«Entro l’anno approveremo la legge che impone lo stop nei fine settimana e nei festivi ai centri commerciali. L’orario liberalizzato dal governo Monti sta distruggendo le famiglie italiane. Bisogna ricominciare a disciplinare aperture e chiusure». Affermazione perentoria di Di Maio a Bari per la “fiera del levante”. Ma a un certo punto salta fuori, e non mi chiedete l’occasione e il mezzo di diffusione, vado a memoria, che non potrebbe bastare l’austerità domenicale, ci vuole anche una limitazione del sabato! Se non fossero cose che incidono sulle nostre vite direi, archiviamo nel capitolo delle bizzarrie! E quale sarebbe il motivo? Salvaguardare le famiglie, che si starebbero disgregando a causa del consumismo e i lavoratori alienati.
Ora, ci sono due aspetti da valutare: uno la radice di questo ragionamento, l’altro la possibilità di un riscontro obiettivo di verità (non si può mai sapere!)
La radice: beh, non è certo nella nostra cultura, ma va ricercata nel divieto lavorativo ebraico (con tutto il rispetto), il ben noto Shabatt, da dedicare alla preghiera e alla rotazione dei pollici, se le preghiere son finite. E chi sa che Di Maio non arrivi a proporci, dopo il fermo settimanale, anche quello cinquantenale: l’anno sabatico! Intendiamoci, sotto la maschera della religione al tempo l’astensione dal lavoro dei campi per un anno serviva per una loro rigenerazione biologica, ma i supermercati non si rigenerano, al massimo degenerano! Tutto ciò, a partire dal Verbo di Cristo stesso e passando per l’organizzazione del lavoro agricolo, artigianale, commerciale, è totalmente estraneo alla nostra cultura! Avete mai visto un contadino fermarsi la domenica, dico, in qualsiasi secolo? O un commerciante rinunciare ai mercatini rionali domenicali, alle sagre, che perfettamente coniugano sacro e profano, e così via.
Secondo aspetto: la nobile finalità di salvaguardia di famiglia e lavoratori. Ma Di Maio, queste famiglie dedite di Domenica alla preghiera e ad espressioni di affetti reciproci, ma dove l’ha viste, con la macchina del tempo? Non certo nella Napoli di questo secolo: ci ho abitato per quindici anni e di idilliaco domenicale non ricordo proprio niente, anzi, se il tempo era bello e le finestre aperte prevalevano arrivavano insulti urlati, minacciose imprecazioni, pianto di bambini angosciati dalla lite genitoriale, e per le strade ancora più litigi fra automobilisti, perché nella frenesia del divertimento festivo a tutti i costi l’educazione e l’autocontrollo raggiungono i minimi. E le cronache del lunedì riportavano anche di botte e accoltellamenti. E Milano o Crema non fanno differenza. Certo, conosco anche rare eccezioni, pezzi di archivio vivente. E poi, i miei nipoti, li vogliamo far morire di fame? «No Papà, lo sai che non possiamo vederci di Domenica! Mia moglie è di rientro da Amburgo, io da Palermo, e se non ripuliamo la casa e non riempiamo il frigo come viviamo per la prossima settimana?» Questa è una realtà della mia famiglia, un po’ estrema ma non rara. L’uso del più rilassato acquisto domenicale, anche molto sociale, ricco di incontri e pacate discussioni, ha ormai attecchito con la naturalezza dell’ovvia esigenza dell’essere umano. La tutela dei lavoratori? A parte che i sindacati, quelli che ne hanno la tutela, non stanno con Di Maio, ma nemmeno io con loro! Penso che la tutela dei lavori stia nella compartecipazione aziendale e nella libera scelta dei ritmi lavorativi (nei limiti di una dignitosa produttività), non in un giorno di catalessi imposto. Intendiamoci, la filosofia del lavoro di alcune aziende statunitensi contempla anche non l’anno, ma le tre settimane sabatiche pagate obbligatorie ogni cinque anni, non è che Di Maio si stia inventando tutto, solo che io credo di più nel sistema google: due ore da passare sul luogo di lavoro senza incombenze precise, e questi lavoratori esclusi ritmi continuativi sono quelli che partoriscono le idee più innovative, autogratificandosi così e rendendo alla collettività.
E ora stemperiamo, perché il buon Luigi, non fa un “macchine indietro tutta”, ma dal 10 settembre “mitiga”: turnazione con 25% dei negozi aperti. Che sia passato qualcuno a convincerlo con le buone maniere, di quelle col manico, e molto nodose? Non te la prendere caro Di Maio, in fin dei conti ti ho anche votato (io credo nel voto palese e nella limitazione di campo della privacy, lo sapete), ma questo non vuol dire che non ti abbia fatto le pulci anche sulla sanità (30-7) o sul redito universale (6.8). Le idee ci sono, ma controlla le esperienze già percorse da altri paesi prima di metter in piedi, tu solo, i più grandi esperimenti sociali del mondo e della storia, e, secondo, ricordati le tue radici, perché sono queste, quelle novità che potevano salvaguardare i miei nipoti, che hanno guidato la mia scelta, non il Dimaiesimo. E, Sig.ra Rita, mi scusi se mi impiccio a volte di temi che sono di tua eccellente pertinenza!
