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FRANCESCO TORRISI

W il primo Maggio 2019

W il primo Maggio 2019

….riceviamo da Francesco Lena e di buon grado pubblichiamo:

W il primo Maggio festa dei lavoratori e del mondo del lavoro, in questa occasione voglio ricordare a chi ci governa , che i cittadini non vogliono assistenzialismo, ma vogliono un mondo pieno di opportunità di lavoro per tutti.

W il primo Maggio di libertà, di pace e vita, no alle armi e alle guerre, prendiamo l’impegno per svuotare gli arsenali che sono pieni di strumenti di morte, riempiamo i granai  e costruiamo strumenti di vita, dove ci sia pane e nutrimento per tutti i cittadini del mondo.

W il primo Maggio pieno di diritti  doveri e di  valori umani, no all’indifferenza, dobbiamo far crescere in ognuno di noi la coscienza e responsabilità, per abbattere i muri mentali e materiali, aprirsi e aprire porte, porti, per costruire ponti verso i migranti, verso l’altro, per aiutarli, salvarli, ospitarli e integrarli.

W il primo Maggio giorno bello di democrazia, di gioia, ma anche di riflessione e impegno e responsabilità verso l’ambiente e le bellezze della natura, è urgente che tutti insieme con grande volontà mettersi, a fare qualcosa con tenacia a rispettarla, costudirla e salvarla.

W il primo Maggio di trasparenza e di impegno, per combattere le mafie, il malaffare, la corruzione, il lavoro sommerso, qui ci vuole veramente un grande impegno per costruire una cultura e una società trasparente, sincera e onesta.

W il primo Maggio di una bella festa, ma anche di un impegno costante per costruire una società più giusta, migliore, per far si che l’Italia, l’Europa e il mondo, diventino un giardino, di bellezze e di buone opportunità, di lavoro, di cultura, di arte, di uguaglianza, di giustizia sociale. Un giardino pieno di valori veri per la vita, quelli che ci aiutano a convivere bene e serenamente insieme, nell’amore e nella pace.

W il primo Maggio, w i lavoratori, w il mondo del lavoro, w l’unità sindacale, w l’amore, w la vita, w la pace.

Francesco Lena

FRANCESCO TORRISI

30 Apr 2019 in Società

9 commenti

Commenti

  • Un inno ai valori più belli della nostra tradizione umanistico-cristiani che sono racchiusi nella nostra Costituzione (una delle più avanzate del mondo dal punto di vista dei diritti sociali).
    Valori che dovremmo condividere tutti, a prescindere dalle collocazioni politiche, ma invece è su questi, in concreto (se non sui principi) che siamo divisi non solo in Italia, ma un po’ in tutto il mondo.
    Una divisione che nasce dalle paure, dalla insicurezza, dal senso di precarietà che caratterizzano il nostro tempo in seguito ai cicloni che ci sono piovuti addosso negli ultimi trent’anni.

  • Michela Murgia questa mattina racconta che al suo paese sotto il nome del defunto compariva anche la professione. Tradizione ormai scomparsa da un bel po’, e haime’ anche il primo articolo della nostra Costituzione in una sua parte. Speriamo non sparisca anche l’altra.

    • Non vedo la necessità di andare a tirare in ballo i manifesti funebri (spariti nelle grandi città da tempo immemorabile), quando fu proprio una legge dello Stato (la 127/1997) a decidere l’omissione della professione e dello stato civile sui documenti d’identità in quanto dati “inutili ai fini identificativi”. Ecco perché poi ci si disgusta della retorica, fanno bene i giovani a infischiarsene.

  • Noi vecchi questo articolo abbiamo cercato di tenerlo vivo: lavoro e democrazia. E i giovani rimpiangeranno questi tempi. Altro che retorica.

    • Difatti il 1 maggio e’ la festa dei vecchi. In bar, ristoranti, servizi, supermercati, eccetera, i giovani oggi lavorano come sempre per un pugno di riso e zero garanzie. Dov’erano i sindacati mentre la globalizzazione avanzava? E le cosiddette “sinistre”. A godersi i loro privilegi, probabilmente.

  • Rita, non preoccuparti. Le destre che avanzano rimetteranno a posto le cose. Lavoro per tutti, diritti per tutti e finalmente un bel calcio nel culo ai sindacati che non avranno più ragione di esistere. A cosa servono in un paese dove è stata abolita la povertà e i poveri potranno fare i turisti per sempre? Il prossimo anno saranno loro a scendere in piazza per festeggiare tutte le promesse mantenute da questo Governo e soprattutto “il 1° maggio, festa dei non lavoratori”, seduti sul divano ad aspettare la chiamata dei navigator, che quelli sì che lavoreranno.

    • Guarda che sono stati i lavoratori a dare un calcio nel culo ai sindacati, non le famigerate destre, lo sanno anche i sassi. Oltre il 50% degli iscritti sono pensionati che si servono dei patronati per denunce dei redditi e pratiche assistenziali, non ci fosse questo cavillo burocratico non avrebbero neppure quelli.

      I sindacati erano assenti quando c’era da fermare l’avanzata devastante del globalismo, ce lo ricordiamo tutti molto, molto bene. Godono di stipendi e pensioni d’oro (che si sono aumentati giusto l’anno scorso del 30%), tutti gli anni triturano agli italiani gli attributi organizzando una kermesse canora che nessuno guarda (6,8 di share) e grava sulle casse dello Stato per oltre 250mila euro. Non conoscono nessun povero a cui dare quei soldi?

  • Un diritto il lavoro, ma se non si creano le condizioni, tale diritto rimane sulla carta (il 30% di disoccupazione giovanile è un livello preoccupante).
    Che fa il governo del cambiamento per cambiare la situazione?
    Non nego che tra le sue intenzioni ci sia anche una crescita di opportunità di lavoro (sia con quota 100 – vedi soprattutto i posti lasciati liberi nella Pubblica Amministrazione – che con il reddito di cittadinanza che ha l’ambizione di creare lavoro, oltre che di proteggere chi oggi non è protetto).
    Auguro al governo di avere pensato a delle ricette “efficaci”, ma forse non è un caso che tutti gli osservatori economici e tutti gli economisti (lo stesso Paolo Savona, prima osannato e poi silurato perché non ubbidiente ai Diktat di Salvini e Di Maio) ritengano che la strada maestra non sia quella di “distribuire ricchezza” (dipendendo sempre più dai mercati finanziari), ma quella di investimenti pubblici in infrastrutture – sono queste che “creano lavoro” e quindi “distribuisce ricchezza”.

  • Giusto chiedersi “cosa fa” questo Governo (che pur si regge su un precario equilibrio tra due formazioni politiche che avevano quasi nulla in comune!) ma drammatico chiedersi “cosa e perchè non fa” la sinistra, che del lavoro e dei lavoratori dovrebba essere paladina!
    Che totale mancanza di strategia, di progettualità, di prospettiva politica!
    Siamo al punto di aspettare il verbo da Dalema, che “in mezzo a tutta sta ignoranza” (cfr E Jannacci) almeno è uno che di politica ne sa, e sa inquadrare la situazione con lucidità.

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