A costo di vedere gente che fa scongiuri al mio cospetto, ribadisco quanto detto dal primo momento: che sono sicuro che queste sono prove generali di quanto di peggio inevitabilmente accadrà, per darci, bontà divina, un’ultima possibilità di ravvederci.
Quando? Boh! Da domani all’eternità un’infinità di volte.
Fatevene un’idea dai numeri che do (no, vietato anagrammare).
Prendo spunto da un testo realistico quanto i miei avvertimenti, Spillover di David Quammen. Anticipo che mi rivolgo ai devoti del dio PIL innanzitutto, perché capiscano che i loro sono guadagni tanto sicuri quanto quelli sul favorito in una corsa di cavalli truccata. E si è visto.
Innanzitutto cos’è spillover? Letteralmente un traboccamento, ma ormai per tutti indica il salto di specie dei virus.
Perché avviene? Sotto una pressione evolutiva, dove la cultura e le colture umane comprimono l’equilibrata vita spontanea (selvatica, naturale) in spazi ristretti con distanziamenti bassi e bassa biodiversità; e poi magari i wet markets cinesi creano l’occasione, il cortocircuito, ma non il problema.
Perché pipistrelli e roditori come vettori? Vivono in colonie affollate quando sono a riposo, e sono spiccatamente mobili quando attivi (ma guarda un po’, proprio come i Lombardi!)
E il pangolino? Non lo so. Forse è un ospite intermedio, o forse non c’entra proprio per niente (onesto vero? Dico solo quel che so!)
Quali sono le aree a maggior rischio? Cambio fonte e mi rifaccio alla cartina delle hot spots tratta da “Le scienze”. Quella dei rischi (2 – in basso) e delle aree di più attenta vigilanza (1 – in alto). Provate a sovrapporle e avrete le risposte. Comunque India, sud-est asiatico, certe aree africane.
Elevato rischio ed elevata vigilanza, come negli U.S. costa est e Olanda-Germania, si elidono concettualmente; chiaro?
Come difendersi? Con uno sforzi collaborativi, multidisciplinari dall’ecologia all’antropologia, alla virologia, alla veterinaria, urbanistica… a tanto d’altro; metodo globale che prende ora il nome di One Health.
Il punto carente è che nessuna epidemia arriva inattesa, anzi, è addirittura oggetto di fiction letteraria e cinematografica prima che esploda! Eppure nessuno ci crede, nessuno fa niente.
Ma almeno come menagramo sono in compagnia!
Quindi, in questo clima di incredulità le misure preventive sarebbero altamente impopolari (e visto quel che succede a epidemia conclamata…), e buon per lui per il regista, l’unico che ci guadagna.
Comunque GVB (Global Virome Project) organismo di monitoraggio di portata mondiale, è già una realtà.
Oppure si può puntare non sullo studio dei coinquilini mondiali virali, ma sui bipedi umani, monitorando le azioni a rischio, e qui ci sento di più, perché il virus fa il virus, ma l’uomo non fa il bravo ometto, ma l’arraffone!
E dei due siamo nella partita sicuramente i più deboli. Attingo liberamente da un articolo con più fonti di “Le scienze”:
“Si stima l’esistenza di oltre 1,6 milioni di specie virali sconosciute in mammiferi e uccelli, di cui 700.000 avrebbero il potenziale per innescare una zoonosi.”
E mi chiedete ancora quando può succedere?
E ora, nostro punto di forza – sistema Italia (stessa fonte, letterale): “mentre il mondo ora scopre la necessità di un approccio “One Health” in Italia siamo i primi al mondo ad aver istituito nel 1992 il Dipartimento di prevenzione, obbligatorio per legge all’interno di ogni Azienda sanitaria locale, che prevede diversi servizi integrati che si occupano di salute umana e animale…” e confermo di aver visto questo personale arrivare in Ospedale, quando già ero in prima linea da vent’anni, e ci chiedevamo “ma mentre noi ci facciamo un fondo così (immaginazione libera del gesto), questi chi diavolo devono curare?
2020: ecco la risposta. E sarà quindi ora di rimpolpare questo brillante esempio di lungimiranza di energie, stipendi, altro che prestiti una tantum, e per noi tutti di convincerci che non c’è scampo, non ci sarà posto per i “ma io credevo…”
O ce la diamo una raddrizzata o ce la danno loro. E lo sapete fra l’altro qual è il bello?
