Silvestro e le nuove foreste
Silvestro, sollecito, indifferente ad alte temperature e nubifragi, mi passa questo selezionato materiale scientifico. Prima che passiate oltre vi anticipo che ipotizzerò dei criteri di applicabilità territoriale locale, o almeno nazionale. E ora l’imboccata silvestrale, da cui traggo l’incipit:
Mark Fischetti on July 4, 2019 – Scientific American
“Piantare gli alberi giusti nei posti giusti potrebbe immagazzinare 205 gigatonnellate di
anidride carbonica in 40-100 anni. Sono due terzi di tutta l’anidride carbonica che gli esseri umani hanno generato… dice Tom Crowther, professore di ecologia (Istituto federale svizzero di tecnologia di Zurigo)”.
Lo studio di fattibilità è stato effettuato dopo una mappatura dei terreni non appetibili per le attività umane e non troppo aridi, ma che ancor più lo diverranno per il cambiamento climatico, se non ci si muove per tempo. Infatti si afferma nello studio:
“Se quegli spazi fossero pieni degli alberi che già crescono nelle vicinanze, la nuova crescita potrebbe immagazzinare 205 gigatonellate di carbonio, quando le foreste saranno cresciute. Dopo 40 o 100 anni, naturalmente, il tasso di crescita della cattura si appiattirebbe… Il gruppo ha anche creato uno strumento di pianificazione collegato alla mappa, aperto al pubblico.
Crowther ha studiato altre tecniche di cattura del carbonio che sono state molto discusse ultimamente, come la fertilizzazione oceanica (far crescere alghe per assorbire il carbonio) o la cattura diretta dall’aria (con macchine che estraggono CO2 dall’atmosfera), ma pensa che sarebbero molto più costose.
I benefici enormi oltre il sequestro del carbonio derivano dalla biodiversità, poiché forniscono cibo, medicine, acqua pulita e ogni sorta di beni per gli esseri umani, afferma.”
Bene amici, non pensate alla nostra Italia come noi la vediamo, ma quale sarà, preda dell’azione inarrestabile dell’avanzamento marino, che già teniamo a bada nel ferrarese e nel sibarita solo grazie alle idrovore, con dispendio energetico.
E allora non a caso ho scelto come immagine di copertina un decorso fluviale che potrebbe essere benissimo un nostro fiume. Il fai da te domestico, l’introduzione magari di piante adatte ad acque salmastre vicino ai litorali, non sarebbe una mossa vincente, anche per arginare il dissesto costiero? Certo, meglio iniziare a piantumare in previsione, come stanno facendo gli Statunitensi, deprecabili per tanti versi ma coscienti del pericolo incombente.
Capito? Ė la classica situazione del bere o affogare.
A livello cremasco qualche esperienza è già stata fatta da un privato latifondista, nei tratti paludosi delle morte dell’Adda. La privacy mi impone di non rivelare il nome senza autorizzazione. Fatto sta che mi precisò all’epoca (una ventina d’anni fa) che il suo intento non era la salvaguardia del clima, ma il rientro economico, per sovvenzioni che riceveva dalla comunità europea! Ora, direte, perché dovremmo piantumare noi quando Jair Bolsonaro sta procedendo alla deforestazione dell’Amazzonia con un incremento dell’80% sullo storico? Perché in attesa di un’intesa mondiale totale, della ribellione di tutti i popoli mandati arrosto e privati dell’aria, nella proposta c’è un’etica planetaria: noi occidentali siamo partiti prima ad inquinare, quindi è sacrosanto che partiamo per primi a correre ai ripari. Tardi, ma ci seguiranno, e intanto avremo accumulato know how, e le nostre coscienze avranno qualche patacca in meno. Siete stufi? Io faccio solo, come e con Silvestro, il mio dovere… e voi?
