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ADRIANO TANGO

… e Crema con l’impermeabile

E già! In Cina si rivoluziona l’urbanistica, creando le città spugna, e L’Ospedale ha messo il cappottino in pannelli di sughero, ma non è che un adattamento stilistico stagionale alla tendenza dominante di gestione urbanistica degli ultimi decenni: a prova di goccia d’acqua, la città in impermeabile. E tutto ciò si sarebbe potuto anche accettare, in omaggio a una presunta modernizzazione, salvo il fatto che siamo prossimi a una catastrofe idrica mai vista storicamente nella valle del Po. La siccità che stiamo vivendo per il terzo anno non ne è che un assaggio. Ma possiamo tuttavia mitigare gli effetti distruttivi degli improvvisi eccessi di piovosità e siccità prolungata.  Infatti la media può anche dare un bilancio neutro, rendendo meno minacciose le piene. E non trovo migliore occasione della giornata mondiale del clima per lanciare un richiamo al realismo della catastrofe, perché, mentre i ragazzi, le vittime sacrificali all’energia fossile, iniziano, ma spero sia solo un inizio, ad attivarsi, i colpevoli, i nonni, se la dormono, o fanno i negazionisti per vigliaccheria.

Ma andiamo con ordine: perché ho riportato una scansione della prestigiosa rivista “Le scienze” in “copertina”? Tanto per incominciare perché non tutti accetterebbero le mie opinioni sulla fiducia, così metto le mani avanti: è uno dei maggiori urbanisti cinesi, l’architetto Yu-Konjian a mostrarci cosa ha già fatto in Cina, in 250 città, ma con progetti anche in Russia e, sorpresa, anche negli Stati Uniti, in barba al biondone (che fa rima con… ma la barba non ce l’ha). Il principio base del suo lavoro è quello di non osteggiare l’acqua,ma anzi accoglierla ampliando in più punti l’alveo dei fiumi, favorire l’assorbimento da parte del terreno abolendo la cementificazione dell’alveo e disseminando lungo il corso, parallelamente, profonde buche nel terreno. Laghetti e golene fanno da “volani” per assorbire i picchi. Con questo sistema l’acqua viene anche depurata: il parco di Shanghai già filtra fino a 2400 metri cubi d’acqua al giorno!

E noi? Non solo la superficie del terreno drenante è del tutto insufficiente, il canale Vacchelli è cementificato, ma anche quando piove l’acqua la incanaliamo direttamente nelle fogne! Ed è un bel po’ che si costruisce così, ma, orrore, grandi nuove superfici non drenanti, come il parcheggio bipiano Ipercoop, o ristrutturazioni in edilizia privata, perpetuano l’errore del ribrezzo per l’acqua.

E pensare che tutto quanto serve Crema ce l’aveva già. Per toccar con mano basta aver seguito le belle lezioni del prof Valerio Ferrari sul sistema di canali originali e gole

ne, o rintracciare le vecchie piante della città.

 

Crema non sarà più una città d’acqua come ai tempi del sodalizio con Venezia, ma, se si invertirà la tendenza, se i suoi cittadini faranno le giuste pressioni in tal senso, potrà averne abbastanza per mantenere in vita i suoi viali alberati e giardini, potrà contribuire al mantenimento della grande cultura del ciclo mais –foraggio – zootecnia, di cui già si paventa il termine. Io ci riprovo, ma in passate occasioni son solo stato preso per un menagramo. E quel che è peggio anche agli imprenditori agricoli è sembrato che farneticassi.

Fermar la macchina in corsa è più arduo che programmarne la velocità alla partenza, ma abbiamo il vantaggio, almeno qui, che si tratterebbe di un ripristino urbanistico e ambientale con un occhio ai vecchi saperi, magari detombizzando e rifacendo l’alveo a qualche canale, sfruttando zone “morte” ex industriali per i bacini, nutrendo in poche parole la nostra falda con ogni mezzo, per poter riprendere la preziosa acqua quando serve. E, particolare non trascurabile, aggiungendo un ulteriore tocco di classe alla città. Ma conta il nostro parere? Come dire conta Cremascolta! Far cultura è la premessa per le scelte di chi ci governa, in un’epoca in cui anni fa qualcuno aveva azzardato, per poi rimangiarsi tutto, una tombizzazione delle acque lungo il Marzale! Il momento e troppo grave per obiettare “e le macchine poi dove le mettiamo?”.

ADRIANO TANGO

15 Mar 2019 in Senza categoria

4 commenti

Commenti

  • Che il global strike for future di oggi, che ha mobilitato centinaia di migliaia di studenti (e non solo) di tutto il mondo (anche alcune centinaia anche a Crema), Adriano, sia di buon auspicio.

    Gli slogan delle manifestazioni di sicuro servono a sensibilizzare, ma poi, occorre rimboccarsi le maniche e… studiare come hai fatto tu altre esperienze d’avanguardia (non solo in Cina, ma anche in Israele).

    Studiare, studiare, studiare se poi si vogliono fare proposte realistiche.

    • Yu-Konjian certo Piero, ma anche rapidarmente parlarne, far massa d’opinione. Il problema che Yu-Konjian sta incontrando è proprio l’opposto: ha avuto mandato governativo di agire, ma la gente spesso non gradisce tutta quest’acqua a vista. Lo chiama il problema ei piedi grandi: i Cinesi sono stati educati nel gusto a considerare i piccoli piedi femminili gradevoli, ma non servono quasi a camminae! Ora servono grandi piei, che funzionaino, dice, poi piaceranno. Ma noni non siamo disciplinati comei cinesi, senza un sentito popolare che poi si trasmetta tecnicamente ai corsi di istruzione, Università, maestranze, non si va da nessuna parte! E il tempo è agli sgoccioli.

  • E sta partendo con suono di cembali e tamburi la riqualificazione dell’area park dietro al “Park Hotel”. Era certo necessario, bene, ma…… come viene pavimentata? Una bella asfaltata e ….tutto in fogna? Perlamordiddio noooooo!!!!!
    Pavimentazione filtrante e pendenze in modo da convogliare l’eventuale eccezionale “troppo pieno” nel vicino fiume!
    MESSAGE RECEIVED?!? Assessore bello!

  • Si può fare di più, sempre che piova: un canale parallelo con buche di filtraggio per recuperare l’acqua in eccesso quando se una divinità pluvia vorrà. Quest’anno rischia di essere il primo senza mais. Paura! E pensare che nel capitolo sul futuro dell’uomo padano che è nell’ultimo volume del GAC prevedevo tutto ciò e davo anche soluzioni per la ricon versione agraria, non miei, frutto di ricerca. Ma, coltivatori in testa, mi avranno preso per matto o menagramo, anzi, qualcuno a noi vicino l’ha detto esplicitamente!

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