Che i papà non me ne vogliano se, in questo articolo, la mia solidarietà va soprattutto alle mamme di pargoli in età scolare.
A settembre si riparte, che ci piaccia o no, mentre portiamo ancora i segni di un giugno concluso a fatica.
Perché serve un nuovo zaino, un nuovo astuccio, un nuovo diario, quelle biro che vanno tanto di moda e chi mai vorrebbe veder emarginati i propri figli per una penna glitterata?
Questo è solo l’inizio. Tempo due settimane e giungeranno liste infinite di materiali assolutamente indispensabili. Matite con punta fine, grossa, morbida, tenue (… si avete capito bene… Tenue!) dura, extradura, che manco Van Gogh e Picasso erano così ben forniti.
Su queste tematiche di natura esistenziale si svilupperanno interminabili conversazioni whatsapp sul gruppo mamme: ma il quaderno con i margini o senza? Il raccoglitore a ganci con la copertina rigida o flessibile?
State tranquille mamme, la scuola primaria non è che l’aperitivo di questo delirio. Alla scuola secondaria vi richiederanno le squadre di almeno tre misure, il balaustrone (orrore il vecchio compasso plebeo!) il goniometro, la matita portamine e il temperamine … Renzo Piano scansati proprio!
Arriviamo agli album da disegno con fogli ruvidi, lisci, squadrati, non squadrati. I pennelli con punta tonda, dritta, piatta, sintetici, naturali, in setola di bue, di maiale, di capra, di tasso, di scoiattolo o puzzola.
Un pellegrinaggio nelle affollatissime cartolerie di quartiere dove si distingue la super mamma che consegnerà tutto al pargolo il primo giorno di scuola, un’impresa titanica che non mancherà di sottolineare sul gruppo mamme per indottrinare una serie di adepte come muoversi in questa caccia al tesoro.
Conclusa la missione “ materiale didattico “ si passerà alla scelta delle attività ludico-ricreative extra scolastiche: nuoto, pianoforte, equitazione, pittura, tennis… Più sono e meglio è. Lasciare il tempo ai nostri figli di annoiarsi in modo sano sarebbe uno spreco dell’attività cerebrale, non bisogna permetterlo!
Poi ci sono i libri da foderare, i nuovi insegnanti da conoscere, i compiti delle vacanze da terminare. E noi mamme, in un attimo, siamo risucchiate in questo vortice dove la spiaggia è solo un lontano miraggio ormai.
Catapultate in questi ritmi infernali non manca il controllo dal dentista, la visita medico-sportiva, i pantaloni lunghi da comprare perché i ragazzi sono cresciuti e non vanno più bene.
Ce la faremo anche quest’anno care amiche. Noi siamo create per il multitasking, per conciliare come equilibriste l’ordinario con lo straordinario. Per portare a casa il risultato, costi quel che costi.
Troveremo persino il tempo per accendere un cero grande così e votarci a ogni Santo possibile affinché tutto il ben di Dio acquistato non rimanga a prendere polvere per intere settimane, nell’ennesima sessione di Didattica a Distanza.
Commenti
Che bella immagine che mi dai, Anna (prima di tutto l’immagine proprio, quella di copertina) la voglia di reimmergerci nel nostro ruolo di cittadini/consumatori, anzi, consumatori/cittadini.
Sarà così?
Il tuo fresco approccio, al solito, piacevolmente, non si è fatto condizionare più di tanto (la citazione dell dad in conclusione) dalla tirannide del covid purtroppo ancora grande protagonista della nostra vita sociale.
Anche per oggettive, cogenti ragioni anagrafiche, mi limito a dire……vediam gli sviluppi!
E poi ci metto un bel “big abrazo” che …..te lo meriti!
Big abrazo anche a te Francesco! Rimaniamo in “vigile attesa”, nella speranza che vada tutto per il meglio.
🤗
Ciao Anna, hai saputo tratteggiare magnificamente il fremente periodo prescolastico da parte di mamme che ambiscono ad essere sempre all’altezza delle richieste dei figli e della scuola. Mi hai fatto sorridere con le tue riflessioni divertenti e accattivanti e nello stesso tempo riflettere su quanto sia impegnativo il ruolo di madre. Un caro saluto.
Ma che sorpresa cara Rossella, trovarti in questo blog! Ti ringrazio tanto e concordo: il ruolo di madre è sempre più impegnativo come del resto la pressione sociale su noi donne mamme e professioniste. Ci vogliono perfette in ogni campo creandoci ansia e sensi di colpa. Prendiamo dunque le cose con un po’ di sana ironia e tolleranza soprattutto verso noi stesse. Siamo umane dopotutto e cerchiamo solo di fare del nostro meglio.
Un abbraccio🥰
Mai tratteggio più felicemente in sintonia con la mia vita! E già, prché tutta quest’oggettistica, una volta andati via i figli, è rimasta stratificata nel “lato morto della mansarda”, cioè quella metà non ristrutturata abitativamente. E siccome le mansarde sono più in alto del resto di casa, in un tentativo di alleggerimento dell’nutile (salvo riqualificazione come nido insetti) mi vedo dilagare dalla scala a chioocciola una valanga di… sì tutti queglio oggetti che con sgomento hai nominato, ma ciò moltiplicato per due figli e per un numero immenso di anni di studio. E fosse solo la scuola… prima o poi si attacca con l’obbistica! Per cui la matrice della serie di riflessioni su FB a tema “più pensieri e meno oggetti” appare sinistramente identica! Brava Anna.
Ciao Adriano, stessa cosa ogni volta che metto piede nella mia vecchia stanza o nel garage a casa dei miei. Un tripudio di oggetti di scuola, ricordi delle vacanze, vecchi libri, ecc. E anche quando scatta la buona volontà del “ ripulisti”, alla fine noi nostalgici abbiamo sempre qualcosa di assolutamente inutile ma che non butteremo mai. Come ti capisco…
Un abbraccio 🤗
Nel post sui giardinetti di Latina sono stato censurato. Ed è la seconda volta.
Non avevo letto il tuo quadretto,la vita delle donne-mamme alla riapertura delle scuole, mamme con tempo scarso anche per respirare; altra vita dai maschi adulti che stanno al bar, a ricordare la partita Inter-Borussia Monchengladbach degli anni Sessanta e il lancio della lattina che fece annullare la partita, a guardare le macchine che passano per sapere se son di più quelle con targa pari o dispari.
Anne Tyler, grandissima scrittrice di Baltimora, che ambienta le sue storie sempre da quelle parti, diceva che la Storia quella quotidiana,
con i suoi affanni, è delle donne soprattutto, che le donne di affanni ne hanno un mucchio se hanno marmocchi, e non vanno in pensione, mentre molti uomini se se non guardano passare i treni contando le carrozze e dicendo: ieri erano otto, ne hanno fregata una; di tempo da buttare, dicevo, i maschi pensionati ne hanno.
Anne Tyler quando le domandarono perché nelle sue storie non si accennava che non di sfuggita ai Democratici, Repubblicani, le bisboccie della politica attiva, lei disse che sono i vagiti di un bimbo, una madre che va spedita dalla cucina alla figlia piccola che piange in camera da letto, che dice all’altro figlio: spicciati a mandar giù i cereali che fra cinque minuti dobbiamo muoverci che siamo in ritardo, le storie di vita che non entrano nella Storia.