Commenti
Vedete un po’ cosa stanno facendo in Etiopia, altro che quel delinquente di Bolsonaro. Ho visto delle immagini in televisione ieri sera. Commoventi. https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&url=https://www.adnkronos.com/fatti/esteri/2019/07/30/etiopia-green-milioni-alberi-giorno_geGdfR22cwYAcPm57j2KCJ.html&ved=2ahUKEwiAlsbTn97jAhUH3aQKHebwC_kQ0PADMAN6BAgDEBI&usg=AOvVaw0diCEnABnX6WzY3cOAQJgn
Grazie Ivano di questa boccata di speranza. Tanti boschi nazionali faranno un’Amazonia.
Il termine delinquente non è sytato mai più appropriato. Tuttavia c’è anche un programma di difesa contro l’avvicinamento degli ultimi diciassette nuclei umani mai contattati dalla nostra civiltà, e che morirebbero nell’85% degli idividui di malattie occidentali. Violarlo vorebbe dire agire contro gli stessi “guardani” brasiliani. Questo per dire che anche in Brasile il popolo non è certo tutto col delinquente! Anche a loro brucerà presto il lato B, e chiederanno aiuto per riforestare.
Il tuo esempio è eclatante, ma l’ho visto, in propozioni minori certo, quando facevo il medico in Madagascar: la popolazione aveva capito lo spirito della riforestazione e constatato che era meglio avere uno stipendio dalle organizzazioni per riforestare che tagliare alberi per far cabone (unica fonte energetica dei povei praticamente nell’isola). Non ariveremo al risultato spettacolare proposto dal gruppo di studio, ma molto potremo dare, qui, a Crena anche.
Credo che prima di dare i voti al Brasile o all’Etiopia dovremmo guardaci in casa e capire chi è il vero “delinquente”. Noi europei siamo i primi consumatori di foreste al mondo!!! Lo dice la stessa UE nel rapporto “The impact of Ee consumption on deforestation”, consultabile in rete. In meno di vent’anni i consumi europei hanno causato l’abbattimento di foreste in varie parti del mondo per un’estensione pari ad almeno 9 milioni di ettari. Ad essere riconosciuti come i principali responsabili della deforestazione sono i prodotti alimentari. Mangiare di meno, mangiare tutti!
L’Europa importa prodotti derivanti dalla deforestazione in quantità superiore a quella prevista, nonostante il suo impegno verbale (a chiacchiere non ci batte nessuno) a ridurre il massacro tropicale del 50% entro il 2020. Ma non eravamo noi quelli che dovevano contribuire a contrastare i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità a livello mondiale? Programmi per i prossimi 5 anni? Boh!….
Adriano, bravo, poni anche la questione degli ultimi primitivi, che a contatto con la nostra civiltà si ammalerebbero e morirebbero. Tutte piaghe di un globalizzazione iniziata secoli fa anche da parte della Chiesa, che per evangelizzare contribuì alla scomparsa, effettuata tramite armi e Vangeli, di intere culture. Il globalismo ha origini antiche. Non è solo un fenomeno inventato dalle multinazionali. Pur ritenendolo irreversibile Bolsonaro sta agendo contro tutti e contro se stesso. Questa è l’arroganza del potere, effimero per se stessi, ma deleterio per l’umanità. Per questo mi ha colpito questa battaglia climatica iniziata proprio in Africa, continente depredato in tutti i modi, ma che rialza la testa per rimediare ai danni dei suoi carnefici. Dimostrando un senso morale e positivamente globale che l’Occidente ha perso.
Ha origini giudaico-cristiane, siam sempre lì, è un concetto distorto dell’Uno.
Presto, con le prime migliaia i morti, si allineeranno tutti, e sarà tardi, ma non troppo forse per ripartire, se sarà salvata la cultura. Limitiamo questo scempio, anche se servirà a fargli sbattere il naso contro!
Silvestro mi dice che non può fare a meno di inorgoglirsi nel vedere le sue peggiori previsioni avverarsi una ad una, e se ne vergogna, come atto di insano autocompiacimento, ma resta il fatto che non ne sbaglia una (non a caso è un matematico statistico profumatamente pagato oltreoceano per previsioni in campo medico).