Commenti
…..Adriano mi ha assai intrigato quel “…. sistema google: due ore da passare sul luogo di lavoro senza incombenze precise, e questi lavoratori esclusi ritmi continuativi sono quelli che partoriscono le idee più innovative, autogratificandosi così e rendendo alla collettività……”
E’ un “neosocialismoapplicato” che mi piace!
Come dire? …..pragmaticamente rivoluzionario?
Fratello Capo
e qui casca l’asino, che sono io, (mica solo Cavallo Pazzo come tu mi chiami, proprio con le orecchie lunghe)! Perché non sono in grado di rintracciarti la citazione. Dovrebbe venire da una delle mie ricerche sull’uomo nuovo, forse da quelle sui farmaci stimolanti leciti (in Farmacia) che questi dipendenti prendono nei tempi dedicati all’inventiva. Fatto sta che i risultati arrivano, e come! Del resto, non siamo a quei livelli, ma Steve Jobs guardava con aria di sufficienza i non utilizzatori di LSD. E sì, il vecchio caffè triplo con aggiunta di aspirina e altri intrugli vari dei nostri esami di maturità sono del tutto superati! Nel tema poi della partecipazione, bisogna vedere mamma google come si regola con i brillanti ingegni!
In Italia vale la legge della rinuncia alla paternità ideologica per i dipendenti assunti. Casi a me vicini, di professionisti che hanno partorito un sistemi rivoluzionari, non posso dire di che tipo, si son visti liquidare con un piccolo aumento di stipendio, e la promessa di rinuncia a ogni contestazione sulla paternità, e questo è terribile, perché entrambi gi “inventori” non disponevano delle famigerate due ore! Non solo: merito di gruppo = merito di ditta, senza traccia in curriculum! Tu mi capisci fra le righe, vero?
Ma torniamo a noi: altro che riposo coatto per andare in Chiesa, ma premio speciale per chi si porta la ditta anche a letto con la moglie!
Io, Adriano, mi auguro che Di Maio cresca: è giovane, si è trovato improvvisamente su un palcoscenico non solo italiano, ma internazionale, vuole mantenere viva l’anima rivoluzionaria del suo movimento (e non è un caso che spesso e volentieri non parli tanto come ministro agli italiani, ma come capo-popolo).
E’ bravissimo come leader, ma fare il vice-premier comporta ben altro: meno propaganda, meno campagna elettorale permanente, più responsabilità, più attenzione a quanto dice la scienza (quella dei vaccini è stata di sicuro la scivolata più clamorosa: contro gli scienziati, contro i dirigenti scolastici, contro i pediatri, contro… il buon senso), più attenzione ai “risultati” nel tempo delle scelte di governo (non basta strappare l’applauso dai suoi fans).
E quello che gli ho risposto in stile lettera aperta: certe cose sono discusse nel mondo e trovano dei compromessi, tutte quelle che proponi, ma proprio tutte! Esempio: il reddito universale, preferisco chiamarlo così: fuziona! Ma l’esperimento più vasto è stato il Kenia, con una donazione, su 22.000 abitanti. E il resto è in sintonia. Anche questa storia delle boteghe chiuse in realtà è una ripicca antieuropeista. Cala di quota, e ti approvermo, non ci butttare nel baratro, perché una volta ti avremmo arso, ora… manco Formigoni…
Sì, maturerà, ma ho l’impressione che ci siano un angioletto munito di randello nodoso e un diavoletto armato di peperoncino a governarne gli istinti applicativi governativi. Occhio ad essere pronti a ribellarci, se esagera. E L’HO VOTATO !!!!!!!!!!!!!!! Ma pensavo alle radici storiche, ho ascoltato amici e parenti, lo ammetto, non mi immaginavo il Dimaismo!
Qualunque cosa si pensi dei libri sacri, caro Adriano, credo che le esternazioni soteriche rivolte dal Messia Di Maio al suo Popolo, da lui guidato verso la Terra Promessa del Fancazzismo retribuito, abbiano ben poco a che vedere con la Torah, il Talmud, il Vangelo e il Corano. Ciò vale anche per questa ennesima corbelleria demagogica contro i pretesi Sfruttatori del Popolo appartenenti ai Poteri Occulti della grande distribuzione, attualmente esecrati come Perfidi Persecutori dell’intimità familiare domenicale. È l’ennesima sparata ascrivibile a ben altri repertori, di inequivocabile ascendenza ideologica. Altro che giallo. Profondo rosso. Solo che all’inizio il velleitarismo e il pressapochismo grillini, applicati a tale cromatismo, avevano tratto in inganno. Marx inorridirebbe, Lenin monterebbe su tutte le furie, Gramsci si chiuderebbe nel sacco e si bastonerebbe da solo, pur di non assistere a questo scempio grillino del rosso politico. Che comunque, per quanto balordissimo, rosso rimane. E visto che nemmeno quegli altri riescono più a fingere sul colore blu, oggi saranno contenti i milanisti.
