Il titolo riecheggia il mitico “ e poi dice che uno si butta a sinistra ” del grande Totò. https://www.youtube.com/watch?v=U-m1FxPWTK8
Ma oggi, davvero, “buttarsi a sinistra” risulterebbe davvero problematico!
Più agevole buttarsi sulla “beatificazione” dell’artista sacro alla “dea Eupalla” (omaggio all’altrettanto grande Gioan Brera fu Carlo), processo “ecumenico” che vede popoli, media, commentatori tutti a sciogliersi in peana in omaggio al Diego Armando, magico ammaestratore di palloni (magari aiutandosi con la mano, quando la sua altezza, unoesessantacinque, non gli consentiva di arrivarci con la testa), sul rettangolo verde impagabile artista e nella vita ……lasciamo perdere!
Ma dicevo della “sinistra”, segnatamente del Partito Democratico, ritrovatosi inaspettatamente al governo l’estate scorsa (pur veleggiando nei sondaggi ad un ignominioso 16%) grazie al Harakiri del “Kapitano”, ubriacatosi al Papete di delirio di onnipotenza, PD che si sta prodigando, un giorno dopo l’altro in tranelli e imboscate nei confronti del Governo del quale il Partito stesso è parte integrante!
Gli ultimi eclatanti “casi “ MES, Azzolina, Morra, Raggi, associati al sostegno a impresentabili o quasi del calibro di Tallini, DeLuca, per non parlare del recente flirt con il plurindagato e condannato “cavaliere”.
E allora, tutti, ma proprio quasi tutti, a intessere le lodi del pibe de oro, alla faccia della cocaina, efedrina, doping a profusion, delle evasioni fiscali, degli 8 (otto?) figli ….sparsi, ma con il “gol del secolo” segnato dopo aver seminato (in una corsa record di 60 metri!) cinque giocatori inglesi, e cinque minuti dopo aver segnato l’altro celebre gol “di mano”, che valse all’Argentina il titolo mondiale, e la cittadinanza onorario tributatale con gloria da Napoli osannante
Un eroe perfetto per tutti i gaglioffi del “buffo stivale”!
E la sinistra? Mah ….. io, speriamo che me la cavo!
Commenti
Ho ascoltato il commento al personaggio Maradona, al TG3 di Roberto Saviano, e concordo con il commento del bravo cronista casertano. Maradona rappresenta il riscatto dalla miseria per tanti napoletani. Aver segnato sei goal alla squadra del cavalier Gianni Agnelli, grazie soprattutto al talento di Maradona è un distintivo importante che va al di là del calcio giocato.
Poi, per come la penso c’e un autocensura giornalistica televisiva con nessun commentatore che ha segnalato che c’è una pandemia in corso, con la Campania in prima fila, e gli assembramenti, il distanziamento saltato per la commozione dovuta alla morte di un calciatore. I cronisti hanno avuto paura di segnalarlo, per evitare l’ira, e peggio di questo da parte della tifoseria.
Che poi le illegalità di Maradona siano diventate parte del mito del personaggio è sembrato fosse carburante utile a farne una storia più succosa, e non la miseria dell’uomo famoso a cui è permesso farne di tutti i colori, e quasi sempre farla franca.
Nessuno più ricorda Best? Stessa storia, affrancato dal proletariato ma due fegati, uno trapiantato, fatti fuori da massicce dosi di alcol, e nonostante gli eccesssi segnava! La ricchezza e la fama sono roba che scotta. Sul servilismo verso un personaggio di sola taglia sportiva non ho niente di nuovo da dire se non quello che ho sempre sostenuto: almeno la sintassi se non il buon esempio! Non è provocatorio: lo chiedono alle partecipanti ai concorsi di bellezza, che dovrebbero suscitare in noi molto meno epiche emozioni, perché non uno sportivo?
Privatamente potrei portarvi un esempio che ho sott’occhio. Sapete, gli avvocati costano…
Sui paralleli politici, serve un lungo trattato, perché le ubricature sono simmetriche (popolo – campione) anche in politica, e il fatto che io non voglia restarci impigliato dentro non interessa a nessuno.
P.S. Vediamo se questo commento è troppo lugo per passare, viste le attuali difficoltà di server.
Breve estratto, anche se completo non destinato qui:” …Saremo peggiori di prima, punto. Perchè oltre scienza, politica od economia rimangono i nostri comportamenti, atavici come nelle epidemie del passato. O per lo meno indagabili e valutabili secondo le antiche categorie di bene e di male. Senza aver imparato niente, tra miti contemporanei da tragedia greca come si è visto ieri a Napoli o in Argentina, tra pagane celebrazioni e assalti alla camera mortuaria. Distanziamento e mascherine? Inutili orpelli….”
Che strano. Adriano, le righe precedenti, poche, sono passate. Di più non riesco ad inviarne.
Visto? Comunque ti ripeto, nell’800 il mondo non cambiò per bontà, specie l’urbanistica, ma dalla paura del colera dei ricchi trassero vantaggio i poveri. Breve e passa!
Questa vicenda della morte di Maradona, della pubblica esposizione della sua salma e del suo funerale si sta rivelando molto più interessante di quanto si potesse, anche lontanamente, immaginare e credere alle nostre latitudini geografiche e neuronali.
L’ampio spazio dato dai media a questi eventi ci ha consentito una cognizione chiara, precisa e abbastanza completa della fenomenologia che si sta manifestando in proposito.
Personalmente trovo davvero istruttivo tutto questo. Le informazioni, le indicazioni e le riflessioni che si possono trarre dai filmati di Buenos Aires, di Napoli e degli altri luoghi in cui tale vicenda si sta svolgendo sono estremamente significative.
E dovrebbero rappresentare un monito di umiltà per tutti coloro che scambiano l’umanità che vorrebbero per l’umanità che è.
Anche noi in Italia, come minimo da Mazzini in poi, non riusciamo mai a capire che il Popolo non è quello che sognano i sognatori di sogni ma (anche?) una realtà come quella che in questi giorni ci si sta per l’ennesima volta rivelando in modo inequivocabile, guerriglia urbana con la polizia compresa
Forse varrebbe la pena di cominciare a pensare bene da che parte vogliamo andare veramente.
Mah, a costo di banalizzare, Pietro M. il popolo italico, allo stato, è quello che fremeva per farsi il selfie con il “capitano”, passando sopra al rischio di contagio ( e ci passava sopra anche lui, peraltro!).
Quello al quale lui, sempre il “capitano”, esibiva il rosarione nelle piazze e si mostrava in canottiera con pancetta sulla spiaggia romagnola, strafogandosi di piadina.
A me avevano un pò ….fuorviato le “sardine”, lo ammetto, e quelle non erano affatto “il popolo”!
