Si è aperta il 20 Ottobre e rimarrà allestita fino al 25 febbraio 2018 presso il GAM MANZONI di Milano la mostra dedicata ai Macchiaioli. Si tratta di una rassegna straordinaria che raccoglie i capolavori dei nomi noti e meno noti del gruppo di artisti, prevalentemente costituito da toscani, ribelli nel politico e nell’arte, che caratterizzarono con la “rivoluzione della macchia” la stagione figurativa del secondo Ottocento. L’invito è irripetibile, non capita spesso di poter ammirare queste stupende tele oggi, in gran parte, custodite nelle diverse collezioni private lombarde. Con un breve viaggio vale quindi la pena, per gli amanti della “bella pittura”, di recarsi alla volta di Milano. Non ne rimarranno delusi. La varietà dei temi trattati, la preziosa leggerezza descrittiva degli interni, come la luminosità degli ampi spazi che si aprono all’infinito, offrono stupendi spaccati in grado di saper colpire l’occhio dell’osservatore frettoloso e incatenare il più impaziente dei critici.
Restiamo felicemente travolti osservando gli scorci di vicoletti ombreggiati, cieli cinerei contrastano con le piazze assolate e i campi verdeggianti di Telemaco Signorini. Mentre l’occhio si posa sulle silenti baie marine di Giuseppe Abbati e le distese di grano maturo di Raffaello Sernesi, la mente corre alle manovre militari descritte da Giovanni Fattori e indaga le intimità domestiche, svelate dai pennelli di Stefano Bruzzi, Adriano Cecioni , Cristiano Banti. Osserviamo i sereni paesaggi agresti di Odoardo Borrani, interrotti dall’operoso lavoro dei contadini rappresentati da Luigi Bechi. Molte immagini paiono derivare dalla piacevolezza nordico borghese del Biedermeier, altre dall’Impressionismo francese. Come non considerare gli influssi antichi e recenti, trasmessi dalla corrente di questi Macchiaioli, assorbiti dalla pittura locale. Ad un attento osservatore cremasco non possono sfuggire le analogie tra i giochi infantili, immortalati da Silvestro Lega e i delicati esercizi puerili delle rappresentazioni famigliari, dedicati da Eugenio Conti all’infanzia delle figlie. E infine le mattinate sull’Arno dipinte dal Signorini, con le loro sperdute campagne, solcate da stradine fangose, affiancate dall’argine, rispecchiano i nostri sentieri melmosi, quegli argini solitari di cui ci ha lasciato memoria Federico Boriani.
Commenti
Grazie, Walter, per i tuoi periodici stimoli a sprovincializzarci.
Milano è qui vicina, ma spesso siamo frenati dalla pigrizia.
E così perdiamo delle opportunità uniche.
Magari , un domani, CremAscolta potrà organizzare una trasferta collettiva per chi fosse interessato.
La bellezza non salverà il mondo, ma potrà ridurne le brutture .
Le arti figurative sono campo di mia moglie, ma se lo suggerisce Walter ben volentieri la accompagnerò. Grazie
….si, una proposta espositiva di “facile” lettura, anche per un’utenza meno “smaliziata” che comunque avvicina alla lettura del “bello” dipinto ed invoglia a frequentare le Gallerie d’arte.
Le “opere” possono/devono “operare” nell’attento, disponibile visitatore e farlo così crescere nella sua sensisibilità ad accogliere il linguaggio visivo, poetico, che trascende, supera la mera comunicazione verbale.