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ADRIANO TANGO

Silvestro arriccia i baffi!

Ancora una volta Silvestro mi manda un bel lavoro sul cambiamento climatico, riassuntivo, completo, ma sfiduciato della scarsa partecipazione alle sue perle di saggezza, non solo scientifiche, ma di interesse comune, antropologico e sociale, mi passa anche un dubbioso “vedi tu, dopo l’ultima, con lo scarso interesse che ha suscitato…”
E così decido di non postarlo.

E in effetti anche io, quando parlo da interprete delle posizioni e acquisizioni scientifiche, non è che trovi poi questo gran riscontro, ma mi dico che è il caso di proseguire, viste le fregnacce che girano, non fosse altro che per fornire un punto di riferimento per quesiti e dubbi su temi attuali che scottano.
Ma per Silvestro è diverso, perché il tempo che ci dedica è sottratto al suo sport preferito: dar la caccia a Titti!

E allora riassumo qui i contributi di questo serio ricercatore, il cui vero nome è conosciuto anche fuori confine, qui da noi in abito gattesco:

1. Silvestro: riscaldamento globale e disuguaglianze economiche
2. Silvestro e l’arca
3. Silvestro archeologo
4. Silvestro: la siccità
5. Silvestro e l’effetto paradossale dei prodotti biologici sull’ambiente
6. Silvestro e lo smaltimento del trizio
7. Silvestro: il reattore nucleare veloce alimentato a scorie radioattive
8. Silvestro e il ritorno dei CFC
9. Silvestro e le balle climatologiche.
10. Silvestro Covid
11. Silvestro: in vino veritas!
12. Silvestro e la fine del mondo.

E sicuramente qualcuno, nel quale Silvestro non compare come pseudonimo nel titolo, mi è sgusciato fuori dall’archivio.

A questo punto, per rinfocolarlo, gradiamo critiche: troppo tecnico? Non ci frega niente e stop?
Magari fanno solo schifo le mie vignette!
Eppure servizi di questo tipo spopolano sulle reti RAI: non fanno in tempo a uscire di scena i conduttori, purtroppo anche per decesso, che c’è un sostituto!
Inoltre una platea di giovani, quella che vogliamo maggiormente, dovrebbe essere attratta da temi ricchi di speculazione, mai dogmi, tratte dalla scienza!

Ma vuoi vedere che certe voci che dicono che non è scienza, ma scientismo, ci hanno plagiato? Che ne dici Silvestro?
Adesso è proprio furioso: “ miaooooo! ffsscs!”
Fateci sapere.

ADRIANO TANGO

23 Gen 2021 in Scienze

23 commenti

Commenti

  • Mah, Adriano, a dire il vero ho provato a guardare proprio l’ultimo dei post da te citati: “Silvestro e la fine del mondo”, ed i commenti erano 21, non mi pare proprio un numero da “scarso interesse”!
    C’è poi da considerare che quando un post è carico di comunicazione, magari assai ben e incontrovertibilmente documentata, c’è …..poco da discutere.
    Dire la propria, su temi che richiedono magari una profonda preparzione specifica, magari approfonditamente scientifica, non è come …..bersi una tisana chiaccherando al bar, no?
    Allora si legge con attenzione, magari rendendosi conto di quanto poco si sapeva in merito, si ringrazia per l’info il prezioso “Silvestro”, e la si fa diventare patrimonio proprio!
    Mica ceci è.

    • O.K., porto un’acciuga al micione e lo gratifico, e da parte mia non farò più l’errore di andar lungo, anche quando mi miagola di pubblicare l’articolo integralmente, e nella selezione privilegerò quei temi che rivestano un carattere di impatto emotivo, oltre che di punto di svolta per la scienza.
      Pensate ad esempio che bel titolone: “Un gruppo di ricerca nel circolo polare artico scopre la prima mummia ibernata di un fantasma di abitante Inuit…” Basta scherzare: il dato scientifico è una pietra miliare, un nodo fisso fra connessioni logiche nel nostro tentativo di darci una raffigurazione attendibile della realtà, per immaginare il nostro futuro, prender decisioni… altro che scientismo! In conclusione si va avanti, considerando il fatto che è difficile discutere su dati incontrovertibili è reale, e notoriamente Cremascolta non si è dotata di pollicini blu alzati per esprimere approvazione, quindi tacita.