Che se parliamo di prevenzione One Health io e Livio ci ritroviamo a combattere dalla stessa parte!
Commenti
Sono d’accordo solo su “il regista, l’unico che ci guadagna”. Il resto è fanta-sanità. Tutte queste riviste finanziate dalle major del farmaco, se davvero fossero in grado di fare “previsioni”, come mai non hanno allertato il mondo sui pericoli dell’arrivo del mostro virale?
O, per lo meno, l’America, visto che sono tutte targate Usa.
Non capisco, proprio non capisco! Io sto dando un minimo di conoscenze per cercare di creare una mentalità di massa matura, in possesso di capacità di giudizio, pronta a richiedere il meglio per il proprio futuro, a credere sulla parola quando si annuncia un pericolo, perché il pericolo vero è proprio quello della sottostima di massa che impedisce per inerzia di provvedere per tempo, e tu te ne esci con questa solita storia della mantiglia del torero?
Come ogni sistema di previsione si affinerà, ma insomma vogliamo fare qualcosa, cambiare il mondo sfilandoci uno alla volta dal sistema, protestando per cose sbagliate, per una maniera sbagliata di vivere, o continuiamo a blaterare sul lavaggio del cervello?
Io quel che si deve fare lo so, e la scienza mi aiuta a saperne di più. Tu, lo sai? E allora perché non dai una mano? Una volta parlavi di proposizioni, non di allucinazioni.
E ora, visto che mi hanno programmato per farmi credere che le piante mi stanno invedendo e contengono sensori, spie, rilevatori, vado a dare una drastica potata in giardino, almeno sudo e non penso a queste sciocchezze che inficiano il significato stesso del blog!
Tu fai benissimo, Adriano, a trasferire sulla carta quello che leggi.
Il problema è “credere sulla parola”. Di chi?
La miglior manifestazione di stima e di fede nella scienza che oggi si può dare è prenderla sul serio per ciò che essa è veramente, invece che per ciò che vorremmo essa fosse. Sono una testimonianza di ingenuità lo stupore e il senso di smarrimento che hanno accompagnato la scoperta che, ahinoi, i virologi la pensano diversamente su un sacco di cose. Eh già, la scienza cambia idea continuamente. Lo ha fatto sul sistema solare, sulla combustione, sul modello che meglio descrive la luce …
La scienza tratta il mondo come una totalità retta da leggi matematiche nella quale non è contemplata la presenza di soggetti. Senza questa astrazione sapremmo poco o nulla di ciò che ci circonda, ma pur sempre di un’astrazione si tratta. Lo scientismo è invece la visione del mondo che attribuisce alla scienza superpoteri che sono del tutto alieni alla sua pratica effettiva, sognando che essa assuma da sé una funzione salvifica e redentrice, regalandoci certezze di contro alle bugie della politica e delle religioni.
Oggi come oggi cosa prevale, la scienza o lo scientismo? Risposta scontata. Ci aiuterà lo scientismo ad uscire dal vicolo cieco in cui ci siamo infilati con il lockdown più duro d’Europa? Anche in questo caso, la risposta è quasi ovvia. Non sarebbe il caso, allora, di risvegliarsi dal sonno dogmatico dello scientismo e rendere agli scienziati l’onore e il rispetto che a loro è dovuto, prendendoli però con beneficio d’inventario?
Altra domanda: l’umanità delle persone coincide con la loro salute, o con la pienezza di una vita vissuta secondo ragione e sentimento? Se davvero la salute viene prima di tutto, come diciamo tutti, sono dei folli gli infermieri e i medici che, infischiandosene della propria salute, servono in prima linea rischiando di ammalarsi? Non sarà che nella vita umana siano “altre” le cose che contano?
La salute è un mezzo in vista di un fine: il pieno esercizio della propria umanità. Quante volte ognuno di noi si è detto “non voglio passare gli ultimi anni su una sedia a rotelle o attaccata a una flebo”. Perché, semplicemente, quella non sarebbe una vita. Un perseguimento cieco e spasmodico della salute sopra ogni cosa che arrivi a minare le fondamenta di un mondo del genere non è segno di rispetto dell’umanità delle persone ma di una sua riduzione a mezzo in vista di un fine. Non dico quale. Altrimenti dovrei spostarmi sull’altro post, quello dedicato a Chomsky.
