E la tribolata vicenda della “Presidenzialidi” si è conclusa come, a mio parere, (l’ho scritto con chiarezza più volte su questo blog) come le “condizioni al contorno” imponevano per non compromettere, con gravissimo periglio per questa (3°?!?) Repubblica, i delicati equilibri di “governo”del Paese che la soluzione della crisi del “Conte2” (“inventata”dal Presidente Mattarella stesso) : “Governo XXL diretto da SuperMarioDraghi” finalizzato ai due megaobiettivi PANDEMIA e PNRR.
La formula: riproposizione dei “Personaggi” nei 2 ruoli Presidenziali, degli stessi “Interpreti”, andava però a cozzare contro la ripetuta, sottolineata, reiterata (in modo niente affatto ….di maniera!) esclusione di reiterazione del mandato da parte del Presidente uscente Sergio Mattarella.
Per nostra “buona sorte” il nostro Presidente (Palermitano verace, peraltro) tra le cinque categorie di uomini che Sciascia fa enunciare al bos Don Mariano nel suo splendido “Il giorno della civetta” (*) , è inequivocabilmente da annoverare nella prima: quella degli “UOMINI”, e in quanto tale, da uomo delle Istituzioni qual’è……”è ritornato sui suoi passi”, accettando di caricarsi sulle spalle altri sette anni di Presidenza della Repubblica.
Ritengo esprimere il mio (nostro?) senso di riconoscenza al Presidente, facendo mio (nostro?) quale redattore di questo blog il bellissimo articolo di di Fabrizio D’Esposito sul “Fatto Quotidiano”, dal titolo <Bis al Quirinale: lo “spirito di sacrificio” di Sergio cattolico e laico. Gli applausi di ebrei e buddhisti> (che riporto tal quale)
31 Gennaio 2022
Ieri a Testaccio, popolare quartiere di Roma, alla messa di mezzogiorno, la stessa frequentata da Enrico Letta, è stata aggiunta in extremis un’intenzione alla preghiera dei fedeli: “Preghiamo per il nostro presidente Mattarella”. E così in varie chiese italiane.
La rielezione di Sergio Mattarella è soprattutto il bis al Colle di un cattolico proveniente dalla migliore tradizione scudocrociata, quella della sinistra dc. Un cattolico adulto quindi, per il quale la dimensione intima della fede non ha riflessi clericali nella sfera pubblica e in questo caso istituzionale. Lo ha spiegato molto bene il direttore di Avvenire Marco Tarquinio nel suo editoriale di ieri: “Sanamente laico (Mattarella, ndr) perché di profonda radice cristiana. E chi conosce sul serio la storia della nostra democrazia sa che questo non è un gioco di parole, ma una cultura preziosa e una costante qualità politica, che Sergio Mattarella ha interpretato con appassionata coerenza per tutta la sua vita”.
Nei messaggi di auguri arrivati dal mondo cattolico si mette in rilievo lo spirito di sacrificio del presidente rieletto, il quale ha subordinato le sue “prospettive personali differenti” alla decisione del Parlamento di sabato scorso. Ecco il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente dei vescovi italiani: “Il Suo esempio di uomo e di statista, lo spirito di servizio e di sacrificio manifestato anche nella presente circostanza, costituiscono un punto di riferimento per tutti i cittadini al di là delle appartenenze politiche e degli schieramenti”. Del resto, per un cattolico, lo spirito di sacrificio è un pilastro della fede. Il concetto lo rende bene padre Antonio Spadaro, gesuita come papa Francesco e direttore della Civiltà Cattolica, in un’intervista ad Askanews: “La sua disponibiltà è certamente un sacrificio personale per il bene del Paese: gliene va dato atto con gratitudine sincera”. E ancora: “Mattarella è una figura molto gradita al mondo cattolico, ed ha sempre mantenuto nella giusta maniera i rapporti di rispetto con l’Oltretelevere. Credo che il mondo cattolico abbia percepito la sua volontà di concludere il suo mandato come assolutamente sincera. Certo, la situazione che si è venuta a creare è inedita e un po’ di emergenza, e in questo senso si accoglie la sua disponibilità come segno di piena continuità rispetto a come si è comportato fino a adesso, mantenendo cioè al primo posto il bene del Paese”.
Il Mattarella presidente e cattolico ha poi un tratto ecumenico, se così possiamo dire. Nei giorni scorsi ha fatto notizia lo striscione esposto dagli studenti delle scuole ebraiche di Roma: “Grazie presidente Mattarella”. Con questa motivazione: “Da giovani ebrei non possiamo dimenticare il suo impegno contro ogni forma di antisemitismo, anche mascherato da antisionismo”. E sabato, nel giorno della sua rielezione, c’è stato finanche l’entusiasmo dell’Unione Buddhista Italiana che fa perno, ovviamente, sulla saggezza: “In questo particolare contesto storico poter contare nuovamente sulla sua saggezza è garanzia per tutte e tutti per il progresso civile e sociale del Paese”.
