Dal solerte, efficiente ufficio stampa del Comune, apprendiamo che è iniziato un percorso per delineare in modo “partecipato” il nuovo assetto che l’Ammnistrazione Bonaldi intende dare a Piazza Garibaldi, la Piazza che, per chi viene da nord/est, varcata la Porta Serio, consente l’accesso al Centro storico di Crema.
Sono state sentite le Associazioni dei Commercianti che sono ovviamente assai interessate a come i possibili clienti delle loro attività potranno accedere ai loro negozi.
Ovviamente le scelte da porre in essere non discenderanno solamente da considerazioni di tipo “commerciale”, ma ricomprenderanno anche (magari soprattutto) l’approccio urbanistico, estetico/ambientale e viabilistico.
Crema è …. ancora “città murata” (malgrado i “massacri” perpetrati incoscientemente nel passato!) che testimonia nella conservata struttura del Centro Storico (proprio quello che è ricompreso dalla cerchia di ciò che è restato delle Mura Venete) la sua storia pluricentenaria, e gli interventi che la coinvolgono devono tenere nel debito conto la sua “nobile” Storia.
CremAscolta si apre quindi da subito a raccogliere le considerazioni, le idee, gli umori della Città, nell’obiettivo di progettare e realizzare al meglio quello che sarà il futuro assetto della Piazza, senza dubbio alcuno una delle “Piazze chiave” nel tessuto urbanistico del Centro Storico.
Al comunicato stampa (il cui testo riporto in appendice) oltre alla fotografia dei partecipanti all’importante incontro, sono stati allegati anche due schizzi a matita che, ritengo, possano introdurre al possibile approccio, al taglio che i due Assessori: Bergamaschi (Lavori Pubblici) e Piloni (Urbanistica) intendono dare all’intervento.
Personalmente (dato che conto poco o nulla nelle scelte che verranno poste in essere, posso permettermi di ….azzardare) io “volerei alto” seguendo l’esempio di Cremona nell’affrontare il tema “Piazza Marconi” (l’ho “vissuto”, dal vivo per 10 anni tra la fine anni ’90 ed i primi ‘2000 perchè la mia Presidenza “guardava” proprio la Piazza) :
Parking e veicoli “sotto terra” e pedoni e “verde” al sole!
Colpo d’ala eccessivo per la ….”repubblica del tortello”?
Ma no! Che ci abbiamo anche gli …occhi dell’Accademy addosso!
Cmq parliamone, che magari dopo che noi abbiamo “Ascoltato”, ci “Ascoltano” anche “loro”!
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Ecco, di seguito il testo del Comunicato Stampa:
COMUNICATO STAMPA
Piazza Garibaldi: positivo incontro
con le associazioni dei commercianti
CREMA – 22 GENNAIO
Incontro positivo in Comune con associazioni dei commercianti e artigiani. Gli assessori Fabio Bergamaschi e Matteo Piloni hanno descritto le linee di indirizzo progettuali, mostrate la documentazione e la bozza con le caratteristiche principali dell’intervento.
Durante la riunione, è stata condiviso il disegno della piazza, che è stato oggetto delle osservazioni delle categorie: “Il clima è stato disteso, di confronto proficuo”, commenta Bergamaschi. “La parola chiave emersa nella posizione di tutti è quella di equilibrio: la ricerca nella nuova identità della piazza che passi da una mediazione tra diverse esigenze, differenti anche per i singoli esercenti”.
Da un punto di vista estetico, anche fra le categorie c’è un apprezzamento, “dunque il nodo da sciogliere è quello legato alla disponibilità di parcheggio, rispetto alla quale c’è l’impegno a trovare forme compensative. Abbiamo richiesto alle associazioni la disponibilità a raccogliere in un documento ogni osservazione che possa alimentare il confronto e il buon esito dell’intervento, del quale sono molto fiducioso.”
Commenti
…..occhio che nei due “mini-rendering” sono state sapientemente eliminate le automobili!
A meno che (ed in tal caso mi prosternerei nelle scuse) la scelta di Bergamaschi&Piloni sia proprio quella di metterle ….” sotto terra” come nel mio “azzardo”!
Hai visto mai …..
Ho capito bene: via i parcheggi solo pedoni, panchine e alberi? Come a Stoccolma? E quando? In questa vita o nell’altra?
