Titolo ed argomento di studio per l’opera a stampa annuale del Gruppo Antropologico Cremasco (GAC) presentata ieri, 17.12 alle 18, nella sala riunioni della “Casa del Pellegrino” (adiacenza Santuario di Santa Maria)
Uno studio almeno completo, direi, e diamo uno sguardo subito ai temi, e nomi di prestigio dei firmatari. Testi introduttivi di Edoardo Edallo e Franco Gallo su consumo e ascolto di musica, quindi Bruno Mori e Andrea Bellani, con testimonianze dell’epopea Beat a Crema, fino alla “Nuova Onda”, ai fremiti proposti dalle alternative post punk a firma Corrado Barbieri.
Vien poi la volta degli interpreti folk di casa che con le loro originali interpretazioni hanno dimostrato la sorprendente coniugabilità del vernacolo cremasco con sonorità moderne di diversa radice.
La produzione di Gianluca Gennari rimanda ai temi dell’identità che si traducono in un appassionato amore per la propria terra, per le acque, gli animali e i personaggi caratteristici del paese. Un mondo campagnolo di cui conservar la traccia, anche sonora, prima che scompaia, sottolinea Walter Venchiarutti. Una passione da detective che caratterizza il duo Franco e Rosella nella raccolta e rielaborazione di antiche ballate, sottolinea Graziella Vailati.
Gio Bressanelli: un fenomeno musicale di cantautorato contemporaneo che travalica i confini urbani, ci espone Gregorio Ghisetti, e lo stesso Bressanelli, imbracciata la chitarra acustica, ne dà un saggio.
Ester Bertozzi ricorda quindi il ruolo di presidio fisico della “Casa della Musica”, con l’impatto visivo di strumenti e culturale di modalità di approccio agli stessi, da cinque generazioni gestita dalla famiglia Gallini. Anche l’associazionismo pubblico e privato trova validi esempi : L’etnofonia dello scoutismo, rimarcata da Marco Lunghi, la storia del coro CAI Città di Crema descritta da Giuseppe Costi, le performances della banda Civica Musicale di Soncino che hanno richiamato l’attenzione di Claudio Marinoni. Originalissima è stata la dinamica iniziativa dell’Appartamento privato al fine di promuovere gli incontri e l’ascolto, descritta da Donata Ricci.
Vengono poi esaminate le combinazioni offerte dalla versatile natura della musica: il fascino che si sprigiona quando si combina con la produzione cinematografica, piacevolmente descritto da Daniela Ronchetti. A questa sinfonia si aggiungono nuove note: Elena Benzi esamina la contaminazione con la danza mentre Lavinia Contini, in una intervista concessa da Paola Balestracci Barbieri, affronta le insospettate applicazioni della musico-terapia. La stessa artista-terapeuta dà un saggio compositivo all’arpa di grande suggestione.
E veniamo all’evento: La sala pare ritagliata su misura per un uditorio che, secondo vigenti norme, non si accalchi.
Volti noti della cultura cremasca anche fra il pubblico, e dai commenti a fine evento, si coglie alta la sensazione che con questo studio il Gruppo Antropologico Cremasco sia riuscito a celebrare la speranza del ritorno alla normalità, il prosieguo della comunità verso un passato di vivace convivialità e piacere volto alla socializzazione colta multigenere e multiepocale, comprendente quindi la tradizione popolare.
Commenti
L’avessi saputo (magari un comunicatino al blog, è Walter?) ci sarei venuto volentieri!
Never mind……
Per me, il cantautorato, le canzoni, la musica del Cremasco che è del territorio, è quella delle sorelle Bettinelli di Capergnanica. Poi, se vogliamo pensare che il territorio nostro, che non esiste in molte situazioni, se non nella geografia dimenticata, possiamo lucidarlo come fanno i politici, o per credere di essere culturame importante, del poco che c’è, ne possiamo dire. Le sorelle Bettinelli hanno espresso con bellezza e pienezza la campagna e il succo musicale e reale del Cremasco, che campagna è. Ed è stata una grande musica, la loro.
E per ricordare che non si sa riconoscere la differenza tra città e campagna, che è molto soggettiva, ed è da riderci, proprio questo istante ho notato che “la città di Omegna”, Piemonte, più di 14mila abitanti, cioè il doppio in più della “città di Soncino”, l’Espresso di questa settimana, cosi scrive: “il paese di Omegna, in Piemonte…”. Musica bella, tanta, che scimmiotta atmosfere urbane o campagnole, da noi? Non si sa. Almeno con le sorelle Bettinelli sappiamo cos’è.