Pubblichiamo una lettera di EMILIO D’AMBROSIO, indirizzata al Sindaco di Crema ed al Consigliere Regionale Matteo Piloni.
Quella della linea Cremona Crema Treviglio Milano è una situazione che nemmeno la mente più folle potrebbe immaginare nella civile, fiorente, industriosa Lombardia.
Anni fa, come CremAscolta blog, sul tema “IMMOBILITA’ SU FERRO”, avevamo dato vita ad un “tavolo di lavoro” con L’ass. Bergamaschi ed il Consigliere Regionale Alloni, sembrava ci fossero le premesse per un miglioramento: fu un “fuoco di paglia” e non ci fu limte al peggio, fino alla situazione disperata che descrive assai bene D’Ambrosio qui sotto:
– Gentile SINDACA Stefania Bonaldi
– On. Consigliere Regionale Matteo Piloni
Viaggiare in treno con la LINEA FERROVIARIA TREVIGLIO CREMONA è ancora un’avventura/incubo. Oggi 19 luglio, dopo aver fatto il tragitto, linea Varese/Treviglio partendo da PIOLTELLO alle ore 18 sono arrivato a TREVIGLIO in perfetto orario. Il treno TREVIGLIO/CREMONA è annunciato con 15 minuti di ritardo che poi diventano 25, finalmente la partenza con arrivo alla stazione di CARAVAGGIO. Breve attesa dalle ore 18,36, si fa per dire, per questa prima fermata si arriva alle ore 19,10. E poi, il capotreno annuncia un ritardo in crescendo 25, 40, 55 minuti, con partenza dalla stazione di CARAVAGGIO alle ore 19,50, arrivo a CREMA alle ore 20,06.
La mattina non era iniziata meglio, infatti il treno, VERONA/MILANO CENTRALE in partenza da Treviglio alle ore 10,05 è arrivato con 40 minuti di ritardo.
Recentemente ho avuto modo di segnalare sulla linea Treviglio Cremonia un ritardo legato al problema, che mio malgrado e per tutti i viaggiatori si è riproposto con il mancato funzionamento dei passaggi a livello.
L’indignazione non è sufficiente come pure il farsi delle domande sul persistere di un problema che crea gravi disagi ai viaggiatori che tornano a casa dopo una giornata di lavoro pagando il regolare biglietto di viaggio e l’abbonamento settimanale e mensile. Dove sono i responsabili? Dov’è la Politica? Dov’è l’Amministazione Comunale di Crema e la Sindaca?
Come cittadino sono sempre più arrabbiato e indignato! Nella circostanza ho dovuto subire la rabbia di un giovane che proponeva una iniziativa sconsiderata. Non si possono ignorare le giuste e legittime proteste, come pure le ripetute segnalazioni del Comitato pendolari. E’ arrivato il momento di attivare iniziative più incisive per rimuovere intralci, difficoltà burocratiche, gestione irresponsabile che penalizza un servizio pubblico di grande utilità sociale. Vi sono sordità e incapacità gestionali intollerabili con gravi conseguenze per il venir meno della credibilità politica e amministrativa delle istituzioni. BASTA LA MISURA E’ COLMA! NON SI POSSONO e NON SI DEVONO CALPESTARE i sacrosanti diritti dei cittadini che ogni giorno si recano al lavoro offrendo, intelligenza, cooperazione, diligenza e serietà.
Distinti saluti, Emilio D’Ambrosio
Commenti
Il gioco è chiaro: fare in modo che a Crema passino solo treni merci. La stazione verrà chiusa. I soldi spesi dall’amministrazione nel progetto Crema 2020, tranne per il sottopasso sono soldi sprecati, non arriveranno mai nuovi treni per i pendolari. Da tempo se devo andare a Milano prendo il pulman per Lodi, ne passa uno ogni ora. Da Lodi prendo il treno per Milano. Orari e mezzi certi.
Anch’io faccio cosi’, in alternativa vado a San Donato e da li’ raggiungo Rogoredo o Stazione Centrale. Ammetto, pero’, che mi girano parecchio le scatole quando penso che ho dovuto cedere all’inefficienza. E’ una sconfitta.
E’ sacrosanto, Emilio, indignarsi ed è più che doveroso non gettare mai la spugna anche se siamo in presenza di una “vexata quaestio” che io ricordo almeno dagli anni Sessanta.
Non sono addentro al problema (so che Romano se ne è occupato, oltre che, naturalmente, al nostro Francesco Torrisi), ma immagino che si tratti di un problema di non facile soluzione se è vero che sta marcendo da così tanto tempo e nonostante le proteste sia dei cittadini che delle Amministrazioni comunali interessate.
Dall’indignazione alla “proposta”: non è il caso che il “comitato” a cui ha dato il via proprio CremAscolta si riattivi per affinare delle “proposte” e per mobilitare la gente (e non solo i pendolari)?
Io, settantottino, senza più molto da perdere, avevo proposto soluzoni molto più aggressive, nel senso di manifestazioni pittoresche, ma non sono stato ascoltato. Comunque il problema è embricato con l’immagine della città, perché tutto è questione di immagine, e quindi puntiamo su quella, e picchiamo intanto sul disastro quotidiano. Intendiamoci, sono un Cremasco orgoglioso ma senza radici e non ne lascerò (un solo mio figliio sta brillando in iniziative a Crema, ma la vita…. oggi qui, domani là). La città stessa lo meriita!
Propongo l’inserimento all’ordimne del giorno nella riunione valutativa dell’avanzamento dei progettidi iniizio Agosto, nella nuova sede al Museo, e quindi un nuovo tavolo tecnico embricato con iil comitato pendolari, e magari cn un rappresentante del Comune.
Sostengono da tempo che la tratta Milano-Cremona è in perdita.
Si dimenticano che i servizi al cittadino non vengono erogati per produrre profitto, sono sostenuti dalla fiscalità generale. E’ la voracità dello Stato nel suo complesso che non permette normali investimenti. Nel Regno Unito la media della tassazione è del 20% e mantengono anche la Regina, da noi supera il 60% (Stato+Comuni+Regioni) ma non basta, ne consumano ancora di più senza dare a noi dei normali servizi. Parliamo della Lombardia, vergognarsi è poco sono voraci e incapaci.
Bravo! Come dire che il P.S. dell’Ospedale è una voce passiva!
Capsula di resina su dente marcio
Sette velostazioni, bike sharing, l’ammontare della spesa è di € 408.808,54
Ma non servono i treni?
Oltretutto, chi frequenta abitualmente la stazione sa perfettamente che il bike sharing è un’altra causa persa: la stragrande maggioranza dei pendolari lascia la macchina nella “buca” oppure, è il caso di moltissimi studenti, ha un famigliare che lo porta e lo prende. Non basterebbe contare le bici “posteggiate” sotto la pensilina (una, due, tre … dieci) per capire che il servizio è superfluo? Non sanno dove altro mettere i soldi? O vogliono appuntarsi una medaglia: “questo l’ho fatto io”? E se non serve, vorrà dire che i cittadini non sono capaci di apprezzare la modernità. Quei testoni, ignorantoni.