In molte città italiane, un dibattito che periodicamente divide l’opinione pubblica è quello sulla pedonalizzazione di porzioni più o meno ampie del centro storico. Le ragioni dei favorevoli come dei contrari al provvedimento sono varie e, almeno in parte, piuttosto note. Una presa di posizione contraria abbastanza ricorrente è quella degli esercenti commerciali che svolgono attività nelle aree interessate, i quali lamenterebbero un calo del proprio giro d’affari a causa dell’impossibilità, da parte dei clienti, di recarsi in auto presso il loro negozio, parcheggiando il veicolo nelle immediate vicinanze.
Non conosco la materia ma mi vien da chiedere: è vero? Esistono studi credibili e rilevazioni attendibili che possano costituire elemento probatorio in tal senso o in senso contrario? In pratica, siamo sicuri che questo pregiudizievole effetto commerciale esista? E, se esistesse, è possibile dargli un peso, una dimensione, un qualche valore da poter considerare in termini specifici ed effettivi? È possibile misurare economicamente, in concreto, questo danno economico? Insomma, abbiamo dati, fatti e numeri in proposito?
Il mondo è pieno di città col centro storico pedonalizzato. In Italia gli esempi non mancano. Penso a Lucca e ad altre realtà in cui ho passato periodi godibilissimi tra esercenti remuneratissimi. Per non parlare di città francesi come Carcassonne e di altre realtà urbane inglesi e tedesche. Taccio dell’Olanda e dei paesi scandinavi perché cadrei in prevedibili ovvietà. Non so se sul magazine Fiab o su qualche libro come Bike Nation ho letto che dati, fatti e numeri ci sarebbero. E non proprio nel senso abitualmente dichiarato. Ma devo ammettere che, come pedalatore rurale italiano, potrei essere stato indotto a letture e interpretazioni orientate.
Per cui, qualcuno sarebbe in grado di aiutarci a capire in che misura questo problema esista davvero? Certo, quand’anche esistesse, si dovrebbe poi far riferimento all’art. 41 della Costituzione, trattandosi di possibili contrapposizioni tra interessi privati e pubblici. Almeno in teoria, visto che in pratica certe partite si giocano sul terreno del consenso elettorale e della ricerca di voti.
Sulla base di quanto ho letto, il parcheggio rimane, anche se ridimensionato rispetto a prima.
Purtroppo!
Non è il caso, sindaco di Crema in primis e Fabio Bergamaschi, di dimostrare di avere un po’ di coraggio e di dare un colpo alle ali?
Siamo a distanza modesta dalla “buca”: due passi sono davvero un ostacolo?
Che senso ha abbellire una piazza con tanto di alberi (bravo, Fabio!) quando poi la vedremo ancora intasata di macchine (anche se in minor numero)?
Così pure, che senso avere investire decine di migliaia di euro (o di più?) per la piazza Giovanni XXIII quando non riusciamo neppure a vederla tanto è coperta da automobili?
Le due porte della città sono il… biglietto da visita della città stessa. E la città di Crema ha una sua bellezza (e non solo quel gioiello di piazza Duomo)!
Stefania, Fabio… gli interessi della comunità devono prevalere sugli interessi dei commercianti di piazza Garibaldi!
Purtroppo in Italia la casta dei commercianti è ancora una di quelle che contano. Son sempre voti che ballano. Nonostante i negozi nei centri storici siano sempre di meno, dappertutto, e se uno deve andare al bar a prendersi un caffè ci può andare anche a piedi.
Ci vuole del “coraggio politico”. E non ce n’è. Non si capisce di cosa abbiano sempre paura, se sbagliano mica vanno alla ghigliottina, tutt’al più non vengono rieletti.
Non servono parcheggi in centro, bastano le navette continue e gratuite per una realtà come Crema
Prendersela con i commercianti, caro Piero, forse rischia di accendere emozioni e pulsioni ben note. Inoltre, chi svolge un’attività commerciale, anche in un’area di possibile pedonalizzazione, esercita una funzione economica importante e degna di attenzione. Mi permetto quindi di ribadire il concetto già espresso: esistono studi, rilevazioni, dati, fatti, numeri riguardo all’asserito nocumento in caso di impossibilità, per i clienti di quell’esercizio, di parcheggiare l’auto a breve distanza? Di che cosa stiamo parlando, in termini di danno economico e pregiudizio commerciale? Se tale perdita di introiti venisse dimostrata per davvero e se fosse specifica, misurabile e valutabile in concreto, quali potrebbero essere le azioni di supporto e gli interventi compensativi per attenuare o addirittura bilanciare questo ben determinato e comprovato svantaggio? Non conosco la materia specifica né i nostri amministratori coinvolti ma mi pare che in genere, quando le trattative tra diverse parti in causa si svolgono sul terreno dei dati, dei fatti e dei numeri, a volte le negoziazioni ne beneficiano. Ma, ripeto, non sono un esperto in pedonalizzazioni dei centri storici né in scienze politiche locali. Il tema proposto da Franco è comunque molto interessante e riprende in modo opportuno il precedente “Chi comanda in piazza Garibaldi?”.