Il “lavoro” da fare è sui/con i 5*, perchè li, dei bei pezzi di “popolo” ci sono ancora, e credo che Bersani l’abbia capito, ma non è Bersani che ….comanda, nel PD!!!
Proprio per non sprecare parole per questo fatto, mi limito a dire : “Siamo un popolo del cazzo, Facciamocene una ragione”. Punto.
Esiste anche un’educazione del popolo, ognuno con i propri criteri e pensieri ispiratori, ma mi pare che tu Pietro intenda anche un’educazione al popolo. Che però vanificherebbe molte conquiste sociali, culturali e civili, non credi? Altrimenti si dovrebbero rovesciare tutte le categorie. Quelle che usano gli intellettuali, gli scrittori i filosofi. In verità si deve riconoscere che il calcio ha sempre conquistato e appassionato anche loro, magari con meno folclore.
Per chiarire, una visione del mondo meno intellettualistica, meno snob, senza riderci su. Ho capito bene?
Hai capito perfettamente, Ivano. Così come sulle categorie da non rovesciare e sulle conquiste sociali, culturali e civili. Sembra, in termini storici, uno stop and go, anzi un go and back. Ora siamo al back, ma non a quello elegante del reining, bensì a quello delle scene indecenti che abbiamo visto riguardo a Maradona.
Oggi manca l’Operaio. Non solo in senso manifatturiero ma anche politico. Come borghese ben rassicurato non voglio farmi troppo male citando Jünger, però mi sembra che la giustizia sociale (le categorie da non rovesciare, le varie conquiste, molto altro) si sia allontanata col passaggio, da parte delle classi lavoratrici, dal modello comportamentale di Vulcano al modello attitudinale di Mercurio.
Per questo ho detto ieri che la vicenda di quell’evasore fiscale che deve ancora un’enormità di quattrini al nostro Stato Nazionale, è estremamente interessante, significativa e istruttiva.
Parafrasando un vecchio detto, come popolo italiano, dobbiamo temere non solo i Maradona che abbiamo intorno ma anche, e soprattutto, il Maradona che è in noi.
Ma forse questo mio commento, oltre che prolisso, è anche pleonastico. Infatti ha già ben scolpito, davvero molto ben scolpito, la nostra situazione il precedente commento di Giacomo.
Certo, doversi “fare una ragione” della nostra maradonesca realtà, da italiani, fa molto male.
Leggo commenti di Adriano, Pietro e Ivano che condivido. So bene com’è il popolo basso, nonostante conosco solo quello del nord, in cui sono cresciuto con tutte le sue qualità e le miserie; un popolo basso, sempre tra l’ansia di non riuscire a tirare avanti e a doversi umiliare. Quante volte è successo, quanti brutti momenti, per i soldi che mancano, e ti cresce una rabbia sorda, un’invidia velenosa. Ma il popolo basso del nord è meno passionale, almeno in parte, per miti calcistici, sportivi, eccetera.
Non cambierà niente in meglio, dopo questa pandemia; le miserie culturali, i comportamenti, non impareranno dal dramma di questa pandemia; chi lo crede, anche in buona fede è un illuso. Non vediamo l’ora di tornare ad essere gli stessi di sempre; e la cronaca dedicata alla morte di Maradona lo dimostra chiaramente.
Ci vuole la carota giusta! Nemmeno la paura basta per indirizzare verso corretti comportamenti, ci vuole la promessa, e l’uso, la continuità, che sono indirizzati da educazione ed emulazione. E tanto tempo! Poi ci sono periodi di accelerazione, ripensamenti, riprese. Solo che negli ultimi decenni il processo è sempre più veloce ed è difficile riconoscere le varie onde. Ma si sa, io sono un ottimista!
Certo, vedendo comportamenti bestiali si pensa che in fin dei conti siamo bestie, e abbiamo paura di scoprire fino a che punto ci potremmo spingere. Guardando il comportamento di ogni altro animale lo possiamo sapere, perché l’uomo in tutto esplora tutte le possibili soluzioni.
Controelogio: nei 5stelle c’è anche un Di Battista, in minoranza, che per tradizione familiare, neppure troppo moderata, rappresenta l’ala destra del movimento e che ha dichiarato che l’alleanza col Pd è stata una sciagura. Diciamo che i 5stelle pur di stare al potere, ma in caduta libera, lo vedremo alle prossime politiche, abbastanza divisi, le provano tutte. E quelli scesi in piazza per Maradona sono anche quelli del reddito di cittadinanza.
Ivano: un “controelogio” prevede ci sia stato un “elogio” che, almeno da parte mia non c’è stato proprio!
Io ho detto ” …..Il “lavoro” da fare è sui/con i 5*, perchè li, dei bei pezzi di “popolo” ci sono ancora….”, nel senso che li, c’è un ….terreno da arare, magari fertile, chissà? Poi, dopo semina si vede quello che si raccoglie.
Ma ‘ndughè le marogne, le, ghè gnent da fà!
Se serve, a richiesta, traduco.
“Il “lavoro” da fare è sui/con i 5*, perchè li, dei bei pezzi di “popolo” ci sono ancora….”, nel senso che li, c’è un ….terreno da arare, magari fertile, chissà?” Francesco, mi sarò sbagliato, ma credo che almeno per queste righe non ci sia bisogno di traduzione. Neppure per le (marogne) teste dure. Come per il Mes.
La gente chiede una cosa innanzitutto: trasparenza. Il gioco di specchi deformanti sempre più complessi del nostro inizio secolo crea ansia, ed ecco la carota: chi si presenterà realmente candido li conquisterà. Chi darà loro la chiave per spogliarsi dalle sovrastrutture darà loro un dono incommensurabile: l’antiprivacy come modello di vita, compreso il riassetto della gravità delle colpe presunte e relative derubricazioni, almeno come innesco del processo rivalutativo. Non un po’ di pace: “la pace”. Una sorta di governo psicoterapeutico? Certo, dentro ci vanno i contenuti tradizionali, ma sempre improntati a un modello di trasparenza. Ma io resto il solito idealista, si sa.
Ora anche Giggino riconosce che il suo Reddito di cittadinanza è stato un fallimento (fonte La Repubblica). Tralascio ogni commento anche se la tentazione è forte. Risulterebbe accanimento.
Ma via, ora che è nel ventricolo sinistro di Brunetta? Ma si consola!
🤣
Pare che in Argentina esista una Iglesia Maradoniana ufficialmente strutturata e organizzata, con fedeli, presbiteri e riti cerimoniali. Una vera e propria religione.