      P.S.: Silvestro e la fine del mondo che tu citi, aveva come immagine un dialogo fra Silvestro e una giovane ricercatrice… e forse è quello l’elemento chiave per accendere gli entusisami: la solita bella figliola che sorride!

  • “Cremascolta non si è dotata di pollicini blu alzati per esprimere approvazione, quindi tacita.” Interessante Adriano, ne avevamo credo parlato in privato, ma tu avevi scartato l’ipotesi come non necessaria. Invece non sarebbe male avere un termometro. Navigano attraverso altri blog, anche senza commenti o pochissimi, questo sistema di misurazione offre un quadro del numero di lettori, ma anche di apprezzamento e condivisone. Il consenso, anche tacito, sarebbe uno stimolo in più.

    • Il pollicino (oddio, uno pensa magari subito alle favole!) ha un suo fascino, anche se, magari poi …… nn lo si nega a nessuno! Personalmente sono per chi “dice la sua” mettendoci la faccia, magari dicendo cose sensate, ragionate, documentate, anche!

    • O.K., penso che c’è di meglio dei pollici da puffi: riunioni, o anche semplici report. Mattia è in grado di darci classifiche di gradimento e numeri, ma ora sta finerndo gli esami. Prosit. Quando avranno finito gli studi i giovani e noi ci potremo chlassificare come nonni li rimetteremo al lavoro e il problema si risolverà tecnicamente. Intanto anche i dati che mi inviano della pagina f.b. esprimo un indice di gradimento, e soprattutto esprimono un movimento di visite di figure non note, anche questo da studiare, fonte anche di responsabilità, perché ci leggono queste persone.

  • “Basta scherzare: il dato scientifico è una pietra miliare, un nodo fisso fra connessioni logiche nel nostro tentativo di darci una raffigurazione attendibile della realtà, per immaginare il nostro futuro, prender decisioni… altro che scientismo!” Lo scienstismo consiste proprio in questo. Ritenere che la narrazione della scienza corrisponda, essa e solo essa, alla sola realtà attendibile.

    • “Narrazione della scienza”, sig Merlo Lorenzo o dati reali, numeri incontrovertibili, raccolti con metodo scientifico?
      Certo che si mette in dubbio il metodo scientifico, allora ……

  • Nessun dubbio sul metodo scientifico. Sulla narrazione intesa coma La Narrazione.

    • Ha ragione Merlo, tutto è narrazione. Soprattutto perché qualsiasi scoperta scientifica, avendo sempre a che fare con la bioetica o tecnoetica che sia, è sempre viziata dalle ideologie, anche dello scienziato, purtroppo, che compromettono non solo la direzione della ricerca, la loro motivazione progettuale, ma la necessità. È qui che scatta la narrazione. Se ho ben capito. Il metodo scientifico é sicuramente necessario e veritiero, ma l’esperienza insegna che é lontanissimo dall’etica che valuta il bene o il male della scoperta. Il nucleare é scienza come lo é la bomba atomica. A quei tempi la distruzione di due città per alcuni fu bene o tale erano i presupposti. Ancora, se ho ben capito.

  • Certo, ma c’é altro. Nonostante sia la scienza per prima a dichiarare che le sue espressioni originano da un assioma al quale tutto ciò che ne deriva si riferisce e, nonostante sia la scienza stessa a dichiarare che la narrazione di quanto ne è scientificamente evinto, è “vero” soltanto entro il campo generato dall’assioma stesso, di tutto ciò, anche a causa del mito illumista-razionalista, quanto decanta nella vulgata non è il nettare ma un succedaneo. Non a caso affermare “scientificamente provato” mette in pace emittente e ricevente, come se di più non ci fosse. Né di diverso, parimenti utile all’uomo. Scambiare dunque la narrazione d’origine scientifica per la sola narrazione autentica e attendibile del mondo, del reale e dell’uomo, è scientismo. È religione e dogma. È nefasto. Quantomeno finché la cultura ne è inconsapevole.