Rita concordo, e come!, ma sempre Silvestro mi informa che la popolazione occidentale ha iniziato con decisione la curva demografica discendente e i paesi del medio oriente, con effetto domino discendente, seguono l’esempio, addirittura l’Iran che ha la paura perenne di dover nuovamente combattere e ha bisogno di uomini per gli scontri di terra (esistono ancora).
C’è speranza.
Quale cultura?
La popolazione occidentale avrà anche “iniziato con decisione la curva demografica discendente”, ma se ha intenzione di travasare l’Africa nei suoi confini siamo punto e a capo. Bisogna assolutamente “sfoltire” le zone più abitate (Europa in primis) e “riempire” quelle disabitate, altrimenti sarà difficile riuscire a cavarsela. Noi, comunque, non ci saremo ……
Dalle foto scattate dalla stazione spaziale ad opera el nostro astronauta Parmitano, confrontate con quelle di sei anni fa, risulta chiaramente che stanno crescendo le zone desertiche e si stanno sciogliendo i ghiacciai.
Un allarme da chi il nostro pianeta lo vede tutto intero e più volte al giorno.
Un allarme ancor più preoccupante perché gli effetti devastanti del riscaldamento climatico si verificano in tempi così ravvicinati.
Fate bene, Adriano e Silvestro, a insistere sull’urgenza di piantumare (con indicazioni anche di carattere locale: è sul nostro territorio che possiamo incidere).
Sono due anni infatti, quasi tre, che insisto anche su questo blog sulla necessità di sostituire gli alberi morti nel Parco Fiume Serio a ridosso della passerella, ma tutto tace. Sembrava che l’assessore Gramignoli venisse a fare un sopralluogo il giorno dopo, ma ancora non s’è visto. Confidiamo ormai nel 2020.
Per Rita: “Bisogna assolutamente “sfoltire” le zone più abitate (Europa in primis) e “riempire” quelle disabitate”.
Gli studi dicono il contrario: bisogna limitare la presenza umana a zone specifiche, reintrodure le riserve, ma umane, e il resto incontaminato, altrimenti non si genera l’equilibrio spontaneo. Comunque ogni albero è uno in più. CO2 a parte, consideriamo anche il potere disinquinante verso altri tossici di nostra invenzione.
Per Piero: se vogliamo salvare caritatevolmente le popolazini che vivono ai margini di queste zone è atto sano eticamente impedire la prolificazione. Invasione certo no ma una campagna culturale massiccia. Sono abili in Internet, pur pascendo capre, non dovrebbe essere difficile raggiungerli, in barba alle loro autorità.
Il futuro si chiama “Eurasia”, fratellone mio :
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-notizie_da_un_altro_pianeta_il_rimboschimento_di_cina_e_india/82_29796/
Bello Rita, che ventata i speranza!
Circa l’Eurasia e cavolo se mi piacerebbe! Ma come ci liberiamo del bestione e delle sue testate?
Alla turca? (non nel senso degli igienici, cioè mandarlo a …, ma di una graduale affiliazione est continentale). Epoca interessante, se non fosse tragica, e peccato che non vedrò come andrà a finire, ma mi basta un po’ di speranza per quelli a cui passo la staffetta.
Bellissima notizia dal link di Rita (notizia che arriva poi dalla NASA!): il “pollice verde” di Cina e India! Che possa controbilanciare la follia di Bolsonaro!
Mi viene da chiedermi, per via dell’EURASIA, maaaaa… .Putin lo sa?!?
Hanno tagliato il tiglio centenario presso il semaforo della coop facendo un vero scempio!!!!!!.
Ma allora sono recidivi !!!
In compenso gli alberelli piantati nel nuovo parcheggio “free” dietro il Park Hotel (solo dei folli possono piantare alberi a luglio, e che luglio!) stanno lentamente seccando. Qualcuno lo spiega, a questa gente, che non basta piantare alberi ma bisogna anche bagnarli?
