Sono sempre qui a pormi e a porre domande…
Mi è balzato agli occhi questo articolo della lavoce.info (blog creato da Tito Boeri), che vi consiglio, con il titolo
Così il Sud Europa ha perso 20 anni di rivoluzione informatica
Guardate questi due grafici:
come vedete la produttività (espressa come PIL/ora lavorata) italiana è al minimo rispetto alle altre nazioni , con un incremento minimo rispetto al 1995.
stessa storia per gli investimenti in tecnologie informatiche. Qui il divario rispetto ad es. agli USA è impressionante.
E’ noto – e credo di aver fatto un post specifico – che il cosiddetto ‘digital divide’ Italiano è massimo rispetto agli altri paesi della UE.
il 5G sarà il ‘deus ex machina’ oppure la cavalleria di ‘Ombre Rosse’ … ?!
Grandi investimenti per una tecnologia che non si sa come supportarla energeticamente (in quanto brucia una quantità enorme di energia elettrica, rispetto ad una trasmissione dati via cavo) e non si sa se fa male!
L’ordine del giorno alla Camera della settimana scorsa di fare una moratoria in attesa di certezze sanitarie è stata bocciata dalla maggioranza, anche se con un qualche tentennamento da parte del rappresentante del Governo!
Il prossimo 5 Novembre si terrà presso la Camera una conferenza in cui interverranno … i nostri (ovvero il Prof Johansson da Svezia, Prof Belpomme ed il Dr Arazi da Francia) più esperti italiani per ri-ri-ri-sollecitare uno stand-by … chi vuole partecipare, mi contatti.
Commenti
Incredibilmente sono, nonstante sia io un medico, più colpito dall’argomento mangia energia che da quello sanitario: già, perché di malattia muoiono uomoni, ma di combustione muoiono pianeti! mForse hanno ragione quelli della mia baia delle sirene, rimasti caparbiamente ai tempi di Odisseo, che fanno guerra alle radiazioni anche se poi devono andarsi a cercare l’angolin dove prende il cellulare. Forse caro amico quel che ti resta è proprio una resistenza tipo guerriglia, e i dati di confronto sulla scacchiera diranno poi la verità
…e stavolta vedo di “volare un pò più alto” ( a rischio del ….tombolne, ovviamente!): ma si è riflettuto abbastanza (parlo come genere umano, homo …. più o meno sapiens) sulla necessità di improntare le nostre azioni ad un contesto di sistema autopoietico?
Ai miei tempi, a scuola erano ancora Newton, Laplace e Maxwell a ….”dettar legge”; a una cinquantina abbondante di anni di distanza, di acqua (assieme a tanta altra robaccia, purtroppo!) ne è passata sotto i ponti epperò nel “sentito” comune non è ancora passato il concetto che la realtà che ci circonda e il nostro ruolo nel farne parte, se interpretati attraverso la fisica quantistica, impongano nuovi paradigmi ai quali dare nuova impronta.
In questo contesto ha senso improntare (repetita ….!) il nostro agire personale, poltico, sociale ad un PIL che deve crescere indefinitamente, ad una produttività conseguentemente …”condannata” ad aumentare e aumentare senza tregua?
Provo ad “appoggiarmi” a uno che ….ne sa, Shatena Augusto Sabbatini: “…il mondo e noi siamo espressione della stessa creatività della coscienza, onde dell’oceano dell’esperienza. Cessare di identificarci con una singola onda e comprendere la nostra natura oceanica è la pace….”.
L’Italia è affetta da “improduttività endemica” da quando è entrata nell’euro. Prima eravamo la quarta potenza industriale e circa la metà della produzione usciva, guarda caso, dall’IRI. Se poi decidi di smantellare (o svendere) tutti gli asset strategici pubblici per compiacere i “mercati” o per assecondare le regole de leuropa, è chiaro che ti condanni alla deindustrializzazione e rinunci definitivamente all’innovazione tecnico-scientifica. La Silicon Valley stessa con le sue aziende, infatti, senza investimenti pubblici non esisterebbe. L’innovazione tecnico-scientifica viene dai centri di ricerca pubblici: università, distretti di ricerca, conglomerati industriali (vedi IRI), esercito ecc ecc. Non dal mercato.
Il problema dell””improduttività” del nostro paese è politico, non tecnologico. I problemi politici si risolvono con la politica non con la tecnologia.
Tutte queste cosette, il nostro amico ordoliberista si guarda bene dal raccontarle. O forse non le sa nemmeno.
Lascio decidere a Voi cosa sia peggio.
Distinti saluti.
Caro Giorgio, ho l’impressione che in Italia non abbiamo ancora capito se il 5G sia la cavalleria dei lunghi coltelli o la “banda” indiana che assalta la diligenza.