    • Tock Tock, in liena? Messa così sono concorde. Infatti la scienza non considera il postulato inamovibile, il dogma centrale della religione nvece sì, salvo crollo dell’intero castello.
      Ripartiamo da Cartesio?
      Si considera l’errore cartesiano quello di Dàmaso, l’esclusione dalla logica dei sentimenti, ma Blackburn, meno noto, fa notare un errore logico intrinseco al “cogito…” Lui, il prof californiano, ci arriva con una evidenza di errore tramite l’evoluzine che invalida il presupposto (disponibile a spiegare), ma io affermo anche che, se si viaggia al buio in terre ignote, coinvolgendo nel concetto anche altre dimensioni, coe metodosi fissa un punto casuale esterno, poi si tracciano delle rette con altri punti, la rima con se stesso: sarà il principio di coerenza a dirci se il primo punto=presupposto è corretto, e dove piazzarlo nuovamente, sempre provvisoriamente!
      e’ il principio della nave che in viaggio cambia le componenti usurate ma resta coerente a se stessa, oppure affonda.
      Sempre rapporti, non cose.
      Nulla di dogmatico, nessuna fede amico Lorenzo Merlo.

  • È sempre stato un cruccio dei preti e dei profeti, che ingurgitano concetti, dei nostalgici di un mondo perduto che non hanno nemmeno vissuto, avercela con la scienza. Anche con l’illuminismo. E si intrupparono con i contadini della Vandea, con scalcagnati commercianti dei borghi cittadini che frequentavano le prostitute ma andavano in chiesa, a braccetto con qualche vescovo ancora arrabbiato con Giordano Bruno e chi ne ha fatto un monumento a Campo de’ Fiori, a Roma.
    Gratta gratta e non vinci un gratta e vinci ma il nulla, con questi qui. Vinci niente.

  • Marino, sia chiaro, sono assolutamente, anche se hai risposto a Merlo, dalla parte della scienza. Io ho solo portato una piccola riflessione sull’uso delle scoperte scientifiche e sulla loro applicazione, spesso giustificandola anche se sbagliata. Come nel mio.post di qualche tempo fa il fine non sempre giustifica il mezzo. In questo caso la scienza é il mezzo. Non é detto che sia sempre bene.

  • Mi pare che la tendenza, sig. Merlo Lorenzo, sia quella, con tutto il rispetto, di scivolare verso la ….”pippa”.
    Mi spiego con una esemplificazione pedestre, come nelle mie corde: un conto è la divulgazione di una scoperta, di uno studio, di un esperimento, da parte di uno scienziato, magari ad un altro scienziato o ad un utente preparato interessato alla materia, un altro conto è se lo studio, l’esperimento possano venire “narrati”.
    In questo dissento in parte da quanto ha affermato Adriano: “tutto è “narrazione”; la narrazione presuppone un filtro morale, culturale, politico di chi mette le mani sulla scoperta, lo studio, l’esperimento e ne da notizia, lo comunica ad un “terzo”, più o meno preparato, acculturato, attraverso la sua “narrazione”.
    Ed allora il dato scientifico, viene “caricato” di infinite possibili colorazioni, positive/negatve, che ne condizionano il ricevimento da parte del “terzo”, che magari è andato a cercare proprio quel tipo li di “narrazione”, che lo conferma nei suoi “pre/giudizi”.

  • Sì, forse “narrazione” é un termine di moda, abusato, usato a sproposito. É come dare per scontato che ognuno la racconta come vuole dimenticando la “verità”. Un tempo per narrazione si intendeva il romanzo lungo o breve, le novelle, le favole, i racconti…

  • Adesso si usa anche “rappresentazione”.

  • Abbiamo finito di contrapporci? Tal Einstein professò, lo disse esplicitamente, il primato della fantasia sulla logica. Fantasia vuol dire tender liberamente fili sottili fra cose, categorie… La storia della ricerca, inizialmente clandestina, sul suo cervello, conservato, ha portato alla conclusione che aveva le stesse cellule di chiunque altro, ma più connessioni, che si erano verosimilmente formate in tutta una vita di fantasie, musica, sentimenti…e le cellule (dati) erano lì ad attendere connessioni. Ne aveva anche di più fra i due emisferi, quello suggestivo e quello razionale! Ecco com’è che funziona, e il confronto fra scienze, con l’informatica ad esempio, ci aiuta con fantasia a capire. Ieri spiegavo i rudimenti dell’ I Ching a un’amica che ne aveva appena comperata una copia, e per farglielo capire non ho avuto di meglio che fare paragoni con informatica, programmi televisivi a quiz, metodi della ricerca industriale, psicologia: ecco com’è che funziona, con pari dignità. La scienza lo sa, e per questo usa il metodo doppio cieco per evitare le suggestioni quando cerca il dato, ma se facevo ricerca per me stesso privilegiavo l’intuito: capivo subito dove si andava a parare. Poco scientifico ma più gratificante. Ma l’industria per tecnologica per aumentare le possibili connessioni introduce parole casuali in una catena di passaggi di produzione. Non vedo quindi motivi di aggressione ai valori della scienza né a qualsiasi altra categoria di pensiero ed emozione dell’esperienza umana del vivere con impegno.