Perché nella pianta organica del Comune non c’è posto per i giardinieri?
Non sarebbe da approfondire, ‘sta storia?
Anche nel rebelot-piazza Garibaldi stanno scavando buche per future aiuole, speriamo che non abbiano la brillante idea di piantare alberi in agosto per far vedere ai cittadini il “lavoro finito”. Una bella inaugurazione, saluti e baci.
….verrebbe da dire: ma gli alberi non votano!!!!
Putin, con la Siberia in fiamme, rifiuta gli aiuti americani per spegnerle. Bravo, questo sì che è sovranismo. A ognuno i suoi spegnimenti.
Del resto ha fatto benissimo a rifiutare gli aiuti di quei pedo-satanisti. Non è che han letto gli interventi di Remagnino e Cadè?
Continuo a ripetermi, lo so, ma lo ridico.
Hai sbagliato piazza, Ivano, tu sei uno da Facebook.
Sta un po’ a vedere che lo scandalo pedofilia Epstein/Bibbiano dipende da Cadè e Remagnino. Noi c’eravamo? C’è scritto su qualche giornaletto della serva? Tipica baggianata in stile Repubblica/Espresso anche il presunto rifiuto di Putin a Trump. Cito la notizia dell’Ansa perché tutti gli altri pescano da lì, ma in rete ci sono articoli a iosa: “Donald Trump ha telefonato a Vladimir Putin e “ha offerto aiuto alla Russia nel contrastare gli incendi nelle foreste della Siberia”: lo riferisce l’ufficio stampa del Cremlino. Il presidente russo – sottolinea il Cremlino – considera “questo passo da parte del presidente americano” un segno del fatto che è “possibile ripristinare totalmente le relazioni” tra Russia e Usa “in futuro”.
Se il Pensiero Sinistro è cretino, Putin sicuramente non lo è.
E qui, devo dare ragione al mio amico B.C.
https://www.marcelloveneziani.com/articoli/cretini-o-delinquenti/
Ragazzi, ma che livello di capacità di comprensione! Lascio, trasloco davvero su fb. Almeno là non fanno finta di essere degli intellettuali. Scrivono cazzate e basta, senza bisigno di aura.
TESTUALE :
“Putin, con la Siberia in fiamme, rifiuta gli aiuti americani per spegnerle. Bravo, questo sì che è sovranismo. A ognuno i suoi spegnimenti.” Balla numero uno.
“Del resto ha fatto benissimo a rifiutare gli aiuti di quei pedo-satanisti. Non è che han letto gli interventi di Remagnino e Cadè?” Seconda balla: chi ha detto che gli americani sono pedo-satanisti? L’articolo non faceva puntuali nomi e cognomi?
C’è bisogno anche di capacità di comprensione?
Nomi e cognomi, con tanto di prove. Seguono denunce. Quanto a “tutti” vedo che la tua capacità di comprensione diminuisce ad ogni riga.
Non ho capito se con tanta foga stai difendendo Epstein, che probabilmente e’ un tuo caro amico, oppure i ricchissimi pedofili americani ai quali il finanziere procacciava le vittime. Ad ogni modo, qui si parla di alberi e di foreste, “Angeli e Demoni” e’ da un’altra parte, e fino a prova contraria l’idea di proporre l’argomento e’ stata tua.
La Cina, se la guardiamo senza pre-giudizi, ha molto da insegnarci, anche nel suo perseguire con determinazione la strada delle energie rinnovabili: il cielo di Pechino – mi dicono amici che ci sono appena andati per la seconda volta) – è tutt’altro rispetto a quello di solo alcuni anni fa.
Non solo la Cina è la prima nell’esportare impianti (pannelli solari…), ma punta a diventare la punta di diamante nel mondo nell’ambito delle rinnovabili.
La penso anch’io così. Giusto ieri parlavo con amici di ritorno da un viaggio in Russia, un paese che a distanza di qualche anno hanno trovato ordinato e organizzato, moderno e tecnologico, praticamente irriconoscibile.