Quanto al “tutt’al più non vengono rieletti”, cara Rita, non mi sembra un dettaglio, per chi di politica vive e intende vivere (beninteso come disinteressato “servizio” a favore della collettività). In Italia, il mito delle rappresentanze politiche ambientaliste e impegnate contro l’inquinamento cittadino ma costrette a cedere alle oscure forze della bottega e del plateatico è stato spesso smentito dai fatti. Gli amministratori italiani non sono sempre vittime innocenti delle perfide lobby commerciali. Non sono dei Parsifal che si battono per la tutela dell’ambiente urbano, ispirati ai valori ecologici cittadini e pur tuttavia, ahimè, coartati e condizionati in ciò dalle avverse forze lobbyste della vetrina, del trancio di pizza e del cono gelato. In Italia molti solerti predicatori municipali sanno che il “verde” tanto promesso, se realmente perseguito, rischierebbe di lasciarli politicamente “al verde”. La politica, così buona, non è di solito la vittima dell’economia, così cattiva. Ne è spesso la complice.
La politica non è solo “l’arte del possibile”, semplicemente, come piace dire ai politici. È anche “l’arte del possibile rinnovo del mandato” in sede elettorale, come ai politici non piace ammettere. Da sempre. Ecco perché, ragionando a breve termine, quello di un mandato di pochi anni, molti politici italiani mirano ai propri obiettivi e curano i propri conti. Conti che implicano promesse elettorali ambientaliste e risultati effettivi ben diversi. Per un pugno di voti. È una novità? Per nulla. L’importante è che i cittadini sappiano che il bene comune non coincide sempre con il bene di partito. Non conosco gli amministratori cremaschi ma immagino che, da quanto leggo su questo blog, le cose stiano diversamente e me ne rallegro.
Che ” il bene comune non coincide sempre con il bene di partito ” gli italiani l’hanno perfettamente capito, caro Pietro, tanto è vero che non vanno più a votare. Non che li giustifichi, tuttavia li capisco. Ci vorrebbero delle consultazioni popolari ogni volta che si tratta di porre mano alla città, come fanno gli svizzeri inviando dei semplici questionari per posta.
Direi che con tutta la spazzatura che ci mettono quotidianamente in cassetta, in una piccola cittadina di poco più di 30mila abitanti come Crema, si potrebbe anche fare. I costi non sarebbero insostenibili e si eviterebbero tanti mugugni.
Temo anche che il mantra dei commercianti che vogliono le auto in centro (dove la categoria dei negozianti si assottiglia sempre di più) sia una specie di leggenda metropolitana. Mi risulta che anche fra di loro vi siano i favorevoli alla pedonalizzazione. Non sarà, invece, che le macchine in centro “servono” ai far marciare i parchimetri?
Non vale leggere nel pensiero via blog. Quella sui parchimetri è la domanda che ho cancellato in fondo al mio commento. Sono un po’ all’antica e mi capita di praticare il “si pensa ma non di dice”. Vedo che tu non sei un’ipocrita borghese come me. Però non so una cosa: il ricavato dalla sosta a chi va? Direttamente al Comune? Ma molti Comuni stipulano concessioni a favore di privati. Se fosse così, l’interesse sarebbe dell’eventuale concessionario e non del Comune. A meno che la concessione preveda, oltre ovviamente al tempo di vigenza dell’accordo, anche dati quantitativi sulle aree di sosta, magari con specificazioni riferite alle zone urbane, da cui la commisurazione del valore considerato in concessione. Ma no, Rita, lasciamo perdere, non facciamo i soliti complottisti, sono tutte fantasie, ma tu guarda in che cosa ci stiamo cacciando, i cattivi sono i commercianti, viva l’ecologia.
