Si, amici, avete capito bene: Italia, Lombardia, la locomotiva (ops!) della nazione, una raccolta di firme https://www.change.org/p/vogliamo-viaggiare-sicure per istituire carrozze dei treni per sole donne; la petizione dopo gli stupri sulla Milano-Varese, le violenze subite da due ragazze su un treno della linea Milano-Varese e nella stazione di Venegono Inferiore, sulla stessa linea.
Le prime firmatarie ( in pochi giorni superate le 1000 firme!): «Vogliamo viaggiare sicure» dice chi ha firmato, «vogliamo carrozze riservate solo alle donne» esattamente come succede «in altri paesi», in Brasile, Egitto, India, Malesia, dove le violenze sessuali purtroppo sono all’ordine del giorno, sono già state adottate.
Ma ci rendiamo conto?
Nella nostra civile, cattolica, solidale Italica Lombardia, a che punto di degrado dei rapporti umani di convivenza tra cittadini/e siamo arrivati!
Parità di genere? Ma mi faccia il piacere!
Commenti
Certo che ho firmato! Ma nella pratica una linea, la nostra, che in certi orarti da stupratori non registra che poche presenze… come si fa? Comunque in un mondo che gronda di sesso a disposizione per tutti si dovrebbero provvedere carrozze con consulenza psichiatrica! Mi spiego, anche nei migliori anni della mia effervescenza sapere che la partner non condivideva il mio entusiasmo mi avrebbe fatto un effetto doccia gelata, e invece c’è chi lo trova erogeno! L’altra faccia dell’impotenza, suppongo. Quindi ci vorrebbero mura di cemento armato per uno stimolo così aberrante, più che carrozze blindate. Comunque proviamo anche quelle, ma meglio sarebbero gli agenti picchiatori travestiti, finte fanciulline intendo, con…. sorpesa! Doppio manganello!
Adriano, mi hai fatto scompisciare “…. con…. sorpresa! Doppio manganello!”!
Cmq, il problema è davvero serio.
Mettendomi nei panni (si fa per dire neh), una si può dotare di spry al peperoncino, ma poi trovandosi di fronte un paio di sconsiderati, magari già ….tenebrosi di loro, in una tratta/orario poco frequentato, cheffà? Si piazza seduta preventivamente vicino al segnale e tira l’allarme? Che io sappia, poi deve anche pagare una contravvenzione! Eppoi iil problema si ripropone cmq anche per qualsiasi persona rispetto a malintenzionati di ….diversa pulsione delinquenziale.
Non vedo soluzia che non sia un potenziamento della polfer negli orari ….”solitari”, perchè se la compagnia è nutrita il pericolo è quasu zero, ma al contrario……
Nel film ultimo Joker inizia la sua carriera di assassino per la difesa di una ragazza molestata da tre individui in una metropolitana deserta, ma poi il fatto nella cronaca giornalistica si trasforma in un atto di ribellione sociale
Il treno dei pendolari, il trenino dei puffi Cremona-Treviglio lo piglio; mentre il treno regionale Milano-Varese, molto più frequentato, l’ho battuto solo poche volte, ma posso capire i guai per le donne. Bisogna essere donna, credo, per capire cosa vuol dire salire da sola in una carrozza con poche persone. Viaggio spesso sui treni regionali, e se fossi donna, in certe situazioni sarei preoccupato. Purtroppo, i treni pendolari sono frequentati anche da poveri molto poveri, svitati, migranti che non hanno un soldo, e ho vissuto alcune situazioni davvero antipatiche, diciamo di tensione. Ma sono maschio, ed è molto più facile starmene tranquillo. Non mi scandalizza la richiesta: anche se è una provocazione per chiedere più controlli, che sui treni regionali, purtroppo, servono.
