menu

GIORGIO CINCIRIPINI

Bill and Steve: si alle scuole a bassa tecnologia…

 

 

È stupido. Gli amministratori e gli educatori delle scuole pubbliche stanno ancora spingendo per programmi “high tech” quando gli esperti continuano a mettere in guardia contro di loro e i bambini non ne traggono beneficio

 

Aumentano anche gli avvertimenti sanitari sull’esposizione alla luce blu da schermi a LED   e dalle radiazioni dei telefoni cellulari e dal WiFi dei dispositivi. Anche l’uso eccessivo dello schermo, la dipendenza e la dipendenza aumentano, sia in classe che fuori.

 

I genitori della Silicon Valley – tra cui Bill Gates e il compianto Steve Jobs – devono almeno aver sospettato che la tecnologia non fosse benefica per i bambini. Altrimenti, non avrebbero inviato i propri figli in scuole private a bassa tecnologia o no-tech da sempre e limitando il loro uso della tecnologia nelle loro case. Più recentemente è stato riferito che alcuni stanno anche facendo firmare contratti alle “baby-sitter”

 

 

Grazie a MIT Technology Review (la rivista del celeberrima università di Boston: M I T ) per aver pubblicato questo articolo straordinariamente dettagliato su come i docenti con curricula di alta tecnologia  per la maggior parte dei cosi  NON sanno aiutare i bambini, specialmente quelli che sono svantaggiati.

 

L’articolo completo in inglese la trova qui  https://www.technologyreview.com/s/614893/classroom-technology-holding-students-back-edtech-kids-education/

 

Qui sotto onos tralcio.

 

Un recente rapporto Gallup ha rilevato che l’89% degli studenti negli Stati Uniti  afferma di utilizzare gli strumenti di apprendimento digitale a scuola per almeno alcuni giorni alla settimana.

Gallup ha anche riscontrato un entusiasmo quasi universale per la tecnologia da parte degli educatori. Tra amministratori e presidi, il 96% sostiene in tutto o in parte “il maggiore uso degli strumenti di apprendimento digitale nella loro scuola”, con quasi lo stesso supporto (85%) proveniente dagli insegnanti.

Ma non è chiaro che questo fervore sia basato sull’evidenza. Alla domanda se “esistono dati  sull’efficacia” degli strumenti digitali utilizzati, solo il 18% degli amministratori ha dichiarato di sì, insieme a circa un quarto degli insegnanti e dei presidi. Un altro quarto degli insegnanti ha affermato di avere poche o nessuna informazione.

 

In realtà, l’evidenza è nella migliore delle ipotesi equivoca.

Alcuni studi hanno riscontrato effetti positivi, grazie ad un moderato utilizzo del computer, soprattutto in matematica. Ma gran parte dei dati mostra un impatto negativo a vari livelli. Uno studio condotto su milioni di studenti delle scuole superiori nei 36 paesi membri dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE)  –  studio PISA, di cui ho già parlato in Cremascolta  – ha scoperto che coloro che utilizzavano pesantemente i computer a scuola “vanno molto peggio nella maggior parte dei test di apprendimento, anche dopo aver tenuto conto dei dati demografici di base e degli studenti.

”Secondo altri studi, gli studenti universitari negli Stati Uniti che hanno usato laptop o dispositivi digitali nelle loro classi hanno fatto peggio durante gli esami. Gli alunni di terza media che hanno studiato l’Algebra   online hanno fatto molto peggio di quelli che hanno seguito il corso di persona. E i bambini di quarta elementare che hanno usato tablet in tutte o quasi tutte le classi,  avevano, in media, un punteggio inferiore di 14 punti rispetto a quelli che non li hanno mai usati, un equivalente differenziale a un intero livello. In alcuni stati, il divario era significativamente maggiore.

 

 

Che dire ?

 

Notate bene che i ricercatori dell’MIT NON hanno introdotto l’ulteriore, certa,  causa di problemi cognitivi legata alla presenza di radiofrequenze (innanzitutto del wifi) nelle classi.  Ci sono decine di lavori su questi aspetti anche con test su animali.

 

Francamente io non capisco come mai tuttora il ns Ministero dell’Istruzione consideri ad alta priorità i progetti di digitalizzazione dell’insegnamento.   Ma, mi domando, solo a me ‘capitano’ pubblicazioni scientifiche ed articoli su questo argomento?  I grandi manager del Ministero non leggono ?!

 

GIORGIO CINCIRIPINI

25 Dic 2019 in Scuola

1 commento

Commenti

  • Il “tertium datur” vale anche in questo caso: né troppo né poco. Vale a dire la giusta misura aristotelica. Ma Aristotele, di questi tempi, non è più di moda. E’ sempre l’homo sapiens che deve deciderne l’uso, non l’homo technologicus.
    Ma, senza che ce ne accorgiamo, sempre più si sta affermando e imponendo l’homo technologicus.

Scrivi qui il commento

Commentare è libero (non serve registrarsi)

Iscriviti alla newsletter e rimani aggiornato sui nostri contenuti