Grazie Presidente e …. auguri!
Commenti
Un unico commento: si perpetua la tradizione dei galantuomini d’Italia, un marchio di fabbrica. Chi si interessa di formarne, dalle elementari, di nuovi?
Ancora prima, Adriano, dalla materna!!!
So che tu ti occupi con grande e competente applicazione, del ….pecorso contrario! Fondamentale anche quello, peraltro!
Interrotto 55 volte da applausi e standing ovation da una platea di eletti inetti. La parola Dignità pronunciata 18 volte chissà che sia da monito a quegli imbecilli incapaci di fare politica e che spinga molti a farsi da parte, non solo quelli esclusi dalla selezione che avremo nel 2023, ma soprattutto quelli che per ambizioni personali si candidano a guidare il paese senza averne le capacità. A loro la parola Dignità e tutta la morale che possiamo trarne. E Dignità anche agli elettori che sappiano scegliere con criterio i loro rappresentanti.
Ricordi flash: ad un congresso provinciale del PRI (del quale ero iscritto di ….rilievo, a livello CR, essendo oltre che iscritto/fondatore della sezione cremasca, anche Assessore comunale di Crema), alcuni decenni fa, quando nei Partiti si facevano ancora i Congressi, feci un intervento infervorato assai, in condanna delle infiltrazioni massoniche e similari nel Partito.
L’ intervento fu applauditissimo e scendendo dallo “speaker corner” mi venne incontro radiosamente sorridente un esponente nazionale del Partito, a stringermi con esibita affettazione la mano, e guardandomi negli occhi, me la strinse però, in modo affatto particolare, come se io stesso fossi stato un suo “fratello”! Come a dirmi: bravo, belle parole, però sai bene che quelli che decidono, poi, siamo noi!
Ecco quegli stessi che hanno mostrato esibito entusiasmo con i loro applausi (ben 55 interruzioni per fragoroso applauso) al Presidente Mattarella, tutte le volte che lui richiamava quei principi, quelle riforme che dovevano essere poste in essere con ineludibile urgenza (Dignità morale, Magistratura, Giustizia, Carceri, Sicurezza lavoro ……) erano quelli che quei principi contraddicevano, che quelle riforme bloccavano in Commissione, in Aula, impedendone la realizazzazione, posponendo il bene comune in favore di interessi lobbistici di parte!
La Costituzione assegna un ruolo centrale ai partiti, art. 49 : “Tutti i Cittadini hanno diritto ( e, dover morale, direi io!) di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. Se i partiti non torneranno ad “ossigenarsi” con la partecipazione vera, reale dei cittadini, la nostra democrazia sarà condannata a esaurirsi per “asfissia”!
E sai bene, caro Francesco, dei massoni fra i partiti laici italiani, il liberale, il repubblicano, il Psdi. Il PRI era un partito spaccato tra l’azionista Ugo La Malfa e quelli del sud, repubblicani ma che potevano essere liberali filo Malagodi, o socialdemocratici alla Luigi Preti, e che entravano nel PRI, PLI, O PSDI, solo per interesse personale o facendo testa o croce.
L’ironia ci sta, con Draghi: voleva essere presidente si o no? Pure le bisbocce della politica italiana (pure quelle da ridere degli ex amici di Grillo, oggi in tanti preoccupati più che della piattaforma Rousseau, della pensione e delle palanche, e quello era previsto che sarebbe prima o poi capitato in un armata Brancaleone inventata da un comico); ma l’Italia ha fatto scuola nel peggio e non è la prima volta: Francia, Gran Bretagna e Spagna non stanno meglio. Ma ho grande rispetto per il vecchio Mattarella che ha tolto dai guai il Parlamento italiano, e ho molto rispetto per Mario Draghi, un banchiere, una persona lontana parecchio dalla storia, dai risentimenti che potrei sventolare contro un banchiere come lui. Draghi ha detto una cosa vera: un lavoro lo trova, se vuole. Le competenze le ha. Non avendo lavorato nel pubblico ho dovuto sempre cercarmelo un lavoro, sempre con il rischio di essere licenziato. In un’occasiine mi licenziai senza un lavoro, con un mutuo da pagare, una figlia in arrivo. Una settimana di telefonate, lettere, bussaporte, senza sosta, con il il terrore di restare senza stipendio che non mi faceva dormire. È facile e comodo un lavoro pubblico quando sai che è granitico, comunque vada. Draghi è una persona seria, e ho stima di lui, più di tanti politici italiani, e da poveraccio, pur senza alcuna affinità, niente in comune, gli stringerei la mano. Ce ne fossero.