei nuovi italiani.
Cara Rita, è proprio questa la questione. Non gli regalano un bel niente, con l’aggravante che per 5 anni non lavoreranno più, pesando sulle casse dell’Inps e quindi di tutti i contribuenti. Col rischio che il sistema, magari garantito il primo anno, potrebbe non reggere nei successivi. E non tutti si potranno permettere una decurtazione di 5 anni e altrettanti di attesa per la liquidazione. Magari qualche signora di ricca famiglia, che di certo non ha bisogno di aspettare quei quattro meritati soldi che magari potrebbero servire per figlio o nipoti in difficoltà. Ce ne sono, non lo sai? Quindi io avrei pudore a dire che mi son permesso di andare in pensione perchè ho quattro soldi, che non tutti hanno. Oltretutto è chiaro che non ci sono le condizioni per nessun turn over, forse nella scuola, ma anche lì non è detto. Quanto ai sondaggi, sono come i desideri, non lo sai? Ognuno crede e ha i suoi.
Se, se, se, se. Tutti i discorsi dei detrattori del governo giallo-verde cominciano con i “se”. E lì finiscono, ovviamente, perché oltre non possono andare. Comunque, se parli di “aggravante” a un sessantenne qualsiasi che sta aspettando come la manna dal cielo la quota 100 (io ne conosco almeno 7-8, nessuno ricco di famiglia), ti ride in faccia all’istante. Tu conosci qualcuno che non sia disposto a barattare 5 anni di qualità della vita per 20-25 euro al mese? Ne risparmi molti di più solo con la benzina e i caffè al bar, lasciando perdere tutto il resto. Si tratta comunque di una libera scelta, se qualcuno si diverte a stare sul posto di lavoro, può tranquillamente rimanerci. La Fornero, invece, ti obbligava. La suonata cambia. E caliamo un velo pietoso sul capitolo “esodati”.
I sondaggi son come i desideri?
Dove l’hai letto, su un libro di magia nera?
Sette o otto? Non sono pochi per una statistica? In tutti i casi vedremo in quanti approfitteranno dell’opzione cento. I sondaggi? Speranze per evitare un Bolsonaro anche in Italia, a differenza delle tue di speranze. E la chiudo qui Perchè non faccio che ripetermi, cascandoci tutte le volte, che non ne vale la pena.
No, non ne vale assolutamente la pena.
Alcune considerazione su SALVINI e DI MAIO. Caro Salvini, prima del voto del 4 marzo 2018, in campagna elettorale hai giurato sul Vangelo con la corona del rosario in mano, ti chiedo lo hai letto il Vangelo? Non sta scritto di respingere o bloccare sulle navi gli immigrati e di chiudere i porti alle navi che trasportano immigrati. Non sta scritto, di essere contro i fratelli che fuggono, dalla fame, guerre e orrori. Poi ti chiedo quante sono le persone morte annegate in mare o nei lager libici? Caro Salvini, salvarli è un fatto umanitario, ancora prima della legge universale del mare che da il diritto di essere salvati. Caro Salvni t’invito gentilmente ad andare su uno di quei gommoni assieme agli immigrati a fare la traversata del mare, ti spiegheranno i loro drammi e i perché rischiano tanto e ti aiuteranno a capire i loro problemi , la loro lotta per la sopravivenza e per un futuro migliore, ti aiuterebbero a capire e praticare anche quello che c’è scritto sul Vangelo.
La lega ha 49 milioni di euro da restituire allo stato italiano, soldi dei cittadini italiani, ma purtroppo sei riuscito a concordare con dei magistrati, di restituirli in 76 anni a tasso d’interesse zero, ti chiedo visto che sei al governo del paese , perché non estendi per tutti i cittadini italiani di godere delle stesse condizioni, tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge.
Caro Salvini mi sembra che nelle tue proposte di governo ci sia, che i cittadini possano , avere un arma in proprio per legittima difesa, ma quei soldi che verebbero spese in armi, strumenti di morte, non sarebbe meglio investirli in sicurezza di prevenzione, di furti, di violenze, con una cultura di formazione e di educazione alla legalità, ai valori umani e della vita, poi con il buon esempio di onestà sincerità, rispetto da parte di chi copre responsabilità istituzionali e in particolare da chi ci governa.