Pensando ai figli dei Lord inglesi che a Cambridge nel 1848 iniziarono a organizzare le prime partite tra classi di studenti (erano classi da dieci e l’undicesimo, che faceva il capitano, era il docente: da qui il numero undici) o ai primi tornei tra ragazzi aristocratici nel 1857 a Sheffield, c’è da dire che il gioco del calcio moderno si è evoluto parecchio.
Le manifestazioni maradoniane recenti ne segnano l’approdo religioso popolare in molte parti del mondo, anche dove la Iglesia Maradoniana non ha (per ora) adepti.
Una perfetta linea di sviluppo che è specchio del mondo in cui viviamo. L’oppio dei popoli senza nemmeno più nemmeno un tocco di oppiaceo disincanto baudelariano.
Ovviamente, chi ama il calcio avrebbe diritto, da praticante o anche solo da tifoso, di non dover dimostrare quarti o mezzene di nobiltà e anche di non doversi incanaglire, sudando e singhiozzando, in certe manifestazioni di piazza. Insomma, tra Cambridge e Buenos Aires, tra Sheffield e Napoli, ci sarà pure una linea mediana di umana normalità.
Il quattro per cento della popolazione mondiale pratica con passione questo sport. Sono 270 milioni di persone. Più tutti quelli in poltrona, a casa, al bar o allo stadio, a fare il tifo e dare consigli agli allenatori. In tutto, si potrebbe arrivare vicini al miliardo, almeno pare. Quasi un esemplare su sette della specie Homo Sapiens.
Se nel calcio dovesse prendere piede il maradonismo, che in certi luoghi ha già preso piede, non avremmo più uno sport ma una religione di quasi un miliardo di fedeli.
Con santi, miracoli e processioni. Nei giorni scorsi ne abbiamo avuto una significativa avvisaglia.
E poi, gli stadi come nuove chiese. E i campionati come nuovi concili, solo un po’ più atletici.
Che spettacolo.
Hai ragione Pietro. Ma il culto pagano dei miti dello sport, dello spettacolo è antico, come ben sai. Poi,ci sono quelli che ci provano a studiare il fenomeno, che spiegano, una vita che ci provano, che analizzano le motivazioni sociali, i vuoti e l’ignoranza, le furbizie della società dello spettacolo che amplifica il paganesimo mescolandolo con il culto dei santi tradizionali tanto per salvarsi l’anima e fare quattrini. C’è la devastazione procurata dalle televisioni commerciali che vivono di strisciante paganesimo, che lo alimentano. Ci sono giornalisti dediti ed esperti sul pettegolezzo dei divi, e pare che la cosa piaccia moltissimo. Ne sono testimone da quand’ero ragazzo e lavoravo all’edicola, tre mesi estivi, a Porta Ombriano, da una vecchia signora, ora deceduta. Ero il facchino portagiornali e riviste che andava all’agenzia, allora sita nei pressi di piazza Premoli, vicino a uno studio notarile, a prendere le riviste, i rotocalchi. Ricordo i pacchi sulla bici di copie di Stop, Novella 2000, Confidenze, Intimità, Cronaca Vera, e un settimanale, di cui non c’erano, a volte copie a sufficienza, Sorrisi e Canzoni TV, ancora oggi più letto della Bibbia, e forse anche del Nuovo Torrazzo. Allora le signore, tante signore, i maschi non saprei dire (si accontentavano, forse dei corpi seminudi del lenzuolo dell’Espresso, di Panorama, che anch’io guardavo con certi occhioni), mentre le signore volevano sapere di Aristotele Onassis e Jacqueline Kennedy ogni santa settimana in prima pagina. Lei, andava a Londra in aereo per comperarsi le scarpe; lui, nudo, in bagno tendeva l’orecchio, e “Stop” titolava: attenta Jacqueline, Ari (Aristotele) sta diventando sordo!! Fai qualcosa! Credo ci voglia molta pazienza, anche ingenuità a credere che miti, culti pagani più o meno fanatici, frustrazioni personali, invidie, l’immedesimarsi in altri personaggi, smetteranno di esistere. Maradona è solo un’esempio fresco di stampa. E’ solo la miseria che vola in alto e diventa mito pacchiano, anche ridicolo, ma non si può dire; i cronisti lo pensano ma non lo dicono. Se sei un mito ti perdonano tutto, oggi, a differenza di ieri. Ai tempi quando le beghine comandavano, non si perdonava. Fausto Coppi aveva l’amante, la dama bianca, e questo non gli fu perdonato: mezza Italia si scatenò contro di lui. La cosa curiosa è quanta comicità c’era, e c’è ancora, negli articoli di giornale delle riviste specializzate in pettegolezzi, nei gossip come si dice oggi. Quello che manca è una grassa risata, perchè per certi versi la vita è bella, pure drammatica, per altri versi, anche ridicola, e riderci sopra, a volte è un gesto liberatorio. Necessario.
Convengo con te, Marino. Anche se, almeno per me, quando si dice paganesimo ci si riferisce a religioni diverse da quella professata. In pratica, siamo pieni di religioni che definiscono pagani gli altri. Siamo 7,8 miliardi di pagani per qualcun altro, in termini reciproci e a volte antagonistici.
Difficile quindi dire se certe aberrazioni maradoniche siano frutto di eccessi di paganesimo o di religiosità o di qualcosa d’altro. E la lettura di tali fenomeni forse va probabilmente oltre le nostre umane capacità cognitive e la nostra soglia di sopportazione orchitica.
Comunque, madre natura ci ha fornito ottimi strumenti per non vedere, non sentire e non soffrire. Basta applicarli al maradonismo e ai suoi adepti religiosi e mediatici.
Per fortuna, qui dalle nostre parti, non è difficile cancellarli dalla nostra mente, così, semplicemente, come un errore su un foglio, con un frego di penna.
Non esistono.
Così, viviamo tutti più sani.
Già abbiamo il problema del Covid.
Ci manca pure quello del pibe de oro.
Scusa Pietro se arrivo un po’ in ritardo.
Quando insegnavo all’Itis e ancora credevo in un futuro normale, spesso scrivevo dei piccoli articoletti che affiggevo quasi abusivamente sulla porta dell’aula insegnanti. Tranne un’unica volta che espressi forti dubbi sull’iter di assegnazione dei fondi per costruire l’attuale scuola di Comunione e Liberazione nei pressi dell’Ipercoop, non mi vennero mai strappati da quella porta. I colleghi leggevano volentieri, erano sempre meno abituati ad esprimersi liberamente e vedevano di buon occhio che qualcuno lo facesse.
Ricominciava il fascismo.
