Caro Pasquino
splendida occasione per tornare a Roma quella di appendere sulla tua statua questa lamentela (lo è?), o constatazione (ineccepibilmente sì).
Mi hai fatto venir voglia di continuare il giro della sponda destra del nostro Serio. Lo so, sulla sinistra, ora congiunta, c’è tanto da dire, ma lascio ai suoi residenti il privilegio!
E così continuo a camminare contro corrente, da dove ha lasciato il mio amico Franco.
Un quasi bosco finanziato da un’Associazione. Bravi! Il senso etico del gesto esula da questa pasquinata. Poi, a parte un po’ di ghiaia, la palestra a cielo aperto dove a volte un amico-protagonista di Cremascolta si allena, oltre a qualche nerboruto ragazzo colorato (dei rispettosissimi salutisti), direi che tutto va bene, a parte gli inutili punti luce interrati e subito brutalizzati.
Certo, due alberi piantati sul filo di lana per l’inaugurazione del ponte, e quindi fuori tempo botanico, sono seccati, ma si potrebbe rimediare, e alcuni di noi stavano preparando vivai da giardino per i rimpiazzi.
Poi, quando arrivo al parcheggio “La buca”, scopro l’assurdità massima in tema di impianto del verde urbano: che ci fa tutta una porzione di terreno, grosso modo emiciclica, in coda al parcheggio, lasciata brulla? Di pecore al pascolo non ne ho mai viste. Allora è spazio sottratto al bosco!
La spiegazione forse la immagino: resta così, di riserva, per stiparci ancora altre macchine in futuro.
MA NOI NON LE VOGLIAMO!
In una città che non brilla per verde pubblico, a parte l’annosa, anzi, pluridecennale, questione degli Stalloni, a partire da questo spiazzo, quanto c’è ancora da fare, e a basso costo! Lascio il testimone a chi voglia, deviando dalla sponda, continuare sul perimetro urbano: di sedi di possibile piantumazione, anche in piccoli appezzamenti brulli di suolo pubblico, ce ne sono ancora!
E a quanti affermano che ne abbiamo già abbastanza, senza tirare in ballo le percentuali, suggerisco tre colpi d’occhio cartografici:
1 La tavola del “verde pubblico” del PGT Crema
Non vi lasciate ingannare dal verde “agricolo”. Osservate le aree di verde brillante intra e pericittadine.
2 La pianta di Berlino e le sue aree verdi.
3 Idem per quella di Amburgo.
C’è una bella differenza, no?
La facile obiezione è che quelle città sono state rase al suolo dai bombardamenti, quindi è stato un gioco partire da zero. No, quella dei parchi era una cultura ben anteriore. Inoltre si può obiettare che Crema è città storica, in cui l’affastellamento di strutture abitative e monumentali costituiva fattore urbanistico di difesa dai nemici e dagli agenti atmosferici. Vero, ma noi non proponiamo ovviamente di piantare un baobab al posto del campanile del Duomo, solo di valorizzare la fascia periurbana, che, dato il raggio contenuto della città, sarebbe facilmente raggiungibile anche spingendo un carrozzino, o per un anziano a piedi con un buon libro sotto braccio.
Chiediamo di tornare al livello di piantumazione dell’ante II guerra mondiale, che il nostro Pietro Martini ci ha mostrato con immagini storiche pazientemente raccolte in una mirabile lezione dell’UNI-Crema: la città stessa era un bosco!
Come realizzare tutto ciò? Col Volontariato! Associazionismo! Pressione sulle Istituzioni in tema di priorità!
Scusami Pasquino se batto spesso sullo stesso tasto, sarà l’età che avanza, ma tu, di un paio di millenni più maturo, penso che concorderai.
E ora ragazzi avanti! Portate oltre questa bandiera che Franco Torrisi ha alzato al vento! Tu Renato, notato niente? E tu che ne dici Rita, del disinteresse per la sponda sinistra? Ancor più colpevole, perché legando ancor più strettamente con il ponte nuovo due porzioni della città vi è l’occasione di incastonare un polmone verde fra vecchie costruzioni di pregio e nuova cementificazione in dispregio ambientale!
Commenti
Grazie Adriano per …..l’appassionato!
E’ solo bene che l’Amministrazione Comunale senta che ci interessa avere polmoni verdi in città per aver polmoni sani noi stessi!
Quanto a “Pasquino”, il “lunedì di Pasquino” ( mi piaceva l’assonanza!) i campi ( e daiie) di interesse possono spaziare anche al di fuori del “verde”!
Il punto è “guardare con gli occhi bene aperti” , camminando per la nostra bella città, volendole bene, senza che il “brutto”, lo “sciatto”, il “chisenefrega” possano avere supina accettazione.
Senza aspettare ….”pasqua” per fare pulizia!
E’ una mia fissazione: non è bello se non è verde, e, delle opere umane, come del resto i Giapponesi, prediligo i ruderi, ma non quelli industriali! Quelli ho lanciato più volte l’idea di trasformarli in orti verticalio urbani, scoperchindoli. Sì Ivano, con rispetto per quelli i maggior pregio storico, da rasformarwe in musei contemporanei!
Adriano, certamente, ma anche testimonianze, ad esempio a Crema, di un passato industriale direi glorioso, contro l’immateriale contemporaneo di cui non resterà traccia fisica. Ripeto, lo scheletro a ridosso dell’ex parcheggino Aci ( bellissimo visto da via Stazione) andrebbe mantenuto. E molta metratura potrebbe diventare verde. Grazie per averlo ricordato.
Appunto, degli apporti di pensiero si fa tesoro! Per gli orti verticali non so come si potrebbe fare, vista la proprietà privata, ma l’idea sarebbe eccezionale! Del resto acquistare cubatura dismessa non interessa più a nessuno!
Il Pasquino è un’idea di Franco da far girare. Io sett. prox. parto, prendete il testimone: ce ne saranno di disfunzioni o angoli da valorizzare!
Esempio: questa mattina viale Repubblica: bottiglie di birra straripanti dai cestini, e già sono ragazzi educati che provano a stiparcele, e chi beve birra campa cent’anni! Ma un’ordinanza per il consumo solo in, o adiacenze, locale pubblico come in altre città no?