E’ l’Europa, purtroppo, che arretra. Stiamo pagando il conto di vent’anni di politiche sbagliate in tutti i campi. E invece di lavorare, a Bruxelles sono ancora lì a dividersi le poltrone … che vecchiaia ingloriosa … ma forse ce la siamo meritata.
Maria, mia moglie per i meno vicini, ci va in ottobre, ma non come inviato speciale! Comunque mi riferirà
Anch’io ho appena parlato con una conoscente appena tornata da Mosca, che ha trovato completamente militarizzata. Sono quattro alberi che qualificano un regime?
O la tecnologia o strade pulite? Quando poi esci dalle vie del lusso e subito dietro l’angolo c’è la miseria? Si sa che in Russia, tra oligarchi e plutocrati la sperequazione è altissima. È proprio vero che si vede quel che si vuol vedere. E lasciamo stare la libertà di stampa e di tutto il resto, quando gli oppositori del regime putiniano neanche possono candidarsi alle elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale, con più di mille arresti. Buona giornata a tutti, anche a quelli che leggono con condivisione gli interventi di Rita. 😉😉😉
Su ragazzi, evitiamo i personalismi!
Comunque fra i tanti regimi autoritari almeno quello cinese affronta il problema climatico, e parliamo di quello, non di politica planetaria. In una pagina politica parleremo di quella!
Vedendo le immagini di Milano ho pensato che forse nella piantumazione con specie a basso fusto può esservi uno sguardo al futuro per la sicurezza del cittadino, contro i bernoccoli se non contro le onde e.m. Premesso che sono dell’opinione che se un cittadino gira per strada se ne assume le responsabilità, (ridicola la pletora di denunce al Comune per danni subiti passeggiando), dicevo, fatta la premessa le immagini di alberoni tranciati o sradicati a Bergamo e Milano fanno riflettere. Certo, questa non è solo la conseguenza dell’età e fusto degli alberi, ma anche di una cattiva piantumazione: gli alberi non devono essere solitari, ma in colonia, meglio plurispecie, in modo che nella tempesta possano sostenersi a vicenda. La piantumazione su due lati della strada è un errore botanico: meglio un solo lato e in trincea, non in aiuola, per aumentare la superficie drenante e consentire l’espansione radicale. Sulla superficie drenante andrebbe aperto poi un altro capitolo: gli asfalti a drenaggio totale esistono, con i miei occhi ho visto a Sorrento una vasca cittadina che raccoglie l’acqua da ripompare direttamente dal marciapiede. Costa, ma almeno nelle zone alberate ci vorrebbe.
Notoriamente ognuno partendo porta in valigia se stesso e i suoi pre-giudizi. Anche per me Roma e Napoli sono realta’ da vomito, per tutta una serie di motivi che non sto a dire, mentre qualcuno che conosco, anche amici, le considera “meravigliose”. Probabilmente la stragrande maggioranza di chi legge non starebbe neppure un giorno in Paesi cosiddetti sottosviluppati dove invece io ho vissuto benissimo. Tutto e’ relativo, per fortuna, altrimenti staremmo tutti quanti nella stessa citta’. Un incubo.
P.S.: Ora che mi ricordo, gli ultimi in ordine di apparizione (ieri sera) che sono tornati entusiasti dalla Russia, tra le altre cose, sono una coppia gay. Devono essersi sentiti un gran tanto discriminati dal “regime” dei diabolici oligarchi.
Mi colpisce molto il fatto che Russia e Cina possano dare a noi europei lezioni di ecologia e intendano porsi come modello di sviluppo sostenibile in base a quanto sinora accaduto nei loro territori.
Sono però sempre disponibile a rivedere le mie opinioni, ovviamente sulla scorta di elementi un poco più solidi di qualche racconto di viaggio, che tra l’altro farebbe venire in mente un vecchio film con Peppone e don Camillo che vanno in Russia.
Lo stesso direi degli Stati Uniti.