Nel 2008 scrissi questo: https://www.dropbox.com/s/i1q4f0hjd5rgwqx/Calcio%20e%20religione.pdf?dl=0
(lo lascio su dropbox per una settimana)
In dodici anni la “fede si è evoluta” e qui ho fatto una piccola selezione di “santini”:
https://www.dropbox.com/s/1xavot68symg8p9/IMG_20201206_112646.jpg?dl=0
https://www.dropbox.com/s/7xy6n9ru3ch8cjz/IMG_20201206_112537.jpg?dl=0
https://www.dropbox.com/s/8nk0xa99baqoyge/IMG_20201206_112446.jpg?dl=0
https://www.dropbox.com/s/673uoih3n04lbrf/IMG_20201206_112351.jpg?dl=0
Spero sia di vostro gradimento.
Solo per toccare con mano il livello di idiozia. Anche perché, se uno non vede, fa fatica a concepire.
Ciao
Graditissimi i santini, amico mio, davvero spassosi. E il tuo testo di dodici anni fa lo condivido al mille per cento.
Sei un grande, Giachi.
Ti prego, se hai altre cose del genere, condividile con noi su questo blog.
Dalla secolarizzazione al paganesimo. Pietro, consoliamoci, almeno la nostra generazione qualche decennio decente l’ha vissuto. Anche se a questo punto rimane il dubbio di aver seminato male.
D’accordo su entrambe le cose.
La barricata c’era. Ben netta. Ma da qualsiasi parte si stesse, un paio di decenni giusti ce li siamo sgraffignati, a volte di forza. Discorso da vecchi, lo so, ma chissenefrega. Abbiamo avuto molto, a guardare il poco di oggi.
Sulla semina, certamente, non male, malissimo. Abbiamo preso tanto e dato niente.
Uomini comunque fortunati.
Coerente la risposta di Marino a Pietro, coerente nel tema, anche se lapidaria. Questo è quanto ci racconta e ci ha raccontato la cronaca. Per arrivare ai giorni nostri agli influencer tirati per la giacchetta in un momento difficile come questo evidentemente per la loro capacità di persuasione, appunto perchè i miti contemporanei da emulare sono quelli. Speriamo però che il libri di Storia raccontino anche il resto di questi cinquant’anni, dell’impegno politico di tanti, magari pochi, che hanno contribuito alle conquiste sociali e politiche che hanno caratterizzato questi decenni. Anche se ora, e purtroppo, si sta assistendo a tentativi maldestri, che non è comunque detto che non raggiungano il fine, di neutralizzare, cancellare tutto il bene che è stato costruito, passando magari attraverso pagine nere della politica e della società, e ce ne solo stati molti, ma in un contesto culturale dettato ai diritti civili e conquiste sociali, che magari anche, giusto il tempo di un referendum, vedi il divorzio, il mondo del lavoro, la scuola, hanno coinvolto pure i lettori di Novella duemila. L’impressione, e non solo quella, è che ormai si stia assistendo ad una inversione di tendenza, ad una restaurazione dove i miti di oggi appaiono molto più forti dei miti della carta patinata di un tempo. Certo, erano dei modelli quelli, ma così irraggiungibili, Onassis e signora, lo scia di Persia e Soraya e poi Farah Diba, che alla fine facevano sognare e basta, a differenza di quelli di oggi che hanno molto più potere perchè più facili da scimmiottare, vedi i Talent che imperversano. Nessuno uomo comune avrebbe agghindati la sua barchetta come il Cristina. Perchè se ora dobbiamo chiedere alla Ferragni di convincere gli italiani ad indossare la mascherina significa che siamo al giro di boa. Che forse è ottimistico, in un tempo dove tutto è così intrecciato, globalizzato che se la bomba esplode uccide tutti. I miti degli ultimi decenni non hanno escluso ad esempio le lotte politiche, un bene comune da perseguire. Ora rimangono le individualità. Peggio di così non potrebbe andare. Una volta almeno qualche leader politico di spessore, almeno fino alla Milano da bere, emergeva, lasciava il segno. Ora ci rimane solo Di Maio. Insomma, dalla democrazia ai populisti il passo è stato breve, anche se gli ottimisti vedono nell’elezione di Biden un cambio di rotta. Noi invece, in Europa, siamo lì a trattare con gli ungheresi e i polacchi.
Per chiudere: ora abbiamo gli estremismi, i no vax, i negazionisti del Covid, l’ultra destra, i sovranisti, gli arancioni. Certo, abbiamo avuto le Br, il settantasette, ma in un tessuto democratico che ha saputo contrastarli. Non sono stati male i tempi della nostra generazione.
Non avete, mi sembra, sufficientemente considerato l’ovvio: lo sport vuol dire scontro, e lo scontro è un bisogno così forte dell’essere umano che qualsiasi ipotesi di pianificazione sociale ne deve tener conto. Chiaro che un gladiatore di umili origini come Maradona arrivi al top delle attese individuali: riscatto sociale e vittoria. E ancora adesso nessuno, o quasi, riesce, a livello personale o di ideale collettivo nel facile gioco di sublimazione della pulsione in superamento di un obiettivo, abbattimento di un costume negto… NO, la barriera deve avere braccia e gambe, sia una squadra avversaria, un singolo atleta, un collega, o magari la tua dolce metà in un periodo di stanca matrimoniale Ricordate la bambola di pezza da bastonare nelle fabbriche giapponesi? Se è per questo dovremmo ricordare nell’ingegneria sociale nipponica anche le brandine per la latino-americanissima pennica postprandiale. Ma non credo che tutto ciò abbia funzionato: l’istinto primordiale richiede l’originale, nessuna volgare contraffazione.
Circa poi il vero salto di qualtà in vera religione, ricordate l’avvento dello Jeidismo dopo la saga di guerre stellari? Una religione per molti anglosassoni, tanto da essere registrata nelle cartacce burocratiche in un’apposita casella come “religione jedi” . Certo, lì c’erano dei contrenuti edici, un codice d’onore, ingenuo ma c’era. Nello sport masssima gloria è nel trascenderlo, eppure se ascoltate i racconti del popolo da stadio quanti si vantano ancora di aver picchiato un tifoso avversario! Nessuna vergogna per il futile motivo, per l’inciviltà, niente: era un nemico e io sono forte. Wilma, dammi la clava!
Certamente, Adriano, è come dici tu, sullo sport, sul gesto atletico, sulla sublimazione popolare del campione.
L’auriga delle corse al circo, davanti alla folla esaltata, e mille altri esempi storici ti danno pienamente ragione.
Ottimo il riferimento al gladiatore di umili origini.