Adriano, mi dispiacerebbe contribuire al tuo malumore, ma io non so se combattiamo dalla stessa parte. Sicuramente partiamo da principi radicalmente diversi. Io credo tu alluda a una riduzione degli allevamenti intensivi, per ridurre i problemi climatici o per ridurre i focolai di infezione. Questo per me è un approccio che non produce alcun cambiamento positivo perché ancora obbedisce alla logica del nostro ‘profitto’. È solo un egoismo un po’ più furbo. Per me non l’applicazione di calcoli scientifici ma solo l’adesione a nuovi principi etici e spirituali (tra i quali metto il rispetto del mondo naturale per se stesso, non per una nostra convenienza) può combattere i mali della nostra società. Tu hai fede solo nelle riviste scientifiche, io no.
Sul problema delle pandemie, è da quando ero un ragazzo, più di 40 anni fa, che leggo di possibili scenari catastrofici legati a letali combinazioni di virus. E negli ultimi anni l’OMS si è specializzata nel lanciare allarmi di questo tipo, che poi si sono rivelati colossali flop. Ora, con l’influenza da coronavirus, sembra che qualcuno sia riuscito a realizzare questo vecchio sogno pandemico. Tuttavia, io ho ancora forti perplessità. Mi sembra un virus tutto sommato poco cattivo. Un’influenza ‘normale’ ammazza più o meno 650.000 persone all’anno. Questo Covid, nonostante si cerchi continuamente di gonfiarne i numeri e di imporre alla gente misure drammatiche di repressione, nonostante tutti i media levino urla di terrore e tutti aspettino il Salvatore, è arrivato a malapena a 240.000 morti, poco più di un terzo. Ne deve fare ancora di strada. Poi forse ne riparleremo.
E se anche dovesse arrivare un giorno una vera pandemia, di quelle che fanno centinaia di milioni di vittime, pazienza, il mondo andrà avanti lo stesso. Deve andare avanti lo stesso, come ha sempre fatto. Tra cent’anni saremo tutti morti. Pensa, miliardi di persone devono morire. Non è una tragedia, è naturale. È molto più tragico non poter vivere liberamente, vivere da schiavi, dominati dalla paura. Capisco che questo a te suoni come il discorso di un pazzo. Pazienza.
Come vedi, non stiamo dalla stessa parte.
Proprio non capisco! A parte che la scienza non si contraddice quasi mai, ma dà generalmente spiegazioni più accurate o di più vasta portata (vedi relatività) O dà spiegazioni sbagliate provvisorie, (vedi quelli della medicina ippocratica/galenica) voi trovate utile diffondere una visione supina?
Bisogna attrezzarsi culturalmente per capire cosa la scienza dice, come il meteo, perché la gante una volta se gli parlavi di basse pressioni rispondeva “ma a me interessa sapere se piove”.
Quindi va bene negare, nel proprio intimo, ma cosa vogliamo fare? Dico fare!!!!!!
Visto che tanto ci prendono in giro stiamo a guardare? Mi sembra l’opposto di quanto cerco di fare, far comprendere che ognuno può avevre elementi sufficienti per un proprio giudizio. Ognuno fa a modo suo secondo la propria coscienza? Non si può più! siamo troppi e troppo vicini.
Dico, ma è così difficile fare il compitino in classe della maestrina dal titolo “Vorrei un mondo in cui…”
Vorrei che fosse FATTO, non vorrei che non fosse fatto perché tanto c’è gente che mi manipola. Questo non mi interessa, ho armi potenti, che si chiamano senso comune, principio di non contraddizione…
Qualcuno mi commenta questi quattro dati, quelli del post, per favore? Pensiamo a crearci una maturità tale da muoverci per tempo e prevenire, contro le manovre di quelli che vendono se stessi per un profitto che alla lunga riassorbe se stesso, o inficiamo i dati su cui ragionare?
Adriano, la gente una volta non aveva bisogno di parlare di “bassa pressione” perché sapeva il giorno prima (o addirittura il mese prima) cosa le avrebbe riservato il tempo atmosferico il giorno dopo. Ci campavano sul meteo, figurati un po’. Se poi vuoi fare passare il messaggio che senza gli scienziati la specie umana sarebbe perduta, allora devi spiegare perché siamo presenti su questo pianeta da milioni di anni e non ci siamo ancora estinti, come moltissime altre specie.