Per non parlare di altre aree del globo in cui da secoli l’ecosistema viene devastato, salvo poi rifarsi un’improvvisa verginità ambientale all’ultima ora. E qui, verrebbe in mente la storiella della ragazza che deve fare la prima comunione.
Ma volere, a tutti i costi, dar contro all’Europa e agli europei, persino in contesti del genere, è ormai prassi corrente.
Quanto invece agli alberi, è nelle città che dovrebbero soprattutto crearsi masse boscate e aree a verde, proprio per compensare in loco i fabbisogni rigenerativi causati dagli assembramenti inquinanti. Le possibilità ci sono sempre, basterebbe fare sul serio invece che limitarsi ogni qualche anno alla propaganda pre-elettorale. Ovviamente, ben vengano le piantumazioni arboree anche fuori dalle mura, ci mancherebbe. Ma, sia in città che fuori, è inutile agire senza le dovute competenze specifiche per poi lamentarsi dei rischi derivati dagli alberi. Bisognerebbe sempre chiedersi il perché di certe situazioni, imparare dagli errori e agire poi correttamente. Ma è un discorso già fatto mille volte. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Forse Pietro, non hai aperto il link postato :
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-notizie_da_un_altro_pianeta_il_rimboschimento_di_cina_e_india/82_29796/
La rivista “Nature” ha postato i dati commentati. Il continente “Cindia” non vuole proprio dare lezioni a nessuno e la Russia è stata nominata sono riguardo ai incendi in Alaska.
Noi italiani, invece, continuiamo a dar fuoco alle nostre quattro piante striminzite. E’ da quando sono nata che vedo ardere i monti. Propongo l’ergastolo senza sconti di pena per i piromani. E poi vorrei tanto conoscere quello che ha scritto la legge sui rimboschimenti post-fuochi appiccati.
http://www.ansa.it/sicilia/notizie/2019/08/03/incendi-roghi-alle-porte-di-palermo_2c3a7552-135b-4cb5-b2fe-7b546139ef73.html
Rita, sugli italiani delinquenti piromani, sono con te senza riserve. Penso comunque che certi criminali non abitino solo a casa nostra, come i fatti di tutto il mondo suggerirebbero.
Penso che Cina e India abbiano tante di quelle cose da rimediare in casa loro da dover aspettare ancora un bel po’ prima di diventare esempi di sviluppo sostenibile e green economy. Ovviamente, Nature fa bene a informarci che stanno rallentando i loro micidiali, secolari scempi ambientali. Bravi, era ora. Però vediamo come va davvero nei prossimi anni. E con l’eventuale firma di determinati trattati, oltre che con la loro successiva applicazione concreta.
Amici, ribadisco quanto affermato: se un’etica planetaria esiste chi prima ha iniziato il perverso stile suicida è giusto che prima inizi a rimediare, e indubbiamente la civiltà industriale l’abbiamo donata noi al mondo.
La Cina non conta solo per quel che fa, ma in quel che insegna, avendo il potere lo stato di formattare i suoi cittadini. Questi porteranno “il verbo ecologico” in giro nella loro espansione. E non mi si risponda che sono ecorispettosi solo a casa loro e distruttori nelle “colonie economiche”. Quelli erano i Francesi!
Pietro che li si riesca a legare con un trattato, loro e gli U.S., prematuro, anche perché è gente senza parola d’onore, quindi sarebbe inutile. Capiscono solo la fisica bruta del soffocamento, ma sono importanti proprio perché, con modalità diverse, non conoscono la democrazia. Noi abbiamo quest’orpello decisionale, ma tanto siamo tutti convinti, e allora muoviamoci. Se riprendessimo il progetto del boschetto Cemascolta?
Se non vi annoio, dopo un salto ancora nei paesi più a nord, vi propongo un’altra silvestrata, per sfatare un altro mito comune, visto che si cita “Nature”
Adriano sto ‘ leggendo 2052 un po’ vecchiotto è del 2013 ma molto interessante.Forse gia’ l’hai letto
caramente aldo