La differenza, oggi, è che dopo i trionfi nell’arena, Spartaco non finisce attaccato in fila con gli altri sulla via Appia (però si dice pure che il corpo non fu ritrovato) ma arriva gongolante nell’Urbe, evade ogni legge e ogni tributo, ne combina di tutti i colori, persino il Senato gli fa la ola, poi quando muore, sfatto dagli stravizi e più tossico che mai, viene deificato in pompa magna tra gli dei e ascritto ai Fasti dei Quiriti, con tutta la plebe plorante e la suburra invocante che dice santo subito.
La contaminazione del gesto atletico in gesto mediatico.
La differenza tra la folla per il campione e la follia per il briccone.
Siamo noi, oggi, è il nostro mondo, il mondo maradonico.
Nessun problema. Basta saperlo.
E regolarsi di conseguenza.
Fuori tema come mio solito, scusa francesco, citati gli ungheresi nel mio ultimo commento, e di conseguenza Orban, non posso non segnalare che un suo eurodeputato è stato beccato tra i partecipanti ad un’orgia di soli uomini a Bruxelles. Corredata da alcol e droghe. Il fattaccio venerdì scorso con tanto di rocambolesca fuga di questo Jozsef Szaier che calandosi da una grondaia si è anche ferito le mani. Atletico questo politico, probabilmente col compiacimento e godimento dei partecipanti alla festa. Dopo l’individuazione trovati nel suo zainetto dosi di ecstasy, messi a sua insaputa naturalmente. Tutto nasce dalla chiamata alla polizia da parte dei vicini infastiditi dagli schiamazzi che provenivano da un appartamento nel centro di una città. Il personaggio, braccio destro di Orban, massimo esponente di Fidesz, fa parte di questo partito di estrema destra che sposa politiche anti-immigranti, antisemite e omofobe e che sostiene la famiglia tradizionale. Inutile dire che una volta beccato immediatamente sono partite le dimissioni inviate al Presidente Sassoli e messaggi di scuse via social alla famiglia e a tutti gli ungheresi. Inevitabile ora che la destra sovranista europea si preoccupi che la vicenda possa nuocere Orban sia nel suo paese che in Europa dove la trattativa sullo stato di diritto e la destinazione dei fondi europei tiene sempre banco. In tutti casi un paese con stato di diritto il personaggio l’ha trovato, e probabilmente gli è anche piaciuto starci. Molto divertente. Mi viene anche in mente quell’altro, austriaco, di cognome Haider, ed esponente di non ricordo quale partico conservatore da valanga di voti, che la sera in cui morì in un incidente proveniva da una serata in un locale gay. Perchè c’era? Solo perchè i gay sono folcloristici, colorati, divertenti? Può darsi, ma a pensar male qualche volta ci si azzecca.
Cari Adriano, Ivano, Marino e Pietro (in stretto ordine alfabetico, ovviamente) e chi altro legge:
per via dei TOTEM ed anche dei TABU’, aveva avuto parecchio da dire (ed anche mica robetta, è!) il Sigmund, e non mi sognerei nemmeno di chiosarlo, proprio io ingegnere meccanico con le mani sporche di grasso, figurarsi!
Quello che invece davvero mi sta sul gozzo, è il perfido uso che le religioni, o meglio i …. furbacchioni che hanno saputo usarle, hanno fatto del “Sacro”, affidando al “sopra-naturale”, supportato dal “rito”, e dalla “fede” (ecchessaràmai?!?) la loro azione di controllo/gestione del “popolo”.
Ma che caspita?
E’ proprio nel “naturale” che, solo che guardiamo, troviamo il “Sacro”!
Quel “Sacro” che ci detterebbe il rispetto massimo della natura, del pettirosso che veniva a becchettare le briciole che gli mettevo sul trespolo fuori dal portico e che non viene più, perchè un decerebrato con le sue gabbiette di richiami, e il suo schioppo, ha fatto strage di uccelletti proprio qui a Ripalta Arpina!
Nel mio post, a dire il vero, me la prendevo anche con la “politica”, anzitutto con la “sinistra”, ma anche, in parallelo, con la “destra”, ormai purtroppo irrimediabilmente orfane di ideali e personaggi degni di interpretarli in modo degno.
Il quadro mi appare davvero illuminato da una luce sinistra (ops!) con il “grande imbroglio” delle religioni, da un lato e l’avvilimento del pensiero, dell’azione politica dall’altro, il tutto “condito” in “salsa mediatica” ….tanto per gradire!!!
E poi dice che uno si butta ….su Maradona!
Sinceramente, a sto punto, amigos, credo che mi/ci resti solo la chance, con Diogene, di tener accesa la nostra brava lanterna e cercare!
Se ne trovano è, ed è davvero una gioia, quando succede!
Buon Natale (in casa propria si può …..senza maschera)!
Dopo aver letto in altro sito, molto di destra, un elogio del Popolo compattato dalla morte di Maradona, dissentendo vivacemente, ho inviato quanto segue : “Beato quel popolo che non ha bisogno di eroi, se mai di eroe si tratta. Certo, talento naturale, forse anche autoeducato e autoformato, ma non libero. La sua libertà da dove veniva? Dalla sua fragilità, dalla sua debolezza, da personaggio del mito, non della Storia. Nessun intento rivoluzionario credo, e certi accostamenti forse sono irriverenti. Irrazionale, istintivo, sanguigno con la gran fortuna di calciare benissimo che non è stata una conquista, in quel connubio di genio e sregolatezza che incanta proprio gli ultimi, ma affascina molto meno chi con consapevole tenacia persegue obiettivi che non richiedono solo grazia ricevuta, ma fatica, esercizio e che di vitaminiche frequentazioni fa a meno. Cosa rimarrà al popolo degli ultimi, pagani per necessità, quando del numero 10 rimarrà solo il ricordo da mausoleo? Un popolo unito? Quando mai un popolo unito ha evitato la Storia cercando appunto quel riscatto dalle miserie quotidiane? Cos’ha insegnato Maradona agli ultimi dello stadio? A sognare, certo, ma sognare cosa? Il successo, le donne, il denaro? Ma per quanti potenziali emuli sarà da proficua emulazione? Certo, le curve, il paganesimo, gli ultrà della politica che neppure sanno cosa sia, se intendiamo costruzione, bene comune. Non rimarrà nulla di questo mito, diseducativo, egotico, fallace, e se mai per alcuni o per i loro figli sarà un modello si dovrà ben distinguere tra i suoi vizi e le sue pubbliche virtù. Quindi non modello romantico di artista, ma artista di una solitudine disperata contro gli avvoltoi che beneficeranno della sua eredità o semplicemente ne indosseranno la matematica maglia destinata ben presto a finire in lavatrice. Nessun riscatto per gli ultimi del mondo pronti a ritornare nella miseria da cui provengono e a spegnersi come fuoco fatuo. Nessun egida da parte di Diego per questi ultimi che dopo il sogno ripiomberanno nell’incubo del quotidiano.”