E’ falso anche che coloro i quali sono consapevoli di essere manipolati non agiscono, anzi, agiscono per tutti, anche per quelli che assistono attoniti al Muppets Show quotidiano. Sono consapevoli che il “green new deal” è una bufala messa in circolazione per fare un po’ di fumo, hanno seguito la scia dei soldi e hanno ricucito le fila della cosiddetta “agenda verde”, ciò nonostante mantengono nel privato atteggiamenti virtuosi. Rispettano l'”altro” da sé perché si rispettano. Ossequiano la realtà circostante perché si sentono parte di essa, non perché una “legge” lo ha imposto o l’ha detto Pinco Pallino, puntualmente sconfessato da Pallo Pinchino. Ergo: la svolta deve partire dalla cultura, non c’è cultura senza coscienza, non c’è coscienza senza una visione etico-spirituale del Tutto. Viene lunga, insomma.
Ritornerei al titolo del bel post di Adriano (così, come atto dovuto, medico aggiusta ossa, uomo di scienza che si è speso/si spende nella sua vita per far star bene, o per lo meno, meglio i suoi simili…..che poi, magari tanto “simili” a lui non sono!) centrato sul tema “spill-over”, il salto di specie da animale a uomo, dei virus.
Non solo, ma l’uomo di scienza fa anche un passo indietro e ci dice: “Perché avviene? Sotto una pressione evolutiva, dove la cultura e le colture umane comprimono l’equilibrata vita spontanea (selvatica, naturale) in spazi ristretti con distanziamenti bassi e bassa biodiversità; e poi magari i wet markets cinesi creano l’occasione, il cortocircuito, ma non il problema.”
Ed il problema è correttamente inquadrato con possibilità di far partire le considerazioni socio/politiche che più si attagliano al nostro personale modo di interpretare l’essere sul pianeta.
Adriano è uomo di scienza e, ovviamente affronta questo tema, che è poi il nocciolo reale, concreto del fatto reale, concreto, che ci sia in atto una pandemia, chè, se non ci fosse stato questo spill-over saremmo in coda come dei pirla per andare ……sul lago di Garda!
L’uomo di scienza però è anche uomo di “cuore”, uomo del sud con spiccata tendenza a empatizzare a “gettare ponti” verso i suoi simili ( …..che poi, magari tanto “simili” a lui non sono!) e i “suoi simili” chettifanno?
Giù botte a mettere in campo tutto il male che si può dire (ed in effetti, a ben guardare, di male se ne può dire) rispetto all’approccio scientifico al problema!
Ma questo uomo di scienza ha anche detto che il suo intervento è mirato a “…..Io sto dando un minimo di conoscenze per cercare di creare una mentalità di massa matura, in possesso di capacità di giudizio….” e quindi questi “simili” prma di dare giù botte di brutte, potrebbero/dovrebbero fare un pensierino al fatto che, magari, non sono loro (già sovrabbontemente attrezzati alla bisogna!) terminali della sua azione “educativa”!
Ebbene, io che (…..rappresentante della folletto, che si preoccupa del colore degli impermeabili, ad abundantiam anche “imbragato” di giuseppi incoronato tiranno) sovrabbontamente attrezzato non sono, anche nella mia veste ( chissà poi perchè?) di redattore, ringrazio invece con tutto il mio corazón brother Adriano per l’assistenza scientifica che sta profondendo senza tregua sul blog in questi mesi di grande sofferenza (che si può interpretare alla bisogna, si sofferenza!).
Voi pensate di riferirvi a ‘verità’ incontrovertibili mentre state solo teorizzando e almanaccando. Sembrate non rendervi conto di esprimere posizioni dogmatiche. A mio parere in modo arbitrario e anche un po’ confuso. Quindi, ragazzi, o siete pazzi voi o sono pazzo io. Io dico che siete pazzi voi, voi naturalmente pensate il contrario. È chiaro che nessuno può dirimere una tale questione. Quindi, non perdiamo tempo a discutere tra noi.
Piccola postilla. Si è detto che ieri i morti di Covid sono stati 474. Totalmente falso. Sono stati 191, al massimo (probabilmente meno, viste le usuali manipolazioni).
Credo intuire ti riferisca a me e Adriano, anche se il termine di “ragazzi” col quale familiarmente ti rivolgi induce a qualche dubbio!
Cmq, io non la metto proprio sul piano della “pazzia” e tanto meno del “dogmatismo”, anzi, il fatto è che per affrontare il problema reale dei tanti, tantissimi che contemporaneamente hanno bisogno di aiuto per non morire, la risposta non può che passare attraverso la scienza, le terapie d’urgenza ed in itinere.