A dire il vero quando una tipa strafatta all’orario dell’uscita da scuola stava finendo sotto il treno sono sbucati dal nulla due agenti, uomo e donna, giusto in tempo per beccarsi il vaffa della tipa, che candidamente fa: “Ma se ho già chiesto scusa cos’altro volete!”, quasi fosse stata sorpresa a buttare una cartaccia in terra. Comunque allora ho pensato “ma allora ci sono!” , ma ora mi dico, “già, negli orari sbagliati, quelli di punta”.
Le stazioni ferroviarie e i suoi paraggi attirano disperati per vari motivi, più che altri luoghi. E la campagna padana offre il peggio di sé quando il piccolo luogo si scontra con le esigenze della modernità in movimento. Stazioni ferroviarie come Chiari, Romano di Lombardia, Rovato, Castelleone, sono luoghi alla deriva, anche Crema, fuori dall’orario dei pendolari ha una stazione fantasma con trenini lenti che passano semivuoti, con qualche migrante che vaga da un paesotto all’altro. Se la linea Milano-Varese è un problema di ordine pubblico, lo sono ancora fi più i percorsi che attraversano la campagna lombarda, piccoli centri o paesoni, che ho percorso in treno: Milano-Mortara, da Porta Genova; Cremona-Mantova, con stop in quei luoghi come Piadena, dove il treno quasi tossisce, scassato, sporco, i cessi con il wc allagato, il paesaggio che d’inverno fa venir voglia di buttarsi sotto il treno. Ma ci sono gli inguaribili ottimisti che ci trovano delle suggestioni in queste derive dello sguardo. Credo la troverebbero comunque, qualche suggestione, in tanta malinconia cruda. Anzi, ci sguazzano dentro. Fossi donna giovane di Piadena metterei via i soldi della paghetta per l’ultimo treno piadanese, che mi porti verso altrove, dove la civilta’ è più marcata, e non scricchiola in dettagli che dettagli non sono.
Mi sembra una scemenza. Tre volte scemenza.
Primo, in termini di efficacia. Se un delinquente vuole salire sui “vagoni rosa”, lo fa quando e come vuole. I criminali fanno effrazione in casa d’altri, nei luoghi aperti al pubblico, dovunque e comunque, sapendo come neutralizzare le telecamere e temendo solo la calibro nove del padrone di casa. Sanno che, in base al principio della “rieducazione del reo”, succeduto alla “natura retributiva della pena”, se anche saranno beccati (e non succede quasi mai), usciranno alla svelta dal gabbio con qualche scusa messa a disposizione dalle riforme psico-socio-antropologiche che nell’ultimo mezzo secolo hanno trasformato il nostro diritto penale, sostanziale e procedurale, in un velleitario pasticcio filosofico-umanitario. Per cui, figuriamoci se delle bestie capaci di fermarsi solo davanti a una punizione certa, al vecchio “timore & dolore” sicuramente inflitto, si fermeranno davanti ai divieti di accesso ai vagoni riservati alle loro prede. Ridicolo, ridicolissimo.
Secondo, è una scemenza in termini economici. Sui treni con quattro gatti, raddoppiamo i vagoni? Le strade ferrate e i trasporti ferroviari italiani li conosciamo o no? Ma sono mille i costi dietro questa stupidaggine. Invece ci vogliono i controllori. Quelli sono soldi spesi bene. Controllori capaci di mettere in riga la teppa. Non l’ennesima ragazzetta assunta e messa in divisa per via delle quote rosa. Certo, se poi ci sono donne in grado di andarci giù duro, benissimo. Ma serve un addestramento particolare. E serve il porto d’armi. Colpirne uno per educarne cento. E poi, coi “vagoni rosa” protetti, sarebbe come ammettere che gli altri vagoni sono terra di nessuno. Un’ammissione d’impotenza e pusillanimità. Più in generale, noi maschi consentiamo che altri maschi aggrediscano e stuprino come se niente fosse? La colpa è nostra, di noi uomini, che non sappiamo neutralizzare gli appartenenti al nostro sesso che dovremmo invece mettere nella condizione di non nuocere. Ogni volta che un maschio violenta una femmina, questa è una vergogna per tutti gli altri maschi che fanno leggi penali sbagliate, rinunciano a controllare il territorio, accettano una società in cui i delinquenti la fanno franca. Il criminale impunito è il risultato di una società in cui l’impunità è la regola. E pure un vanto.