Il post in questione, pubblicato su un sito al quale sono approdati alcuni ex Cremascoltini, apriva con una bella foto di Maradona e Bolsonaro. Del resto la passione del Pipe de oro per i dittatorelli non era segreta.
Grazie davvero Ivano per averci coinvolto con il tuo bel pezzo che mi fa molto piacere condividere!
Ma dai, Ivano, Maradona e Bolsonaro di destra?
Due balabiòt.
E poi, scusa, ma di che sito stai parlando?
Certo che, Ivano, voi di sinistra ve ne inventate una più del diavolo, per screditare noi di destra (non ho ancora capito se il diavolo sia di destra o di sinistra, ma presto o tardi, meglio tardi, lo capirò).
Comincio a pensare che Salvini sia frutto di un complotto di sinistra.
E che anche Mussolini fosse frutto di un complotto della sinistra di allora.
Sì, dev’essere così, non può non essere così.
Quanto al tuo successivo commento aggiunto, come dire? I refusi non avvengono mai per caso?
Si perchè lui sarebbe stato il “Pibe de oro”: ragazzo d’oro, mentre “pipe” in inglese tubo/canna(!)/pipa oppure, in italiano assomiglia molto a ….pippa!
O magari é perché sono un fumatore. Pipa ricorda sigaretta. Data l’età non consono, fa male, ma anche pippa….😂
Naturalmente riferito a Maradona e ai suoi tifosi la tua traduzione/interpretazione va benissimo.
Pietro, il sito è EreticaMente, molto intellettuale, molto snob. E poi si dice che la cultura sia egemonia della sinistra. La sinistra è concreta, la destra ha una capacità di astrazione… e spiritualità mica da ridere. Leggere per credere.
Grazie, Ivano. Non ne sapevo niente e nei prossimi giorni ci vado a dare un’occhiata.
Pietro, questo commento vuol essere ironico naturalmente, come quando passando davanti alle Ancelle leggo sorridendo: “Centro diocesano di spiritualità”. Sai, dove si tengono i corsi prematrimoniali.
Che poi ho qualche dubbio che sia proprio di sola destra. Un signore che scriveva anche qui è già stato censurato per un articolo che non ho avuto modo e tempo di leggere perchè cancellato subito. Naturalmente sono seguite delle proteste, quindi, considerando quel signore di destra, capace di urtare la sensibilità di qualche lettore, il sottoscritto potrebbe arrivare alla conclusione che è un sito qualunquista seguito da chiunque, indipendentemente dall’orientamento politico. Vuoi vedere Pietro che davvero destra e sinistra sono categorie superate? E che anche tu non puoi più presentarti come uomo di destra?
Ivano, credo proprio di non aver mai “censurato” nessuno! Non fa parte del mio DNA.
Mi fai capire meglio (ma anche agli altri che leggono) per cortesia? Grazie, ft
Maradona, per un giornale spagnolo è “el santo pecador de la cultura popular”.
Maradona rappresenta il riscatto di chi è cresciuto senza soldi, in quartieri di poveracci, con una prospettiva di vita dannata a farsi gli occhioni davanti alle vetrine degli abiti di lusso. Lavori manuali e sporchi, che un sociologo britannico, David Goodhart vorrebbe che fossero pagati di più e meglio considerati, e critica l’eccesso di lavori cognitivi di medio e basso livello, a cui le nostre società occidentali danno troppa importanza. Tanti accademici e pochi tecnici. Tanti insegnanti di Storia e difficoltà a trovare gli infermieri. I muratori italiani sono sempre di meno. Sono sempre di meno i bravi falegnami.
Il risentimento degli svantaggiati per chi è laureato è forte, per chi ha potuto studiare crescendo in un ambiente familiare che lo ha indirizzato, protetto, dove era già scritto prima che nascesse il figlio o la figlia, che avrebbe poi, da grande varcato il portone di una qualche università. Maradona aveva solo talento nel giocare a pallone. Nient’altro.
Durante una visione del film “Titanic”, la sala zeppa di giovani, ricordo bene una scena quando Leonardo di Caprio il pezzente, il povero nel film,tra signore bene e ricchi che si sollazzano, mostra coraggio, mentre i ricchi clienti del “Titanic” se la fanno addosso. Scattò un applauso di tanti in sala, cosa inusuale, e dietro di me un ragazzo che stava mangiando popcorn disse ad alta voce: quei ricconi di merda…
Cosa poi sia diventato Maradona lo sappiamo. Ma gli si perdona tutto, perché viene dal niente. Tutti avrebbero voluto frequentare l’Università, anche se ti dicono che non è così. E la frustrazione di chi non l’ha frequentata, l’università è un risentimento che può sfociare in rabbia sorda verso chi ha una laurea; gli intellettuali, soprattutto gli “umanisti”, considerati perlopiù inutili, spandi concetti tanto al chilo.
Scusa Francesco. Avrei dovuto scrivere lì, non “anche qui” riferendomi a quell’altro blog di cui Pietro ha chiesto il nome. Però ti ricordi quella volta di un mio post che avevi in parte cancellato su richiesta di quel signore che non gradiva essere nominato? Sì, magari parlare di censura è esagerato, anche se non ho mai capito il perchè. Credo fosse il Natale scorso, non ricordo esattamente il titolo, ma credo che in foto di copertina comparisse Buon 2020 o simile. Ma, ripeto, non è stato un problema. Scusa ancora.
Scuse accettatissme Ivano!
Mi sono messo ….la mascherina ed io, PraticaMente, ho visitato EreticaMente
E’ si, va tutto bene, le strade praticabili sono davvero tante ed è bene che ognuno percorra la sua.
Quindi non è certo VigliaccaMente che uno ne lasci una per un’altra!
Io, PrincipalMente mi trovo bene su questa qui di strada, e ,CertaMente non ho intenzione alcuna di mollarla!
Sto però bene attento a non agire MaldestraMente e tanto meno SinistraMente, ma sempre e solo GiustaMente!
CordialMente nè!
Nei tg anche Paolo Rossi un eroe, dimenticando che difficilmente gli eroi muoiono nei loro letti di morte naturale, con tutta la compassione certamente, ma da qui ad inventare nuove mitologie ce ne vuole, e forse sarebbe sbagliatissimo. Senza il forse.
Francesco, abbastanza d’accordo col tuo gioco di parole. Comunque io poco fa ho mandato un commento anche all’altro blog, che poi è lo stesso che ho mandato anche qui a proposito di eroi. Tanto non rispondono in quel blog di sola lettura. Tanti like, ma nessun commento. Evidentemente sono tutti d’accordo.