Parlare di Dimaiesimo, caro Presidente, presuppone già un pensiero, delle sinapsi neuronali. Invece molti italiani devono oggi affrontare la Di Maieutica, visto che, faticando talvolta a riconoscere dall’afrore demagogico le suddette ascendenze ideologiche, le difficoltà di interpretazione di certe esternazioni messianiche appaiono notevoli. La Scienza Di Maieutica, che tenta faticosamente di interpretare anche questo spartachismo delle chiusure domenicali, sta facendo passi da gigante. Ma non riesce a sviluppare una sua Ontologia. Infatti, dietro un’abbondante Fenomenologia, ricchissima di masaniellate come questa, non si trova il Noumeno.
concordo in tutto.
Grazie, Adriano. Il tema da te molto opportunamente proposto si presta naturalmente a commenti un po’ più nel merito e di maggior pertinenza specifica rispetto al mio di ieri, più che altro riferito più agli autori politici che ai contenuti effettivi. Si tratta di una materia molto interessante, che può stimolare diverse osservazioni e considerazioni.
Pietro, geniale. Tutta la mia invidia, come scrittore, ma soprattutto come pensatore.
O anche il contrario!
E ovviamente anche con Ivano concordo. Uno psichiata saprebbe dirmi quel giorno delle Urne che mi è preso! Ma lo so: un tramite di familiarità streta!
Caro Ivano, ti ringrazio molto per quanto dici.
Il tuo apprezzamento mi risulta ancora più gradito in quanto so che ci sono fatti ed elementi sui quali abbiamo opinioni politiche diverse e probabilmente alle spalle differenti esperienze politiche.
Credo che uno dei meriti di CremAscolta sia anche quello di consentire momenti di “incontro ragionato” a certi crocevia su cui passano i percorsi di pensiero di chi partecipa.
….dovendo scegliere tra la “scienza dimaiutica” ed il “verbo salvinifico” in effetti mi troverei in grande imbarazzo.
Ma questo e proprio non altro passa il convento nel corrente ’18!
E c’è solo da sperare che, tutto sommato ….. reggano, chè se per disavventura si arrivasse a elezioni anticipate potrebbe non esserci limite al peggio.
Mala tempora currunt, e parecchium!
Ma Sister Rita, che è del mestiere, non ha da bacchettarmi? Se non altro per improvvisazione e dielttantisno!
La questione delle “domeniche chiuse” per i negozi è ovviamente demagogica. Non si capisce perché dovrebbero risentire dell’assenza al pranzo della domenica del padre/madre solo i figli dei commercianti e non di tutti gli altri lavoratori che turnano abitualmente: poliziotti, medici, infermieri, baristi, custodi di fabbriche e discariche di rifiuti, taxisti, operatori museali, bagnini, volontari a vario titolo e via dicendo.
Sto invece osservando con grande attenzione in questi ultimi giorni le “grandi manovre” del Centrodestra (dato ormai al 46% grazie all’ascesa inarrestabile della Lega), che ben si sposano con l’affermazione di Di Maio “se non portiamo a casa il reddito di cittadinanza, tanto vale andare a casa”. Che si sia avverando la mia previsione “dei due, ne resterà uno”?
…Almeno la domenica?
Saremmo presi d’esempio da tutto il mondo.
Sai, Graziano, che ho l’impressione che davvero stiamo facendo da apripista per tutta una serie di misure che vanno ben al di là dell’apertura domenicale dei negozi, che in fondo è un dettaglio. L’Italia s’è desta? Si spiegherebbe anche il motivo per cui tutti si sentano sempre in dovere di insegnarci la strada. Hanno paura. Non di noi, ovvio, ma di ciò che rappresentiamo.
Ripeto: ma che tristezza! Che squallore! Penso che la stragrande maggioranza della gente la vivrebbe come me: serrande abbassate = regime veterosovietico
“Hanno paura. Non di noi, ovvio, ma di ciò che rappresentiamo.”
Ben detto sister Rita! Lasciateci fare e ci mangiamo Cina e Stati Uniti in un boccone solo. Giappone no, mi sono simpatici e li presumo indigesti. Nn è dietrologia che ci mettano i bastoni fra le ruote per paura. Il problema è che quando i cavalli alzano il ritmo per superare in curva è facilissimo rovesciare la biga! O saltar fuori barca in virata (sceglietevi voi il paragone). Io spero nei consiglieri autorevoli! Perché giustamente, seguendo Rita, cose fatte nel mondo a campione per verifica di fattibilità, qui le si vogliono di colpo tramutare in regola! Ma che siamo a Montecarlo al tavolo da gioco?! Felice di sbagliare, ma lo potrò dire solo fra tre anni (se avrò voce per parlare).