  • Mentre c’è chi si fa le pippe sui grandi concetti, c’è chi porta i soldi, il malloppo in Svizzera, alle Bahamas, a Curacao nelle Antille Olandesi, in Estonia, evadendo centinaia di migliaia di euro di tasse per la comunità, che tanto viene decantata perché sarebbe “corrotta” culturalmente a causa del “mito” illuminista-razionalista. E che poi “scudano” questi denari. Mentre ci sono medici e infermieri che lottano ogni giorno per salvare vite umane; magistrati che inseguono il malloppo “portato fuori”, nonostante si sbandieri l’Italia, contro gli ostili stranieri, l’Europa della Merkel e degli ebrei come Soros, ci sono persone, basta leggere i giornali, anche online, se fa schifo il cartaceo, che si fanno gli affaracci propri in barba alla comunità. E si è pure eletti in luoghi prestigiosi, con tanto di applausi, magari dagli stessi che si autoeleggono sapienti sull’essenza della scienza, senza saperne una virgola. Perché è questo il punto, per come la penso. C’è chi vola alto, mentre a terra la corruzione, quella reale, affaristica, dilaga.

    • Marino questo non me lo puoi fare! contrapporre i sistemi di pensiero alla prassi!
      Ovvio che se vedo uno che muore di fame, che è fustigato, prima lo soccorro e poi mi interesso di quel che pensa! Ma una volta salvato, una vlta ristabilita a una degna condizione universale, idealmente, non posso non consderare che quell’individo, la nostra vita, ha un senso in quanto punto di transizione da materia a pensiero, che ogn singola “unità pensante” è un’occasione in più per aggiungere un tassello.
      Discorsi da pancia piena? Può essere, e per questo si devono spendere tutte le energie perché tutti non siano distratti dalla pancia vuota dal pensiero.
      E di solito concludo: questo non è un parco giochi!
      Contestami, mi fa piacere, può chiarirmi le idee

  • Caro Adriano, sei un uomo curioso, oltre che un segaossa. Due qualità. I sistemi di pensiero, però non sono slegate dalla prassi. E dovresti saperlo.Lo ricordava un giornalista napoletano, che mentre diversi filosofi si riunivano nell’Istituto di Filosofia di Napoli, dove i concetti riempivano l’aria più del fumo, quando andavo a Pianengo al Ritmia Variete’, da ragazzo, a ballare, di notte, fuori dall’Istituto filosofico dove i sistemi di pensiero volavano alto, fuori dal portone c’erano montagne di spazzatura che i filosofi scavalcano per entrare/uscire. Il cronista ricordava che manco uno dei filosofi presenti all’incontro aveva speso due parole, per protestare, segnalare la spazzatura all’esterno dell’Istituto. Forse, questi entusiasti del lavoro teorico slegato da bazzecole come i sacchi di indifferenziata, volavano alto anche quando scavalcano la spazzatura.

    • Ma certo, rimboccar le maniche per medicar le ferite del nostro prossimo come per non dormire all’umido, che un po’ di prassi aiuta il pensiero, fra l’altro, che come un aquilone necessita di un cavo per poter prendere il vento e salire.. Ma il pensiero resta il fine ultimo.
      Il problema è biologoco: usiamo per pensare un organo che si è evoluto per sfuggire alla tigre dai denti a sciabola o trovare un tubero da sgranocchiare, e lo costringiamo a far cose astratte? Ma sono astratte? Senza la fisica astratta niente cellulare, senza pensiero astratto niente futuro dell’Umanità. Chi ha imparato a mettere in ordine i fattori di un dilemma prenderà più velocemente decisioni rapide, si orienterà fra il male e il bene…

  • E poi, quando i discorsi si fanno confusi, e non si capisce una mazza, non so perché ma vien voglia di divagare. Pensare alla vecchie canzoni, cone queste tradizionali americane. Welcome, Sweet Springtime. Benvenuto dolce tempo di primavera. Perché verrà presto; già le giornate si allungano. Oppure “Where Have All the Flowers Gone”. Dove se ne sono andati tutti i fiori. Già, dove.

    • Paciuta!

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