Il commento, l’ultimo di Francesco Torrisi è bello assai. TalMente bello che rischia un premiolino. Un bottiglione di vino rosso sperimentale dell’Istituto Stanga
Marino, nn capisco se sia ….. un promessa o una minaccia: vino rosso sperimentale dell’Istituo Stanga?!?
Sì, indubbiamente Francesco ha mente e scrittura brillanti.
‘L vin l’e’ bu’ da nualtre perché l’e’ cresit coi nebie e le stupidere da paisa’ che sem. L’e’ amo’ trop sucheratt e a tira’ via’ ‘l tap da sugher ‘l sigheta ve’ fo’ cume’ ‘spumante. Pota sem mia bu’ a fal giust giust cume’ n’Oltrepo’. L’e’ ‘n vin bislacc chel da nualtre.
Qui su Cremascolta, cioè su al nord si giudica Maradona, da lombardi. In Campania, in Calabria, fra la povera gente, anche gli idraulici originari di Castellammare di Stabia, che vivono a Cassano d’Adda, nati poveracci, poi sgobboni e che girano con Suv potenti la pensano in modo diverso riguardo Maradona, i suoi peccati, il mito. Si dimentica ogni volta che dietro ogni giudizio che diamo c’e la nostra vita privata, individuale, territoriale anche, le origini, come siamo cresciuti, le fortune, le sfortune. Ma è inutile dirlo. Tanto ce ne dimentichiamo comunque. Ci fa comodo dimenticarlo; non sappiamo mai metterci nei panni di chi è differente da noi. Non ne siamo capaci.
Strano dialetto il tuo, Marino, mi pare mixato col milanese ( e ci avrebbe anche una sua buona motivazione, vista la tua …..”milanesità culturale”!). Il contenuto della frase paragergale porta comunque acqua (ops!) ai miei sospetti (promessa o minaccia?).
Dai, lasem boi al “premiolino”!
Grazie del pensiero però, nè!
Marino, la tua mi sembra una morale un pochino troppo populista, se non buonista, perchè sembra che tu escluda la possibilità di riscatto sociale, culturale ed economico e la responsabilità individuale. Non voglio parlare di merito, tutti abbiamo subito volenti o nolenti storie che magari non avremmo voluto o che hanno condizionato più o meno pesantemente le nostre vite. E questo dovrebbe portarci a quell’empatia di cui sono capaci quelli che hanno saputo spezzare le catene, nel caso che la loro vita fosse partita male. Poi ci sono i fortunati che favoriti dalla sorte questi problemi non li hanno. Anch’io credo molto nelle circostanze. E anch’io, stando sul pezzo, sono consapevole quanto te di tutte le ragioni storiche che hanno protratto le differenze territoriali, dalla nascita dell’Italia fino ai giorni nostri, tra il nord e il sud da sembrare due mondi a parte. Poi gli sfortunati ci sono anche qui, non solo a Napoli. E il tema è indubbiamente così complesso che tante analisi sociologiche e politiche che, studiando lo status quo di queste differenze, mai hanno smosso la politica italiana che non ha considerato nei decenni, e ormai nei secoli, che il problema di questo paese così stretto e lungo, noi vicini all’Europa e al mondo, ed altri, infrastrutture, clima, natura etc etc che ne sono stati geograficamente distanti, con lo scarso sviluppo economico conseguente, con questo Stato assente, se non connivente con le piaghe che hanno governato al Sud, ne hanno pregiudicato lo sviluppo. Poi ci sono i casi individuali, che forse fanno testo fino ad un certo punto, ma da non sottovalutare. Terreni e case confiscate alla mafia hanno dato modo a molti ragazzi di organizzarsi in cooperative agricole o turistiche o di artigianato. Qui da noi ragazzi diplomati, se non laureati stanno accettando lavori, di mansioni inferiori alle loro qualifiche, ma che hanno accettato di buon grado. Lavori che grazie alla tecnologia e robotizzazione hanno profondamente trasformato il lavoro dell’operaio avvicinandolo a quello di un tecnico specializzato. Da noi i muratori non esistono più, anche per l’assenza di mano d’opera straniera bloccata in patria da questo maledetto virus. Sentivo ieri un amico del settore che mi diceva che di edili italiani non ce ne sono più. Lo so che sto sciorinando dati che forse non hanno validità statistica o scientifica, ma il senso comune purtroppo a volte, quasi sempre, si basa su dati empirici spiccioli, se non impressioni, che però determinano parlamenti e governi. Ripeto e forse non si può fare altrimenti, stiamo assistendo a sperequazioni sociali ed economiche, vedi le code dei nuovi poveri anche a Milano in attesa di un pacco viveri, che non mi stupirebbe se dessero forma a discriminazioni territoriali da vecchi tempi quando quelli del sud li chiamavamo terroni e non li volevamo a Torino o Milano anche quando il lavoro nelle fabbriche c’era. Ora siamo al punto che il lavoro non c’è più nemmeno da noi, con uno stato sociale ormai in affanno, tra cassa integrati, ristori a pioggia che pare abbiano tolto il poco valore al merito da non prevedere che forse l’assistenzialismo deve finire e gli aiuti andrebbero dirottati a chi è in grado di offrire o prospettare nuovi posti di lavoro. Così che la politica in questi ultimi anni ha dato l’impressione di essere giusto un laboratorio, senza una visione, con prove e tentativi poi smentiti dai risultati. Naturalmente il Covid ha accentuato in quest’ultimo anno i tanti problemi che avevamo. Così che come è successo per la pandemia, dove la solidarietà, i coretti e gli aperitivi dai balconi hanno lasciato spazio ai soliti egoismi, io credo che le differenze territoriali, oltre il folclore, si
evidenzieranno sempre di più, generando un’insofferenza che potrebbe portare a disordini sociali di vecchia memoria. Impressioni di un uomo qualsiasi, del resto lo sappiamo tutti che se tutto fosse risolvibile in fretta non saremmo arrivati a questi punti. E la pandemia c’entra fino ad un certo punto. Purtroppo in questi giorni stiamo assistendo a beghe politiche tali da far dire che siamo nelle mani di arrivisti, improvvisatori, e cinici speculatori, pur di ritagliarsi uno spazio sui giornali, e anche peggio, poltrone. Sulla pelle di tutti noi. Quando i soldi europei, senza tanti personalismi, e gestiti bene, potrebbero rappresentare un’opportunità. Senza considerare i tanti fondi comunitari che in questi anni non abbiamo saputo utilizzare.
Orcogiuda, Ivano, ti è ….. saltato il tappo alla bottiglia di spumante, prima del tempo!
Poco male, anzi.
Primo: abbiamo/hai verificato che il limite di parole per commento nn è poi cosi restrittivo!
