Un timido randagio cerca un po’ di refrigerio dietro a una squinternata saracinesca: foto di copertina toccante, ma purtroppo non vi parlo di cani.
Già, perché i cani , anche quelli abbandonati, soffrono del tradimento, ma godono comunque di un ottimismo genetico che poggia sulla consapevolezza che nel girovagare incontreranno prima o poi un nuovo padrone, o una muta di altri randagi cui unirsi. La consapevolezza del probabile impatto con un camion manco li sfiora.
Ma se il randagio è un umano, che per le avverse condizioni climatico/emotive, e quindi decisionali dell’estate, si trova espulso dal suo sistema di punti fermi della vita, ridotto a girare a vuoto, rimuginando…
“…il randagismo di parecchi separati che cercherebbero, più che una donna, un pietoso rifugio…”
Parole rese pubbliche con una memoria su face book da una persona a me amica, per il resto un intellettuale ben inserito nella scuola e nella ricerca, appagato per il suo ruolo, e se lo fosse stato anche materialmente magari avrebbe accusato meno il colpo…
E altre situazioni sul punto di deflagrazione tutto intorno a me (benedetta estate con i suoi litigi a finestre aperte…).
E quando la vita ti sbalza di sella, e anche in famiglia quelli che potrebbero mitigare l’amputazione ti ostracizzano (seconda parte della confessione pubblica del mio amico), c’è poco da cercar consolazioni: solo una strada su cui bighellonare a vuoto, rimuginando altrettanto a vuoto, pronti a cadere dalla padella nella brace; un’attrattiva da pifferaio magico verso qualsiasi illusione di salvagente talmente comune da superare in probabilità l’arrotamento per il bastardino.
E, stesso giorno, ieri, un amico dai tempi del liceo, brillante ingegno, ma subito partito per la tangente come “dissidente”, abbandonando così anche gli studi comuni in medicina per dedicarsi a “più elevati sistemi di pensiero”, viene esiliato da face book, isolato dalle sue migliaia di contatti (di svitati come lui?).
E ne ho altre di storie estive di randagismo, pittoresche, tutte di tipi culturalmente elevati, fra quelli che magari anche noi guardavamo con sospetto, un po’ esaltati, ma, a parte aver investito troppo emotivamente nel chomskysmo, ed essersi quasi sentiti adoratori della rana e sentinelle della salvezza del mondo dal complotto, sembravano innocui. Direte, certo, tutti amici tuoi, non a caso!
Può essere, ma meritavano di esser privati della loro un po’ farlocca mission? E proprio col gran caldo!
E se così, senza il beneficio del confronto, li avessimo messi, emarginati, proprio noi in condizione potenziale di nuocere?
Facile dire “fatti di chi ha passato il limite”, ma veder le cose dal loro interno, specie col caldo, quando il contenuto cranico, in una sorta di pentola a pressione, va su di temperatura, è difficile.
E poi c’è un fattore fisiologico: dal freddo ci si difende avvicinandosi, magari anche al nemico, il caldo è di per sé repulsivo.
Ma la solitudine, il senso di disfatta e perdita, mettono poi i brividi, anche a Ferragosto.
E poi, ma noi dove eravamo? E dove siamo girati adesso?
Mi direte “ma che vuoi fare, l’accalappia-esclusi? Creare un rifugio naturalistico ad hoc?”
Anche questo è un social, e nel suo insieme, e con la mia parte di colpa, è caduto nel gioco delle parti, mentre lo scopo sociale dovrebbe essere l’integrazione, la mediazione, non l’induzione alla radicalizzazione.
Mi esprimo con troppo spirito fraterno?
Chi potrebbe testimoniare di non essersi mai trovato sulle orme del randagismo, e ringrazia il cielo per aver recuperato, magari con la soppressione di una parte prima ritenuta fondamentale del sé, il nucleo fondamentale, quello interconnesso.
E intanto il mio p.c. inizia a dare i numeri, non mi trasferisce più i dati dalle chiavette. Strano, durante l’inverno mi piantava solo in didattica a distanza. Sente il caldo anche lui, come il precedente che mi ha mollato in agosto con una bella schermata blu (non a caso i centri elaborazione dati sono iperclimatizzati).
Eppure un cranio non ce l’ha, ma l’elaborazione corretta, di qualsiasi tipo, ama il fresco. Comunque mi sa che mi conviene postare, prima che anche questo diventi il prossimo p.c. randagio di Ferragosto…
Commenti
Adriano, fratello mio carissimo, al tuo richiamo al “volemose bbene” mi troverai sempre attivamente presente.
E quindi, per converso, volutamente assente al ….”volemose mmale!”
A mio parere, il sig. Cordani, nei confronti dell’amico Pasini, ha passato il segno, per di più con una certa voluta “paraculaggine”, ergo, delle simpatiche scuse sarebbero, magari spiritosamente, riparatrici e …resettanti.
Il mio parere cmq, vale quel che vale y nada mas!
E CremAscolta è una piazza aperta e, ovviamente, ci puoi incontrare anche dei ….bei tomi!
Manco ci pensavo Franco, partivo da fatti dolorosi veri, ma di ampia piazza, e “locali” del passato. Certo, comportamenti anche lontani da me, ma quante questioni mi han fatto saltar su morso dalla pulce (il serpente è troppo) e poi ci abbiamo perso tutti? Quanti ospiti occasionali abbiamo allontanato?
Certo, segnare il limite dell’ammissibile è difficile, e senza un arbitro ci si perde ancor di più, ma pr fortuna Cremascolta è un gioco, impegnato, ma ludico, la vita no.
ammettiamo che noi complottisti siamo dei creduloni, certo che le bufale in rete sono ben strutturate… ad esempio questo studio dall’università di almeria in spagna sembra proprio vero… il segreto del grafene ormai sembra il segreto di pulcinella…
https://drive.google.com/file/d/1Xc3n5fVXuskNuznDyKAlp0pat64EXHlZ/
chissà se è per questo che la spagna ha sfanculato (scusate il grecismo) il green pass… sull’uso del grafene nei vaccini ci sono un po’ di idee che circolano… però le persone serie ci ridono sopra… a me è sempre piaciuto far ridere la gente…
altri poveracci randagi…
https://www.journalofinfection.com/article/S0163-4453(21)00392-3/fulltext
Carra, mi dispiace, ma vedo solo ora il link che non ho per ovvie ragioni neppure aperto. Magari… no, magari un cazzo, non lo aprirò proprio. Dopo aver passato una bella giornata non voglio di certo rovinarmela 🤣
macalliii ….calliii ….alliii …..iii … non risponde… alla vox clamantis in deserto solo l’eco risponde…. mi aspettavo qualche bella sequela di insulti ai ricercatori che ho citato… no, è subito corso via a ‘fiutare’ dove sente odore di olio di ricino o di orbace… il richiamo dell foresta… va beh alla prox
Pietro, i due superstiti del trio Medusa in salsa cremasca cominciano forse ad accorgersi che anche nell’insulto bisogna esibire una certa intelligenza e creatività.
Carra, se io in questo post non sono intervenuto ci sarà una ragione. Circostanziare nella sede opportuna, prego.
La monotonia di Bruno Cordani, nell’insistere con la sua spiritosaggine antiquata, datata e ripetitiva, specie con questo caldo, non può che indulgere al saggio silenzio, almeno da parte di chi sia dotato di un buon senso della misura!
Uffa….
Ma io volevo parlar di randagi…