Questo ‘incubo collettivo’ che stiamo vivendo, che sicuramente impone ore di silenzio/ozio, ha dato l’opportunità a molti italiani di usare il telefonino non tanto come strumento ludico (e/o di gratificazione …) ma come sorgente di informazioni. Bene!
Arriva uno studio da COMSCORE
uno studio comparativo di accesso ai siti news , ai social
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Anche le Associazioni culturali che praticavano solo riunioni tradizionali si stanno approcciando a incontri virtuali (es. Gabriele Ornaghi con il Filosofico, che con l’accompagnamento dell’arpa celtica della sorella Eleonora ci intrattiene in diversi pomeriggi della settimana). Tuttavia non si può ignorare una certa pigrizia intellettuale che si impadronisce di noi. La natura ci difende con questa ovattata atmosfera letargica da altri sentimenti più crudi. Ma come tutti gli animali che fanno il letargo ogni tanto si svegliano, mangiano qualcosa, rimettono il sangue in circolo insomma, meglio che lo facciamo anche noi, altrimenti quando noi tutti marmottine rimetteremo il naso fuori saremo spaesati, anergici.
Si è spesso sparato a zero contro la Rete che ti chiude in casa.
Oggi, che siamo chiusi in casa, la Rete ci apre il mondo e ci mette in contatto con tutte le persone con cui abbiamo qualcosa con cui comunicare.
Gli strumenti sono sempre una sorta di… Giano bifronte: tutto dipende da come li usiamo.
condivido. Mi ha colpito come la situazione di criticità attuale e di ricerca di informazioni autonome sta spingendo allo uso degli strumenti digitali. Questo fenomeno attuale è un punto di discontinuità rispetto alla fotografia (vedere altri miei post) delle capacità cognitive dell’italiano medio, che ha da una parte parte, difficoltà di ‘lettura’ con conclamato ritardo nei processi di digitalizzazione, mentre è ai primi posti nel mercato della vendita e consumo degli smarphone.
Le stupende opportunità della tastiera collegata alla rete, in questa fase tanto inaspettata quanto onnicoinvolgente, ci stanno tenendo legati, tra di noi e al mondo.
Epperò sto apprezzando appieno la scelta fatta una trentina abbondante di anni fa, di lasciare la città per la campagna, che mi consente di mettere i piedi fuori casa, restando …..a casa, di lavorare manualmente nell’orto, nel giardino, di esercitare al meglio i polmoni, di condividere l’esistenza con la natura che, a dispetto dei misfatti che perpetriamo a suo danno, continua miracolosamente a trasformarsi con le stagioni e ci ricorda che tra i viventi non c’è solo l’homo (nemmeno poi tanto sapiens) ma ci sono anche il pettirosso e le cinge, affezionati al cesto con le briciole sotto il portico, il picchio che martella imperterrito sul noce, le tortore che costruiscono la loro …..nursery sulla quercia.
Si, un’ottima compagnia!