Dai Pietro, quando ce vo’, ce vo’. Che sia sempre colpa di qualcun altro e mai di chi mangia la marmellata, non e’ giusto. Hanno appena comprato i parchimetri nuovi, aumentato le tariffe, ridipinto le linee blu, perche’ mai dovrebbero rinunciare a un’entrata sicura. Di questi tempi, poi.
Parchimetri a parte, attuali amministratori municipali a parte, piazza Garibaldi a parte, più in generale le nostre città e la loro urbanistica sono state, nel secondo Novecento, calibrate non a misura d’uomo ma a misura d’auto, tanto che ancora oggi i centri storici non appartengano agli uomini ma ai veicoli a motore, come anche Mattia Bressanelli diceva quattro giorni fa commentando un altro articolo.
In particolare, riguardo a Crema, sia l’asse tra Porta Ombriano e Porta Serio, sia quello tra Porta Pianengo e Porta Ripalta hanno percorrenze effettuabili a piedi in poco più d’un quarto d’ora. Sempre a piedi, da piazza Duomo si arriva dovunque, entro le mura venete, in dieci minuti al massimo. In bicicletta, poi, bastano pochissimi minuti per arrivare dappertutto entro questo perimetro. Non esistono quindi problemi di carattere locomotorio o logistico che giustifichino politiche parking oriented nel centro storico. Quindi i problemi sono differenti. Quali? Basti dire che dopo quarant’anni di incuria istituzionale si approccia il tema Stalloni cominciando col farci dentro ulteriori parcheggi. Perché? Basta girare per Crema nei fine settimana per rendersi conto che sono le auto, sono i tubi di scappamento col loro particolato, sono i parcheggiatori cialtroni e impuniti a spadroneggiare per Crema. Come mai?
Piazza San Domenico, piazza delle Erbe, piazza Premoli, forse anche piazza Roma, molte vie insistenti sull’antico castrum intorno a piazza Duomo dovrebbero essere pedonalizzate prima ancora di piazza San Martino e piazza Garibaldi, anch’esse comunque pedonalizzabili. Sono luoghi che offrono architetture molto belle alzando gli occhi alcuni metri dal suolo ma una vista sconsolante di parcheggi da periferia terzomondista abbassando lo sguardo. Per quale motivo? In via Mazzini e in via XX Settembre non si contano le vetrine e i punti di acquisto, nonostante la pedonalizzazione. E quegli esercenti non sembrano né disperati, né immiseriti. In piazza San Domenico e in piazza Premoli, citandone due a caso, non vedo molti templi dello shopping, per cui folle di commercianti tumultuanti qui non ce ne sono. Eppure il disastro dei parcheggi selvaggi, soprattutto nel week-end, è evidente. Cui prodest?
Giustamente, Pietro, ti spingi alle radici del problema, che sono molto più profonde e non riguardano solo i parcheggi, o l’urbanizzazione selvaggia degli ultimi settant’anni. Io vengo da una regione meravigliosa in cui s’è dovuto addirittura coniare il termine “rapallizazzione” per esprimere un “fenomeno”.
Manca la testa, questo è il punto.
Per troppi in Italia abbiamo lasciato che individui senza qualità occupassero posti decisionali a tutti i livelli, politici, industriali, urbanistici, e adesso ne paghiamo le conseguenze. Nel frattempo il malaffare si è fatto strada. Quindi alla tua domanda “cui prodest” si potrebbe molto banalmente e tristemente rispondere: chi si aggiudica gli appalti. La questione è “come se ne esce” poiché piangere sul latte versato serve a poco o nulla. Secondo me, proprio cominciando dagli appalti, ovvero resettando l’intera materia e ricominciando da capo. Per proseguire poi con gli oneri di urbanizzazione, che devono cessare di essere il bancomat degli Enti Locali. La strada è lunga, ma stare fermi è anche peggio.
Ops, mi scuso per le “z” fuori posto: “rapallizzazione”.
A proposito di cose cremasche: Bordo non si ricandida. Al suo posto, per Leu, una donna. Non si sa ancora chi.
Non so, Pietro, se ci siano evidenze empiriche sul nesso che tu sottolinei.
Quello che so è che spesso le proposte innovative suscitano paure: ricordo le… barricate degli ambulanti di via Verdi già al tempo del sindaco Bruttomesso.
In questo senso dico che tocca all’Amministrazione comunale arrivare a una “decisione” che si ritiene di interesse generale, anche se nell’immediato si creano dei malumori.