Poi abbiamo l’esempio degli Stati Uniti d’America, dove le armi sono molto diffuse e libere. Ma, purtroppo è dove c’è più violenza e morti per causa delle armi. Caro Salvini sei molto critico e scettico nei confronti dell’Unione Europea. Vorrei ricordarti che l’Europa Unita nei suoi limiti ci ha garantito 70 anni di pace, in cui la stai godendo anche te, se mai tutti insieme cerchiamo di migliorarla.
Caro Salvini non mi piace chi semina paura, odio, aggressività, o addirittura inventare dei contro, dei nemici, gli immigrati, i nomadi, il diverso, l’altro, non porta bene alla società, all’Italia, all’Europa, alla nostra civiltà umana e non porta bene neanche a te. Caro Salvini, restiamo umani, vorrei invitarti a cambiare visione nei confronti dei fratelli immigrati, per avere una visione più umana, positiva , visto anche il calo demografico in Italia e in Europa, sono e saranno una doppia risorsa, motivo in più per salvarli, aiutarli e integrarli.
Per ultimo, nel governo verde giallo, ci mancava un ministro del lavoro che non ha mai lavorato, solo in Italia è potuto succedere, che è molto bravo di insultare gli avversari politici, invece di impegnarsi per creare posti di lavoro.
Un gentile invito a Salvini e Di Maio, fate un bel bagno nei valori umani e della vita, di uguaglianza, giustizia sociale, unità, libertà, onestà, sincerità, dignità, solidarietà. Trasparenza, ospitalità, rispetto, vi farà molto bene.
Gentile Francesco Lena,
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Grazie Mattia per la specifica tecnica!
Nel merito dell’intevento di Francesco L: io nn sono cattolico praticante , sono laico e, anche considerata la impraticabilità di altre soluzioni (vista la incosciente posizione “popkornistico/aventiniana del Partito Democartico del dopo elezioni), ho guardato con disponibile simpatia al formarsi del “Governo del cambiamento”, basato su un contratto sottoscritto da due forze politiche che pure avevano attestato i loro programmi elettorali su posizioni molto diversificate e distanti.
Ciò posto, devo dire che se da una lato la trategia “dura” continuata (rispetto a quanto già in atto da parte del Min. Minniti) ed accentuata (ed esaltata mediaticamente!) dal Min. Salvini, a mettere con “le spalle al muro” un’ EU che, di fatto ci aveva lasciato soli, privi di sostegno nell’affrontare il pesantissimo problema degli sbarchi sul territorio nazionale, con tutto quello che poi ne conseguiva, aveva costretto l’EU (Germania e Francia in testa) ad “aprire gli occhi”, dall’altro, l’assistere al vero e proprio genocidio in atto nei confronti di uomini/donne/bambini di “pelle nera”, il cui destino si divideva tra l’internamento nei lager libici e la morte per annegamento in mare, mi ha creato/mi crea fortissimo turbamento dal punto di vista etico e morale.
A ciò, si è aggiunta la gestione scriteriatamente indifferenziata di chusura di Centri di accoglienza che funzionavano, magari assai bene, magari con obiettivi dichiarati e operanti per l’inserimento, assieme a Centri che viceversa era doveroso che fossero totalmente riorganizzati.
Il pensiero non può non riandare alla tragedia dell’olocausto, alla quale tante/troppe persone “benpensanti” per “quieto vivere” hanno assitito, girando la testa dall’altra parte!
E’, a mio modo di vedere, anzitutto un problema di umanità, civiltà, che deve comunque sottendere ogni intervento di “governo” che coinvolga la vita, addirittura la sopravvivenza, di persone, problema al quale chi è “persona” è tenuto a non sottrarsi, per rispetto prima di tutto di se stesso, come appartenente al genere umano !
Liquidare e banalizzare quanto sopra con la spregevole e ingannatoria accusa di “buonismo” può solo gettare discredito a che decida di farlo.