Terzo, è una scemenza in termini logici e storici. Facciamo un apartheid con la scusa della tutela? Che lo facciano in Brasile, Egitto, India, Malesia e via dicendo non stupisce certo. Una storia vecchia come il mondo: nel recinto, nella riserva, con la scusa della protezione. Le donne hanno diritto di andare in tutti i vagoni, su tutti i treni, dappertutto, senza essere confinate in luoghi separati, in trincee e ridotte in cui si spera che (forse) non vengano stuprate. No, ripristiniamo invece la legge, il diritto, l’ordine, la convivenza civile e quindi la repressione dei criminali, con “l’esercizio legittimo della forza”, da sempre attributo della “potestà statale”. Su tutti i vagoni, su tutti i treni, su tutti i mezzi di trasporto, dovunque ci sia un pezzo di Italia e un cittadino italiano, maschio o femmina che sia.
Pietro, con meno ….portato ero arrivato alla stessa conclusione anch’io.
E cmq siamo proprio noi “portatori di pene” (in tutti i sensi!) che, come categoria, dobbiamo darci una bella regolata.
Sempre e comunque, mai girare la testa dall’altra parte!
Basterebbe che invece di pontificare come fanno molti, il trenino dei puffi Cremona-Milano, e altri treni carri-bestiame, che gli sciuri non osano salirci li frequentassero più spesso, invece dell’automobile, e così le signorine e le signore non si sentirebbero sole ma in buona compagnia. Veder passare dei trenini fantasma con su quasi nessuno, o nessuno, lungo il Canale Vacchelli, sembra l’accompagnamento, su rotaia, a uno sbadiglio nelle giornate crude d’inverno, nella campagna infreddolita.
Caro Marino, l’idea dei signori che accompagnano signore e signorine perché così non si sentono sole ma in buona compagnia mi sembra molto cavalleresca, una di quelle cose che evocano immagini ed epoche in cui vedove ed orfani potevano contare (almeno in teoria) sulla difesa offerta da nobili cavalieri. Hai uno spirito all’antica che non posso non apprezzare. In fondo hai ragione: manigoldi e canaglie c’erano allora come anche oggi, pure sui treni, solo che adesso mancano i cavalieri. Anzi, ci sono ma se ne vanno in auto e non in treno, egoisticamente. I più ribaldi viaggiano, ovviamente, in SUV e magari, quando vedono passare i trenini fantasma e i carri bestiame, luoghi di violenze e stupri, si arrabbiano per il passaggio a livello chiuso. Questa borghesia ha proprio segnato una decadenza storica rispetto ai tempi dei gentiluomini e dell’acciar dei cavalieri, come dice Cardini. Hai ragione, si pontifica invece di agire. O tempora, o mores!
Sono proprio d’accordo, caro Pietro, e quando salgo sul carro bestiame su rotaia, prima cosa tiro giù il finestrino, che qualcuno di questi si può aprire a ponte levatoio, che è meglio il fresco del virus; poi, sarei pronto a far da guardia del corpo, all’occorrenza, di eventuali molestie, sperando di farla per belle signore, così l’intervento è ancora più caloroso, più intenso; ma la spinta civica è universale comunque, e lo farei comunque, almeno credo.
Fuori tema: c’è un personaggio comico su Byoblu, la tv dei no scienza, che a quest’ora dopo “il pensiero amore” spiega il “pensiero creativo”, dicendoci che non siamo tipi fatti di ragione (e fin qui va bene), ma saremmo soprattutto fatti di “spirito”. Pota, la democrazia dà spazio a tutti, per fortuna, anche agli spiriti pirla.