RETORICA?
” In era fascista fu condotta la lotta al pietismo. Chi si opponeva alle leggi razziali o manifestava preoccupazione per la sorte dei perseguitati, veniva definito spregiativamente pietista, e cacciato dal partito. Chi oggi dimostri di conservare ancora un minimo di umanità, è sbrigativamente accusato di buonismo e qualificato, con disprezzo, come buonista. Buonista è a tutti gli effetti, un insulto violento, che dovrebbe indignare chi lo riceve. Con la contorsione di una parola positiva ( buono), si effettua la manipolazione di un pensiero, degradandolo a categoria morale inferiore. Per cui i buonisti sarebbero dei bonaccioni, idealisti con la testa per aria, irresponsabili ed incapaci. Gli altri invece, quelli semplicemente buoni, sarebbero i realisti, i pragmatici, i competenti ed efficaci…..”(Luigi Altea).
Aggiungo io: Con un’altra contorsione frutto di disonestà intellettuale, si bolla come ” retorico” qualsiasi pensiero che riconduca alla riflessione sul lavoro di chi si prende cura degli esseri umani in generale, ed in particolare, di coloro che sono vittime di guerre ed atroci oppressioni, e , con una operazione contraria ad ogni diritto , si sparge fango indistintamente su tutti. Ecco dunque queste immagini, eccolo il ” buonismo” e la ” retorica” dei medici di guerra. (Ong. Medici senza frontiere- fotografie di James Nachtwey).
Viviana Lacchini
Commenti
Grazie Viviana per la ….forte occasione di riflessione! Troppi si ergono a dispensare sprezzanti e ….disincantati giudizi con “la pancia piena” e “i piedi al caldo”! Far diventare emblematici episodi (da condannare e condannati) di devianza etica e morale di singoli per godere nel gettare fango sulle ONG e sui molti che operano, con sacrificio personale, con vera “pietas” per soccorrere, per cercare di fermare “l’emorragia” di innocenti provocata dalla prevaricazione dal disprezzo dell’uomo sull’uomo, e’ uno “sport” che non mi appartiene e che rigetto. Credo che questi nostri che viviamo siano tempi in cui ognuno di noi debba “fare i conti” con coerente responsabilità, con la propria etica, con i propri valori e (se ce l’ha) con la propria “fede”!
Vi sono studi sull’empatia che dimostrano come il cervello accolga il meccanismo, osssitocina mediato, in certe aee coticali specifiche, solo su cerchie ristrette (clan, famiglia…).
Il limite è quindi evolutivo. E allora non culturale?
Vi sono altri studi che mostrano come si possa allenare il cervello a superare questo limite, e il meccanismo è… ma l’allenamento!
Quini parliamone, facciamoci i muscoli sull’empatia, e poi potremo circoscrivere questo concetto di buonismo in aree veramente irrisorie, se proprio non riusciamo a debellarlo.
Convengo con te, Viviana. Su tutto.
Il problema che queste distorsioni non avvengono solo in campagna elettorale, ma sono ormai permanenti: sono diventate dei… mantra.
E così, invece di “collaborare” (prendendo con molta attenzione i punti di vista degli altri) per “risolvere i problemi collettivi”, continuiamo a seminare odio, divisioni, lacerazione.
A dividere il mondo in Puri e Impuri, alla maniera dei catari.