Premesso che faccio parte della maggioranza degli italiani che giudica i provvedimenti di Salvini in materia di blocco dell’immigrazione selvaggia il minimo che si potesse fare dopo anni d’incuria politica, ma forse l’ho già detto, cerchiamo di mettere qualche punto fermo: a) il vangelo cristiano non c’entra nulla con la geopolica di uno Stato laico, anche se questa non è l’opinione di Bergoglio; b) prima di parlare di “lager libici” conterei fino a cento visto che la fonte di queste notizie è UNHCR, ovvero il comandante in carica delle Ong, e che le immagini che tutti vediamo degli sbarcati sono quanto di più distante possa esserci dei fuoriusciti da un lager, che hanno ben altro aspetto; c) metterei un punto interrogativo anche sul numero degli “annegati in mare”, o presunti tali, i cui corpi vengono a galla con il contagocce, chissà come mai, eppure l’Italia è una penisola e la gente di mare sa perfettamente che l’annegato non affonda ma spiaggia, si vede che gli africani sono diversi da noi e seguono un altro destino; d) bene la chiusura dei Centri che da anni concorrono alla costituzione della florida “industria della solidarietà”, che vuol dire posti di lavoro nelle aree disagiate del Centro Sud (il voto di scambio di un tempo) e magna magna per molti furbi, Enti pubblici inclusi. Ricordo che non più tardi di una settimana fa il segretario generale della Fai Cisl del triangolo Latina-Viterbo-Rieti è stato arrestato perché in collaborazione con altri sindacalisti, ispettori del lavoro e soci della Cooperativa Solidale (bella parola) Auxilium sfruttava la manodopera nei campi a costo zero degli immigrati “ospiti” di uno dei megacentri che gli italiani pagano, loro malgrado e con le loro tasse. Ora s’è capito a chi/cosa serve la maggior parte dei “permessi di soggiorno umanitari”: la Coop provvede a vitto e alloggio dei destinatari con i soldi dello Stato, nel frattempo gli schiavi vanno a lavorare nei campi per 3-4euro l’ora, si creano posti di lavoro “a chiamata nominativa” per gli italiani, la tassazione “per legge” è dimezzata. A busta paga la Auxilium di cui sopra aveva 120 dipendenti, che oggi protestano con i cartelli in mano rivendicando il posto di lavoro perduto. Come milioni di altri. Gli africani sgomberati per essere portati altrove erano così “disperati”, come vorrebbero darci ad intendere i media, che quando l’autobus di Stato è andato a prenderli per trasferirli altrove ne ha trovato un terzo, gli altri si erano già dileguati nel nulla.
Gentile Redazione Le mando questa mia semplice poesia veda se ritiene utile pubblicarla grazie.
Poesia
Il sogno
Ho sognato un mondo, senza frontiere, senza confini e pieno di grande umanità,
vedevo i fratelli spostarsi da un paese all’altro liberamente, trovando porti e porte aperte e ospitalità.
Ho sognato un mondo, dove le risorse e i frutti della terra, venivano distribuiti equamente,
vedevo i fratelli che avevano tutti da bere e mangiare, che vivevano nella normalità serenamente.
Ho sognato un mondo, dove praticavano i veri valori umani, l’amore, l’onestà, la pace e la sincerità,
vedevo i fratelli liberi di dire, basta strumenti di morte e si misero a produrre strumenti di vita per tutta la comunità.
Ho sognato un mondo, bello, il cielo e la terra, con tanti fantastici e incantevoli colori,
vedevo le magnifiche diversità e qualità, dei fratelli convivere insieme e orgogliosi da farsi gli onori.
Ho sognato un mondo, pieno di umiltà, di verità, di bene e di molta bontà,
vedevo i fratelli felici, vivere nella semplicità, condivisione e nella solidarietà.
Ho sognato un mondo, pieno di infinite varietà e bellezze della natura dell’ambiente da rispettare,
vedevo i fratelli godere delle meraviglie delle tante forme di vita sulla terra, erano amate.
Ho sognato un mondo, dove si diffuse una luce speciale, illuminò le persone e si misero a sognare,
vedevo i fratelli vivere come se i loro sogni fossero diventati realtà, in un mondo più giusto da ammirare.
Ho sognato un mondo, dove veniva rispettata la dignità di ogni persona, pieno di cultura civile sociale e ambientale,
vedevo i fratelli vivere uniti, con gioia, si sentivano tutti cittadini di questo magnifico mondo e ideale.
Ho sognato un mondo, dove cera luce, pace, etica, utopia, partecipazione e responsabilità,
il sogno globale era diventato realtà, dove veniva salvata la vita, la cultura, la società, l’ambiente, la civiltà e l’umanità.
Francesco Lena Via Provinciale , 37 24060 Cenate Sopra ( Bergamo ) Tel. 035956434
Io ho sognato la marmotta che mi portava il cioccolato e la casetta del mulino bianco con dentro banderas che faceva i canestrelli e la chiabotto che faceva plin plin.
…raga, .come faccio, che io, i sogni non riesco mai a ricordarmeli ?!?