Così, in mezzo a ….tutta sta ignoranza, per andare sui ….fondamenti del viver civile.
E, proprio in ossequio della dea alla quale …. “sacrifichiamo” quotidianamente: la “dea automobile”, nel cui nido protettivo ci sentiamo protetti, capiti, realizzati, pronta come è a eseguire senza discutere, ad assecondare i nostri comandi, centrerò il mio argomentare su di lei.
Si, non c’è miglior esempio di quanto siamo trasgressivi, irrispettosi delle Leggi, incivili e maleducati, che l’esaminare, riflettere sui comportamenti dell’homo-italicus al volante!
L’ “h-i” (“motorizzatus”) dal momento in cui si chiude la portiera alle spalle e mette in moto, diventa rappresentante terribilmente esemplare di quanto la sua “mala-educazione” gli consenta di non aver limite alcuno nell’ignorare, trasgredire anche le più cogenti, stentoree regole-Leggi del codice stradale, oltre che ovviamente, le regole del viver civile, la tolleranza, il buon senso.
I limiti di velocità vengono trasgrediti con regolare puntualità se non tutelati elettronicamente ( e ciò porta e sfiorare il ridicolo, perchè, a tutela di non so quale diritto di informazione, la presenza dei rilevatori deve essere ampiamente segnalata da cartellonistica mirata, ragionpercui il limite viene osservato per quel breve lasso di spazio/tempo e, subito dopo ignorato!) e ciò, anche in ragione del troppo spesso verificarsi dell’abbandono di ogni regolarità nella gestione/manutenzione della cartellonistica; cartelli superati dagli avvenimenti e lasciati in loco, cartelli affestellati a proporre il tutto e il suo contrario, limiti (il 20 Km/h nei pressi del Santuario del Marzale, limite che credo non sia mai, dico mai, stato rispettato nemmeno dai ….ciclisti.
Ciò che accade sulle autostrade è fuori da ogni immaginazione! Ma il sistema “tutor” è stato mai ripristinato? Parrebbe di no, constatando quanto il limite di 130 Km/h venga del tutto ignorato!
La distanza di sicurezza tra i veicoli in marcia è rispettata da rari “illusi”, fatti oggetto dei lazzi dei più.
La precedenza alle rotatorie è diventata una specie di scommessa/terno al lotto, nella quale la prepotenza, la mole del mezzo, la marca e cilindrata della vettura fa premio rispetto alla regola.
Recentemente pare (ma i Decreti sono mai stati trasformati in Legge?!?) siano state inasprite le sanzioni nei confronti di chi usa lo smartphone alla guida, l’effetto pare però abbia sortito l’effetto opposto: difficile veder sfrecciare un suv (ma lo stesso vale per utilitarie e mezzi pesanti!) alla guida del quale non ci sia un/a “pilota” indaffarato/a col “telefonino”! E le situazioni di pericolo reale per i possibili/probabili incidenti si moltiplicano a dismisura.
Provvedimenti? Sanzioni? Ritiri patente? Non ne ho avuto mai notizia. Anche qui mi piacerebbe essere smentito!
La percezione del pericolo per pedoni e ciclisti provocato da un veicolo che trascura di rispettare le zone 30 e 50 (limiti rispettivamente di 30Km/ e 50Km/h) in città ( Crema nella fattispecie) pare non possa fare parte del “bagaglio di buon senso” del “Pilota” al volante, da un lato e dall’altro impatta nel totale disinteresse della polizia urbana peraltro neppure adiuvata da mezzi tecnici fissi o mobili adatti alla rilevazione. Parrebbe poterne dedurre che il messaggio assegnato sia, una interpretazione assai particolare del : “non disturbare il conducente”!
L’esempio è stato significativo?
Mi auguro di si.
E allora? E’ la mancanza di controlli efficaci che accorda comportamenti trasgressivi oppure è la mala-educazione civica dei cittadini che induce i “tutori dell’ordine” a chiudere entrambi gli occhi per non dispiacere il cittadino elettore?
Certamente è il “combinato disposto” che ha come risultato la situazione di totale inciviltà nella quale conduciamo la nostra vita nel “buffostivale”!
Più educazione da parte delle “agenzie” deputate: famiglia in primis, scuola subito dopo, comportamenti “esemplari” da parte di pubblici amministratori e “personaggi” emergenti.
In parallelo, definizione chiara e semplificata delle regole-leggi e nessun timore/remora/protezione nell’applicare i provvedimenti previsti nei confronti dei trasgressori.
Troppo semplice? Troppo lineare?
Credo di si! Mi rendo conto di non aver citato filosofi, pensatori o “Guru” che supportassero il mio discorrere (mi sono concesso solo un timido maccheronico latinismo in esordio e ne …..peto veniam, mater mea!) , ma sapete bene cosa potete aspettarvi da un “ingegneremeccanicoconlemanisporchedigrasso” no?