Certo restano da affrontare/risolvere i problemi a monte ed a valle relativi ad un corretto riasseto della Sanità sul territorio e della qualità di vita strettamente legata ai modelli di sviluppo e di corretto rapporto uomo/territorio/natura, che stanno alla base , che sono all’origine delle pandemie.
Siamo stati i primi al mondo, Adriano, ma qualcosa non ha funzionato se i risultati sono questi.
Certo, siamo di gran lunga in condizioni migliori rispetto ad altri Paesi che hanno un numero di letti e di terapie intensive decisamente inferiore del nostro, ma di sicuro dobbiamo recuperare terreno se siamo rimasti indietro rispetto ad altri Paesi europei che hanno saputo investire nella prevenzione meglio di noi (e non solo la solita Germania).
Abbiamo continuato a tagliare risorse con la scusa (infondata) che i tagli ce li imponeva l’Europa: diciamo che abbiamo preferito tagliare sulla sanità perché sarebbe stato più politicamente doloroso tagliare su altri settori e soprattutto stanare gli evasori (con 100 miliardi l’anno di evasione avremmo di sicuro un sistema di prevenzione, anche a livello territoriale, superiore a quello della stessa Germania.
Caro Piero
io non condanno semplicemente i tagli ulla sanità, perché essendo un mondo di corruzione lo sperpero era evidente. Certo, la si poteva commisariare rigidamente, invece si sono fatti i piani di rientro, e una drastica potatura, bbenefica, ma la pianta potaeta dopo rigoglia, se la si annaffia però. Vedi, mi riesce facile parlare senza peli sulla lingua, dati i big cui ho detto di no. Ora, siccome corruzione e mattone fanno rima, bisogna investire, ma su una “sanità immateriale?” Intendo servizi, reti, uomini, non Ospedali.
L’aspetta dell’efficacia. Con le risorse rimaste c’è rimasta almeno l’effficienza, ma il problema è stato, e sarà, un altro: LA MENTALITA’ DELLA GENTE E DEGLI STESSSI OPERATORI! Non erano in allerta, pensavano, me compreso, che fosse una banale influenza. Il senso di questo pezzo è questo: colpisce ancora, e molto peggio! Quando? In rapporto alle mappe di rischio. Ma tipare logico che una delle aree gialle ce l’abbiamo al centro dell’Europa? Certo, con elevate linee di difesa, quindi i due gialli dovrebbero elidersi.Ma ti sembra logoco che dobbiamo rischiare per allevare milioni di porci?
Ecco fra l’altro perché mi arrabbio quando si parla di complotti: distrae la gente! Il cervello che hanno deve restare teso ai fatti! Non lustrare gli ottoni della nave che affonda.
Amici, fratelli, è l’alba di un grande giorno. Oggi entra in vigore il nuovo Santo Decreto che il Grande Amico, nel Suo amore per noi, ha elaborato per difenderci dal Grande Nemico e salvare la vita a milioni di persone. Nessuno di noi deve pensare a se stesso ma solo a come salvare l’umanità dall’estinzione. Il Grande Amico, nella Sua saggezza, affida a ognuno di noi questo grande compito. Dobbiamo esserne degni, pronti ad accettare ogni privazione, ogni sofferenza, la miseria, la fame, la solitudine, e anche la morte se necessario.
Quindi, fratelli, amici, non uscite di casa, se non per ragioni di estrema gravità, non parlate con nessuno, non toccate nessuno, non toglietevi in nessun caso la mascherina. Non fate gesti assurdi, come recarvi in una chiesa, fare una passeggiata nel parco o andare a trovare un amico. Quel vostro gesto potrebbe costare la vita a migliaia di persone. Collaborate con le Forze dell’Amore che vigilano su di noi, ascoltate le Forze della Verità, e non le menzogne diffuse dai ribelli. Denunciate i dissidenti, i disubbidienti, chiunque diffonde odio e falsità. Non abusate di quelle libertà che il Grande Amico, nel Suo amore, da oggi vi concede. Dalla vostra assoluta ubbidienza dipende il futuro dell’umanità. E ricordate che il Grande Amico vi vede.
E ora rivolgiamo tutti insieme pensieri di odio verso il nostro Grande Nemico, il Covid-19.
Molto ben scritto.