Io pongo una questione di principio (che quindi vale anche per altre categorie o… corporazioni): non è possibile che vengano trascinati i problemi perché di volta in volta c’è una corporazione che non è d’accordo.
So bene che i politici sono molto sensibili al consenso (e quindi ai voti), ma i politici verranno ricordati per il “segno positivo o negativo” che avranno lasciato.
Su questo, sono pienamente d’accordo con te. Forse è anche una differenza tra la politica a breve termine, focalizzata soprattutto sul rinnovo del proprio mandato elettorale, e la politica a medio o lungo termine, focalizzata soprattutto su quello che tu spesso, molto giustamente, ci hai ricordato essere il suo vero scopo e la sua ragion d’essere, che spesso non coincide con gli interessi di partito e di corrente. Vedremo i fatti.
…..Rita, questa della “Rapallizzazione” non la conoscevo! ….. 7+ !
Per noi si potrebbe coniare: “Ombrianizzazione”? (vedi massacro di tt ciò che circondava “Palazzo Rossi”)
Oppure “Linificizzazione”?
Ho capito bene?
Quanto alle nostre responsabilità di italianuzzi, scaraventati totalmente impreparati (anzi dis/educati a tutt’altro dal ventennio! Si, Pietro a mio parere ci sono anche questi di “danni” a ….scoppio ritardato) nel ruolo di cittadini di una Repubblica democratica, chiamati a farne parte in modo civile, adulto …….”consapevolmente votante”, molto, troppo ci sarebbe da far rilevare!
Passata la prima fase in cui da un lato i personaggi che emergevano dalla politica erano persone motivate e portatori di ideali e valori, e dall’altro la partecipazione a scelte chiare ed ….”accessibili” si concretizzava in momenti elettorali degni dell’importanza di questa fondamentale fase della Democrazia, si è gradatamente inesorabilmente passati a fasi successive nella quali (per colpa sostanzialmente nostra, di cittadini più attenti alla loro ….”pancia” che alla “res pubblica”) , come dici tu, “…. abbiamo lasciato che individui senza qualità occupassero posti decisionali a tutti i livelli, politici, industriali, urbanistici….” e, ci aggiungo io, questi stessi hanno insediato negli apparati burocratici dello Stato, centrali e decentrati, personaggi loro pari e a loro stessi …”funzionali”! (tralascio le altre “condizioni al contorno”, consumismo in primis, che non cito per evitare di rendere contigue categorie, consorterie, che contigue non sono, ma che, stante la loro “solidità” organizzativa, hanno egualmente reso la vita difficile alla giovane democrazia nel “buffo stivale”!)
Questa, magari in modo semplificato, l’analisi, la (e invado il campo di Adriano!) “diagnosi”. Quanto alla “prognosi”, temo proprio che per parecchio debba restare “riservata”, ammeso che non ci troviamo (magari a nostra insaputa) già nel reparto …. “lungo degenti”!
Se ne riparla dopo il 4 Marzo, dai!
Incrementare i parcheggi alla buca con la costruzione di una struttura in acciaio.
Per andare in città “passi lunghi e ben distesi”
Io credo che per incentivare i cittadini a camminare/pedalare si debbano spendere soldi per pedoni e ciclisti. Se dilapidiamo il bilancio per riempire la città di parcheggi (che sono per altro il modo meno efficiente in termini di spazio per “stoccare” le auto) cosa resta per l’obiettivo “città per le persone”. O siamo ancora fermi a città=centro storico, il resto chissenefrega?
Si deve capire che il problema è nell’eccessivo numero di auto. Non un euro in più deve essere speso per la comodità degli automobilisti. Solo così si disincentiva il mezzo.
Altrimenti si parla e pensa bene, ma si agisce e spende male. La bozza di Piazza Garibaldi pedonale toglie una quindicina di parcheggi? Ok, non vanno per forza rimpiazzati.
Resta il problema che se l’Amministrazione agisce senza consultare i cittadini – legalmente, è un suo diritto – i cittadini sono impossibilitati a esprimersi. Il mugugno, ahimé serve a poco. Si dovrebbero raccogliere delle firme. E poi, chissà … Quando in via Cremona è stato tolto il semaforo per fare quella boiata di isolato-spartitraffico che c’è adesso erano state raccolte oltre 600 firme di residenti contrari, ma la boiata è stata fatta lo stesso.