Commenti
Leggo una lettera firmata al mio giornale di un lettore appena rientrato da una vacanza. La trascrivo tale e quale, considerando che a scuola è ritornata l’ora di educazione civica, quella stradale ne fa parte, e tenuto conto che le regioni del Nord stanno chiedendo più autonomia e la Scuola rientrerebbe in questa libertà di programmi, e che al sud tutti votano 5*. Così prendo tre piccioni con una fava. La lettera di un certo Francesco Premoli: “Sono tornato in Sicilia dopo 10 anni. Mi faccio le stesse domande. Perché qui la metà dei motociclisti non usa il casco? Perché gli automobilisti non mettono le cinture? Perché le barche non stanno a 200 metri dalla Costa, ma a 30?………..” .In verità sarebbe gioco facile commentare col luogo comune che i terroni sono proprio cosi, se non fosse che questo non lo direbbe più neppure Salvini, impegnato in questa caldissima estate a sdoganarli paese per paese, avendogli ridato finalmente diritto di cittadinanza extra regionale. A parte Soverato e Catania dove alcuni cittadini preferiscano continuare a sentirsi dei terroni, esattamente come da noi dove non tutti si sentono Lombardi. Insomma, gira e rigira si finisce sempre lì. Emblematico, no?
Si, al proposito, Ivano,nella mia …esemplificazione di dis/educazione e non/rispetto delle Leggi, non ho citato le moto e gli italici motociclisti; in effetti le due ruote a motore, nel “buffostivale” sembrano collocarsi in un ….mondo a parte.
Per loro qualsiasi limite è disattivato con il tacito beneplacito di tutti!
In effetti anche l’atteggiamento del motociclista (lo sono anch’io) è totalmente differente, rispetto a quello dell’automobilista, non è chiuso in una scatola protettiva, che in qualche modo ne delimita il regno sovrano, ma al contrario si sente libero da ogni costrizione con il ruggito del motore che docile ai comandi, risponde alla manopola del gas!
Risultato: azzeramento di qualsivoglia limite di legge, quasi che a lui la Legge non si attagli!
Il Casco in testa poi, ne fa una specie di guerriero conscio del rischio che sta giocando, come non potesse che essere altrimenti!
Anche se ormai è evidente che Salvini non porta in tour estivo la Lega, ma se stesso. E scusate la considerazione fuori tema.
Mi permetto di aggiungere, Francesco, l’elemento del parcheggio selvaggio, a livello sia nazionale che locale. È un fenomeno forse meno lesivo dell’incolumità fisica altrui ma ugualmente sintomatico dell’inciviltà e dell’impunità correnti.
La situazione da te descritta varia molto da regione a regione, da città a città. Il che conferma molte cose ormai note.
All’estero occorre distinguere tra le varie realtà nazionali. E anche questo conferma altrettante cose, altrettanto note.
Il che non esclude comportamenti scorretti anche da parte di molti stranieri che arrivano in Italia. Appunto, vedi sopra.
Colpisce come tutte le cialtronate da te descritte, Francesco, con l’aggiunta di quella del parcheggio bifolco, non siano state ancora addebitate a qualche oscura manovra dei poteri occulti internazionali che perseguitano noi buoni, noi giusti, noi santi italiani.
Stupisce che la guida senza casco mentre si va in moto o quella con lo smartphone mentre si guida in macchina, che le derapate sulle strisce pedonali o il toto-rondò non siano stati ancora oggetto di sindromi paranoidi, di complessi di persecuzione e di sceneggiate vittimistiche a fronte delle perfide trame dell’Unione Europea, di Macron, della Merkel, della von der Leyen, di Soros, dalla finanza ebraica e di tutti i crudeli persecutori del nostro “poppolo”.
L’importante è che si sappia quanto, anche al volante, su strada, passando col rosso e facendo la sfumatura alta ai ciclisti, noi siamo sempre puri e probi. Se commettiamo certe infrazioni, la colpa è solo dei nostri nemici cattivi.
Noi “veniamo prima”. Anche al volante.
(Forse, meglio lì che altrove).
Caro Francesco, l’italiano strapaesano che è maggioranza nel Belpaese non sopporta il limite di 130km/ora in autostrada. La velocità, per lui, è sinonimo di forza, destrezza, coraggio, non-aver-tempo-da-perdere, come quei “parassiti” di ciclisti in ferie, pensionati, o in cassa integrazione. che sulle provinciali costringono le auto a rallentare; come quei disperati di “marocchini” che alle sei del mattino vanno da Chieve a Lodi in bicicletta, non per passatempo, ma per guadagnarsi la pagnotta e il Suv non ce l’hanno, nemmeno una Fita Corsa di seconda mano, anche se Richard Gere che ne ha tanti di Suv, potrebbe, come dice il nostro Salvini, farne arrivare qualcuno via mare e regalarlo a loro, così non rompono più i coglioni sul rondò di Crespiatica. Una mattina, quasi ne tiro sotto uno. E su quei giornali indipendenti, liberi, senza tifoseria, come “Il Giornale”, “Libero”, “Panorama”, “La Verità”, ma non ricordo esattamente qual’è (è sempre, comunque, la stessa gazzosa) lessi una protesta seria di un lettore strapaesano. Un bel dì, il gentile signore sfrecciava in macchina (lui ha scritto che superava di poco il limite su una provinciale, ma gli strapaesani vanno tradotti dall’italiano all’italiano serio), e dopo una curva si è ritrovato la paletta della Polstrada che gli ha interrotto la corsa. Mentre lui borbottava (accampava mille scuse per non essere multato), e il poliziotto stilava il verbale, sfrecciavano altre autovetture, liberamente, senza che il poliziotto interrompesse la loro corsa (e l’altro poliziotto stava al telefono nell’auto, anzichè darsi da fare con la paletta, scrive il lettore del giornale). Così la multa salata, dice il signore, l’ho presa solo io; io ho pagato, mentre altri che andavano ben più veloce l’hanno fatta franca. Non è un’ingiustizia? scrive il lettore strapaesano.
Una Fita Corsa è una Fiat Corsa.