Eppoi, direi che nn ti sei inventato niente! Hai fatto un po’ la lista di quanto le persone di “buon senso” provano di questi tempi di profondo disagio sociale.
Alla tua lista, ci aggiungerei, perché permeante il tutto, la totale inaffidabile inefficienza dell’apparato burocratico dello “stato” (dal centro, alle sue articolazioni periferiche) causa viraggio nel tempo in apparato assistenzial/clientelare e ( anche e soprattutto a origine di ciò) l’mbarazzante scadimento del livello etico/culturale dei rappresentanti della Comunità eletti (oddio, non sarebbe proprio il caso di usare questa parola!!) In Parlamento!
Si, mi vergogno nel profondo dell’ignobile performance che stanno offrendo troppi personaggi/figuri politici, magari già di primissimo piano, performance improntata a personalismo, gioco di potere, irresponsabile abbandono di ogni obiettivo di servizio alla Comunità, in favore del tornaconto personale e di consorteria para ….mafiosa!
ADDAVENI’……
Non si è sciolto neppure il sangue di San Gennaro. Poveri napoletani, dopo la scomparsa del loro eroe, ecco altre sventure (profezie) che si abbatteranno su di loro. La tradizione non mente. Ma non è che porterà sfiga anche a noi? Vuoi vedere che riguarda il virus per dirci che non ce ne libereremo mai? Facciamo come loro, cornetti e toccate di palle. Così ne usciremo.
L’Amaca di Serra su Repubblica di oggi parla anche Lui del sangue di San Gennaro, elencando una serie di aggettivi che potrebbero, essere – lo sono?- degli stereotipi. Scrive che Napoli è “città teatrale, pulsante, esagerata, intelligente, amatissima, magica, criminale, geniale, insopportabile. Poche righe prima ricorda che “fior di sindaci comunisti hanno condiviso con cardinali non sempre illuminati la gestione della reliquia”. Conclude sottolineando che il Napoli ha perso contro l’Inter avendo giocato meglio. Ovvia domanda è chiedersi se ci sia relazione tra sconfitta e il mancato triennale miracolo. Dopo aver speso due righe invidiando “chi ha la fortuna di abbandonarsi a una fede comunitaria, sentirsi folla all’unisono, corpi dello stesso corpo”, si rammarica per “quei privilegi che la ragione mai concede ai suoi praticanti.” Conclusione: “di sola ragione non si campa proprio”. Giusto o sbagliato o semplicemente ineluttabile? Ineluttabile.
A margine: secondo le neuroscienze il libero arbitrio non esiste proprio. Quindi, anche se fenomeno abbastanza circoscritto, il folclore, patrimonio di alcuni popoli o cittadini, ha istintivamente o neuronalmente ragione di esistere. Non è colpa loro, dei Napoletani, se diventano matti per Maradona o versano lacrime per i presagi della mancata liquefazione, è solo colpa di sinapsi “tra due cellule nervose o fra una cellula nervosa e l’organo periferico di reazione” appunto ineluttabili. Solo chimica.
Consiglio, al proposito l’ascolto prolungato di “Napule è” di Pino Daniele!
https://www.youtube.com/watch?v=zeLb-G8GXfk
Quasi sempre la musica comunica anche quello che la “capozza” non riesce a spiegare bene.
Titolo di “Repubblica” di domani: LA VERGOGNA DELLA SUPERLEGA”. Il direttore Maurizio Molinari costretto a dimettersi dopo un’infuriata telefonata del Presidente della Juventus. Il giornale in sciopero domani.
Marino, scusa, ma questa informazione da dove l’hai presa? Molinari mi pare sia sempre al suo posto e lo sciopero non c’è stato. Boh.
Pazzesco, siamo al regime calcistico, dove girano milioni, o forse al regime lo siamo già. Tg1 di ieri sera, la casa brucia e una sfilza di servizi su fiori e animali. Informazione addomesticata, siamo al regime, considerazione di Viviana visto che si usa citare mogli e compagne, amanti no, è sconveniente, se mai ci fossero. Mi viene anche in mente anche quanto ha scritto Pietro oggi parlando di Cottarelli e dell’addolcimento delle informazioni per il pubblico televisivo di massa, rassicurante, distraente.
La Rai segue da anni la tavola del pensiero berlusconiano che si è radicato, ha fatto scuola, e che è un misto di culturame del piazzista d’auto americano, del pubblicitario che conosce vizi e vezzi del pubblico, per istinto, per studio. Ci sono alcuni punti fissi del pensiero berlusconiano che la Rai ha fatto propri da tempo: mai troppe notizie negative nello stesso giorno; aggiungere quanto di positivo è possibile, anche innestandoci notizie spensierate, meglio se molto stupide; non preoccuparsi di far da grancassa della propaganda (governativa la Rai, della destra Mediaset), ma piuttosto vedere di farla anche nei minimi dettagli; e i programmi scemi, le fiction mediocri, passarli all’ora della cena, delle famiglie riunite; mentre una fuction di qualità, un buon documentario che interessa solo l’élite scolastica dei centri storici o i secondocasisti con vista sulla Val d’Orcia, mandarlo in onda non prima di mezzanotte. Il pensiero berlusconiano è da tempo esportato: nelle tv di Stato di Francia come segnalò un servizio, di qualche anno fa, su “Le Monde Diplomatique”; e pure debtro la mitica Bbc, che, mi confermano persone che vivono oltremanica, non è più la bella televisione di un tempo,per la concorrenza delle tv private, Sky, Netflix, Itv e altre, accusata da destra di essere poco appetibile per il pubblico semplice.
Era una falsa notizia, la mia. Non complottista, però. Pensavo ai redattori di “Repubblica” che campano di stipendio, che scrivono, che sono al desk, che dicono agli altri di scrivere qualcosa. A Filippo Ceccarelli con cui, di tanto in tanto, ci si scrive, lui un signor cronista di costume o di malcostume della politica, già in pensione, ora collaboratore; sorteggiato a sorte tra quelli che dovevano andarci perché era nella quota vicina, possibile, e sospinti dal prepensionamento, che il cartaceo gira magro e vende sempre meno, e la corazzata ha troppi in barca. Pensavo al “Corriere” di Cairo che tifa Torino contrario alla Superlega, e ai giornali degli eredi Agnelli che sono fondatori della Superlega. Come sempre ognuno pensa a sé, le sue faccende private, e cosi va il mondo, si tira acqua al proprio mulino, che servono soldi se non ne hai già tanti in cascina, che puoi permetterti di remar contro.
Il dio denaro, l’unico certo che esiste, che fa inginocchiare più dei bravi prevosti, le beghine.