Nel riaffrontare il tema dell’ultima mia pubblicazione mi adeguo ovviamente alla sede, il prestigioso Caffè filosofico di Crema, estrapolando quegli aspetti che più possono interessare al target dell’uditorio, e gli aspetti, nell’epopea medica, sono davvero molteplici!
La medicina nasce come fenomeno sciamanico e poi come sapere religioso. Già dall’età del bronzo tuttavia si affianca a questo sapere una medicina laica. Possiamo per semplificare porre come capostipiti delle due correnti, Asclepio per la medicina mistico-religiosa, e Ippocrate per la scuola laica.
Tutto il sistema di conoscenze sarà a lungo fortemente improntato alla coerenza con il pensiero filosofico.
Tale senso di appartenenza ideologica porterà a lungo a gravi errori di ipotesi e conoscenze, dato anche il dogma di inviolabilità del corpo umano. Nel corso dei secoli tuttavia non si assisterà a veri scontri, ma anzi ad interazioni positive; fulgido esempio, nel periodo a cavallo dell’anno mille, la coesistenza e collaborazione fra Benedettini e laici, con il doppio protettorato laico longobardo e religioso di Papa Gregorio Magno.
Col procedere delle conoscenze chirurgiche divenne inoltre sempre più aspra l’astiosa rivalità fra medici e chirurghi. Si troverà una soluzione a tale diffidenza reciproca solo con la fondazione dei primi grandi ospedali cittadini, bisognosi di entrambe le qualifiche professionali in organico.
Conto su una qualificata presenza e fattiva discussione, perché da questi semi nasce il futuro, non roseo, che vivranno i nostri discendenti.
Commenti
In effetti, Adriano, ieri sera rispondendo ad alcune domande, hai evocato uno scenario prossimo venturo piuttosto fosco quando hai parlato della progressiva diminuzione di efficacia degli antibiotici, della polveriera che rappresentano allevamenti di animali e grandi agglomerati di uomini.
Stiamo andando verso un’Apocalisse senza che ce ne accorgiamo?
Non è, ad esempio, rischioso, secondo la tua ottica, la corsa attuale che si riscontra in tutti i continenti (anche in Africa) verso le megalopoli di 10-20-30 milioni di abitanti?
Oppure, la concentrazione di persone consente di “controllare” meglio igiene, virus (tramite vaccinazioni obbligatorie) e sicurezza alimentare?
Una domanda, Adriano: una semplice domanda di una persona legittimamente preoccupata.
Piero non direi che non ce ne accorgiamo… ce ne freghiamo!
In sintesi si possono ammassare milioni di persone in una determinata zona geografica, anche se non ne vedo il motivo, ma ci vogliono delle regole urbanistiche difficili da seguire, del tipo frammentazione in isole.
La cosa è avvenuta in un tempo così breve che non abbiamo avuto avvisaglie: cos’è un secolo? Un’epidemia invece non lascia tempi di preparazione. Gli organi preposti stanno già studiando almeno le mappe di possibile diffusione, non sono mie fantasie, visto che i più sensibili sono i militari.
Torniamo al punto delle grandi epidemie medioevali, e senza ami di difesa: ripeto quanto ho detto ieri, urbanistica e vaccini, come fecero con successo nell’ 800. Vedi, tu che ti sei interessato promuovendo la docenza nei corsi di economia nell’era dell’I.A. e della robotica, organismi meccanici sono immuni. Tutto porta a una progressiva sostituzione di parte del genere umano con automi, compreso il cambiamento climatico, ma attenzione! Ho già dimostrato che consumano troppo perché divenga una sostituzione di massa. Parlo perché la gente rifletta, non per vanagloria, e oggi ho visitato una signora ieri presente, e il discorso è scivolato sul tema: aveva capito, in poco più di un’ora! E se il tema era ottica laica e religiosa, ancora una volta ci troveremo nello stesso dilemma di coscienza. Ma spero che anche l’ottica religiosa evolva, e i segnali non mancano.