La copertina di L’espresso del 24 Aprile 2008!
B&B ( +”cravatta rosa “ Fini) vincevano, di misura le elezioni, mandando all’opposizione il PD di Veltroni, si quello …” a vocazione maggioritaria”, “depurato” dalla “sinistra estrema” di Bertinotti & c.
Peter Gomez e Marco Travaglio (il “Fatto” non esisteva ancora) firmavano un articolo dal titolo “BERLUSCONILAND”, sottotitolo “Processi da blindare, Giudici da mettere sotto controllo. E poi le nomine, le grandi opere, Mediaset e la Rai. Così il Cavaliere vuole ridisegnare il Paese”. Nel preambolo relativo ai processi, scrivevano: “…..c’è da sistemare l’imputato a lui (B) più vicino, Marcelle Dell’utri ….rischia nell’altro processo, quello d’appello per concorso esterno in associazione mafiosa, chiuso in primo grado con la condanna a 9 anni...”. Recentemente sul personaggio la Giustizia ha giocato un altro “carico da 11”!
Era il “Berlusconi III”, dpo l’”I” del 1994 e il “II” 2001/2006. Si usciva dal “Prodi sgambettato Bertinotti”.
Gianpaolo Pansa nel suo “BESTIARIO” dal titolo “VIETATO GIOCARE ALLA SFASCIO” scriveva: “….l’Italia del 2008 vuole un Governo che non la prenda in giro con una montagna di promesse, ma si assuma pochi impegni e poi cerchi di mantenerli”
Marco Damilano: “E ORA UN NUOVO PD”!
Giorgio Bocca: “RIMPIANTO DEI PRODI” :”…….conosciamo i vizi e le assurdità del nostro Paese, e le ragioni serie dell’ antipolitca ma non al punto di rinunciare alle poche persone oneste e capaci, non al punto di rassegnarci alla sconfitta e alla disperazione.…”
Altan nella sua vignetta di apertura scriveva: “L’IMMAGINE DELL’ITALIA NEL MONDO, SOSPESA PER ECCESSO DI RIBASSO” ( !)
La Mannoia canta ( benissimo peraltro!) “Come si cambia/per non morire”, cioè per continuare a vivere, meglio magari, (ci aggiungo io) ma “cambiare tutto perchè nulla cambi”, magari per vivere anche peggio è demenziale.
Delle volte, dare un’occhiata indietro ( ma oramai 10 anni anni sembrano un secolo!) potrebbe servire per trarne qualche utile insegnamento, ma “ …..loro non cambiano”, e cito con vera, profonda sofferenza, lo strazio di una vedova di un ennesimo delitto di mafia, che nella cattedrale di Palermo grida la sua disperazione per un uomo onesto, servitore dello Stato, che ha dato la sua vita per una “causa” tanto nobile quanto senza speranza.
…..LORO NON CAMBIANO, che disperazione!
Commenti
Siamo prigionieri, è vero, del presente: la storia (la memoria della nostra storia con i suoi meriti ed errori) è sistematicamente cancellata non solo dalla gente comune, ma anche e soprattutto dalla classe politica (pensiamo, ad esempio, al nostro ritorno al proporzionale dopo un referendum con cui il popolo sovrano 25 anni fa aveva espresso la chiara volontà di passare al maggioritario).
Ma c’è anche il rovescio della medaglia: siamo talvolta – sembra un paradosso – prigionieri del passato. Lo vediamo in questi giorni (in queste ore): i politici non riescono a dimenticare gli insulti reciproci avuti negli ultimi cinque anni.
Piero, dal tuo quadro manca il futuro.
Chi lo dovrebbe “immaginare”?
Vedi qualcuno in grado di farlo?
Il futuro, Rita, lo possiamo immaginare sulla base dei processi in atto. Pensiamo al fenomeno dell’automazione crescente a tutti i livelli (da Industria 4.0 ai servizi allo stesso primario): il futuro, in termini di occupazione, di precarietà del lavoro, di sofferenze per chi non riuscirà a riconvertirsi al digitale, è pressoché certo, a meno che la “politica prenda il sopravvento e “governi” tale processo in corso.
E’ impossibile fermare la rivoluzione tecnologica? Di sicuro sì, ma forse si potrebbe orientarla rifiutando la robotizzazione “a zero operai” e optando per il modello “a zero errori” (un modello, quest’ultimo, che, pur non salvando tutti i posti di lavoro, potrebbe attenuare il modello che sta galoppando in Cina di fabbriche con il 90% di lavoratori e fuori e il restante 10% dentro costituito da manager e informatici.
No Piero, io credo che il futuro non lo possiamo immaginare affatto. Verosimilmente, voglio dire. Fantasticare non è certo proibito. Personalmente ho fatto tesoro dell’insegnamento di Albert Einstein che affermava: “Non si può risolvere un problema con lo stesso tipo di pensiero che lo ha creato”.
Non saremo certo noi a “gestire” i danni causati dalla tecnologia perché quei danni noi li abbiamo creati. Per lo stesso motivo non saremo in grado di “governare” un bel niente di ciò che sta accadendo. L’ideologia che ha fatto il danno non può condurre fuori da un mondo ideologico fatto a sua immagine e somiglianza. Ci vuole un modo dinamico e totalmente diverso di pensare e confrontarsi. Una transizione epocale, o la fine di un Ciclo.
….allora, pare proprio che i due “gemelli diversi” qui sopra, fossero andati da un notaio per legarsi indissolubilmente niente a che vedere col sesso è, i due erano al di sopra di ogni sospetto! è ….. fattuale).
Così il “caimano” gettava un ciambellone di salvataggio (farcito di danè) al “signore di Pontida” restato in bolletta da ….eccesso di “magia del cerchio”, salvandolo dal default!
E finivano così definitivamente le sceneggiate delle ampolle ….non solo la pecunia non olet, ma anzi…..che profumino!